Oro e dollaro: esiste una correlazione?

Esiste una correlazione tra Oro e Dollaro? Che tipo di correlazione esiste tra Oro e Dollaro? Come funziona la correlazione tra Oro e Dollaro? Cos’è una correlazione? Se lo chiedono in tanti trader e qui cercheremo di fornire una risposta chiara e coincisa su questo tema. Tra gli asset, infatti, possono esistere delle correlazioni molto evidenti, per cui all’aumentare del valore di uno, cala il valore dell’altro. O viceversa, se scende uno sale l’alto, e ancora, se aumenta uno, aumenta l’altro; e infine, allo scendere del valore di un asset cala anche il valore di un altro asset.

Vediamo di seguito dunque se esiste una correlazione tra Oro e Dollaro, che tipo di correlazione è. Ma prima ancora, cos’è una correlazione e quante altre ne esistono sui mercati finanziari.

Correlazione cos’è

Cos’è una correlazione? Per correlazione tra attività finanziarie si intende il rapporto che intercorre tra il prezzo o il valore di due diversi strumenti finanziari, calcolato su un dato periodo di tempo. La correlazione può verificarsi tra valute, azioni, obbligazioni, materie prime o qualsiasi altra attività finanziaria.

La correlazione può essere di tipo positivo o negativo. Ma anche diretta o inversa. Il primo caso si verifica allorquando 2 attività finanziarie si muovono nella stessa direzione, per cui se una delle attività aumenta di valore, lo fa pure l’altro asset. Viceversa, se un asset cala di valore, lo farà anche quello correlato.

La correlazione è invece negativa o inversa quando si verifica il fatto che, mentre un asset aumenta di valore, l’altro attivo correlato si svaluta sul mercato. Di contro, quando un bene perde valore sul mercato l’altro attivo si rivaluta.

Le correlazioni solitamente restano costanti nel tempo. Sebbene occorra dire che ciò non sia un principio immutabile: infatti può succedere che una correlazione positiva possa poi diventare negativa.

Una correlazione si dice significativa quando è pari o superiore ad un punteggio del 70% negli anni successivi. Una correlazione tra due asset viene ritenuta importante poiché consente di guadagnare su fronti diversi, di raccogliere conferme circa le dinamiche dei prezzi, di elaborare strategie conservative del proprio capitale. Carpire dove ci sono delle correlazioni, può aiutare ad agire preventivamente per prendere posizione o chiuderla. Andare ad investire laddove notiamo che l’asset correlato stia aumentando, o, di contro, chiudere una posizione quando ci accorgiamo che l’asset correlato pure sta calando. Almeno laddove la correlazione è positiva. Se invece è positiva o inversa, allora agiremo all’opposto del movimento dell’asset correlato.

Esiste correlazione tra Oro e Dollaro?

Fatta una premessa su cosa sia una correlazione e perché per un trader può essere importante, vediamo se esiste una correlazione tra Oro e Dollaro. Ebbene sì, tale correlazione esiste. Che tipo di correlazione esiste tra Oro e Dollaro? E’ di tipo inversa. Ciò significa, come già spiegato prima, che se aumenta il valore dell’Oro, diminuisce quello del Dollaro. E viceversa.

Oro e Dollaro sono due tra gli attori principali del mercato finanziario:

  1. L’oro è il più celebre dei beni rifugio e negli anni sta aumentando di valore in quanto sta diminuendo sempre più la sua disponibilità. Del resto, l’Oro viene estratto da 3mila anni ed utilizzato non solo per creare accessori e oggetti preziosi, ma anche come bene rifugio da conservare per il risparmio (lingotti, monete d’oro moderne, monete di lumismatica) e per produrre altri beni. Infatti, la sua indistruttibilità, lo rende molto usato in ambito industriale.
  2. Il Dollaro americano è senza troppi giri di parole, la valuta che determina le sorti dell’economia mondiale, rappresentando da sola quasi la metà degli scambi che avvengono quotidianamente sul Forex. Infatti, il Dollaro è protagonista dei principali cambi valutari sul Forex, soprattutto il cambio col Dollaro risulta essere il più tradato. In fondo, stiamo pur sempre parlando della valuta della principale potenza mondiale, almeno fino a quando Cina permetterà e la sua importanza la si vede pure dal fatto che alcuni Paesi l’abbiano utilizzata come propria valuta (come Panama). Addirittura anche una criptovaluta è ancorata al biglietto verde: la moneta digitale Tether.

