Crolla il prezzo di Bitcoin: ETF Spot rimandato?

Dopo la giornata di ieri nessuno o quasi si aspettava un crollo del prezzo di Bitcoin così violento.

Il prezzo di Bitcoin, ha subito un brusco calo nelle ultime ore, con una flessione di oltre il 10% che ha riportato la quotazione della criptovaluta sotto i 43.000 dollari dopo aver raggiunto i 45.000 all’inizio della settimana Un crollo repentino che ha colto di sorpresa gli investitori, abituati alla crescita costante delle ultime settimane.

Ma quali sono le ragioni dietro questo improvviso ribasso e quali conseguenze potrebbe avere sul mercato crypto?

In questo articolo analizzeremo nel dettaglio le possibili cause che hanno innescato il sell-off, dal report di Matrixport sul possibile rifiuto degli ETF da parte della SEC alle vendite da parte dei miner.

Vedremo inoltre l’impatto che il crollo ha avuto in termini di liquidazioni di posizioni long, quantificate in circa 500 milioni di dollari.

Infine, valuteremo gli scenari futuri: il calo è destinato a proseguire o c’è spazio per un rapido recupero?

Cerchiamo di capire cosa sta succedendo e cosa c’è di vero.

Bitcoin crolla: ETF ancora rimandato?

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ETF Spot rimandato? I miner vendono

Uno dei fattori che sembra aver innescato il sell-off su Bitcoin è stato un report pubblicato da Matrixport, società di servizi crypto, in cui si ipotizzava che la SEC potesse respingere le domande di approvazione per un ETF spot su Bitcoin. Questa eventualità, data per molto probabile fino a poco tempo fa, ha spiazzato gli investitori generando pressioni ribassiste.

Report Matrixport su ETF spot rimandato

L’approvazione di un ETF spot da parte dell’autorità statunitense è vista come un catalizzatore fondamentale per l’ingresso di nuovi capitali istituzionali nel settore crypto. Un rifiuto sarebbe dunque una doccia fredda, anche considerando che diversi asset manager come BlackRock e Fidelity hanno presentato domanda.

Oltre al report di Matrixport, anche le vendite massicce di Bitcoin da parte dei miner nelle ultime settimane hanno contribuito ad aumentare la pressione ribassista.

BTC miners flow

Secondo alcune stime, i miners avrebbero liquidato oltre 4.000 BTC (per un controvalore di oltre 175 milioni di dollari) nell’arco degli ultimi 10 giorni. Una mossa probabilmente legata alla necessità di coprire i costi operativi, ma che ha aggiunto offerta sul mercato in un momento critico.

Questi due elementi principali, uniti ad alcune prese di profitto dopo il rally di inizio anno, hanno innescato uno scenario di panic selling che ha causato il rapido crollo sotto quota 45.000 dollari. Il futuro a breve termine di Bitcoin dipenderà molto dalle prossime mosse della SEC, ma anche dalla tenuta del supporto chiave a 40.000 dollari. Una discesa al di sotto di questo livello potrebbe aprire la strada ad ulteriori cali.

Oltre 500 milioni di dollari di liquidazioni

Il brusco calo di Bitcoin ha provocato una vera e propria cascata di liquidazioni sui derivati crypto, con oltre 500 milioni di dollari di posizioni chiuse in poche ore.

La maggior parte delle liquidazioni ha riguardato, com’era prevedibile, le posizioni lunghe (long) che puntavano su un proseguimento del trend rialzista. In particolare, stando ai dati di Coinglass, sono stati liquidati circa 462 milioni di dollari in posizioni long.

Liquidazioni Coinglass

Le liquidazioni avvengono quando il prezzo scende fino a tagliare il livello di margine disponibile in un contratto futures o in altri strumenti derivati con leva come i perpetual swap. In quel momento la posizione viene chiusa automaticamente, anche con perdite ingenti se la leva finanziaria era elevata.

Gli strumenti più colpiti sono stati proprio i perpetual swap su Bitcoin, dove la speculazione aveva raggiunto livelli molto elevati nelle ultime settimane, complice il rally impresso dalle aspettative per l’ETF. Non sorprende quindi che il crollo abbia spazzato via centinaia di milioni in poche ore.

Possibili scenari futuri: proseguirà il ribasso o ci sarà un rimbalzo?

Dopo il repentino crollo sotto i 43.000 dollari, quali prospettive ci sono per Bitcoin nel breve-medio termine? Gli analisti e gli investitori si interrogano se potrà esserci un pronto recupero oppure se il ribasso sia destinato a proseguire.

Grafico BTC/USDT - Crollo 03 01 2024

Molto dipenderà dall’esito delle decisioni della SEC sui Bitcoin ETF e dall’atteggiamento dei miners nei prossimi giorni. Se l’autorità statunitense dovesse confermare il no agli ETF spot, è probabile che le quotazioni continuino a scendere, con il rischio di violare anche quota 40.000 dollari, un supporto chiave.

In caso contrario, se la SEC desse il via libera, Bitcoin potrebbe rapidamente ritornare sopra 45.000 dollari. Analogamente, se i miner dovessero continuare a vendere ingenti quantitativi, la pressione ribassista proseguirebbe.

Dal punto di vista tecnico, i livelli da monitorare sono area 40.000 dollari e la media mobile a 200 giorni. Una discesa sotto queste soglie aprirebbe la strada per ulteriori cali.

Molti trader sono comunque convinti che possa trattarsi di una temporanea battuta d’arresto in un trend comunque rialzista di medio periodo. Del resto, a spingere Bitcoin erano stati soprattutto fattori di lungo termine come la scarsità dell’offerta e la crescente adozione istituzionale.

Ecco perché, se il supporto reggerà, le possibilità di assistere ad un rapido recupero rimangono elevate.

Rimaniamo comunque cauti, così come lo eravamo nella fase di euforia.

Conclusioni

Il recente crollo di Bitcoin è stato causato da una combinazione di fattori, sia fondamentali che tecnici.

Il ruolo della SEC sull’approvazione degli ETF e l’atteggiamento dei miner saranno elementi chiave per capire se si tratta di una temporanea correzione o l’inizio di un trend ribassista più duraturo.

Molto dipenderà anche dalla capacità di Bitcoin di difendere il supporto a 40.000 dollari.

Naturalmente le previsioni degli analisti non devono essere considerate come un consiglo finanziario, ognuno deve fare le proprie valutazioni in tema di investimenti.

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