Staking Ethereum: come fare stake di ETH 2.0

Ecco una guida completa dello Staking Ethereum. La criptovaluta di Vitalik Buterin è da anni al secondo posto per capitalizzazione di mercato, dietro solo al Bitcoin.

In questi ultimi tempi è diventata un punto di riferimento per la Finanza Decentralizzata, dato che la sua blockchain ha lanciato i rivoluzionari smart contract. Molto importanti per la sua diffusione.

In questo articolo vedremo meglio cos’è lo staking di Ethereum, se conviene farlo e come investire su Ethereum in modo alternativo.

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Staking Ethereum: che significa

Il termine staking deriva dalla Proof-of-Stake, il meccanismo col quale funzionano le blockchain che ha preso il posto del più lento ed inquinante Proof-of-Work (PoW). Infatti, la Proof-of-Stake (PoS) è stata adottata da molte criptovalute di seconda e terza generazione, sebbene, ad onor del vero, si presenti meno sicura di PoW.

In sintesi, la PoS prevede che a convalidare i nuovi blocchi da aggiungere alla blockchain non siano i miner con il loro lavoro, ma i possessori dei token.

Ciò significa che chi conserva i propri token, anziché utilizzarli in cambio di altre criptovalute o per usarle nell’economia reale, viene premiato partecipando al processo di convalida dei blocchi. Cosa che invece viene svolta nella Proof of work dai miners. Remunerati in base a quanti blocchi convalidano.

Alla fine, i detentori dei token che collaborano alla blockchain, sono remunerati in proporzione al numero di token immobilizzati.

Vediamo dunque a ciò che ci interessa in questa sede. Fare staking significa proprio immobilizzare i propri token in modo da farli partecipare al processo di convalida dei blocchi, in cambio di un premio.

La questione però non si esaurisce qui. Ci sono infatti 2 tipologie di Proof-of-Stake:

  1. PoS (Proof of stake): solo i nodi possono partecipare al processo, immobilizzando i propri token all’interno del proprio nodo
  2. DpoS: acronimo di Delegated Proof-of-Stake (DPoS), in questo caso chiunque può partecipare al processo delegando lo staking dei propri token ad un nodo

Nel primo caso occorre possedere un nodo, nel secondo invece non è necessario.

Specifichiamo comunque che pure nel primo caso esistono nodi che si fanno consegnare token dagli utenti, per una sorta di prestito al fine di metterli in staking per proprio conto. Elargendo poi una sorta di interesse agli utenti che li hanno prestati.

Quanto si guadagna con lo staking di criptovalute? Dipende ovviamente sia dalla quantità di token immobilizzati, sia da quanti token sono stati messi in totale in staking da tutti gli utenti. Ma c’è anche un altro fattore: la criptovaluta usata per farlo, dato che le percentuali cambiano, a volte in modo anche molto evidente.

Ormai il termine “staking” viene largamente usando nel mondo delle criptovalute, non solo per la sua connessione alla Proof-of-Stake. Dato che ormai viene utilizzata per indicare qualsiasi attività che preveda l’immobilizzazione dei token e la loro remunerazione.

Nel caso del Bitcoin, che non usa Proof-of-Stake per il funzionamento della sua blockchain, pure si parla di staking i BTC. Ma dato che esistono servizi che permettono di guadagnare interessi immobilizzando BTC su piattaforme che li danno in prestito, alla fine si parla lo stesso di staking.

Del resto, il termine deriva da “to stake” che significa “puntata”. Quindi, ogni volta che dei token vengono “puntati” per ottenerne in cambio un profitto, si può usare il termine staking.

👍 Cos’ è?Significa immobilizzare i propri token in modo da farli partecipare al processo di convalida dei blocchi, in cambio di un premio. Mettere a rendita le proprie criptovalute.
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Ethereum 2.0: cos’è

Detto cos’è lo staking, vediamo cos’è Ethereum 2.0. Noto anche come Eth2 o “Serenity”, è un aggiornamento della blockchain di Ethereum.

Il suo obiettivo è quello di migliorare la velocità, l’efficienza e la scalabilità della blockchain Ethereum al fine di elaborare più transazioni e alleviare il fenomeno definito dei “colli di bottiglia”.

Il lancio di Ethereum 2.0 è previsto in più fasi. Il primo aggiornamento, chiamato Beacon Chain è andato online il 1 ° dicembre 2020. Ha introdotto lo staking nativo nella blockchain di Ethereum, fondamentale per il passaggio della rete a un meccanismo di consenso PoS. E’ una blockchain separata dalla mainnet di Ethereum.

