Stop loss: cosa sono e come si usano nel trading online

Cosa sono gli stop loss? A cosa servono gli stop loss? Un trader alle prime armi sente parlare di stop loss ma ovviamente non sa di cosa si tratta. Cercheremo di rispondere a tutti questi dubbi.

Cos’è lo stop loss? Trattasi di uno strumento utile al trader al fine di limitare le perdite e indicare al broker il momento in cui chiudere la posizione. Rientra pertanto tra le prime buone regole del money management per limitare le perdite finanziarie.

Lo stop loss è molto utile per i trader alle prime armi, esposti a maggiori rischi. Un paracadute da aprire nel caso in cui le nostre analisi non andassero come speriamo.

Tuttavia, è sempre buona cosa dire anche che per fare trading online in maniera sicura occorra scegliere broker che abbiano licenza CONSOB e CYSEC. Rispettivamente le autorità di garanzia italiana ed europea in materia di mercati finanziari.

Inoltre i broker devono garantire servizi quali: un Conto demo per fare pratica quando si è agli inizi, al fine di non rischiare soldi veri quando si è inesperti; un servizio clienti in italiano quanto più disponibile possibile e facilmente raggiungibile (chat integrata, mail, Skype, numero telefonico); nessuna commissione e spread convenienti; grafici che spieghino chiaramente l’andamento della giornata finanziaria; news continue sulle notizie salienti di giornata, magari anche tramite sms alert.

Vediamo dunque cosa sono gli stop loss e come funzionano gli stop loss.

Attualmente la soluzione migliore per fare trading online è quella di sfruttare le piattaforme regolamentate. Ad esempio una ottima è quella del broker Scalable Capital. Si tratta di un broker autorizzato con servizi innovativi e commissioni basse.

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Stop loss cosa sono

Vediamo ora tecnicamente cosa sono gli stop loss. Esse sono strumenti finanziari molto utile in un mercato volatile come il Forex, nel quale si punta a indovinare il rialzo o sul ribasso del tasso di cambio.

Dovrà essere il trader a fare la scelta giusta, in base alle sue personali intuizioni e analisi. Il quale però dovrà quindi cercare di tutelarsi, nel caso in cui esse non siano corrette e vadano nel verso sperato. Del resto, il mercato finanziario, per quanto si sia ottimi calcolatori e trader esperti, è comunque molto imprevedibile e variabile.

Ecco che qui subentra la tecnica di trade management chiamata «stop loss» (traducibile in “stop alla perdita”). Il ruolo della stop loss è quella di porre un limite, noto e deciso a priori, alla perdita massima che si è disposti ad accettare qualora le cose non vadano bene.

A cosa serve stop loss

A cosa serve lo stop loss? Ad ottenere tre risultati:

  • modulare il capitale di rischio in funzione dei profitti attesi
  • evitare l’errore comune di non uscire dai trade perdenti (quando si dice «prima o poi tornerà a salire» ed intanto si conseguono perdite)
  • permette di chiudere in attivo i trade vincenti

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Come posizionare stop loss

Come si posizionano gli stop loss? Occorre innanzitutto dire che un’operazione in “buy” o in “sell” nel mercato Forex vuol dire entrare su un cambio ad un preciso livello di prezzo, che si misura in pip, che sarebbe la quarta cifra decimale dopo la virgola. Ecco tre regole per posizionare al meglio gli stop loss:

Selezionare un preciso prezzo di ingresso

Il consiglio è di non entrare mai in un investimento tramite un prezzo a caso, ma studiare un prezzo di ingresso ed entrare così sul mercato solo in quel punto. Facendo ciò, lo stop loss può essere piazzato a breve distanza rispetto al punto di ingresso, dove i prezzi possono arrivare solo qualora l’analisi fatta dal trader sul mercato fosse sbagliata.

Ecco quindi che lo stop loss permette di limitare i danni in caso di trade che risulti perdente, per poi analizzare di nuovo la situazione e al limite rientrare ad un prezzo che sia più favorevole.

Determinare in anticipo lo stop loss

Il trader deve stabilire prima il capitale che vuole rischiare (in pips o in denaro). Diventa di fondamentale importanza che lo stop loss preveda una perdita che sia minore rispetto al guadagno atteso dal trade. In pratica, il prezzo di uscita in perdita deve essere prossimo al prezzo di ingresso sul mercato rispetto al prezzo di uscita in profitto.

Realizzare un piano di trading prima di operare in maniera effettiva

Il trader deve analizzare e selezionare prima i prezzi di ingresso e di uscita sia in perdita che in profitto. Il trader deve prendere tempo al fine di studiare ed analizzare la situazione del mercato. Occorre poi evitare ingressi sul mercato che siano dettati dall’impulsività o basati su scarse informazioni.

