BCE contro Bitcoin, BlockFi bancarotta, Miners in difficoltà, Kraken licenzia – Crypto Summary w48

Torna l’appuntamento con il Crypto Summary in cui riassumiamo le notizie più importanti della settimana che ci siamo appena lasciati alle spalle.

In questa settimana Bitcoin è rimasto nel range di prezzo tra i 16.5000 $ ed i 17.000$ nonostante il fallimento di BlockFi, un’altra piattaforma Cefi di prestiti di criptovalute. Il prezzo ha retto bene probabilmente perché c’erano già voci di problemi su questa piattaforma, ben prima del fallimento di FTX. Attacco inoltre frontale della BCE che ritiene Bitcoin irrilevante e dannoso, e solite riflessioni sui miners che sono in perdita.

In settimana tornano a crescere Fantom, GMX e TWT, il token di Trust Wallet con percentuali di crescita vicine al 20%. Tutte le altre altcoin stabili o in perdita.

In questo post riepilogativo iniziamo la settimana cercando di capire quali sono state le notizie più importanti del settore crypto.

Crypto Summary w48

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BlockFi dichiara bancarotta

Continua il contagio derivante dal fallimento di FTX con un’altra piattaforma che ricorre al Chapter 11. BlockFi, importante piattaforma di lending, ha dichiarato bancarotta la settimana scorsa.

Come vedete in questo tweet:

BlockFi bancarotta

sul profilo ufficiale annunciano il 29 novembre la prima udienza del Capitolo 11 presso il Tribunale fallimentare degli Stati Uniti che si è tenuta in New Jersey.

BlockFi si augura che si raggiunga una soluzione per proteggere tutti i clienti e gli altri creditori.

Erano un po’ di settimane a dire il vero che si rincorrevano le voci di possibile insolvenza e proprio FTX si era proposta per rilevare gli asset della società. E’ evidente che il successivo crollo di FTX ha messo ancora di più in crisi questa piattaforma Cefi.

Attualmente BlockFi ha più di 100.000 creditori tra cui figura anche l’exchange FTX fallito due settimane fa. Si stimano debiti tra i 1 ed i 10 miliardi di dollari, cifre enormi che mettono a rischio i risparmi dei piccoli investitori. Tra le altre cose anche un prestito fatto a FTX US (la succursale statunitense di FTX) che è stata indicata da Sam Bankman-Fried come una società sana in grado di riaprire i prelievi e sostenibile.

Ora la domanda che si fanno molti è se conviene ancora usare le piattaforme di lending. Sicuramente i rischi in questo momento sono elevati quindi bisogna fare attenzione.

Bitcoin Mining ancora poco redditizio

Il mining di Bitcoin continua a non essere redditizio. Il prezzo basso di Bitcoin e la difficoltà nell’estrarlo in termini energetici stanno portando i ricavi ad un calo del 20% rispetto a Ottobre.

Come notiamo sul grafico delle revenue su TheBlock, infatti,

Bitcoin: grafico revenue dei miner

i miners continuano a soffrire a causa delle difficoltà del mercato ed i loro ricavi scendono, Il crollo di FTX ha portato il prezzo di BTC a scendere sotto i 17.000 dollari partendo da un range in cui era rimasto per un po’ di tempo (19.000-20.000 $).

Questo ha portato i ricavi del mining a crollare. Inoltre la crisi energetica ha portato molte aziende ad un aumento sensibile dei costi in quanto è più difficile ottenere energia a prezzi accessibili. E come sappiamo l’estrazione di Bitcoin richiede una grande quantità di risorse in termini computazionali e di consumo di energia.

Una situazione imprevista per molti miners che potrebbero essere costretti a vendere parte delle proprie dotazioni.

Come vedete in questo grafico di Glassnode:

Glassnode: grafico hashrate

la situazione potrebbe essere in parte mitigata dall’aumento dell’hash rate, che era stato in calo nelle ultime settimane.

