Proof of Work (POW): cos’è e come funziona

Informandoti sulle criptovalute, avrai spesso letto il termine Proof of Work, con la sua forma abbreviata PoW.

Probabilmente, e in fondo giustamente, ti starai chiedendo cos’è la Proof of Work, come funziona la Proof of Work, perché è importante, ecc.

Bene, sei capitato nel posto giusto! Te lo spiegheremo in questa guida completa sulla Proof of Work (PoW), nella quale ti spiegheremo anche la differenza con la Proof of Stake (PoS). Che ne è infatti una implementazione.

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Proof of Work: cos’è

Cos’è la Proof of Work? Si tratta di un meccanismo utile di convalida dei blocchi della blockchain al fine di prevenire le cosiddette “doppie spese”. Che vedremo a breve cosa sono.

E’ utilizzata da molte tra le criptovalute principali per capitalizzazione di mercato, nelle vesti di algoritmo di consenso. Per proteggere il registro di una criptovaluta.

Di fatto, la Proof of Work è stata il primo algoritmo di consenso in assoluto e resta tutt’oggi ancora prevalente.

E’ stata lanciata in concomitanza con il Bitcoin da Satoshi Nakamoto nel suo white paper pubblicato nel 2008, per poi essere lanciata definitivamente l’anno dopo. Sebbene sia stata concepita molto tempo prima.

Come funziona la Proof of Work ?

In effetti, un antenato della PoW è il sistema HashCash di Adam Back, creato ancora prima che le criptovalute fossero concepite.

Viene richiesto ai mittenti di eseguire una piccola quantità di computazione prima che inviino una email, così i riceventi possono mitigare lo spam.

Di fatto, questa computazione costa zero a un mittente legittimo, ma finisce per accumularsi in modo veloce quando sono inviate email in massa.

Prima abbiamo accennato alla doppia spesa. Essa si verifica quando gli stessi fondi sono spesi più di una volta. Questo termine è utilizzato soprattutto nell’ambito delle criptovalute.

Del resto, è improbabile che spendiamo lo stesso denaro fisico 2 volte. Una volta che lo abbiamo speso, se ne è andato via. Almeno che non lo freghiamo dalla cassa del negozio in cui lo abbiamo speso, ma questo è un altro discorso…

Invece, col denaro virtuale è possibile. Ed è un procedimento che va pensato come un qualsiasi file digitale che hai duplicato tante volte nella tua vita per distribuirlo a parenti o amici. Per esempio, gli Mp3 per la musica, un file word o Pdf per un documento, un .Avi per un film, un file .jpg per una immagine, ecc.

Coi soldi, ovviamente, è diverso. Perché occorre impedire che una persona usi la stessa moneta per fare più acquisti. Si parla del cosiddetto Double spending.

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Differenze col Proof of Stake (PoS)

La Proof of Stake (PoS) è sorta qualche anno dopo, nel 2011. Ed è stato implementato in alcuni protocolli più piccoli-

Nella Proof of Stake i miners vengono sostituiti da validatori. Quindi, non è previsto il mining e non sono previste gare per indovinare le hash.

Al posto di questo sistema, gli utenti sono selezionati in modo casuale. Dunque, in caso di selezione, devono proporre (o “forgiare”) un blocco.

Se quest’ultimo è valido, essi otterranno una ricompensa che sarà composta dalle commissioni sulle transazioni del blocco. Non tutti gli utenti, però, possono essere selezionati.

Il protocollo viene scelto in base a una serie di fattori. Per esempio, devono bloccare una stake, una posta in gioco. Vale a dire una quantità predeterminata della valuta nativa di quella blockchain.

La stake, insomma, funziona come una sorta di cauzione. I validatori, insomma, bloccano una stake per disincentivare gli imbrogli. Infatti, qualora si comportino male, la loro stake (o una porzione di quest’ultima) gli sarà detratta.

