E’ possibile investire sul Rame? Caratteristiche e consigli

E’ possibile investire sul Rame? Ha senso farlo? E’ perché non dovrebbe?! Il rame viene visto in subordine ad oro, argento e bronzo, ma in realtà basta solo dire che è il metallo utilizzato da più tempo dall’umanità (i primi oggetti in rame ritrovati risalgono al 9.500 a.C.) per capirne l’importanza. Sebbene, sia passato più inosservato ad esempio rispetto al bronzo, per il quale gli storici hanno parlato perfino di “età del bronzo”. Come è possibile investire nel rame? Come vedremo, rispetto a oro e argento, è possibile farlo solo mediante titoli azionari, in quanto rispetto ad essi non esistono oggetti in rame che abbiano valore. Inoltre, bisogna escludere anche l’acquisto di lingotti.

In compenso, però, rispetto ad oro e argento, è più facile acquistare o cercare questa materia prima per poi rivenderla, in quanto il rame ha capacità elevatissime di conduzione di corrente elettrica seconda solo all’argento. ed è molto usata. Non a caso, di tanto in tanto sentiamo parlare di guasti ai binari dei treni perché è stato sottratto del rame, o di persone rimaste uccise folgorate nel tentativo di rubarne. Di seguito vediamo dunque la natura del rame, il suo utilizzo nella storia dell’umanità, se conviene investire nel rame e come farlo.

La natura del rame e i suoi numerosi vantaggi

Il rame è un metallo di colore rosato o rossastro, il quale, come accennavamo nell’incipit, ha una conducibilità elettrica e termica seconda solo all’argento. Un grande vantaggio che presenta il rame è la sua elevata resistenza alla corrosione grazie ad una patina che lo riveste, inoltre non è neppure magnetico. In fase di lavorazione, si presenta molto malleabile e duttile, sebbene venga escluso dalle lavorazioni con asportazione di truciolo, poiché ha una consistenza alquanto pastosa. Altro vantaggio è la sua elevata riciclabilità, tant’è che viene riutilizzato più volte e ciò lo rende molto commerciabile e cercato. Forma numerose leghe metalliche – se ne contano almeno 400 – a formare altri metalli. Su tutti oro, bronzo e l’ottone. Non a caso, il suo valore è anche strettamente collegato ad essi. Il rame, per la sua natura batteriostatica, previene anche la proliferazione di batteri sulla sua superficie.

Il rame nella storia dell’umanità

Secondo gli esperti, l’utilizzo del rame da parte dell’uomo risale ad almeno 10mila anni fa. L’oggetto in rame più vecchio in assoluto è un pendente risalente al 9500 a.C. ritrovato in una grotta dei monti Zagros, oggi Iraq. Si classificano secondi in termini temporali, altri oggetti ritrovati nell’attuale Turchia risalenti al 7000 a.C. Ritrovamenti di raffinamento del rame risalgono invece al 5mila :a.C., ben mille anni prima di quelli relativi all’utilizzo dell’oro. Sumeri, Egizi, cinesi, ne facevano molto utilizzo già tra il 5mila e il 2mila a.C. Per quanto concerne l’Europa, i primi manufatti risalgono al 3200 a.C., rinvenuto sulle Alpi: trattasi di un’ascia con una punta fatta di rame impugnata da un uomo. La preziosità del rame per gli antichi è testimoniata dal fatto che questo metallo venga associato alla dea Venere nella mitologia e nell’alchimia, dato il suo aspetto lucente, il suo utilizzo per produrre specchi e perché venga estratto in grande quantità sull’isola di Cipro. Non a caso, alchimisti e astrologi utilizzano rispettivamente lo stesso simbolo per rappresentare il rame e il pianeta Venere.

