Previsioni Bitcoin 2018: quali sono le ultime stime?

Quali sono le previsioni per il Bitcoin per il 2018? A quanto arriverà il Bitcoin nel 2018? Quali sono le ultime stime sul Bitcoin? L’interesse verso il Bitcoin è cresciuto in modo incredibile nel 2017, e lo dimostra il fatto che questa criptovaluta, insieme ad altri termini come bolla, mercati finanziari, Congresso del Partito comunista cinese, Brexit, titoli tech ed India, sia stata tra quelle economiche la più cliccate su Google. In generale, il Bitcoin ha anche accresciuto l’interesse nei confronti dei mercati finanziari. Tanto da avvicinare anche i meno esperti a questo mondo, un tempo considerato solo roba per professionisti più esperti. Vuoi soprattutto le nuove tecnologie, che consentono di fare trading comodamente quando e dove si vuole, tramite uno smartphone o un tablet.

In Corea del sud, ad esempio, il governo è stato costretto ad una stretta sulle piattaforme che trattano il Bitcoin, in quanto è esplosa una pericolosa febbre che ha investito un po’ tutti. Affidandosi così spesso anche a piattaforme truffaldine, che hanno già mandato in bancarotta un po’ di famiglie. Del resto, i truffatori pure sanno quando approfittare del boom del momento, immettendo sul mercato merce falsa e contraffatta. O appunto finti sistemi che garantiscono una vittoria certa (ricordate lo scandalo dei Gratta e vinci falsi?). Investire in Bitcoin e in criptovalute in generale, per quanto possa apparire un giochino virtuale fatto di numerini, colore verde e rosso e grafici, è in realtà una attività speculativa molto pericolosa da svolgere con parsimonia.

Ma torniamo alla domanda di partenza: qual è la previsione sul Bitcoin del 2018? Cerchiamo di mettere insieme tutti i fattori.

Bitcoin, la cavalcata del 2017

Il Bitcoin nel 2017 è stato protagonista di una cavalcata incredibile. Lanciato nel 2009 dal misterioso Satoshi Nakamoto, uno pseudonimo dietro cui si cela l’ideatore di questa moneta digitale e del sistema Blockchain in generale (anche se per qualcuno si tratterebbe di più persone data la complessità del tutto), il Bitcoin è stato fino al 2012 roba per Nerd e pochi trader con un alto senso degli affari. Gli stessi che poi si sono arricchiti incredibilmente. Poi dal 2012 i media hanno cominciato a parlarne, e la sua quotazione sui mercati finanziari ha iniziato a crescere leggermente. Sono iniziati ad arrivare i primi ATM e i primi timidi utilizzi nell’economia reale (l’Università di Nicosia, in Cipro, nel 2014 ha iniziato ad usarli per pagare le tasse universitarie). Mentre le piattaforme per l’e-commerce non la prevedono ancora, se non tramite il filtro di intermediari.

Nel 2017 poi la svolta. A gennaio il valore del Bitcoin ha sfondato per la prima volta quota mille dollari, facendo così iniziare un picco speculativo che nel corso dei mesi a venire non ha fatto altro che crescere. Si è diffusa la convinzione che i Bitcoin e le altre criptovalute fossero l’asset del futuro. E quindi record dopo record si è giunti ai 4mila dollari di agosto, gli 8mila di ottobre, i 10mila di novembre e i quasi 20mila di inizio dicembre. Tutti hanno iniziato a parlare di Bitcoin, ad interessarsi, a chiedersi dove sarebbe arrivato. Ma la criptovaluta ha trovato resistenza a 19mila dollari, per poi iniziare a scendere e a trovare stabilità intorno ai 13mila dollari.

Nel corso del 2017 sono arrivati vari eventi riguardo il Bitcoin. In positivo il più importante senza dubbio è stata l’emissione da parte della Borsa CME di Chicago di emettere Futures sui Bitcoin. Una fondamentale legittimazione, visto che stiamo parlando della più importante Borsa di derivati al Mondo. Prima ancora della CME di Chicago, però, il Chicago Board Options Exchange (CBOE) ha ricevuto l’approvazione da parte della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) degli Stati Uniti per elencare i contratti futures bitcoin sulla sua piattaforma di trading e in borsa. Ciò vuol dire che CBOE offrirà il trading di futures bitcoin su CFE, la sua borsa dedicata specificamente ai future. I future verranno negoziati sul CFE con il simbolo “XBT”.

