Robinhood Crypto nel mirino della SEC: potenziali violazioni sui titoli finanziari

Continua la guerra della SEC che ha nel mirino ormai da tempo i principali attori del mercato crypto. Dopo Binance, Kraken e altri nomi importanti tra gli exchange ora è il turno di Robinhood, popolare piattaforma di trading online.

La SEC ha, infatti, inviato a Robinhood Crypto, la divisione dedicata alle criptovalute dell’azienda, una “Wells Notice”, un avviso che segnala potenziali azioni legali per presunte violazioni delle leggi sui titoli finanziari.

Cerchiamo di capire cosa sta succedendo.

Robinhood nel mirino della SEC

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La SEC invia una Wells Notice a Robinhood

Il 6 maggio 20223 la Securities and Exchange Commission statunitense ha inviato una Wells Notice a Robinhood, segnalando l’intenzione di avviare un’azione legale nei confronti della piattaforma di trading.

La Wells Notice è una comunicazione formale che la SEC invia a società o individui prima di intraprendere un’azione legale, dando loro la possibilità di rispondere alle accuse mosse nei loro confronti.

Qui vedete un post su X sul profilo ufficiale di Messari, nota piattaforma di analisi:

Messari riporta la notizia SEC Robinhood

Nel caso di Robinhood, la SEC contesta alla piattaforma di aver offerto asset digitali classificabili come security senza averli registrati presso l’ente regolatore, come richiesto dalle normative sui titoli.

Tra le criptovalute supportate da Robinhood e finite nel mirino della SEC ci sarebbero vari crypto assset.

La Wells Notice a Robinhood si inserisce nel più ampio giro di vite portato avanti dalla SEC sulle criptovalute, tra sanzioni e cause legali nei confronti dei principali player del settore. L’azione contro la piattaforma di trading è l’ennesima mossa per aumentare la regolamentazione sul comparto o pe tentare di “spaventare” il mercato.

I mercati per ora sembrano aver ignorato la notizia, anche se il titolo in Borsa ha registrato una piccola flessione per poi risalire come puoi vedere nel grafico:

La risposta di Robinhood

Robinhood ha replicato in modo deciso al provvedimento, esprimendo la propria delusione per la decisione dell’agenzia regolatoria.

Come dichiarato da Dan Gallagher, Chief Legal Officer di Robinhood, la società ha tentato per anni, in buona fede, di ottenere chiarezza normativa dalla SEC in merito alle criptovalute.

Tuttavia, nonostante questi sforzi, la SEC avrebbe optato per avviare un’azione legale anziché collaborare per definire un quadro regolatorio certo per il settore.

Nel comunicato ufficiale, Robinhood respinge con fermezza l’accusa di aver offerto asset digitali classificabili come security senza la dovuta registrazione. La piattaforma ribadisce che le criptovalute presenti al suo interno, come Bitcoin ed Ethereum, non possono essere considerate alla stregua di titoli finanziari.

Per questo motivo Robinhood si dice pronta a difendersi legalmente, ritenendo debole la posizione della SEC. In particolare, la società contesta la mancanza di prove concrete che dimostrino violazioni normative, facendo inoltre leva sulla giurisprudenza finora maturata sulla qualificazione giuridica delle criptovalute.

La contesa legale che si prospetta sarà quindi molto importante per definire lo status normativo di asset come Ethereum. Da parte sua, Robinhood ribadisce che la propria divisione crypto “è qui per restare” e continuerà a innovare e sviluppare prodotti, oltre a battersi per una regolamentazione chiara del settore a beneficio dell’industria e dei suoi clienti.

Cosa aspettarci ora

La SEC sembra essere sempre più determinata a intraprendere un approccio aggressivo nei confronti dell’industria delle criptovalute.

Nonostante i ripetuti sforzi delle aziende del settore per collaborare e stabilire un quadro normativo chiaro e coerente, la SEC sembra preferire una linea dura, attuando politiche coercitive che rischiano di soffocare l’innovazione e limitare la crescita di questo promettente settore.

E’ un approccio ormai sbagliato. Un quadro normativo chiaro e coerente, sviluppato in collaborazione con le aziende del settore, potrebbe consentire agli Stati Uniti di mantenere una posizione di leadership in questo campo in rapida evoluzione, invece di rischiare di rimanere indietro rispetto ad altre giurisdizioni più aperte all’adozione di nuove tecnologie.

Ma per ora le cose sembrano andare nella direzione opposta.

Naturalmente le previsioni degli analisti non devono essere considerate come un consiglo finanziario, ognuno deve fare le proprie valutazioni in tema di investimenti.

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