Oro e Dollaro sono considerati beni rifugio, vale a dire soluzioni di investimento ideali quando il mercato finanziario è in subbuglio. L’oro diventa la prima soluzione contro l’inflazione e la perdita di valore del denaro nel tempo. Non a caso, quando il mercato finanziario vola ed è in salute, la quotazione dell’Oro è la prima a farne le spese.

Tuttavia, il loro andamento segue molto spesso direzioni opposte, di qui il fatto che abbiano una correlazione inversa. Ora resta da capire il perché. E lo faremo nei prossimi paragrafi.

Correlazione Oro e Dollaro quando ebbe inizio

Quando iniziò la correlazione Oro e Dollaro? Tutto ebbe iniziò con la fine degli accordi di Bretton Woods nel 1971, quando il presidente americano Nixon slegò le sorti di dollaro e oro, resi quindi indipendenti l’uno dall’altro.

Infatti, fino a quel momento c’era uno stretto legame tra i due che sanciva il valore del dollaro sulla base di una data quantità stabilita di oro. Un calo nelle riserve auree causava quindi un aumento del valore del dollaro. Dopo la decisione di Nixon, questi due asset hanno seguito strade divise, e indipendenti l’una dall’altra.

Ma nonostante ciò, nei decenni a seguire è rimasta immutata una correlazione inversa tra i due beni, non più perfetta come prima ma comunque evidente. Hanno finito per toccarsi alla fine degli anni ‘80 e nel 2004. Ma a parte queste parentesi, oro e dollaro hanno seguito andamenti di lungo periodo opposti, contrapponendosi come due beni rifugio tra loro alternativi.

Accordi di Bretton Woods storia

Cosa sono gli accordi di Bretton Woods? Dalla fine dei quali ebbe inizio più marcatamente la correlazione inversa tra Oro e Dollaro? Nel 1944, nella cittadina di Bretton Woods, New Hampshire, si incontrarono i delegati di 44 nazioni alleate al fine di gettare le basi per la creazione di un nuovo sistema finanziario mondiale. In grado di permettere a tutti i paesi di rialzarsi dopo la disastrosa e drammatica Seconda guerra mondiale. Gli accordi presero il nome della cittadina che ospitò l’incontro in un Hotel.

Gli accordi di Bretton Woods stabilirono:

  • nascita del Fondo Monetario Internazionale (FMI)
  • valore del dollaro americano ancorato all’oro
  • valore di tutte le valute fissate a quelle del dollaro
  • dollaro americano e sterlina inglese vennero identificate come valute di riserva mondiale
  • valute divennero convertibili, ma solo entro determinati range di prezzo minimi e massimi
  • paesi che aderivano al FMI, pagando un certo importo in oro o in denaro locale, potevano ricevere dei prestiti in denaro per accelerare la ricostruzione del dopo-guerra
  • possibilità di cambiare il tasso di cambio della propria valuta solo dietro approvazione del FMI
  • i paesi aderenti dovevano avere delle riserve in valuta

Gli anni successivi, però, alcuni Paesi si comportarono diversamente rispetto a quanto previsto dagli accordi. Nel 1964, il Giappone re la sua valuta, lo yen, convertibile. Fu il primo passo che dimostrò come gli USA non potevano più pretendere che tutte le valute rimanessero ancorate al dollaro.

Nel 1967, la sterlina venne fortemente svalutata dal governo britannico per cercare di migliorare la situazione della bilancia dei pagamenti interna. Tre anni dopo, in seguito ad un debito americano che continuava a crescere, i tassi di interesse a “stelle e strisce” diminuirono in maniera forte. Gli investitori spostarono i loro soldi oltreoceano, in Europa, dove invece i tassi erano più alti.