Sono però anche arrivati dei duri colpi, come lo stop da parte di Cina e Russia, Paesi dall’economia controllata che non vedono di buon occhio la criptovaluta. Ritenendola uno strumento per facili speculazioni e un modo occulto per finanziarie attività illecite e far entrare capitali stranieri. Sebbene, come vedremo, la Russia starebbe pensando ad una apertura nei confronti del Bitcoin. Così come la Cina, che prima ha reso fuorilegge le ICO (raccolte fondi per trovare finanziamenti in favore di start up, molto utilizzate per lanciare criptovalute, ma anche potenziali scatole vuote create per intascare denaro). Aperture che potrebbero far alzare a dismisura il suo prezzo, così come altri progetti di altri Stati. Poi sono arrivati anche vari Fork, di cui il più importante quello del Bitcoin Cash. Criptovaluta diventata nel giro di poche settimane tra le più scambiate. Che però non hanno scalfito la sua inesorabile ascesa.

Bitcoin, eventi che nel 2018 potrebbero incrementarne il prezzo

Ecco alcuni importanti eventi che potrebbero riguardare il Bitcoin

La Russia apre al Bitcoin?

Il 2018 potrebbe vedere ancora come protagonista il Bitcoin. Anche perché potrebbero arrivare delle decisioni molto importanti in suo favore. A partire dalla succitata Russia, sebbene sappiamo quanto le notizie che arrivano da lì siano sempre criptiche. A fine 2017 sul web si era diffusa la notizia che secondo un alto funzionario governativo, si prevede che le nuove leggi sulle criptovalute verranno introdotte per la considerazione ufficiale della legislatura nazionale russa il 28 dicembre.

Fonti dei media russi RIA e TASS hanno citato i commenti del parlamentare Anatoly Aksakov, il quale presiede il comitato dei mercati finanziari della Duma (il parlamento russo). Secondo Aksakov, le nuove regole formalizzeranno la creazione e lo scambio di criptovalute come il Bitcoin. Già nel settembre 2017, il presidente del Comitato dei mercati finanziari della Duma ha ritenuto che il lavoro poteva essere concluso prima dell’inverno. Ad oggi però non sono arrivate novità a riguardo.

La Russia ha deciso di bandire il Bitcoin e le criptovalute nell’ottobre 2017 per pericoli potenziali riguardanti il riciclaggio di denaro sporco e casi legati a problemi di identificazione. Le criptovalute sono definite tali proprio perché all’interno della Blockchain mittente e destinatario restano anonimi e noti solo a chi fa parte del sistema. Sebbene ci siano criptovalute dove vengono criptate anche l’identità di chi effettua la transazione e l’importo, al punto da essere tacciate di favorire operazioni illecite.

Il Ministro delle Finanze russo Anton Siluanov ha però anche aggiunto che il governo russo è al contempo intenzionato a regolamentare il mercato delle criptovalute, controllandone direttamente i flussi in collaborazione con la banca centrale e coinvolgendo il Federal Tax Service per tassare coloro che le possiedono. Intanto, i siti che praticano la compravendita di Bitcoin e delle altre monete digitali sonostati resi inaccessibili a livello nazionale.

Il direttore della banca centrale Sergei Shvetsov ha affermato che le autorità russe ritengano che per i loro cittadini e per le aziende russe “l’uso di queste criptovalute come veicolo d’investimento comporti rischi irragionevolmente elevati”. Molto scettico nei confronti delle criptovalute è anche lo stesso Presidente russo Vladimir Putin, il quale ritiene che l’uso delle criptovalute comporta seri rischi, tra cui il riciclaggio di denaro, l’evasione fiscale e il finanziamento del terrorismo. Inoltre, teme che in caso di bolla e collasso del sistema, nessuno ne pagherà legalmente essendo un sistema virtuale. Lo scopo del bando, conclude, è quello di proteggere in modo affidabile gli interessi dei cittadini, del business e dello Stato e fornire le garanzie legali per l’uso di strumenti finanziari innovativi.

