Arbitrum è passato in due giorni da uno dei migliori airdrop del 2023 ad una delle peggiori figuracce per quanto riguarda le DAO e la Governance.
Nella giornata di ieri il prezzo del token ARB aveva avuto un crollo fino al prezzo di 1,12$ per token per poi risalire. Come noto, Arbitrum ha recentemente introdotto il suo token ARB, che aveva registrato forte interesse nei primi giorni di negoziazione. Di fatto è stato un airdrop molto atteso nel mondo dei layer 2 di Ethereum.
Tutto è partito da una proposta di governance dal nome AIP-1 che aveva l’obiettivo di trasferire un importante quantitativo di token ARB alla foundation per finanziare operazioni di marketing. Il voto però è stato contrario da parte dei token holder ma Arbitrum aveva già iniziato il trasferimento ritenendo che il voto passasse e fosse una formalità.
La Arbitrum Foundation ha così fatto un passo indietro ritirando la proposta. Vediamo cos’è successo.
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Arbitrum “drama”: il voto dello scandalo e i problemi della DAO
Cerchiamo di ripercorrere le tappe di questa figuraccia. All’inizio di Marzo è stata costituita una Decentralized Anonymous Organization (DAO), un elemento che è presente in molti progetti che conosciamo.
Lo scopo era quello di avere una DAO che finanziasse e gestisse il progetto. Tra le varie attività il lancio del token di governance ARB che è stato distribuito tramite un airdrop la scorsa settimana.
Come sapete i token holder ovvero chi possiede il token ARB può così votare le proposte di governance, per ora l’unico caso d’uso di ARB .
E’ partita così la votazione per la proposta che vedete qui, codice AIP-1:
che tra le altre cose proponeva di spostare circa 750 milioni di token ARB alla Arbitrum Foundation, cosa che non è piaciuta alla community che ha votato contro.
Fin qui niente di scandaloso. Tutte le proposte di governance vengono votate in questo modo nei vari progetti crypto.
I fondi sarebbero stati utilizzati per costi operativi ed operazioni di marketing.
Quello che doveva essere un voto di “ratifica” scontato non si è rivelato tale. Non solo la community ha votato contro, la Arbitrum Foundation ha addirittura comunicato che circa 50 milioni di token erano stati già trasferiti e spesi senza aspettare la votazione, una cosa che non è piaciuta alla community.
Si è innescata così una forte pressione in vendita sul token ARB che ha perso più del 10% in pochissime ore. Poco dopo la fondazione ha comunicato di aver ritirato la proposta e dichiarato che:
“Crediamo che gran parte del sentimento negativo nei confronti dell’AIP-1 sia stato guidato dalla confusione sull’idea che l’AIP-1 sia una ratifica e non una richiesta”.
Se è una ratifica perché allora prendere l’iniziativa in anticipo? In pratica la decisione era già stata presa prima della votazione, un fatto grave che non dovrebbe mai avvenire in una organizzazione che si dichiara come “decentralizzata”.
Questo pone ancora una volta dei dubbi sull’effettiva utilità di queste DAO che in pratica fanno ciò che vogliono con i fondi degli utenti.
Pubblicano le proposte di governance da votare, ma poi sono in grado di ribaltare il voto grazie alla quantità enorme di token che fanno capo alle fondazioni o ad entità ad esse collegate.
Questa non è decentralizzazione.
Riconoscendo l’improbabilità che la proposta AIP-1 passasse dopo l’afflusso di voti contrari, la Fondazione Arbitrum ha ritirato la proposta specificando che avrebbe dovuto dividerla in proposte più “piccole” per permettere alla community di votarla.
Arbitrum: un problema di comunicazione?
Per analizzare meglio le variazioni del prezzo del token, è utile partire dall’inizio e osservare l’evoluzione del token fin dalla sua emissione. Al momento del lancio, un ARB veniva scambiato intorno ai 5 dollari.
Dopo l’airdrop il trend dell’asset è stato prevalentemente negativo, con il valore che è sceso prima sotto i 3 dollari per unità e successivamente sotto la soglia psicologica dei 2 dollari. L’evento precedentemente menzionato riguardo alla votazione ha alimentato ulteriori dubbi, spingendo il prezzo ancora più in basso.
Anche se al momento il prezzo sembra reggere, in generale la Arbitrum Foundation non ha fatto una bella figura.
Hanno dichiarato che pubblicheranno dei report “più trasparenti” per illustrare meglio come verranno spesi i fondi.
In un tweet hanno dichiarato che:
“Crediamo che avere una Fondazione autorizzata ad agire al servizio del DAO sia importante per il successo di Arbitrum.. Chiaramente avremmo potuto comunicarlo meglio, e coglieremo questa opportunità per migliorare e continuare a costruire Arbitrum come un layer 2 più incentrato sulla comunità”.
Molti progetti hanno bisogno comunque di una DAO per essere lanciati. Certamente potevano comunicare meglio, ma il problema rimane comunque nel “come” queste fondazioni sono costruite. Sono effettivamente decentralizzate o possiamo considerarle alla stregua di una entità centralizzata?
E qui crediamo che prima o poi arriveranno le richieste da parte dei regolatori.
Conclusioni
Continueremo ad occuparci di tutti gli aggiornamenti sulle criptovalute gli ultimi aggiornamenti con le previsioni sul prezzo. Seguiremo in prima linea lo sviluppo di Arbitrum e di tutti i layer 2.
Naturalmente le previsioni degli analisti non devono essere considerate come un consiglo finanziario, ognuno deve fare le proprie valutazioni in tema di investimenti.
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