Nel 1971, anche Germania e Olanda chiesero di poter scambiare liberamente le rispettive valute. Inoltre, la bilancia dei pagamenti statunitense era arrivata ad un punto di “non ritorno” e quindi l’allora discusso Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, decise di bloccare la conversione del dollaro in oro.

Nel dicembre 1971 si presero le seguenti decisioni:

  • autorizzazione delle fluttuazioni nei cambi fino al 4,5%
  • chiusura temporaneamente gli scambi commerciali con il Giappone e con l’Europa
  • Usa svalutarono dollaro del 10%
  • valute dei paesi sviluppati iniziarono a fluttuare più liberamente

Tra il 1973 e il 1974, le banche centrali non intervenirono più sul mercato delle valute e ci furono le prime, forti, speculazioni sulle stesse. Ciò fece sì che certe persone guadagnarono delle incredibili somme di denaro, tanto da danneggiare alcune banche (tanto che due banche, la Franklin National Bank e la Bankhaus Herstatt, finirono per fallire). E proprio in quegli anni, nacquero importanti investitori attivi ancora oggi.

Nel 1976, infine, i rappresentanti delle principali nazioni mondiali si ritrovarono in Giamaica, a Kingston, e decisero che l’oro non doveva più essere usato come base per le valute, che le banche commerciali erano le principali “istituzioni” che potessero permettere la conversione delle valute e che tutti i tassi di cambio vennero resi liberi di fluttuare, quindi divennero variabili.

Tutti questi eventi determinarono la nascita del mercato Forex com’è oggi e rese appunto più marcata la correlazione inversa tra Dollaro ed Oro.

Correlazione Dollaro Oro perché inversa

Perchè la correlazione tra Dollaro e Oro è inversa? Il dollaro è ampiamente dipendente dalle politiche monetarie attuate dal governo degli Stati Uniti, nonché agli eventi che li riguardano. Invece l’oro conserva la sua proprietà di bene rifugio contro la svalutazione monetaria. L’oro è un bene molto poco volatile, quindi è sinonimo di stabilità. Tuttavia, quando capita che si svaluta, sono dolori, in quanto, proprio per la sua immobilità, ci mette molto tempo per riprendersi.

Si può dire che quando l’economia va bene, il Dollaro diventa un ottimo bene rifugio, dato che, come detto, la valuta statunitense è una delle principali protagoniste dell’economia mondiale. Viceversa, quando il barometro minaccia tempesta, in tanti si tuffano nell’oro. Come faceva Paperon de’ Paperoni nelle sue innumerevoli monetine.

Ecco dunque spiegata la correlazione inversa tra Dollaro e Oro. Dipende dalla salute del mercato finanziario. Se va bene, aumenta Dollaro e diminuisce Oro. Se va male, diminuisce Dollaro e aumenta Oro. Ovviamente, la perfezione non esiste e possono esserci valori meno evidenti o periodi di eccezioni.

Correlazione Oro e Dollaro oggi

Com’è la situazione della correlazione Oro Dollaro oggi? Ancora oggi i due asset mantengono una correlazione inversa. Anche in questi ultimi anni, fatti di incertezza e indebolimento delle economie nazionali, la correlazione inversa tra oro e dollaro esiste ed è pure evidente.

Tuttavia, c’è anche da dire che negli ultimi tempi pure l’Oro sta avendo dei cedimenti.

Dal picco verificatosi nel 2011 ad oggi, l’oro ha perso quasi il 40% del suo prezzo, passando da quasi 2.000 dollari ad oncia ai 1.200 circa di oggi.

Ma cominciamo a vedere perché il valore dell’Oro è salito in maniera pronunciata fino al 2011. Il picco è stato raggiunto dopo la crisi del 2008, quando fallì la Banca Lehman Brothers. La FED, all’epoca guidata da Ben Bernanke, ha messo in piedi un QE di tutto rispetto che ha fatto correre tutti ai ripari, portando il prezzo del dollaro ai minimi e quello dell’Oro ai massimi. Con la fine del QE, la situazione si è via via andata normalizzandosi.