Insomma, se è vero che lo stop loss ci garantirà perdite limitate, è anche vero che il lavoro va fatto prima, analizzando al meglio il mercato e facendo una previsione oculata sperando che sia quella vincente. Così da non dover stare incollati tutto il giorno dinanzi al Pc e intervenire ogni volta. Gli stop loss lavorano per noi, ma dobbiamo anche essere capaci di averli posizionati nel modo giusto.

Cosa significa posizionare lo stop loss

Cosa vuol dire posizionare lo stop loss? Significa scegliere un livello di prezzo che sia più basso (se si entra long) o più alto (se si entra short) al raggiungimento del quale l’operazione viene chiusa in automatico, consentendo così al trader di non incassare perdite del proprio denaro. Occorre quindi scegliere il livello di prezzo su cui posizionare lo stop loss, magari misurando la distanza espressa in pip, nel caso in cui sarà aperta una nuova posizione. Lo stop loss è uno strumento comodo in quanto non ci costringe a dover controllare di continuo l’andazzo della posizione aperta e ci farà evitare ogni rischio di incassare una perdita maggiore rispetto a quella premeditata.

Esempio di Stop loss

Facciamo un esempio pratico di Stop loss. Mettiamo il caso che con un prezzo di 1,13929 euro sia stata aperta una posizione in sell sul cambio EUR/USD all’altezza della linea tratteggiata in verde, puntando così ad un ribasso. Qualora invece il movimento sia verso il rialzo, si maturerebbe invece una perdita. Pertanto, la linea che sul grafico vedremo tratteggiata in rosso ,rappresenta pertanto il livello sul quale è stata posizionata la stop loss. Supponiamo di aver posizionato la stop loss su 1,14005. Così facendo la avremo posizionata a circa 8 pip di distanza che, in base ai lotti che stiamo scommettendo, ci darà una stima precisa della perdita massima che potremmo riscontrare.

Dove è meglio posizionare stop loss

Esiste un modo migliore in assoluto per posizionare la stop loss? No, poiché dipende dalle analisi che scaturiscono sul mercato. Ma anche da quanto il trader è disposto a rischiare. Potremmo avere ad esempio previsioni di mercato rosee e un trader disposto a rischiare molto (per cui posizionerà la stop loss molto in là) oppure previsioni di mercato nebulose e scarsa propensione al rischio.

Per cui lo stop loss sarà posizionato in maniera ravvicinata al livello di entrata. Tendenzialmente, comunque, gli esperti ritengono che lo stop loss ideale debba aggirarsi intorno ad un livello 3:1. Quindi, se ad esempio voglio guadagnare 300 pip, posizionerò la stop loss distante 100 pip dal prezzo di entrata scelto.

Ma ribadiamo: non esiste una tecnica certa ed assoluta per posizionare gli stop loss. Il punto di stop loss deve essere considerato come un «punto di invalidazione» dell’idea di trading con la quale il trader ha aperto la posizione. Quindi, quando il prezzo raggiunge questo punto, vuol dire che è meglio uscire da quella posizione per non conseguire più perdite.

Lo stop loss deve essere di tipo sostenibile, ovvero la perdita non deve intaccare in modo significativo il capitale a disposizione del trading. Generalmente, viene ritenuta accettabile uno stop loss sulla singola operazione che si attestri tra l’1% e il 2% del capitale a disposizione del trader. Anche se alcuni consigliano percentuali anche più alte, tipo fino al 5 e al 7 percento. Ma dipende sempre da quanto siete disposti a rischiare il vostro capitale. Sempre però mettendo in piedi una strategia di trading di una certa efficacia. Ma lo stop loss deve essere anche “intelligente”, vale a dire posizionato in punti strategici del grafico che stiamo osservando. In linea di massima, lo stop loss va posizionato sotto (per operazioni di tipo long) o sopra (per operazioni di tipo short) punti importanti di swing del mercato. I quali di volta in volta possono essere supporti o resistenze a livello grafico.

Un consiglio di tipo operativo, comunque, è quello di non posizionare lo stop loss proprio sotto o sopra gli swing identificati come sopra, ma lasciare “un po’ di respiro” ai prezzi. Vale a dire, lasciare un po’ di spazio tra il massimo o il minimo precedente e il proprio livello di stop loss. Si parla infatti in gergo di “false rotture”, giacché sovente questi livelli di prezzo vengono “sporcati” dai prezzi. La distanza dai punti critici di swing deve essere stabilita considerando la volatilità dello strumento su cui si opera. Posizionare uno stop in punti diversi del grafico, al solo fine di ridurre il rischio, aumenterebbe di molto la probabilità di vederlo scattare, con conseguente chiusura della posizione, per poi vedere i prezzi raggiungere l’obiettivo prefissato dal trader. Ciò è una conseguenza del cosiddetto “rumore del mercato”, vale a dire a quei movimenti che sono in larga parte dovuti alle operazioni di breve e brevissimo termine (lo scalping) che tanti trader mettono in piedi.