Quali sono i vantaggi della Proof of Stake rispetto alla Proof of Work? Il più importante è senza dubbio il minore impatto negativo sull’ambiente, dato che nella PoS non sono necessarie mining farm ad alta potenza. Bensì, l’elettricità consumata finisce per essere solo una frazione di quella consumata nella PoW.

E’ anche vero però che il suo track record non è paragonabile a quello della PoW. In effetti, per quanto possa essere vituperato per più motivi, sta di fatto che il mining è l’unico algoritmo di consenso che si è dimostrato valido su vasta scala.

Tanto che, facendo due conti, in questi 10 anni e passa di onorato servizio, ha già protetto trilioni di dollari in transazioni.

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Proof of Work: vantaggi e svantaggi

Vediamo ora quali sono i vantaggi e gli svantaggi della Proof of Work.

Vantaggi della Proof of Work (POW)?

Tra i vantaggi principali della Proof of Work troviamo la maggiore protezione, data la difficoltà per gli hacker di compiere attacchi informatici.

Infatti, per attaccare una blockchain, gli hacker dovrebbero consumare un’elevatissima potenza di calcolo e inoltre dovrebbero impiegare molto tempo.

Oltretutto, per il mining non è importante quanto sei ricco ma per far funzionare il sistema servono software che teoricamente tutti possono possedere.

Svantaggi della Proof of Work (PoW)?

Lo svantaggio principale è il succitato maggiore impatto per l’ambiente, in parte mitigato dalla Proof of Stake (PoS).

Infatti, con il PoW i Pc consumano molta energia elettrica. Inoltre, anche in termini di costi, la Proof of Work è più impegnativa, poiché richiede computer sempre più potenti e schede video importanti.

Non a caso, una delle principali società che produce schede video, la Nvidia, è crescita in termini di fatturato e di azioni in borsa. Anzi, ha avuto anche difficoltà nell’approvvigionamento di schede video per altri usi. In primis il mining.

Un altro svantaggio potrebbe essere l’assenza teorica di decentralizzazione. Se il 51% del mining fosse in mano a un singolo miner o a una mining pool, questa potrebbe controllare la blockchain. Certo, è molto difficile che si verifichi.

Criptovalute che usano Proof of Work (POW)

Vediamo quali sono le principali criptovalute che usano la Proof of Work (PoW).

Bitcoin

La prima criptovaluta lanciata con le caratteristiche di quelle attuali, che dominano gli interessi dei trader retails e inquietano i sogni di banche centrali e governi.

La vera rivoluzione del Bitcoin è stata la blockchain, poiché ha aperto un nuovo modo di fare economia, ma anche di praticare il commercio e organizzare la burocrazia. Proprio grazie ai suoi molteplici usi.

Bitcoin è stato lanciato dall’ancora oggi misterioso Satoshi Nakamoto, e nei primi mesi del 2021 ha dato vita ad un nuovo rally che l’ha portato a superare i 63mila dollari. Massimo storico al momento della scrittura.

Ethereum

La criptovaluta Ethereum è stata lanciata nel 2015, sebbene la sua ideazione risalga a due anni prima.

Qui l’ideatore ha un nome e un cognome: il russo naturalizzato canadese Vitalik Buterin, il quale ha lanciato una blockchain con i rivoluzionari smart contract, ma che si sta ponendo anche come punto di riferimento per le dApps e la FinTech.

Ethereum poco dopo la sua nascita si è imposta come regina delle Altcoin. Stabilizzandosi al secondo posto per market cap solo alle spalle del bitcoin.

Litecoin

La criptovauta Litecoin rappresenta il primo Hard Fork di Bitcoin, sorta nel 2011.

Spesso Litecoin è stata pensata come colei che avrebbe tolto lo scettro al Bitcoin come primatista in termini di market cap. ma di fatto il sorpasso non si è mai avverato.

La criptovaluta ha proposto una maggiore velocità e commissioni più basse. E dopo un buon periodo passato anche sul podio per market cap ha perso di interesse. Pur non uscendo mai dalla Top ten delle criptovalute.

Ad inizio 2021, inoltre, l’interesse nei suoi confronti si è rinverdito.