Più di recente si è verificata una bolla speculativa sulle materie prime a fine 2014 e l’aumento dei tassi di interesse negli USA. Il 2017 dell’oro è stato invece piuttosto altalenante, con momenti di piena euforia che si sono alternati a momenti di disperazione e cali di prezzo. Nel 2017, l’economia e i mercati finanziari hanno subito le incertezze derivanti dalla politica monetaria e dalla difficile e preoccupante situazione politica internazionale. La stessa elezione di Trump, passando per i tragici attentati di Parigi, Londra, Manchester e Barcellona, i vari e alquanto buffi lanci missilistici dalla Corea del Nord di Kim Jong-Un, le continue prove di resistenza dell’Ue a colpi di elezioni degli Stati membri (in Francia la vittoria della Le Pen è stata scongiurata soltanto dalla creazione in laboratorio di un personaggio filo-europeista come Macron, in Spagna ci si è preoccupati per il referendum di Barcellona, mentre in Germania la Merkel non ha vinto), e ancora il Russia Gate, pure l’oro ne ha risentito.

E’ bene sempre tener presente che l’investimento in oro non ha un’identità speculativa, ma si configura come una sorta di protezione: i metalli e le pietre preziose hanno un valore intrinseco, dunque rispetto ad altri beni (come ad esempio le valute) tendono a preservarlo. Sebbene con ciò non sia d’accordo il Guru del trading, Warren Buffet, che considera l’Oro un bene privo di valore intrinseco, dato che ciò deriva dalla speculazione dei trader. Praticamente, la stessa cosa che lo tiene lontano dal Bitcoin. Che egli ritiene una bolla.

E cosa si prevede per il 2018? Lo vediamo nel prossimo paragrafo.

Correlazione Oro Dollaro previsioni 2018

Quali sono le previsioni Oro Dollaro per il 2018? A dir poco contrastanti. Riportiamo le più interessanti:

Capital Economics

Secondo Simona Gambarini della Capital Economics, la forte crescita di Non-Farm Payrolls nel mese di luglio e la discesa del tasso di disoccupazione al 4,3% hanno indotto la Federal Reserve ad alzare i tassi di interesse. Quindi l’oro, secondo questa ipotesi, e senza considerare particolari variazioni geopolitiche, chiuderebbe l’anno a 1.150 dollari l’oncia. Tuttavia, i dati NFP dell’ultimo trimestre 2017 sono stati disastrosi: la disoccupazione è attorno al 4%, e ancora una volta registriamo come in un mondo così fluttuante sia complicato fare previsioni sul prezzo dell’oro senza incorrere in repentine smentite.

Société Générale

Pure Société Générale mantiene una visione ribassista. I suoi analisti si tengono su un rating overweight (che tradotto vuol dire letteralmente sovrappesare) sui metalli preziosi in generale, proprio per la caratteristica di bene-rifugio dell’Oro. Stando alle previsioni della società finanziaria francese, il 2018 potrebbe replicare quanto visto nel 2017. Il 2018 potrebbe cominciare caratterizzandosi con quotazioni in ribasso, per poi registrare picchi e cadute determinati dalla politica monetaria della FED. E ovviamente dal sempre influente scenario internazionale.

James Rickards

James Rickards, chief di West Shore Found, sostiene chele banche centrali dovranno ricorrere a nuove strategie per salvare il barcollante sistema finanziario: ciò condurrà ad un’iperinflazione dell’oro, il cui prezzo salirà a 10.000$ l’oncia. Secondo l’ex numero uno della FED, le previsioni e le analisi delle banche sono state, e continuano ad essere, sempre sbagliate. A riprova di ciò il fatto che si sia verificato lo scoppio della bolla immobiliare, tra le quali sarebbe responsabile pure la Federal Reserve. Dato che ha abbassato i tassi d’interesse dell’1%. Le sbagliate previsioni, secondo Rickards, causeranno un’altra crisi finanziaria internazionale.

Per Rickard, quindi, è consigliabile tenere l’oro, dato che potrebbe verificarsi un balzo in avanti di prezzo nel prossimo triennio.