Un’altra considerazione che il trader deve fare quando si decide l’ampiezza dello stop loss è quella di poterlo poi accettare con serenità. Altrimenti il rischio è che il trader preso dall’ansia chiuda ancor prima la propria posizione. Ovvero, prima ancora che lo stop loss stabilito venga effettivamente raggiunto. E poi magari vedere che i prezzi stiano andando proprio nella direzione sperata e mangiarsi così le mani. Studiamo bene quindi dove posizionare lo stop loss e affidiamoci completamente a lui. Gli errori, e questo vale sempre, servono anche per non farcene commettere più.

Stop loss quando non va usato

Quando è il momento di non usare più gli stop loss. Diciamo che gli stop loss non vanno intese come le rotelline della bicicletta che i nostri genitori ci posizionano da bambini quando la usiamo la prima volta. Per cui ce ne mettono prima due, poi una e poi le tolgono definitivamente quando siamo diventati bravi. Con gli stop loss non funziona così. Ossia, non bisogna rinunciarci quando siamo diventati trader esperti. Anche il trader più esperto è a rischio e l’unico vantaggio che avrà sarà quello di sapere dove posizionare al meglio gli stop loss.

Stop loss garantito cos’è

Cos’è lo stop loss garantito? Magari ne avete sentito parlare ma non avete capito come funziona. O meglio, cosa lo differisce dallo stop loss non garantito. Dovete sapere infatti che gli stop loss non sempre funzionano come dovrebbero. Ci sono casi in cui i broker non li fanno scattare, utilizzando scuse come la mancanza di liquidità del mercato o il fatto che ci siano stati repentini cambi di prezzo. Ma è una scusa assurda, in quanto lo stop loss deve garantirci sempre contro ogni eventualità.

E così, anche quando li avrete piazzati in modo corretto, subirete una perdita. Ecco quindi che alcuni broker utilizzano i cosiddetti stop loss garantiti. Si pensi a piattaforme per il trading online molto rinomate ed affidabili come Plus500 ed eToro. I quali, appunto, offrono stop loss garantiti.

Plus500, ad esempio promette di far scattare lo stop loss garantito anche qualora il prezzo di mercato mostri all’improvviso un grande divario. Non a caso, come riportano le cronache finanziarie, i clienti di Plus500 non ebbero alcun problema durante la crisi del franco svizzero del 15 gennaio 2015. Certo, come naturale che sia, alcuni guadagnarono, altri persero soldi. In base alle loro previsioni giuste o sbagliate che fossero. Ma gli stop loss impostati scattarono regolarmente e nessuno, in ogni caso, perse più di quanto avesse depositato sul conto. Alcuni broker, invece, non furono di certo ugualmente trasparenti. Con la conseguenza che alcuni trader persero tanto.

Stop loss rischi

Quali sono i rischi di usare uno stop loss? Purtroppo, anche in questo caso, ci sono. Del resto, come ribadiamo sempre ad ogni articolo sul trading online, investire sui mercati finanziari comporta sempre un margine di rischio. E anche nel caso di questo paracadute, che potrebbe non aprirsi.

Quando può succedere? Quando si verificano dei “gaps” tra il prezzo di chiusura del giorno precedente ed il prezzo di apertura del giorno dopo. In parole povere, può verificarsi che durante la notte sia uscita una notizia tale per cui il mercato si trova ad aprire ad un livello di molto inferiore (o superiore) a quello registrato il giorno precedente.

Può quindi accadere che il prezzo di stop-loss venga “saltato”, vale a dire, non sia mai quotato sul mercato. Pertanto, l’unica cosa che resta da fare è prendersi una perdita più ampia di quanto avevamo messo in preventivo. Una situazione del genere è comunque abbastanza rara, ma può succedere, e anche sul mercato Forex.

Mettiamo il caso che dopo una notizia particolarmente negativa, la quotazione del dollaro-euro passi improvvisamente da 1.6000 a 1.6100, “saltando” di fatto gli stop-loss posti tra questi 2 livelli di quotazione. Certo, sul grafico giornaliero appare una barra continua che unisce l’high ed il low. Tuttavia, non è detto che tutti i prezzi inclusi in questa barra siano stati davvero trattati.

Take profit cos’è

Cosa sono i take profit? Vanno considerati come l’opposto degli stop loss. Per take-profit si intende infatti il livello che, se toccato dai prezzi, determina la chiusura della posizione in guadagno.