Bitcoin Cash

Bitcoin Cash è un’altra importante Hard Fork del Bitcoin, consumatasi il primo agosto 2018. Per cercare di superare alcuni limiti della regina delle criptovalute.

Bitcoin Cash ha ottenuto un discreto successo iniziale, soprattutto grazie al fatto che gli ideatori hanno deciso di assegnare un BCH per ogni BTC posseduto.

Col tempo è scivolata fuori dalla Top ten per market cap, superata da nuovi crypto progetti. Tuttavia, il prezzo è ancora superiore ai 500 dollari americani. Risollevatasi a maggio 2021 oltre i 1.400 dollari.

Monero

La criptovaluta Monero si fa molto apprezzare soprattutto per la privacy che offre ai suoi traslatori, sia per chi la compra, che per chi la vende. Tanto che in passato non sono mancati casi acclarati di usi poco legali della stessa.

La criptovaluta ha vissuto un ottimo momento ad inizio 2018, quando le altre criptovalute, comprese Bitcoin, si stavano sgonfiando. Superando i 360 dollari di prezzo.

Ad inizio maggio ha di nuovo fatto registrare ottimi rialzi, superando i 400 dollari. Dimostrando il suo andamento fortemente ancorato a quello generale delle altre criptovalute.

Dogecoin

Dogecoin è un fenomeno a parte. Nata per gioco nel 2013, avendo come simbolo un meme di un cane molto in voga all’epoca, dopo diversi anni di disinteresse, nella prima metà del 2021 ha registrato rally incredibili.

Soprattutto grazie all’operato di Elon Musk, il quale, con i suoi endorsement ha portato il prezzo a sfiorare i 50 centesimi di dollari, dopo che ha viaggiato per anni lontano anche dai 10 centesimi.

Tuttavia, dal mese di maggio il prezzo si è dimezzato, proprio da quando Musk ha fatto perdere il proprio sostegno. Confermando come il prezzo delle criptovalute sia dettato dal mercato e non da un valore implicito alle stesse.

Dash

Dash è una criptovaluta open source peer-to-peer, nata con l’obiettivo di superare i limiti di scalabilità del bitcoin.

Dash è di fatto la prima organizzazione autonoma decentralizzata, nota con l’acronimo DAO.

Il 90% dei compensi ottenuto dai miners viene ripartito tra i miners e gli operatori dei masternods. Mentre la restante parte è destinata al finanziamento dei progetti approvati.

Anche Dash ha conosciuto un ottimo rialzo verso la fine del 2017, tornando di grande interesse nella prima metà del 2021.

Proof of Work (POW): le domande frequenti

Cos’è la Proof of Work?

Si tratta del sistema alla base di molte principali criptovalute per validare i blocchi della blockchain e per evitare che una stessa criptovaluta sia utilizzata due o più volte. E’ anche molto sicura rispetto agli attacchi Hacker.

Qual è la differenza principale tra PoW e PoS?

Consta soprattutto nel risparmio energetico che la Proof of Stake vanta rispetto alla Proof of Work. Sebbene quest’ultima, essendo basata sul mining, consenta di gran lunga un maggiore produzione di criptovalute.

Quali sono le principali criptovalute che adoperano la PoW?

Abbiamo Bitcoin, Ethereum, Litecoin, Bitcoin Cash, Monero, Dogecoin, Dash.

Proof of Work

Conclusioni

La Proof of Work è stata lanciata insieme al Bitcoin nel 2009 al fine di evitare che una stessa criptovaluta sia usata più volte. Inoltre, consente al sistema di essere protetto il più possibile dagli attacchi Hacker.

Viene tutt’oggi adoperata da molte tra le principali criptovalute. Come Bitcoin, Ethereum, Litecoin, Bitcoin Cash, Monero, Dogecoin, Dash.

Sebbene sia emerso un successivo sistema chiamato Proof of Stake, che tenta di mitigare il problema dell’inquinamento. Tuttavia, offre minori garanzie in termini di sicurezza ed è meno produttivo del PoW.