Matt Maley

Matt Maley, equity strategist della Miller Tabak, rileva come ad oggi il prezzo dell’oro sia alquanto ambiguo ed insidioso. Nell’ultimo triennio del 2017, l’oro ha superato i 1.300$, ma ad ogni rialzo è seguita sempre una flessione. Maley sconsiglia pertanto di seguire il trend rialzista e appare scettico, almeno al momento, sul boom di cui abbiamo visto parlare Rickards. Egli prevede per il 2018 ulteriori ribassi, anche inferiori ai 1.200$, alla luce delle attuali quotazioni e congiunture geopolitiche.

Credit Suisse

Credit Suisse si schiera tra le tesi che vedono l’oro stare sotto pressione, confermando le previsioni già espresse in passato. Cosa potrebbe causare un ribarro dell’Oro? Almeno ad inizio 2018? Le brusche frenate delle vendite di ETF (Exchange Traded Fund) in oro, che dal terribile crollo del 7% di novembre 2017 non hanno più dato segni di ripresa. Il prezzo dell’oro quel mese è sceso di oltre l’8%.

Secondo Credit Suiss, il prezzo dell’oro sarà influenzato negativamente pure dai bassi rendimenti obbligazionari e i già citati tassi d’interesse della FED. Malgrado il fatto che l’oro sia tradizionalmente il bene-rifugio per eccellenza, questi eventi potrebbero comunque comportare per l’istituto di credito elvetico, un rallentamento alla corsa degli investitori.

Ma a parte la FED, responsabili sono tutte le banche centrali mondiali, poiché adottando il Quantitative Easing, rendono sempre meno vantaggiosi gli investimenti nei beni rifugio. Perfino l’oro.

Jim Iuorio

Voce fuori dal coro rispetto a quelle riportate fino ad ora, è quella di Jim Iuorio, managing director di TJM Institutional Services, il quale invece esprime la previsione di un trend rialzista sul lungo periodo. La situazione economica non delle migliori, causerebbe la debolezza dell’oro e consentirebbe quindi di stabilizzare il suo prezzo ad una media di 1.250$.

Pertanto, seguendo questa teoria, le flessioni di prezzo dell’oro fino a 1.212$ l’oncia di fine 2017, sarebbero solo dati di breve termine. Ciò va ricercato nel fatto che, quando l’economia è in ripresa, i beni-rifugio perdono la loro capacità attrattiva, o comunque la diluiscono, e gli investitori prediligono asset più rischiosi.

Nel giugno 2017, l’aumento dei tassi di interesse voluti dalla FED hnnoa fatto scivolare il prezzo dell’oro. Lo stesso accadrà per i successivi rialzi d’interesse, ma si tratta secondo Iuorio, di fasi isolate e non collegate al trend generale che sarebbe invece rialzista. Insomma, si tratterebbe non di un volo in libera ascesa ma di una salita irta di ostacoli, rallentamenti e passi indietro.

Correlazione Dollaro Oro: fattori

Quali sono i fattori che determinano la correlazione tra Oro e Dollaro? Il Fondo Monetario Internazionale, nel 2008, ha stimato che il 40-50% dei movimenti del prezzo dell’oro nei precedenti 6 anni era guidato dall’andamento del dollaro. Il ruolo di protagonista tra i due asset è detenuto dal Dollaro.

Ciò significa che è l’andamento dell’economia americana e la forza del Dollaro a determinare l’andamento del prezzo dell’oro. Ecco perché quest’ultimo veste i panni di principale alternativa al biglietto verde.

Se il dollaro decresce, si verifica una crescita nel valore delle altre valute, il che porta ad un aumento della domanda (e dei prezzi) delle materie prime. Quindi anche dell’oro, richiesto come bene rifugio. Se invece il dollaro aumenta, abbiamo una situazione opposta.