Paesi più ricchi di rame e maggiori produttori di rame

Quali sono le aree geografiche del Mondo più ricche di rame? Le principali miniere estrattive si trovano lungo la Cordigliera delle Ande e le Montagne Rocciose. Pertanto, i Paesi che ne sono più ricchi sono: alcuni paesi del Sud America come Perù e Cile, gli Stati Uniti, l’Indonesia e l’Australia. In misura minore, ma comunque consistente: il Papua Nuova Guinea, il Zambia, il Canada, i Paesi dell’est Europa e la Finlandia. La tipologia dei giacimenti di rame si chiama “porphyry copper”, e, se è vero che la presenza di rame nella roccia è molto basso (inferiore addiritura all’un percento), è anche vero che la quantità di roccia lavorabile è elevatissima. La quale supera di fatto il miliardo di tonnellate. Le miniere dove si estrae il rame sono a cielo aperto (definite open pit) e sono impressionanti da vedere. La più grande produzione di rame avviene nel Bingham Canyon, Stati Uniti. Mentre la più grande cava di rame conosciuta al Mondo è quella del Cile, a Chuquicamata. Impressionanti anche i giacimenti situati nella Penisola di Keweenaw e in quella superiore del Michigan. Stati Uniti.

E il nostro Paese? Purtroppo, siamo scarsi anche di rame. Sebbene piccole miniere si trovino un po’ in tutta Italia. Il rame in esso allocato si trova in sottili venature e i minerali che vengono estratti per essere scomposti non ne hanno granché. Comunque, le miniere italiane di rame più importanti si trovano a Predoi (piccolo Comune di circa cinquecento abitanti situato in Provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige) e a Caporciano (piccola frazione di Montecatini Val di Cecina, provincia di Pisa).

Per quanto riguarda la produzione di rame, essa va classificata in due tipologie:

  • rame primario (detto anche minerario): con esso si intende il contenuto di rame estratto dalle miniere, venduto così senza raffinazione.
  • rame raffinato: è il rame sottoposto a raffinazione in apposite raffinerie nelle quali viene mandato. La raffinazione è di solito di tipo elettrolitica, e non riguarda solo il rame primario ma anche riciclato dai rottami. Il quale occupa il 17% in media della produzione. Motivo? Il rame si presta bene a infiniti ricicli, prima che la sua lavorabilità sia impossibilitata dalla sua degradazione.

Statisticamente, i paesi maggiormente produttori della prima tipologia sono Cile, Stati Uniti, Perù, Cina e Australia. Del secondo tipo sempre Cile e Stati Uniti, ma anche Giappone e Russia. Questi Paesi, ma anche Germania, Corea del sud e Italia, sono i principali utilizzatori di rame raffinato. L’Italia vanta un primato per quanto riguarda il riciclo di rame, dato che il 40,5% del suo consumo è soddisfatto proprio dal riciclo. Mentre nel mondo tale percentuale si aggira intorno al 34%. Ciò è dovuto anche alla sua scarsità, che costringe il nostro Paese ha più riusi di questo metallo.

Molteplici utilizzi del rame

Per capire fino in fondo l’importanza del rame, basta vedere i suoi molteplici utilizzi. Per la sua alta conduttività di corrente elettrica viene utilizzato per creare fili e cavi elettrici, oltre che per i rivestimenti per elettromagneti, motori elettrici e relè elettromeccanici. Per creare tubature di acqua, gas, scambiatori di calore. Per la creazione di lastre e nastri, maniglie, pomelli e altre rifiniture per l’arredamento. Nel mondo dell’arte, in particolare per le sculture, vetro, ceramiche e la pittura. In cucina, per le posate, padelle, pentole, nei forni a microonde. Per il conio di monete. Come dissipatore per componenti elettronici. Negli ospedali per le succitate doti antibatteriche. E altri utilizzi ancora.

E non si ritenga il rame un metallo legato a vecchie produzioni. Anche le nuove tecnologie, infatti, ne fanno largo utilizzo: ad esempio nei pannelli solari e nei pannelli radianti a parete e a pavimento. Ma anche in quello che viene definito il materiale del futuro: il grafene. Il rame è perfino importante per il corpo umano: per il cervello, il sistema nervoso, l’apparato cardiocircolatorio, contro l’ossidazione delle cellule, per rinforzare le ossa, per migliorare il sistema immunitario. Naturalmente parliamo di tracce, contenute in cibo e acqua. In generale, comunque, il rame rispetto ad altri metalli presenta anche il vantaggio di non essere potenzialmente nocivo per ambiente ed esseri umani.