Siamo comunque in attesa di una regolamentazione da parte della Russia, che sarebbe una importante apertura di uno dei mercati più potenti del Mondo. Anzi, ad ottobre si è anche parlato della possibilità che il governo Russo apra una sorta di cittadella dedicata al mining di criptovalute, ai confini con la Cina. Un mega-hub internazionale dove potrebbero accorrere le società che si occupano di mining di Bitcoin. Del resto, questa attività è diventata molto dispendiosa e faticosa, tanto che si stanno creando dei mining pool (appunto dei monopoli). Con società che si stanno trasferendo verso i Paesi dell’est Europa proprio perché lì la corrente elettrica costa meno (il mining di Bitcoin e delle criptovalute prevede che i dispositivi restino accesi per ore, tutti i giorni).

Ma si è parlato anche dell’avvio di una propria criptovaluta: il CriptoRublo. In questo modo, la Russia avrebbe una moneta digitale controllata dallo Stato. Ma ciò farebbe venire meno i presupposti principali di una criptovaluta: l’anonimità e la decentralizzazione. Anche il Kazakistan, Paese vicino alla Russia sia geograficamente che politicamente, sembra intenzionato a lanciare una propria moneta digitale.

Anche la Cina aprirà al Bitcoin nel 2018?

Anche la Cina, sempre ad ottobre 2017, ha deciso una stretta nei confronti del Bitcoin. Partendo dalle Ico (Initial Coin Offering). Una scelta che fece già perdere valore al Bitcoin, che perse il 7,2%, toccando quota 4530 dollari, dai 5mila a cui era arrivato. Sebbene poi sappiamo che si sia trattato di una flessione momentanea. Le Ico, come abbiamo visto, sono un metodo utilizzato per raccogliere fondi al fine di lanciare un progetto, come appunto una criptovaluta. Ma sono anche definite “white papers” in quanto a parte i buoni propositi, non c’è alcuna garanzia per chi investe. Non a caso, non poche sono le Ico rivelatesi un fallimento.

Come riportato allora dal quotidiano cinese Caixin, oltre il 90% dei progetti Ico potrebbe aver violato le leggi di raccolta di fondi o essere casi di frode. La percentuale di progetti che avevano effettivamente raccogliendo fondi per gli investimenti si attesta a meno dell’1%. Quindi il rischio frode è altissimo e si sa, in Cina le frodi sono punite severamente. In realtà, anche la SEC (Security Exchange Commission) statunitense, sempre nel mese di ottobre 2017 ha manifestato perplessità nei confronti delle ICO. E ha inizialmente paventato la possibilità di una stretta nei loro confronti. Poi non più verificatasi. Ma per fortuna ci sono anche criptovalute nate da ICO dal grande successo. Si pensi ad Ethereum, creata proprio da un diciannovenne russo: Vitalik Buterin. La quale si distingue dalle altre criptovalute in quanto, oltre ad essere una semplice moneta digitale, consente anche di creare smart contracts. Contratti digitali applicabili ad ogni settore commerciale. Ethereum è diventata ben presto l’alter ego di Bitcoin e seconda stabilmente per volume di transazioni.

Ma dopo la scelta sulle ICO, un’altra stretta del governo cinese ha riguardato proprio le criptovalute. Secondo quanto diffuse “China Business News”, media ritenuto largamente autorevole, le autorità di Pechino, dopo aver messo un freno alla quotazione sul mercato di nuove monete elettroniche, avrebbero imposto anche il blocco degli scambi sulle borse dedicate a questo nuovo fenomeno. Lo stop ha colpito BTC China che ha deciso di chiudere le sue attività sulla criptovaluta. Si tratta di una delle maggiori piazze in Cina per questo tipo di scambi.

Come la Russia, però, anche la Cina potrebbe tornare sui propri passi. In quanto difficilmente potrà ancora privarsi a lungo di un asset così importante. Un passo verso il Bitcoin è previsto per questi mesi e potrebbe essere un nuovo assist per questa criptovaluta.

La Svizzera e le tasse in Bitcoin

A Chiasso, Cantone italiano svizzero, dal 2018 si potranno pagare le tasse direttamente in Bitcoin. Il comune di Chiasso sarà il primo svizzero a consentire il pagamento delle imposte fino a un limite di 250 franchi, superando i 200 impostati da Zurigo, prima città al mondo a prevedere il pagamento di imposte locali in Bitcoin.