Effetto Trump su Dollaro e Oro

L’elezione di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America nel novembre 2016, ha avuto un imponente effetto sia su Dollaro che su Oro. Il Dollaro infatti ha continuato ad indebolirsi, proprio come lui si è sempre auspicato. Tanto che il cambio Eur/Usd si sta mantenendo da tempo stabile oltre i 1200 e secondo alcune previsioni dovrebbe salire lungo il corso del 2018 fino a toccare quota 1300 o addirittura quota 1400. Tanto che il Presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, nel suo primo discorso del 2018, ha fatto capire tra le righe che questo cambio è fortemente voluto proprio dalla Casa bianca.

Ma la sua elezione ha avuto pesanti effetti pure sull’Oro. Facendone crollare il prezzo di circa il 13%. Successivamente, dichiarazioni, proposte di legge, politiche interne ed estere, si sono riflesse in maniera negativa sul costo ad oncia. Ancora peggio si sono messe le cose quando l’attrito con il paffutto dittatore nordcoreano si è acuito, specie a settembre. Quando 4 jet americani e due bombardieri strategici hanno simulato un bombardamento nella Corea del Sud. Tuttavia, Kim Jong-Un sembra aver finalmente intrapreso la via della diplomazia da inizio 2018, soprattutto con l’inizio dei giochi invernali, quando le due coree hanno partecipato insieme. Quindi, più che i giochi del gelo, sono state quelle del disgelo.

Trump ha pure dichiarato di voler implementare gli investimenti sulle infrastrutture, tramite una spesa di circa 500 miliardi di dollari, più 137 miliardi in crediti d’imposta per le società private che vorranno impegnarsi in tal senso.

Un programma del genere potrebbe avere un doppio effetto: da un lato una crescita del PIL e dell’occupazione, dato che dovrebbero essere creati almeno 200mila nuovi posti di lavoro. Dall’altro però, una spesa del genere creerebbe un aumento del deficit, pertanto più necessità di moneta. Si avrebbe una consistente inflazione, e l’aumento del prezzo dell’oro.

Insomma, secondo gli economisti, se da un lato il progetto del Tycoon di origini scozzesi avrebbe effetti positivi immediati sull’economia, potrebbe poi avere pericolosi risvolti finanziari sul lungo periodo.

Correlazione Oro Dollaro quando diventa positiva

Ma la correlazione tra Oro e Dollaro può diventare anche positiva. Mettiamo il caso che si verifichi una crisi profonda in un’area del Mondo esterna agli Stati Uniti. Il che comporterebbe la ricerca sia di dollaro che di oro come beni rifugio, portando quindi all’aumento di entrambi i prezzi.

Insomma, se è vero che storicamente la correlazione tra Oro e Dollaro sia inversa, è anche vero che non bisogna darla sempre per scontato.

Correlazione Oro Dollaro: come investire

Come investire grazie alla correlazione tra oro e dollaro? Da quanto detto fino ad ora, è facile intuire come il modo migliore per trarre beneficio da questa correlazione, sia quello di buttarsi sull’oro quando il dollaro sta crollando e viceversa. Ma, come detto, non diamo mai nulla per scontato. Ogni tanto c’è qualche eccezione.

Un trucchetto è anche quello di guardare al movimento dei prezzi del petrolio: guardando i grafici storici, infatti, si osserva come quando il prezzo del greggio sale, il valore del dollaro scende (più avanti ci occuperemo di altre correlazioni sul mercato finanziario). Quindi, per effetto della correlazione tra quest’ultimo e l’oro, il prezzo di quest’ultimo sale. Quindi, anche seguendo il prezzo del greggio, si può capire in che modo si muoverà quello dell’oro.

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Non solo correlazione Oro e Dollaro, altri tipi

Nel mercato finanziario, però, non esiste solo una correlazione tra Oro e Dollaro. Ecco le altre correlazioni significative:

Correlazione Dollaro Petrolio

Prima abbiamo solo accennato alla correlazione tra Dollaro e Petrolio. Essa trova la sua origine dato che l’oro nero viene quotato esclusivamente in dollari e ciò appare in maniera chiarissima se confrontiamo i grafici delle quotazioni dei due. Soprattutto il grafico del cambio valuta più tradato sul Forex: EUR/USD, con il petrolio WTI.

