Craig Wright: offerta di patteggiamento nella causa COPA

La vicenda legale che vede contrapposti Craig Wright e il gruppo COPA, incentrata sull’identità di Satoshi Nakamoto, potrebbe concludersi con un patteggiamento. Wright ha presentato un’offerta per chiudere la causa evitando il processo fissato per il 5 febbraio.

L’accordo prevede la rinuncia da parte di Wright ai diritti di database e copyright su Bitcoin, Bitcoin Cash e Bitcoin SV. La disputa tra Wright e COPA ha attirato l’attenzione sulla questione dei diritti di brevetto in questo settore e sulle implicazioni per Bitcoin SV, la criptovaluta che Wright supporta.

In cambio, COPA dovrebbe riconoscere che queste criptovalute hanno oggi scopi diversi dall’idea originale di Satoshi e non possono rivendicare di rappresentare la visione del white paper.

Analizzeremo i dettagli della proposta di patteggiamento, le motivazioni di Wright e le possibili implicazioni di questa svolta. Vedremo se COPA accetterà l’accordo oppure andrà avanti con il processo, nel tentativo di dimostrare che Wright non è il vero Satoshi Nakamoto.

Craig Wright vs COPA

I termini dell’offerta di patteggiamento di Wright

L’offerta di patteggiamento presentata da Craig Wright prevede la rinuncia ai diritti di database e copyright sulle blockchain di Bitcoin (BTC), Bitcoin Cash (BCH) e Bitcoin SV.

In sostanza Wright concederebbe una licenza irrevocabile e senza limiti di tempo per l’utilizzo di queste blockchain, astenendosi dall’avanzare rivendicazioni legate alla sua presunta paternità del protocollo originale ideato da Satoshi Nakamoto.

In cambio, COPA e gli altri dovrebbero riconoscere pubblicamente che Bitcoin, Bitcoin Cash e Bitcoin SV hanno oggi finalità distinte dall’idea iniziale di Satoshi. Non potrebbero più sostenere di rappresentare la visione espressa nel white paper.

Dovrebbero anche impegnarsi a non creare nuove blockchain copiando o forkando quelle esistenti, e ad impedire che terze parti compiano tali azioni.

Infine, le parti sarebbero tenute ad utilizzare Bitcoin esclusivamente per scopi leciti e conformemente alle normative antiriciclaggio. Dovrebbero anche effettuare una donazione ad un ente benefico.

Cosa non torna nelle “tesi” di Craig Wright

Le tesi di Craig Wright circa la sua identità di Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin, presentano diverse incongruenze emerse nel corso delle dispute legali che lo vedono contrapposto al gruppo COPA. Analizziamo i principali elementi che gettano ombre sulla versione di Wright.

La documentazione contestata

All’inizio dell’anno, Wright ha presentato documenti che sosteneva provassero la sua identità come Satoshi Nakamoto. Tuttavia, nel corso dell’estate, COPA ha fornito prove concrete e pareri di esperti che mostrano come gran parte di questa documentazione fosse inautentica o falsificata. Queste rivelazioni hanno gettato un’ombra di dubbio sulle affermazioni di Wright e hanno alimentato ulteriori interrogativi sulla legittimità delle sue rivendicazioni.

In un allegato che trovate qui, COPA sostiene che molti dei documenti presentati sono falsi.

Estratto allegato COPA

Come vedete in questo estratto ci sono delle cose veramente assurde che quanto meno dovrebbero insinuare il dubbio in chi deve giudicare.

I file LaTeX contraffatti

Wright afferma di aver scritto il white paper di Bitcoin originario utilizzando il software LaTeX. Tuttavia, numerose evidenze dimostrano che il documento fu in realtà creato con OpenOffice. Inoltre, i file LaTeX prodotti da Wright contengono codici e package introdotti solo dopo il 2008, provando che si tratta di falsificazioni recenti create ad hoc.

L’immagine disco contraffatta

Wright ha presentato un’immagine disco chiamata BDOPC.raw come prova della genuinità dei suoi documenti. Tuttavia, l’analisi forense ha rilevato segni evidenti di manipolazione: file aggiunti tra settembre e ottobre 2023, date alterate, metadati contraffatti. È un falso creato per avvalorare la tesi di Wright.

