Crollo in borsa: come proteggere i propri investimenti in caso di crisi

Il 2001 può essere visto come uno spartiacque tra ciò che sono stati gli anni ‘90 e ciò che sono gli anni 2000. Non solo per un fatto di calendario. Ma anche finanziario, in particolare, riguardo le crisi.

Se negli anni ‘90, specie nella seconda metà, la parte del leone sulle Borse l’hanno fatta le società quotate in Borsa di matrice tecnologica, con la crisi innescata dall’abbattimento delle Torri gemelle, si è posto fine a questa ondata.

Mettendo definitivamente una pietra sopra quello che era stata la bolla dei titoli dot-com. Già esplosa a metà marzo 2000, quando raggiunse il suo livello massimo a 5132.52 punti nel trading intraday. Prima di chiudere a 5048.62 punti.

Ma non solo. Da allora le crisi sono diventate ciclicamente più frequenti, più brevi ma con effetti più lunghi e devastanti sull’economia Globale. Dato che i mercati sono strettamente interconnessi tra loro. E basta la crisi di un mercato importante per trascinare con sé tutti gli altri.

Del resto, la crisi del 2008, innescata a sua volta dallo scandalo dei sub-prime e dal fallimento di un colosso finanziario come Lehman Brothers, ha avuto effetti devastanti per l’economia globale fino al 2012. L’economia statunitense ha ripreso a camminare solo dal 2010 e a correre solo anni dopo. Mentre quella europea gradualmente dal 2012, con quella italiana ancora dopo (2015).

Ed ora, la Pandemia da Coronavirus Covid-19 sta falcidiando tutto il Mondo. Con l’economia che si è completamente fermata, le Borse già andate in rosso da fine febbraio e una recessione che si preannuncia molto lunga e più devastante di quella scatenata dal 2008.

Anche perché, l’economia globale era già uscita con molte crepe da quest’ultima. E’ come se un edificio già provato da una forte scossa di terremoto, ne subisse un’altra ancora più forte.

Basti pensare che la Cina, il primo Paese che sta uscendo dall’emergenza, già ha fatto registrare un -15%. Sebbene occorra ovviamente rapportare questo dato evidente con la crescita elevata che stava facendo registrare quello Stato.

Ma cosa può fare il piccolo risparmiatore dinanzi a questi avvenimenti macroeconomici? Cerchiamo di capirlo di seguito.

Crisi per Coronavirus conseguenze

Le crisi economiche, solitamente colpiscono i più poveri nel breve periodo, in quanto i ricchi investono di più e cercano di andare short. Per esempio, l’influenza spagnola, colpì il reddito dei più ricchi del 5%.

Ma parliamo di un Mondo totalmente diverso rispetto a quello di oggi, dove i mercati sono interconnessi a livello mondiale e ci sono più asset in un portafogli. Non solo azioni, metalli preziosi o materie prime, ma anche immobili, valute Forex, criptovalute e indici azionari. Asset sorti nei decenni successivi.

Invece, nel lungo periodo colpiscono i più poveri. Non parliamo solo di servizi pubblici e welfare che vengono ridotti, oltre al lavoro dipendente che viene meno. Ma, per quanto riguarda i piccoli risparmiatori, anche il fatto che cerchino subito liquidità e si perdano gli investimenti a lungo termine. Proprio per far fronte all’oggi.

Poi naturalmente una crisi economica non colpisce tutti i settori indistintamente. Ci sono sempre settori più colpiti di altri, così come altri che addirittura ne beneficeranno.

Si pensi alle società farmaceutiche che in tempi di Coronavirus e quindi di ricerca del vaccino e di aumento di antidepressivi, fanno registrare un rally positivo. Mentre quelle tecnologiche o automobilistiche, possono andare in crisi per lo scarso interesse verso questo mercato, essendo preoccupati di altro ed essendo l’uscita di nuovi prodotti rimandata.

Come difendere investimenti durante crisi

John Fritzerald Kennedy amava ricordare che in giapponese “crisi” vuol dire “pericolo e opportunità”. E ciò vale anche per le Borse.

Ciò in quanto ci sono società che generalmente godono di ottima salute sui mercati e quindi, potrebbe essere una ottima opportunità acquistare le loro azioni quando il titolo crolla durante una crisi. Attendendo così il rally dettato dalla ripresa.

Quindi, si può pensare sempre ai titoli tecnologici come esempio principale. Società come Amazon, Tesla o i colossi telefonici potrebbero essere una ottima opportunità di investimento nei periodi di crisi. Acquistando le loro azioni tramite CFD.

Ovviamente, non occorre farsi prendere dalla fretta e difendere i propri investimenti studiando bene i mercati finanziari. Per esempio, vedere il comportamento di certe società dopo le grandi crisi del 2001 e del 2008. Verificare se le loro azioni si sono riprese alla grande come ci si attenderebbe.

Discorso opposto per i beni rifugio, i quali crescono proprio nei periodi di crisi. Ma poi subiscono un trend ribassista durante le riprese. Per esempio, si potrebbe investire al ribasso sull’Oro quando la ripresa economica si farà consistente.

Interessante potrebbe essere investire anche nel settore immobiliare. Oggi colpito da profonda crisi, ma che potrebbe riprendersi successivamente. Ovviamente, non è un settore miracoloso e la svalutazione si farà sentire. Già peraltro colpito pesantemente dalla crisi del 2008 e ripresosi solo in tempi recenti.

Si può pensare anche ad investimenti immobiliari in Paesi esteri, come Portogallo o Albania (quindi senza neanche spostarsi tanto dall’Italia). Dove il numero di italiani e di persone facoltose da tutta Europa sta puntando da tempo.

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