La correlazione tra Dollaro e Petrolio è di tipo inversa. Proprio come quella vista tra Oro e Dollaro. Quindi, quando sale il valore del dollaro, automaticamente scende il prezzo del petrolio. Viceversa, se il dollaro si svaluta, il petrolio si apprezza. Proprio per il fatto che il petrolio è quotato in dollari USA e ciò ha forte influenza pure sul commercio internazionale. Non a caso si verificano queste due situazioni:

  • se il valore del dollaro aumenta, con la stessa somma di denaro è possibile acquistare una maggiore quantità di petrolio e il suo prezzo scende
  • se il valore del dollaro diminuisce, occorre pagare una somma maggiore di dollari per acquistare la stessa quantità di petrolio, e ciò comporta un aumento del dollaro

Per fare un esempio, quando il prezzo del petrolio è crollato tra il 2014 e il 2016, arrivando al di sotto dei 30$ al barile partendo dai 107$, il Dollaro Usa nel forex si è apprezzato molto, mentre altre valute, come il dollaro canadese, il rublo, ecc. si sono deprezzate.

Come per tutte le correlazioni, anche per quanto riguarda quella tra il verdone americano e l’oro nero incidono altri fattori. Nel crollo del petrolio appena descritto, infatti, aveva avuto un ruolo di primo piano l’aumento dell’offerta (peraltro esacerbata dalla rimozione delle sanzioni all’Iran) e i disordini geopolitici in Medioriente.

Correlazione Petrolio e Dollaro canadese

Una nota correlazione è anche quella che intercorre tra Petrolio e Dollaro. canadese (CAD). Facciamo anche qui un esempio: nel secondo quadrimestre 2015, si è assistiti al crollo del prezzo del petrolio da quota 61,70 $ al barile fino al minimo di 37,50 $. Contestualmente, il cambio USD/CAD si è apprezzato di oltre il 10%, raggiungendo il massimo di 1,3351.

La correlazione tra petrolio e dollaro canadese è di tipo diretta. Quando aumenta il prezzo del petrolio, in genere aumenta il valore del dollaro canadese. Nel cambio valutario USD/CAD occorre considerare che il “loonie” (come viene denominato il dollaro canadese) è collocato al denominatore, pertanto, la quotazione ci dice quanto vale un dollaro statunitense rispetto a quello canadese. Pertanto, nel mercato Forex la correlazione diventa di tipo inversa: quando aumenta il prezzo del petrolio, scende il valore di USD/CAD. E viceversa.

Perché esiste questa correlazione. Poiché il Canada risulta essere il sesto produttore mondiale di petrolio ed è uno dei principali fornitori di greggio americani. Anzi, in passato è pure successo che gli Usa importassero più petrolio canadese rispetto a quello dell’Arabia saudita. Per il Canada, il petrolio vale il 10% delle sue entrate. Inoltre, è un fattore fondamentale nell’export canadese.

Tuttavia, anche quella tra Petrolio e dollaro canadese, è una correlazione imperfetta. Non sempre infatti essa si si verifica. Poiché il petrolio non è l’unico elemento caratterizzante dell’economia canadese. Oltretutto, il cambio USD/CAD riflette anche le decisioni di politica monetaria, come le scelte sui tassi d’interesse da parte delle banche centrali, che hanno impatti a sé sulla quotazione della coppia di valute, indipendente dalle oscillazioni di prezzo del petrolio. Nel lasso di tempo prima detto, la correlazione inversa che intercorre tra il petrolio e USD/CAD è stata evidente.

Correlazione tra AUD e oro

L’Aud è l’acronimo con cui si identifica la valuta australiana. Orbene, anche tra essa e Oro esiste una correlazione. Pur essendo l’economia australiana altamente sviluppata ed essendo il settore dei servizi in crescita esponenziale, l’export di prodotti agricoli e materie prime pesano per circa il 60%. L’Australia esporta soprattutto grano, lana e metalli preziosi come appunto l’oro. Quindi, non è difficile capire quali siano le ragioni per cui il dollaro australiano (AUD) sia altamente correlato all’oro.