Il costo di produzione di 1 Bitcoin rimane comunque alto e si attesta attorno ai 19.350 $ circa mentre il prezzo attuale è di 17.000. Quindi è evidente che c’è un’unica strada che è quella di trovare delle fonti di energia più sostenibili per tornare a fare profitti in modo sostenibile.

Banca centrale europea contro Bitcoin

Pochi giorni fa è arrivato un nuovo attacco alle criptovalute ed in particolare a Bitcoin con un articolo dal titolo “Bitcoin’s last stand“ apparso sul blog della BCE.

BCE contro Bitcoin

Nell’articolo si spiega come Bitcoin è stato creato per cercare di migliorare il sistema monetario o addirittura come forma alternativa alla finanza tradizionale ma questa narrativa è stata completamente disattesa.

Gli autori, tra i quali Ulrich Bindseil, parlano di una criptovaluta che non viene usata quasi mai per transazioni “legali” e che è stata sostenuta in modo artificiale, paragonandola al gioco d’azzardo. Ci sono poi considerazioni sul prezzo che portano a definire Bitcoin come irrilevante seccondo la BCE.

Il prezzo attuale di Bitcoin che viaggia in un range tra i 16.000 ed i 20.000 dollari viene considerato un ultimo tentativo disperato prima di intraprendere la strada verso l’irrilevanza.

Questo articolo testimonia ancora una volta grande ignoranza sul funzionamento di Bitcoin che rappresenta comunque un tentativo di creare una sistema monetario indipendente e decentralizzato che non ha bisogno di intermediari e che non può essere censurato.

Se andiamo a riprendere il whitepaper di Bitcoin, leggiamo infatti già dalle prime righe:

Bitcoin Whitepaper

che l’introduzione di un sistema peer-to-peer per di contante elettronico consentirebbe l’invio di pagamenti in modo decentralizzato e senza passare attraverso un’istituzione finanziaria. Quella stessa istituzione finanziaria che la BCE rappresenta in pieno.

Un attacco a Bitcoin causato ancora una volta dalla scarsa conoscenza della materia e piena dei soliti pregiudizi. Bitcoin è sostenuto dal solito meccanismo di domanda e offerta dunque non si capisce quale sarebbe questa entità misteriosa che ne sostiene artificialmente il prezzo.

Tra i punti salienti dell’articolo si citano i seguenti problemi:

  • le transazioni di Bitcoin sono lente e costose
  • BTC viene usato quasi sempre per transazioni illegali
  • Bitcoin non è adatto ad essere un investimento in quanto non genera dividendi né flussi di cassa
  • Bitcoin consuma energia

Nell’articolo inoltre si citano i regolatori Usa come incapaci di regolamentare il settore mentre l’UE ha già varato un suo pacchetto di misure con il Mica (Markets in Crypto-Assets Regulation).

Secondo l’UE il fatto che Bitcoin introduca una nuova tecnologia (blockchain) non è sufficiente a giustificarne l’adozione in quanto non ha portato alcun valore aggiunto per la società.

L’articolo si conclude poi con una considerazione: Bitcoin non è né un investimento né un mezzo di pagamento dunque non dovrebbe essere legittimato in quanto può causare danni agli investitori oltre che alla reputazione dell’intero settore.

Già attualmente le transazioni di Bitcoin sono comunque più veloci di qualunque transazione che passi dal circuito bancario tradizionale (es: SEPA). A consumare energia sono le aziende di mining e non Bitcoin, probabilmente bisogna intervenire su quelle. Inoltre molti paesi non sembrano pensarla come la BCE, ad esempio in Brasile una legge ha approvato BTC come mezzo di pagamento.

Bitcoin, a onor del vero, in questi anni non ha ancora espresso tutto il suo potenziale. Inoltre molti media hanno cercato di attribuirgli degli etichette per cercare di inquadrarlo più chiaramente. Siamo passati da mezzo di pagamento a riserva di valore fino alle financial commodity.