Anche la vecchia Europa guarda al Bitcoin con interesse

L’Unione europea non può guardare dall’altra parte, sebbene il Presidente della Bce Mario Draghi è già stato chiaro: “Nessuno stato membro può introdurre una propria valuta. La valuta dell’Eurozona è l’euro”. Parole dirette all’Estonia, che ha espresso l’intenzione di introdurre una moneta virtuale chiamata ‘estcoin’. Ma a parte ciò, Bruxelles ha inserito per i prossimi anni finanziamenti per 5 milioni di euro per startup, previsti dal programma Horizon2020, anche in materia di blockchain. Il Bitcoin ha dunque fatto rumore anche nelle vecchie orecchie poco uditive dell’Europa.

Bitcoin, arriva la mazzata dalla Corea del sud?

Sull’andamento del Bitcoin nel 2018 potrebbe incidere pesantemente la possibile messa al bando del Bitcoin da parte della Corea del sud. Una mazzata che sarebbe incredibile, e che potrebbe portare ad un crollo del Bitcoin. Motivo? La Corea del Sud è un dei paesi del mondo dove le criptovalute sono più popolari: è il terzo paese mondiale per quantità di investimenti nel settore. In particolare, le opzioni binarie sembrano essere lo strumento preferito per scommettere sul Bitcoin, data la facilità di questo metodo. Il ministro della Giustizia sudcoreano Park Sang-ki ha annunciato che il governo sta preparando una legge per vietare lo scambio di criptovalute sulle piattaforme online locali, una decisione simile a quella presa nelle scorse settimane dal governo cinese.

Tuttavia, il provvedimento non sarà immediato, dato che lo stesso Park ha ammesso che ci vorranno dei mesi prima che il piano del governo venga approvato dal parlamento e diventi eventualmente legge. Tuttavia, è bastato questo annuncio per provocare una grande quantità di vendite nel paese, e quindi l’abbassamento del valore generale di molte criptovalute. Lo stesso Bitcoin è passato dai 15mila dollari ai 13mila dollari.

Già prima di questo annuncio, le autorità sudcoreane avevano perquisito le sedi di Coinone e Bithumb, due Exchange molto utilizzati per scambiare e vendere criptovalute, lasciando intendere che nel paese fossero in corso misure per regolamentare e contenere il settore. Peraltro Bithumb nel maggio 2017 ha subito un pesante attacco hacker che ha coinvolto i dati di ben 32mila utenti.

Considerando quanto sta accadendo in Cina, dove, come abbiamo visto, sono state messe al bando le Ico prima e le criptovalute poi, si capisce quanto i governi asiatici si stiano rendendo conto che quello delle criptovalute è un settore che ha raggiunto dimensioni enormi e incontrollate. Malgrado il fatto che sia molto rischioso soprattutto per i piccoli investitori e per quanti non sono dotati di particolare formazione in materia.

Occorre però anche dire che, anche qualora il provvedimento paventato dal governo sudcoreano dovesse entrare in vigore, i cittadini di Seul e delle altre città potranno continuare a fare transazioni con le criptovalute utilizzando piattaforme straniere. E ciò dovrebbe mitigare il crollo del Bitcoin.

Bitcoin previsioni 2018

Quali sono le previsioni sul Bitcoin per il 2018? Ecco cosa dicono otto esperti a riguardo:

1. Ray Van-Petersen di Saxo Bank

Partiamo con quanto dice Van-Petersen in quanto ha utilizzato dichiarazioni controverse. In un’intervista dell’11 Dicembre a bloomberg.com, Van-Petersen ha dichiarato che prevede un’ascesa del Bitcoin nei prossimi 6-18 mesi. Van-Petersen, in particolare, prevede che il Bitcoin potrà arrivare in un range compreso tra i 50mila e i 100mila Dollari. Vista la volatilità del mercato, però, e viste le incertezze dovute alla recente introduzione degli ETF, potrebbero esserci rintracciamenti repentini, fino al 50% del valore iniziale.