Ecco perché molti trader, proprio per l’evoluzione dell’oro nel mercato del forex, preferiscono operare tramite la coppia AUD/USD. Pertanto, se l’oro risulta essere in rialzo, molti trader preferiscono aprire una posizione long sulla coppia AUD/USD. Qualora invece l’oro sia in calo sul mercato, allora aprono una posizione short sulla medesima coppia valutaria nel Forex.

Correlazione tra USD, JPY, CHF e il mercato azionario

Il mercato azionario ha una grande influenza sui mercati finanziari mondiali. Quando il mercato è poco disposto a rischiare, allora gli investitori si rifugiano in valute sicure e stabili. Oltre al dollaro, come visto, anche yen giapponese e franco svizzero. Infatti, tutte e 3 finiscono per apprezzarsi quando il mercato è altamente incerto. Viceversa, se il mercato vola ed è in fermento, si catapultano su valute ben più esposte a volatilità, come AUD, NZD o CAD. E così, valute come USD, JPY e CHF finiscono per ridursi di valore.

Ecco spiegato perché si viene a creare una correlazione tra determinate valute e il mercato azionario. Ecco quindi che sorgono altre tre correlazioni:

  • USD e mercato azionario
  • JPY e mercato azionario
  • CHF e mercato azionario

Correlazione Obbligazioni e mercato azionario

I rendimenti obbligazionari possono essere un eccellente indicatore della forza del mercato azionario. Soprattutto i rendimenti delle obbligazioni statunitensi misurano la performance del mercato azionario statunitense, riflettendo così la domanda di dollaro USA.

Solitamente, la domanda per le obbligazioni aumenta quando gli investitori sono preoccupati per la sicurezza dei loro investimenti azionari. Quindi, le obbligazioni si apprezzano, e, di conseguenza, calano i rendimenti obbligazionari. Dato che in situazioni di incertezza, i trader si allontanano sempre più da azioni e altri investimenti ad alto rischio, aumenta la domanda di strumenti “meno rischiosi”. Proprio come le obbligazioni americane. Con conseguente rialzo del Dollaro.

Correlazione Euro e Oro

La moneta unica europea è invece in correlazione positiva con l’Oro. Motivo? Perché l’Euro è in competizione con il Dollaro. Quindi, se l’Oro sale, il Dollaro scende e di conseguenza sale l’Euro.

Viceversa, se l’Oro si apprezza, si deprezza il Dollaro e si apprezza quindi l’Euro. Come si può notare, la correlazione tra alcuni asset è collegata proprio alla correlazione di altri.

Correlazione Sterlina inglese e Petrolio

Tra Sterlina Inglese e petrolio vige una correlazione positiva. La produzione di energia ha un forte peso nel PIL inglese e circa il 25% del FTSE 100 è composto da compagnie petrolifere e energetiche.

Quindi, se il prezzo del Petrolio sale, dovrebbe anche farlo la Sterlina. Quanto abbiamo visto in pratica tra Dollaro canadese e Petrolio.

Correlazione Yen giapponese e petrolio

Lo Yen ha una correlazione negativa con il Petrolio. Dato che il Giappone è un Paese esportatore, se il petrolio sale, salgono anche i costi per le spese di trasposto. E ciò danneggia l’economia giapponese pesantemente.

Franco Svizzero e guerre

Esiste una strana correlazione anche tra il Franco svizzero e le guerre. Il fatto che il paese elvetico si sia sempre mostrato neutro ed estraneo ai conflitti, quando ne scoppia qualcuno e si genera instabilità geopolitica, allora la Svizzera e i suoi benevoli conti correnti, si mostrano sempre ben accetti per mettere al riparo i propri soldi.

Dollaro canadese ed australiano e commodities

Chiudiamo la carrellata di correlazioni, con quella che passa tra il Dollaro Canadese e Australiano e le Commodities. Infatti, come detto, Canada e Australia sono grandi produttori ed esportatori di materie prime. Pertanto, se aumentano le esportazioni di commodities canadesi ed australiane, ne beneficiano sia i loro rispettivi dollari locali, sia ovviamente le materie prime stesse.