La seconda fase prende invece il nome di The Merge, prevista nel corso del 2022 e fonda la Beacon Chain con la mainnet di Ethereum.

L’ultima fase è chiamata Shard Chains e sarà molto importante per il ridimensionamento della rete Ethereum.

Cosa cambia? Anziché far svolgere tutte le operazioni su un unico blockchain, le catene di frammenti diffondono queste operazioni su 64 nuove catene. Dunque, diventa molto più facile dal punto di vista hardware eseguire un nodo Ethereum giacché esistono molti meno dati che devono essere memorizzati su una macchina.

Se Ethereum 1.0 prevede il proof-of-work (PoW), Ethereum 2.0 prevede il proof-of-stake (PoS). Abbiamo già parlato di entrambi in precedenza, e senza scendere troppo in dettagli tecnici, diciamo che la differenza fondamentale sta nel fatto che nella PoS gli utenti possono puntare la criptovaluta nativa di una rete e diventare validatori.

I validatori sono simili ai minatori in quanto verificano le transazioni e assicurano che la rete non stia elaborando transazioni fraudolente. Questi validatori vengono selezionati per proporre un blocco in base alla quantità di criptovaluta che hanno puntato e per quanto tempo lo hanno puntato. Altri validatori possono quindi attestare di aver visto un blocco.

Quando ci sono abbastanza attestazioni, un blocco può essere aggiunto alla blockchain. I validatori vengono quindi premiati per la proposta di blocco di successo. Tale procedimento viene definito “conio”, proprio come quando si generano nuove valute.

Abbiamo anche detto dei vantaggi del PoS rispetto al PoW, più veloce e meno inquinante. Ethereum 2.0 potrà quindi ottenere fino a 100.000 transazioni al secondo. L’aumento sarà ottenuto mediante l’implementazione di catene di frammenti.

La maggior parte delle reti PoS ha un piccolo set di validatori e il sistema risulta essere più centralizzato e con una minore sicurezza della rete.

Ethereum 2.0 richiederà 16.384 validatori e al completamento del procedimento, la blockchain risulterà molto più decentralizzata e sicura.

Ethereum Foundation sta anche istituendo un team di sicurezza dedicato.

Come funziona lo Staking Ethereum

Lo staking su Ethereum 2.0 sarà piuttosto semplice. Ci sarà un limite minimo di 32 ETH obbligatori per partecipare allo staking, e i validatori dovranno operare un nodo validatore.

Il nodo non avrà bisogno di macchinari specifici e potrà essere configurato su un computer o un laptop comune. Ma i validatori dovranno restare sempre collegati online per non subire lievi penalità.

Il tasso di rendimento per lo staking di ETH si aggira in un range compreso tra il 4% e il 10%. Mentre un programma chiamato “slashing” sarà applicato contro i validatori che agiranno in modo ostile nei confronti del network, fino a rimuovere una porzione della sua stake.

Staking pool di Ethereum

Al fine di abbattere i costi, sono emerse diverse opzioni con lo scopo di offrire a tutti i possessori di token Ether una occasione di guadagnare un rendimento sui propri token. I cosiddetti staking pool di Ethereum

Lido

La piattaforma Lido fa in modo che gli utenti possano mettere in staking i propri Ether senza deposito minimo richiesto, con un TAEG attuale del 5,4% dopo la detrazione della fee di staking.

In cambio dell’Ether in stake, gli utenti ricevono stETH, che può essere spostato e scambiato liberamente.

Le capacità di staking liquide di Lido sono attualmente in fase di espansione, come una forma di collaterale sulla piattaforma Anchor. Che consentirà agli utenti di Anchor di prendere in prestito TerraUSD (UST) a fronte di Ether in staking per guadagnare reward dal liquidity mining.

StakeWise

StakeWise aiuta gli utenti a ottenere il massimo rendimento possibile attraverso la combinazione di staking, yield farming, basse commissioni e una struttura di tokenomics unica che consente lo staking composto:

Chi è interessato può depositare Ether nello smart contract di StakeWise e, in cambio ricevere sETH2, sigla per “staking di ETH”.

I ritorni per gli asset in stake vengono pagati in rETH2, che sta per “ricompensa ETH”, e sia sETH2 che rETH2 possono essere scambiati con un rapporto uno a uno in Ether.

