Austerity: cos’è la politica di austerità e quanto è efficace

Austerity, che cos’è in politica economica? Chi sono i fautori dell’Austerity e che ruolo hanno per il salvataggio di un sistema economico nazionale? Si tratta di validi quesiti che necessitano di risposte adeguate ed approfondite per capire se l’adozione dei provvedimenti di Austerity sia davvero efficace.

Negli ultimi anni di crisi economica sono state approntate ed adottate dai Governi un “pacchetto” di misure piuttosto restrittive volte a contenere le spese pubbliche ed a mettere in atto “tagli” veri e propri per ripristinare i conti della finanza pubblica.

Stretta sulle pensioni, tagli alla ricerca, alla sanità pubblica e innalzamento del gettito fiscale sono tutte azioni e misure messe in atto dai policy makers al fine ultimo di ridurre il deficit pubblico.

In questa guida cerchiamo di capire meglio che cos’è l’Austerity, quando è nata e quali sono le reali motivazioni che portano un Governo ad adottare le misure e gli strumenti tipici dell’austerità per risanare le casse della finanza pubblica.

Che cos’è l’Austerity?

Il termine Austerity indica un periodo della storia economica e macroeconomica vissuto dai Governi dei Paesi occidentali (biennio a cavallo tra il 1973 ed il 1974), durante il quale furono costretti ad emanare disposizioni volte a contenere il consumo energetico, in seguito alla crisi petrolifera del 1973.

In politica economica ed in macroeconomia si utilizza il termine Austerity per indicare le decisioni rigorose prese dai Governi nazionali in materia di bilancio.

In buona sostanza le misure di Austerità indicano la politica fiscale di uno Stato mirante a raggiungere il famoso “pareggio di bilancio”.

I policy maker che adottano una linea di Austerity adottano determinate misure e strumenti volti a tagliare e a ridurre le spese pubbliche ed il deficit delle casse statali.

Misure di austerità: quali sono?

Con la crisi economica planetaria e per ripristinare i conti pubblici e i bilanci statali in rosso, la maggior parte dei Governi dei paesi Occidentali hanno adottato misure di austerity mediante l’adozione di provvedimenti.

Tra le misure predilette dai policy maker fautori di questa politica economica si annoverano le seguenti: riduzione delle spese e disinvestimenti, spending review, aumento della pressione fiscale sui cittadini e imprese.

Inoltre, stretta sulle pensioni, “tagli” alla ricerca, alla scuola e alla sanità pubblica: si tratta di misure che sono adottate per riportare il livello del gettito fiscale più vicino a quello della spesa pubblica al fine ultimo di risanare i conti pubblici.

Adozione Austerity: Quali sono le reali motivazioni?

L’adozione delle misure di austerità sono adottate da uno Stato in crisi con bilanci “in rosso” che necessitano di raggiungere il pareggio di bilancio.

Inoltre, i fautori di questa politica adottano tutte le misure all’uopo se lo Stato corre il concreto rischio di non essere in grado di rispettare le obbligazioni assunte con le Banche.

Il sistema bancario e gli investitori perdono fiducia nei confronti del Governo che deve trovare una valida soluzione per risanare i propri debiti.

Le istituzioni finanziarie internazionali come il Fondo monetario internazionale (FMI) possono richiedere l’applicazione di misure di austerità da parte dei Governi nazionali che devono procedere con l’implementazione di misure e provvedimenti di aggiustamento strutturale.

Infatti, negli ultimi tempi l’austerità è stata perseguita da governi che si sono pesantemente indebitati assumendo debiti privati in seguito a delle crisi bancarie.

Dunque, le reali motivazioni che portano all’adozione di una tale politica economica rigorosa sono ascrivibili alle seguenti:

  1. cercare di ridurre le spese,
  2. dimostrare ai creditori internazionali e locali la solvibilità del sistema Paese.

Effetti e conseguenze: l’Austerità è efficace?

Molti sono gli studiosi e i policy maker che sono avversi e riluttanti all’adozione pedissequa delle misure di Austerity dato che la conseguenza più immediata è riconducibile alla crescita di disuguaglianze economiche e conflitti sociali tra i cittadini.

L’adozione dei provvedimenti di Austerity oltre a cagionare scontento diffuso, può portare ad innescare la spirale disoccupazione, a cagionare l’incremento vertiginoso dei prezzi o il crollo, recessione e riduzione dei consumi.

Nonostante i numerosi fautori dell’Austerity, la realtà dimostra che l’adozione di questa politica economica messa in atto dai governi non consente di raggiungere i risultati auspicati e non risolve le crisi finanziarie come si potrebbe auspicare.

In particolare, i neo keynesiani (seguaci delle teorie macroeconomiche di John Maynard Keynes, uno dei padri “fondatori” della macroeconomia) ritengono che in un sistema economico in cui siano state adottate troppe misure di austerità abbiano come effetto collaterale l’eccessivo risparmio di denaro da parte della collettività e una minore liquidità all’interno del sistema economico, con una drastica “caduta” dei consumi e delle spese.

Se fino a qualche tempo fa l’Austerity era la risoluzione ad ogni problema di bilancio statale, oggi in un contesto macroeconomico mutato, non garantisce più l’efficacia auspicata.