Quindi, se gli stop loss chiudono la posizione in perdita ma evitando ulteriori danni, i take profit sono strumenti che fanno chiudere la posizione al fine di conseguire un guadagno. Ed evitare il più classico del “chi tutto vuole, nulla stringe”. Ovvero, nel tentativo di guadagnare ancora, finisco invece per perdere posizioni.

Dove va posizionato il take profit? Diciamo che la situazione più semplice nella quale ci si può trovare, è quella nella quale la posizione viene aperta a seguito del completamento di una figura. In tale situazione, i livelli in corrispondenza dei quali è necessario chiudere la posizione (che sia in perdita o in guadagno) coincidono con i livelli-chiave della figura stessa. Nel caso di una posizione definibile “testa e spalle”, ad esempio, il take-profit verrà posizionato in corrispondenza del target della figura.

La situazione si complica quando la posizione viene aperta nel tentativo di seguire un trend del mercato. In tal caso, la scelta di stop-loss e take-profit deve basarsi soprattutto sull’eventuale presenza di resistenze o supporti storici che potrebbero, entrambi, ostacolare il proseguimento del trend o favorirlo.

Stop loss e take profit dinamici cosa sono

Un trader può anche scegliere di utilizzare sia stop loss che take profit dinamici (i cosiddetti trailing stop). Per fare ciò occorre scegliere una percentuale di rintracciamento dei prezzi che porti alla chiusura della posizione (stop-loss primario) e una percentuale di avanzamento dei prezzi (take-profit primario); ma anche alla scelta di un nuovo take-profit e ad un nuovo stop-loss.

Si tenterà così di seguire buona parte del trend in corso, proteggendo almeno una parte dei guadagni che gradualmente vengono raggiunti. In questo modo il problema si sposta sulla scelta della percentuale di riferimento, che occorre per chiudere la posizione o per alzare il livello di stop-loss.

Per effettuare questa scelta, il trader dovrebbe basarsi sull’entità della perdita che è disposto a conseguire, o sull’entità del guadagno a cui vuole rinunciare per non rischiare troppo. Tuttavia, tali elementi potrebbero portare alla scelta di valori poco incisivi. Sarebbe più opportuno impostare una percentuale che sia capace di determinare un’inversione di tendenza del mercato.

Se questa percentuale risulta così elevata da generare una perdita insostenibile, allora vuol dire che l’operazione scelta non genera profitti in relazione alla propria propensione al rischio e quindi sarebbe opportuno escluderla.

Stop loss, cos’è Risk reward

Quando si parla di Stop loss, si parla anche di Risk reward. Cos’è il risk reward?

Trattasi di uno stop loss che tiene conto della variabile risk-reward ratio e mette in relazione l’ammontare del guadagno atteso con l’ammontare della perdita attesa. Pertanto, in virtù di ciò, quanto più alto è il risk reward ratio di un trader più è desiderabile sarà il suo tipo di trade.

Ad esempio, il trader decide di acquistare Tenaris a 5 dollari e le previsioni ci dicono che il guadagno su questo genere di titoli sarà di 10 dollari. Ciò significa che il prezzo del titolo può salire fino a 15 dollari.

In questo caso, lo stop loss sarà fissato a 2.50 dollari, vale a dire il 50% del capitale investito per poter conseguire un guadagno di 10 dollari. Questo significa che il nostro risk-reward ratio sarà di 10:2.5 o 4:1. (al numeratore troviamo il ritorno e al denominatore il rischio).

Stop loss, cos’è trailing stop

Invece cos’è il trailing stop? Il sistema del trading stop loss usa un sistema dinamico che segue il prezzo.

Pertanto, alzi lo stop loss non appena il trade realizza. Un trailing stop è settato in base alla perdita che il trader è disposto a sopportare. In effetti tutti gli stop loss andrebbero gestiti in questo modo, salvo il caso in cui non si è interessati a tenere il titolo per un tempo infinito perchè interessa il suo dividendo.

Questo stop viene aggiornato al rialzo (per una strategia di tipo long) non appena il titolo realizza un guadagno della stessa percentuale dello stop stesso. Per fare un esempio: se il trader ha settato lo stop loss al 93% del prezzo di entrata, appena il titolo cresce del 7% sposterà lo stop al 100% del valore di entrata andando nella zona di “non perdita”. E continuerà così ad aggiornarlo non appena il titolo guadagnerà un altro 7% e così via.

Stop loss, time stops cosa sono

Cosa sono invece i “Time stops” nel mondo degli stop loss? In sostanza sono quegli stops che vengono imposti ad un trade che non riesce a posizionarsi già da un po’. E’ il caso ad esempio di quei titoli di aziende “dinosauri”, dove il titolo incontra un periodo definito “flat” per cui il suo prezzo rimane sullo stesso valore per mesi non facendo conseguire un profitto al trader.