Quindi per Van-Petersen, il Bitcoin continuerà a volare. Ma aggiunge un altro particolare interessante: l’ascesa del Bitcoin potrebbe coinvolgere tutte le criptovalute e non esclude che qualche altra crypto possa performare meglio del Bitcoin. Ma parlavamo anche di un aspetto controverso. Van-Petersen in un’altra previsione, pubblicata sulle “Outrageous Predictions” che Saxo Bank fa uscire ogni fine anno, ha affermato che il Bitcoin crescerà oltre i 60mila dollari, ma prevede anche che nel 2019, lo scenario rialzista potrebbe trasformarsi in ribassista a causa di possibili mosse proibizioniste da parte di Russia e Cina. Pertanto, il Bitcoin potrebbe tornare al valore di gennaio 2017 di mille dollari. Un crollo incredibile.

Tale previsione non sembra però verosimile, in quanto il ban di Cina e Russia è già avvenuto lo scorso ottobre 2017 e abbiamo visto quanto il prezzo del Bitcoin non abbia fatto altro che lievitare.

2. Ronnie Moas di Standpoint Research

Novembre 2017 ha tolto qualche certezza a Ronnie Moas, stock picker e fondatore di Standpoint Research. Tuttavia, la bull race del Bitcoin di inizio dicembre dello stesso anno, ha costretto Moas a rivedere le proprie previsioni per l’inizio del 2018 ben 3 volte. Prima prevedendo un range compreso tra gli 8mila e gli 11mila Dollari, poi arrivati a 14mila ed infine a 20mila Dollari. Qual è sarà il prezzo giusto? Il Bitcoin ha già sfiorato quota 20mila a dicembre 2017, per poi trovare resistenza. Ma chissà che non torni a salire verso questa quota.

3. Tom Lee di Fundstrat

Tom Lee ha invece dato una previsione sul Bitcoin più conservativa, ma basa la propria analisi su di un modello che valuta il numero di utilizzatori del Bitcoin nel tempo. Questo tipo di equazione aveva spinto Lee a prevedere una crescita del 40% del BTC da metà Novembre 2017 fino a fine anno. Lee aveva previsto quota 11500 dollari, cifra che per il momento è già stata sorpassata. Questo però non significa che il suo modello non funzioni. Secondo un teorema di George Gilder, il valore di una rete sarebbe proporzionale al quadrato degli utenti della rete stessa nel tempo. Lee ha utilizzato due variabili per adattare questo modello alla blockchain: il numero di indirizzi unici ed il volume di transazioni per utenti. Egli ritiene che questo modello è molto ben correlato con l’andamento del prezzo del BTC, riuscendo a spiegare il 94% dei movimenti di prezzo.

Lee forse non ha preso in considerazione l’avvento degli ETF, i quali hanno generato un hype finora mai visto sul mercato. E forse questa è la ragione del gap tra la sua previsione e quanto fatto realmente dal Bitcoin. Comunque, non ci è andato tanto lontano, visto che la sua previsione è 11500 dollari e il Bitcoin si trova da inizio gennaio tra i 13mila e i 15mila.

4. Clif High di halfpasthuman.com

La metodologia di raccolta utilizzata da Clif Highdati si basa invece su web bots e sull’analisi del linguaggio. Nel febbraio 2017 High aveva previsto che il Bitcoin sarebbe stato valutato 13800 dollari a Marzo del 2018. In effetti, se il Bitcoin si mantiene come adesso, ha praticamente azzeccato previsione in un periodo in cui la criptovaluta si avviava verso i 2mila dollari. Ma non si pensava potesse fare quei numeri. Questa previsione è molto interessante se si pensa che risale a quasi un anno fa. High ha poi previsto che il Bitcoin raggiungesse i 20mila Dollari verso autunno 2018. Questa cifra è già stata raggiunta ad inizio dicembre 2017, ma potrebbe anche essere il valore del Bitcoin per quel periodo.

5. David Drake di LDJ Capital

A fine Novembre 2017, al The Motley Fool, David Drake ha previsto che il Bitcoin potesse salire ancora fino a raggiungere i 20mila dollari nel 2018. Proprio come quella di Clif High, ma basata sulla semplice osservazione di domanda ed offerta. Considerato che l’offerta è limitata ma la domanda è in costante crescita, per Drake il prezzo è destinato a salire. Del resto, come noto per il Bitcoin è prevista una emissione massima di soli 21 milioni di unità e restano solo poco più di 4 milioni da essere minati. E una vecchia regola economica vuole che più un bene diventi raro, più aumenti il suo valore. Varrà anche per il Bitcoin?