Cos’è Bitcoin? Probabilmente è un insieme di queste cose e può essere considerato un esperimento, un tentativo di creare un sistema monetario alternativo a quello tradizionale che non si è dimostrato sempre affidabile e trasparente.

Gli Exchange tagliano i posti di lavoro

Il mercato ribassista sta portando molte aziende a ridurre la propria forza lavoro. A causa delle condizioni del mercato ci sono molti exchange di criptovalute che stanno licenziando dipendenti.

Kraken, il terzo exchange più grande al mondo, ha annunciato un taglio del personale di ben 1.00 dipendenti a causa del bear market, un ridimensionamento che riguarda tutti i settori.

Kraken licenzia

In un post apparso sul blog di Kraken l’azienda annuncia un taglio del personale del 30% ma non è l’unica . Anche Coinbase aveva licenziato dipendenti nei mesi scorsi e ByBit starebbe per ridurre la sua forza lavoro.

Ci sono dunque peggiori per un possibile peggioramento del mercato con Bitcoin che potrebbe scendere ancora di più trascinando molte altcoin nel baratro. Una situazione difficile che potrebbe portare altre aziende a seguire l’esempio di Kraken.

Coinbase wallet non supporterà più 4 criptovalute e attacca Apple

Dal 5 dicembre Coinbase Wallet annuncia che non supporterà più 4 criptovalute a causa di mancanza di scambi sulla sua piattaforma.

A farne le spese sono Bitcoin Cash (BCH), Ripple (XRP), Ethereum Classic (ETC) e Stellar (XLM) che potranno comunque essere prelevate per trasferirle su altri wallet.

Il problema fondamentale sta nei volumi che a detta di Coinbase sarebbero troppo bassi. Il trading sulle coppie che supportano queste coin dovrebbero invece rimanere attivi.

Per permettere agli utenti di prelevare i loro fondi in sicurezza è presente una procedura di recovery dal proprio wallet.

Altra notizia che riguarda Coinbase è relativa ad una piccola frecciatina verso Apple. Come vedete in questo tweet:

Coinbase contro Apple

Coinbase spiega che non è possibile più inviare NFT su Coinbase Wallet tramite l’applicazione su iOS in quanto Apple ha bloccato l’aggiornamento dell’app.

Nella seconda parte del tweet spiegano poi che Apple pretende che le gas fees utilizzate per l’invio degli NFT debbano passare per suo sistema di acquisti In-App in modo da incassare il 30%.

Una imposizione a cui Coinbase ha dovuto dire di no dichiarando l’impossibilità di soddisfare questa richiesta in quanto Apple non supporta i pagamenti in crypto, e costringendo l’azienda americana a disabilitare la funzione su iOS.

Coinbase conclude dicendo che in poche parole, Apple con le sue policy sempre più restrittive ha pensato a proteggere i propri profitti a scapito degli investitori in crypto ed NFT e all’innovazione portata dagli sviluppatori nell’ecosistema delle criptovalute..

Queste mosse non sono nuove da parte di Apple. In queste settimane stiamo assistendo ad un conflitto social tra Elon Musk ed Apple con quest’ultima ha ridotto gli investimenti in twitter e potrebbe decidere di eliminare l’app dall’App Store.

E questo è un problema sopratutto per gli utenti e per chi utilizza le piattaforme social a scopo di business. In un secondo un’azienda può decidere di sbatterti fuori dal suo ecosistema dove hai faticosamente creato contenuti senza darti spiegazioni.

Un comportamento che sta facendo emergere sempre di più la necessità di un web3 decentralizzato in cui sono gli utenti ad essere i reali proprietari dei propri dati.

Conclusioni

Continueremo ad occuparci di tutti gli aggiornamenti sulle criptovalute gli ultimi aggiornamenti e le novità più rilevanti del settore crypto oggi.

Naturalmente le previsioni degli analisti non devono essere considerate come un consiglo finanziario, ognuno deve fare le proprie valutazioni in tema di investimenti.

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