Documenti inseriti nell’immagine disco

Diversi documenti che Wright ha estratto dall’immagine BDOPC.raw presentano date e contenuti non coerenti con la loro presunta origine nel 2007. Sono falsificazioni palesi, come dimostrano i riferimenti a eventi e software successivi a quella data.

Codice sorgente C++ anacronistico

Wright ha prodotto codice sorgente C++ che dovrebbe risalire al 2007 come prova della sue competenze precoci nello sviluppo di Bitcoin. Peccato che il codice contenga elementi introdotti nel linguaggio solo nel 2011, smascherando la manipolazione.

Documenti modificati ad hoc

Molti documenti presentati da Wright sono palesemente versioni modificate di presunte bozze originali. I PDF sono stati convertiti da Word a LaTeX e alterati per farli sembrare precursori di Bitcoin, quando in realtà contengono chiari riferimenti ad eventi successivi.

Le rivendicazioni di violazione del copyright

Wright è coinvolto in diverse cause legali nel Regno Unito, basate sull’affermazione che egli sia Nakamoto.

Sostiene che diverse organizzazioni e individui nella comunità delle criptovalute abbiano violato il suo copyright sul whitepaper di Bitcoin, sulla sua banca dati e su altre proprietà intellettuali legate alla creazione di Bitcoin.

Questa affermazione, se vera, imporrebbe restrizioni significative sull’uso e sulla diffusione del whitepaper di Bitcoin e potrebbe avere un impatto negativo sullo sviluppo della criptovaluta.

Fa dunque sorridere il fatto che proprio Wright Inizi la sua proposta con questa frase:

Craigh Wright offre patteggiamento COPA

the focus of my various litigations to date has never been on revealing my pseudonymous identity as Satoshi Nakamoto, but on mandating that Bitcoin remains faithful to its central principles.”

dove afferma che non mai cercato di affermare di essere Satoshi. Una affermazione smentita dalle numerose cause in cui è coinvolto.

COPA accetterà l’accordo?

La recente proposta di patteggiamento avanzata da Craig Wright per risolvere la disputa legale con COPA pone il gruppo open source di fronte ad un bivio.

Da un lato, accettare l‘accordo consentirebbe di evitare i rischi e i costi di un lungo processo. Dall’altro, potrebbe essere interpretato come una tacita ammissione che Wright sia davvero Satoshi Nakamoto.

L’accordo prevede che Wright rinunci ai diritti su Bitcoin, Bitcoin Cash e Bitcoin SV, mentre COPA non potrebbe più contestare la sua identità di Nakamoto. In cambio, il processo di febbraio verrebbe archiviato.

Per COPA la questione ha una forte rilevanza di principio, essendosi impegnato pubblicamente a smascherare Wright come falso Satoshi. Accettare l’accordo significherebbe una parziale marcia indietro. D’altro canto, il processo comporta costi legali ingenti e l’esito non è scontato.

Probabilmente COPA opterà per continuare la causa, anche alla luce delle recenti evidenze di falsificazioni da parte di Wright. Tuttavia non si possono escludere colpi di scena, con un ripensamento dell’ultimo minuto. Molto dipenderà dalla fermezza di COPA nel voler portare Wright di fronte ad un giudice.

L’incognita rimane se Wright sia davvero disposto a cedere i diritti su Bitcoin pur di evitare il processo. La sua mossa potrebbe essere un bluff, ma COPA difficilmente si farà intimidire.

Conclusioni

La proposta di patteggiamento di Craig Wright potrebbe risolvere la disputa legale con COPA senza arrivare in tribunale. Ma molto dipenderà dalla volontà del gruppo open source di accettare un compromesso.

Se COPA rifiutasse, la battaglia per smascherare Wright come falso Satoshi proseguirà in sede processuale. Le tempistiche lasciano molti dubbi e perplessità.

Come mai Wright vuole negoziare a pochi giorni dal processo se è sicuro di vincere?

Perchè dice di non aver mai avuto l’intenzione di essere riconosciuto come Satoshi Nakamoto?

Sono questioni che Wright farebbe bene a chiarire.

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