6. John McAfee di MGT Capital Investments

John McAfee, già candidato alla Casa Bianca per il Libertarian Party, è lautore della più discussa tra le previsioni sul Bitcoin per il 2018. McAfee, aveva previsto un rialzo per il Bitcoin a 5mila dollari entro fine 2017. Previsione però lontana di molto da quanto poi accaduto. Per poi predire che il Bitcoin avrebbe raggiunto quota 500mila dollari entro il 2020. tuttavia, alla luce di quanto stava facendo il Bitcoin a fine novembre 2017 (quando aveva sfondato quota 10mila dollari) McAfee ha alzato la sua previsione in una trasmissione televisiva, dicendo che si sarebbe mangiato il suo organo genitale qualora il BTC non avesse raggiunto la valutazione di 1 Milione di Dollari entro il 2020.

7. Mike Novograts, miliardario ed ex hedge-fund manager

Per parlare di soldi, non si può non prendere in considerazione quanto dice un miliardario come Mike Novograts, che nel corso del 2017 aveva dichiarato di aver allocato il 20% delle proprie fortune in Bitcoin ed Ethereum. Orbene, anche egli ha dovuto rivedere le proprie stime al rialzo alla luce delle straordinarie performance del Bitcoin. Dopo aver previsto un valore del BTC pari a 10mila dollari entro la fine del 2017, Novograts ha dichiarato che il Bitcoin potrebbe valere ben 40mila dollari alla fine del 2018. A differenza di quanto accade per le commodities, quando si comprano questi coins non c’è una risposta dell’offerta, per cui essi sono un sogno per gli speculatori. Proprio perchè non aumenta la produzione di coins, se se ne comprano di più e ogni movimento di prezzo diventa esagerato. Tanto verso l’alto quanto verso il basso. Anche correzioni del 50% potrebbero essere inevitabili per il futuro del Bitcoin.

8. Warren Buffett di Berkshire Hathaway

Warren Buffet viene definito l’oracolo di Omaha ed è il secondo uomo più ricco al mondo, considerato un Guru del trading. Orbene, Buffet ha previsioni molto negative nei confronti del Bitcoin. Dopo averlo definito un “miraggio” nel 2014, non ha cambiato la sua opinione a riguardo anche nel corso del 2017, mentre tutti si lasciavano abbagliare dai luccichii sfavillanti della criptomoneta.

Secondo Buffet, il Bitcoin non può essere valutato perché è un asset che non produce valore. Infatti, secondo Buffet, che ha iniziato a fare trading praticamente dall’età di 12 anni, il valore del Bitcoin è dato dalla speculazione dei trader e non è insito. Un po’ come accade per l’oro. E tira in ballo quanto accaduto nel 1637 in Olanda con i semi di tulipano, il primo caso di bolla finanziaria accaduto nella storia. O, un altro esempio, sono quelli dei titoli dei siti dat-com di fine anni ‘90.

Buffet considera il Bitcoin un asset che non produce valore ed è dunque impossibile prevedere il suo andamento futuro. Per questa ragione la definisce una bolla sulla quale non è una buona idea investire. Già nel marzo del 2014 Warren Buffet spiegò che l’enorme valore intrinseco che ha accumulato il bitcoin doveva essere solo uno scherzo, considerando che si tratta di un metodo di trasmissione di denaro, come gli assegni. Per cui, egli si domanda: possono gli assegni apprezzarsi solo perché permettono transazioni di denaro? Tuttavia, sono passati 3 anni e da allora il valore del Bitcoin è letteralmente esploso.

Warren Buffet, per lo stesso motivo, non investe neanche sull’oro. Il motivo principale è sempre quello: l’oro non produce nulla. Buffet ammette che un piccolo utilizzo dell’oro esiste, ma è marginale, come l’utilità industriale e decorativa. Non certo capace di coprire da sola l’intera produzione. Facendo un paragone con l’oro, secondo Warren Buffet è l’istinto del gregge a far sì che un’oncia d’oro possa valere così tanto. Se il suo valore intrinseco resta immutabile nel tempo, ciò che cambia è il valore che le si dà.