Questi asset possono anche essere trasferiti su qualsiasi wallet Ethereum o scambiati con altri token, consentendo ai possessori di token di accedere al capitale detenuto nel loro Ether in stake e allo stesso tempo di guadagnare ricompense.

L’attuale TAEG offerto per lo staking sul protocollo StakeWise è del 5,64%. È prevista una commissione del 10% per i reward generati tramite StakeWise Pool, mentre agli utenti di StakeWise Solo viene addebitata una commissione di 10 Dai per validatore al mese.

Exchange per fare staking

Una terza opzione di staking pool di Ethereum sono gli Exchange centralizzati.

L’Exchange Kraken offre un reward annuale per lo staking compreso fra il 5 e il 7 percento, a seconda delle regole del protocollo Ethereum, e addebita una commissione amministrativa del 15% su tutti i reward ricevuti.

L’Exchange Coinbase offre invece un TAEG del 5%, dopo aver detratto una commissione del 25%. rispetto a Kraken, Coinbase prevede anche di coprire eventuali perdite che si verificano nel caso in cui le sue responsabilità di convalida non vengano soddisfatte.

Piattaforme CFD per investire in Ethereum

Se lo staking di criptovalute non ti convince, una alternativa è il trading Ethereum tramite derivati. Che ti consente di approfittare della volatilità di questo asset appieno, puntando sia al rialzo che al ribasso dei prezzi.

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Quanto si guadagna con lo Staking Ethereum

Se per esempio blocchiamo 32 ETH, otteniamo circa un 5% di ricompensa.

Non male, sebbene l’investimento necessario iniziale è di parecchie migliaia di euro.

Potresti poi anche ricevere una proposta per passare da Ethereum ad un altro progetto meno noto ma che vuole emergere. In tal caso, dato che Ethereum è più sicuro, l’altro progetto se vuole convincermi deve offrirmi un ritorno più elevato visto il rischio maggiore.

Ci si aspetta comunque che i token più solidi, come appunto ETH 2.0, si stabilizzino su un rendimento attorno al 5%. La stessa percentuale di rendimento di molte obbligazioni in America ed Europa.

E’ un magic number pure per il fatto che rappresenta un’indicazione discreta della media dei dividendi delle azioni.

Tuttavia, si tratta anche di rendimenti variabili, che possono calare nel caso in cui siano sempre più gli investitori che puntano sullo staking di criptovalute. Del resto, come detto, lo staking ha lo scopo di far crescere il valore di una criptovaluta facendola conservare.

Staking Ethereum: vantaggi e svantaggi

Vediamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi dello staking Ethereum.

Vantaggi

Il vantaggio più importante sono le commissioni di interesse molto elevate, che per criptovalute meno note può superare anche il 30%.

Svantaggi

Lo svantaggio principale è che si hanno strumenti limitati per operare rispetto al landing di criptovalute o al trading CFD.

Un secondo grande svantaggio è l’alto rischio di investimento, che viene di fatto ricompensato dai tassi elevati.

Staking Ethereum: le domande frequenti

Cos’è lo staking Ethereum?

Si tratta di un meccanismo che ricompensa chi conserva i propri token, anziché utilizzarli in cambio di altre criptovalute o per usarle nell’economia reale. L’utente viene premiato partecipando al processo di convalida dei blocchi. E’ interno alla blockchain basata sulla Proof of stake, abbracciata da Ethereum 2.0.

Conviene lo staking di Ethereum?

Lo staking di Ethereum 2.0 prevede una ricompensa media del 5%. Il che si allinea con altre forme di investimento, come le azioni o le obbligazioni.
Esistono progetti che ricompensano con un TAEG anche oltre il 30 percento, ma si tratta anche di progetti più rischiosi.

Quali sono le migliori alternative allo staking Ethereum?

Puoi provare il trading CFD con broker come eToro e Capital.com.

Staking Ethereum Infografica

Conclusioni

Essere pagati per conservare criptovalute. E’ questo, in estrema sintesi, il concetto dietro lo staking di criptovalute. Oltre a partecipare alla convalida dei blocchi all’interno della Proof of stake.

Nel caso di Ethereum 2.0 lo staking frutta al momento della scrittura un TAEG del 5%. sebbene in circolazione ci siano progetti che ricompensano con un TAEG anche oltre il 30 percento, ma si tratta anche di progetti più rischiosi.

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