Come investire nel rame

Da tutto quanto detto fin’ora, la risposta riguardante le domande di partenza sul fatto che convenga o meno investire nel rame, è ovviamente: Sì! Il rame è un metallo troppo importante per i suoi molteplici utilizzi per essere snobbato come forma di investimento. Anzi, sebbene sia meno prezioso in termine di valore rispetto ad oro e argento, dal punto di vista quantitativo offre maggiori garanzie di costanza nel tempo rispetto ad essi. Bene, allora vi starete chiedendo: come investire nel rame? Dal punto di vista degli investimenti, il rame può essere suddiviso in rame finanziario e rame materiale. Approfondiamoli in sottoparagrafi.

Come investire nel rame finanziario

Partiamo dal rame finanziario o immateriale. Quello su cui lucrare tramite titoli azionari. O puntando sulla materia prima stessa o sulle società dedite all’estrazione.

Mercati finanziari principali

Per poter investire nel cosiddetto rame finanziario, dobbiamo affidarci a piattaforme di trading binario, i quali offrono quattro grandi categorie di asset: materie prime; coppie di valute; maggiori indici; titoli azionari di società quotate in Borsa. Va da sé che il rame rientra nella prima casistica. Il rame viene scambiato principalmente sul mercato London Metal Exchange (LME), e poi seguono a ruota il New York Mercatile Exchange (NYMEZ) e lo Shanghai Futures Exchange (SFE). Il mercato cinese infatti non va sottovalutato, anzi. Può essere preferito proprio perché, come detto in precedenza, la Cina è un grande estrattore di rame ma anche un grande produttore. Coprendo di fatto da sola circa il 40% del fabbisogno mondiale. Seguita da un’altra “tigre asiatica: il Giappone, che però il rame lo produce solo.

Tipo di strumenti finanziari legati al rame

E’ possibile investire sul rame mediante 3 strumenti finanziari:

  • trading con le opzioni binarie: investire sull’andamento del rame e indovinare se il suo prezzo sale o scende rispetto al suo prezzo d’acquisto originario;
  • contratti a temine Futures: trattasi di contratti standardizzati, mediante i quali colui che compra si impegna a pagare, a una scadenza prefissata, un determinato prezzo in cambio di una specifica quantità di rame. Tali contratti si estinguono alla scadenza o quando viene stipulato un nuovo contratto.
  • prodotti derivati come i CFD: acronimo di Contratti per differenza, sono derivati finanziari, mediante i quali si può ottenere profitto dalle variazioni di prezzo del rame. Tecnicamente i CFD replicano in modo passivo il prezzo dei futures sul rame.

Volatilità e influenze del prezzo del rame

Le statistiche ci dicono che storicamente il prezzo del rame è molto volatile, perfino nella stessa giornata. Ma ciò non deve essere pensato come un fatto solo negativo: offre infatti anche molti spunti per le opzioni binarie. Il suo valore è strettamente legato a quello dell’oro, in quanto, molti oggetti d’oro, in particolare quelli meno preziosi, vengono lavorati utilizzando anche il rame. Negli ultimi dieci anni, il rame ha subito varie fluttuazioni del proprio prezzo. Nel 2008 c’è stato un calo dei prezzi dovuto al generale calo delle borse, mentre nel 2011 il suo valore è tornato su un livello standard. Nel 2014 c’è stato un nuovo drastico calo, a cui ha fatto seguito anche l’anno successivo. Il calo del prezzo in quel biennio negativo è stato misurato nel 26% del prezzo del rame ritenuto standard e normale. L’elezione di Trump ha invece portato il rame ad apprezzarsi di quasi 10 punti percentuali portandosi ad un recupero totale dai minimi pluriennali di gennaio di quasi il 30%. Motivo? Si è verificato un calo della crescita della domanda da parte dei consumatori cinesi.

Come vediamo, in Borsa ogni evento può essere influente. Ed essendo il rame un bene ivi quotato, non può sfuggire a questa regola. Fattori economici, politici e sociali possono influenzare pesantemente sull’andamento borsistico del rame. Pertanto, se vogliamo investire sui strumenti finanziari ad esso legati, dobbiamo anche seguire cosa accade in paesi quali Cile, Perù, Cina, Giappone e Stati Uniti. Per quanto concerne in particolare il Giappone, dato che è un paese soprattutto produttore di rame più che possessore, dobbiamo avere un occhio vigile sulla salute della sua industria elettronica. Dato che questa materia prima è molto utilizzata anche in questo settore. Negli ultimi anni, peraltro, i colossi elettronici giapponesi non se la stanno passando benissimo: dai produttori di videogame ai televisori, fino ad altre tecnologie. Occhio infine alla domanda che arriva dai paesi in via di sviluppo, come India e Brasile. Stati che ora stanno conoscendo la propria rivoluzione industriale e quindi necessitano di un materiale importante come il rame.