A fargli eco Charlie Mungeril, Vice Presidente di Berkshire Hataway, la società di Warren Buffet. Egli ha parlato senza mezzi termini di “pura follia” intorno al Bitcoin e ha liquidato il fenomeno finanziario del momento in questo modo: “dove c’è un incentivo maggiore, succedono le cose peggiori”.

Previsioni Bitcoin 2018, verso quota 500mila dollari?

Come visto, ognuno ha il suo parere discordante sul Bitcoin. E non può essere altrimenti considerando l’alta volatilità di questo asset. E la paura che sia una bolla speculativa che è sempre dietro l’angolo. Non sono pochi però quelli che ritengono che il Bitcoin raggiunga quota 500mila dollari. Come Peter Smith, ceo e cofondatore di Blockchain, società hi-tech specializzata in dati e finanza, e Jeremy Liew, primo investitore di Snapchat.

Il primo riguarda le rimesse, che sono probabilmente l’attività che meglio si presta ai sistema monetario Bitcoin (basse commissioni, nessun limite di importo, garanzia dell’anonimato e sicurezza delle transazioni). Secondo i dati della Banca Mondiale le rimesse effettuate tramite la criptovaluta più utilizzata al mondo valgono oggi lo 0,75% del Pil mondiale.

Poi, come spiegano i due su Business Insider, occorre sommare altri fattori. Come ad esempio l’incertezza politica che vige da quando è salito alla Casa Bianca negli Stati Uniti, nel Regno Unito da quando è passata la Brexit e nelle nazioni in via di sviluppo. Ciò potrebbe rendere il Bitcoin una moneta rifugio in situazioni di rischi geopolitici ed economici, dato che, come noto, sfugge da ogni controllo governativo e bancario.

Poi c’è la tecnologia, che ha diffuso le transazioni mobili: l’aumento delle transazioni cashless, l’utilizzo maggiore degli smartphone e gli investimenti della telefonia mobile, non faranno altro che beneficiare il Bitcoin. Che sarà sempre più vista come moneta digitale da questa nuova fascia di consumatori all’avanguardia e affamati di tecnologia. In futuro potremmo assistere anche all’acquisto di case tramite Bitcoin. Come del resto già consente di fare da pochi giorni in quel di Roma il gruppo Barletta. O quanto sta avvenendo nel Medioriente con la realizzazione di edifici avveniristici pagati in petrolbitcoin.

Smith e Liew hanno quindi elaborato un modello matematico che li ha spinti a fissare il valore di Bitcoin al 2030 a quota 500mila dollari. Il che significa una cavalcata inesorabile per i prossimi 12 anni e quindi anche per questo 2018. ciò accadrà grazie al fatto che la rete degli utenti crescerà di 61 volte nei prossimi 13 anni e nel 2030 rappresenterà il 5% della popolazione mondiale. Del resto, basta guardarsi indietro e vedere che dal 2013 al 2017 la rete è cresciuta da 120mila a 6,5 milioni di utenti, con un tasso di aumento che, se confermato, porterebbe la quota degli utilizzatori di Bitcoin a 400 milioni nel 2030.

Ma una spinta importante arriverà anche dagli investitori istituzionali, i quali spingeranno secondo i due analisti la capitalizzazione di mercato verso i 10 trilioni di dollari e il valore dei Bitcoin medio per utente sui 25mila dollari. Oggi, calcolando una capitalizzazione di mercato di oltre 19 miliardi e 6,5 milioni di utenti, lo stesso valore si attesta sui 2.500 dollari in Bitcoin.

Dunque, da quanto detto fino ad ora si intuisce quanto le cifre che ballano intorno al Bitcoin siano alquanto discrepanti. Questo asset ha già mostrato tutta la propria volatilità e si sa che i mercati finanziari siano suscettibili ad ogni minimo evento. Importante sarà comunque vedere cosa decideranno Cina e Russia, poiché se i loro mercati si apriranno (seppur con delle restrizioni) al Bitcoin, si apriranno anche scenari molto importanti. E la quota 500mila dollari non sarà di certo un’utopia. Se così fosse, nel 2018 il suo valore potrebbe già salire verso i 50mila dollari. Ciò che raccomandiamo è comunque tanta prudenza e di affidarsi a piattaforme regolamentate e che non promettono facili guadagni senza la minima conoscenza in materia.