Come investire nel rame fisico

Passiamo ora al rame vero e proprio, quello tangibile e che possiamo rivendere. Vediamo come procurarcelo. Escludendo ovviamente atti illeciti oltre che pericolosi per la propria incolumità.

Tre tipi di oggetti in rame

Veniamo ora al rame fisico, quello che “tocchiamo con mano” e non virtualmente tramite titoli azionari. Possiamo vendere componenti del rame, che si dividono in tre tipi, a seconda del grado di rame contenuto negli oggetti che ne fanno parte:

  • Grado 1: alcuni ritagli di rame, i tubi, cavi elettrici con uno spessore minimo di 1,6 mm oltre a punzonatori, barre e componentistica
  • Grado 2: leghe metalliche che contengano almeno il 96% di rame, quindi tubi con appendici non in rame, cavi elettrici in rame con isolante, cavi bruciati e filamenti.
  • Grado 3: gli oggetti in rame con uno spessore inferiore a 1,6 mm. Quindi meno remunerativi.

Oggetti in rame da poter vendere

Gli oggetti in rame che possiamo vendere sono:

  • I cavi elettrici: possono essere di grado superiore se hanno un singolo strato isolante; di grado inferiore, se invece hanno un doppio strato di isolante;
  • Rottami in rame: prendiamo oggetti di grossa mole (dai dieci chili in su) e separiamo le componenti in rame da quelle in acciaio. Rientrano in questa categoria di oggetti: motori elettrici, alternatori, starter, induttori, resistenze, trasformatori e altre apparecchiature elettriche. Piene di rame sono ad esempio gli elettrodomestici prodotti molti anni fa, specie nel boom economico degli anni ’50. Naturalmente, con ciò non vogliamo invitarvi a svaligiare la casa dei vostri nonni o di qualche anziano in città;
  • Leghe di rame: le leghe di rame sono quei metalli collegati al rame. Si pensi ad ottone e bronzo, i più diffusi, mentre cupronickel, inconel e monel sono più rari. Ovviamente i primi vengono pagati meno rispetto ai secondi proprio per la loro più facile reperibilità.

Dove vendere oggetti in rame

Dopo aver visto gli oggetti in rame su cui puntare, vediamo ora dove poterli rivendere. Per poterlo fare, o possiamo spargere la voce nella città dove abitiamo e nelle zone limitrofe (allontanarci troppo potrebbe non convenire, ne potremmo rimettere di benzina e caselli). Altrimenti, possiamo utilizzare per questo anche il caro vecchio Google, digitando magari “rivenditori di metallo usato” e il nome della nostra città. Se ne troviamo più di uno è sempre meglio e chiamandoli confrontiamo quanto offrono. Oltre a quanto offrono, meglio selezionarli anche in base al modo con cui si pongono. Perché una volta portato il materiale a deposito, potremmo avere problemi in fase di trattazione.

Consigli sulla vendita del rame

Il consiglio è anche quello di raccogliere almeno dieci chili di rame, così potremmo ricavare di più. Stiamo poi attenti quando il rivenditore lo pesa, magari alcuni cavi potrebbero uscire fuori dalla bilancia e non essere pesati. La cosa potrebbe essere fatta involontariamente, ma in giro i furbetti non mancano di certo. Evitare poi di portare polvere di rame o frammenti, perché pagati molto poco. Salvo se riusciamo a fonderli. Chiedere poi sempre al compratore nel caso preferisca il rame ripulito dal materiale isolante. Rendere il rame più presentabile e pulito possibile, anche l’occhio vuole la sua parte. Infine, evitare di vendere il rame a rivenditori che utilizzano bilance portatili. Il peso potrebbe non essere del tutto realistico e ciò comporta un minore guadagno per chi vende.