Platino, come investire in questo metallo poco conosciuto

Quando si parla di metalli preziosi, si pensa sempre ed esclusivamente ad oro e argento. In realtà, c’è anche un altro metallo che vanta anche un discreto utilizzo commerciale: il Platino. Non solo nella gioielleria (per realizzare collane, bracciali, anelli, pendenti, ecc., ma anche, in virtù della sua brillante finitura bianca, come ottimo complemento a pietre preziose o diamanti), ovviamente, ma la maggior parte di Platino estratto (il 60%) viene adoperato nel settore automobilistico per la realizzazione di marmitte catalitiche. Ossia marmitte poco inquinanti e dunque adatte alla crescente consapevolezza ecosostenibile.

Investire nel Platino si può e rappresenta anche un buon investimento. Sia perché è, come vedremo, molto richiesto sul piano della produzione industriale. E per più svariati settori. Sia perché, in fasi di “tormenta finanziaria” si presta come valido bene “rifugio”. Di seguito vi diamo dunque qualche notizia generica sul platino e come è possibile investirci.

La natura del Platino

Il platino è un metallo ed elemento chimico contrassegnato con la sigla Pt. Presenta il vantaggio di essere molto malleabile e duttile, solo dopo i succitati oro e argento. Ha un colorito sul bianco verso il grigio. Altro vantaggio è che è molto resistente alla corrosione, sia chimica che dovuta a temperature elevate. Tuttavia, può corrodersi se a contatto con cianuri, alogeni, zolfo e alcali caustici. Vanta anche importanti proprietà anti-ossidanti e non può essere sciolto né da acido cloridrico né da acido nitrico. Bensì solo dalla cosiddetta acqua regia, una miscela che lo trasforma in acido cloroplatinico. In natura, viene estratto da solo, ma tracce è possibile trovarle anche in minerali come nichel o rame.

Dove viene utilizzato il platino

Le caratteristiche vantaggiose sopra rappresentate, fanno sì che il platino venga sfruttato in più campi. Oltre a gioielleria e settore automobilistico succitati, il platino viene utilizzato in altri svariati settori: per la realizzazione di conduttori elettrici; per la produzione di connettori per cavi HDMI; per realizzare attrezzi da laboratorio; per produrre contatti elettrici; per gli attrezzi utilizzati in odontoiatria; per produrre catalizzatori per l’industria chimica. Ancora, alcuni composti del platino, come il cisplatino, vengono largamente usati per la realizzazione di farmaci antitumorali. Nell’antico Giappone, veniva utilizzato anche per realizzare Kimoni di lusso. Nel Museo di Tokyo è conservato un kimono da sposa realizzato interamente in fili di platino. Il suo valore è stimato in circa un milione di dollari.

Scoperta del Platino e Paesi che ne posseggono di più

Non è un caso che la parola platino abbia origini spagnole, in particolare dal termine platina. Un diminutivo del termine Platina, che in spagnolo vuol dire argento. Infatti, gli spagnoli cercavano soprattutto l’argento e quando trovavano del platino (dalla colorazione molto simile) usavano questo diminutivo quasi come un dispregiativo. Traducibile in “argentaccio”.

Gli occidentali hanno scoperto tardi il platino. Solo a partire dal 1500, quando i primi europei entravano in contatto con le popolazioni precolombiane del Sudamerica. Le quali invece ne facevano uso da molto prima. L’umanista italiano Giulio Cesare Scaligero (1484-1558) lo descrive come un misterioso metallo trovato nelle miniere del Darién (Panama) e del Messico. Ed impossibile da fondere con i metodi utilizzati fino a quel momento dagli spagnoli. Fu solo a partire dal 1700 che si ebbe da parte dei colonizzatori europei, specie in Perù e Colombia, una maggiore consapevolezza sul Platino. Qualche tempo dopo, per un certo periodo seppur breve, il platino fu ritenuto dagli occidentali anche più prezioso dell’oro.

I Paesi che sono più ricchi di platino, oltre alla Colombia, sono Sudafrica, Russia, Canada Zimbabwe, Stati Uniti.

Come investire in Platino

Dopo questa panoramica sul platino, vediamo come è possibile investire nel platino. Le vie per farlo sono quattro:

  1. ETF azionari;
  2. Futures sul Platino;
  3. acquisto di platino fisico;
  4. azioni di società quotate in borsa.

Gli ETF sul platino

Per ETF si intende con un acronimo il termine exchange-traded funds. Sono diventati molto diffusi di recente tra quanti intendono investire nel Platino, giacché la natura di questi titoli riduce ai minimi termini i costi da sopportare e si mostrano più convenienti, essendo uno strumento finanziario, rispetto al detenere platino fisico. Occorre però dire che, rispetto a quanti ETF si trovano per oro e argento, per quanto concerne il platino ne troviamo meno disponibili. Tuttavia, non mancano proposte interessanti.

Si pensi agli ETF del Securities Physical Platinum Shares (contrassegnati con acronimo PPLT), legati a quelle società preposte al mantenimento di platino fisico in cassette di sicurezza con sede in vari paesi europei. Poi abbiamo gli iPath DJ-UBS Platinum Sub-Index TR ETN (PGM) e UBS E-TRACS Long Platinum TR ETN (PTM). Per quanti invece preferiscono investimenti a breve termine, il Features ideale è E-TRACS UBS Short Platinum ETN (PTD).

Futures sul Platino

Per quanti scelgono i Futures del platino andranno incontro a contratti commerciali delle dimensioni di 50 once troy cadauno. Il cui prezzo indicizzato viene stabilito in dollari americani. Tali contratti sono commercializzabili fino al terz’ultimo giorno lavorativo del mese di consegna. Invece il platino che viene commercializzato deve avere una purezza prossima al 100%. Di almeno il 99,95%. Il trading dura un anno e tre mesi con cicli intermedi trimestrali a gennaio, aprile, luglio e ottobre.

Acquistare platino fisico

Se invece volete ricorrere ai metodi tradizionali, potreste acquistare monete o lingotti di platino. Come del resto avviene per oro e argento. In questo caso, dovrete confrontarvi con i cosiddetti prezzi spot, evitando così tutte le sfumature cui andreste incontro con i contratti future visti in precedenza.

Naturalmente, possedere lingotti e monete di platino presenta degli svantaggi. Innanzitutto, per la natura fisica dell’investimento, dovrete trovare un luogo sicuro dove depositarli. Le Banche offrono servizi di deposito dietro pagamento di un canone: cassette di sicurezza per le monete, cassaforti per i lingotti che sono più ingombranti. Ciò significa andare incontro a dei costi di gestione fino a quando non li avrete venduti.

Altro svantaggio riguarda il dover cercare società affidabili e accreditate che vengono lingotti o monete di platino originali. Anche in questo settore le truffe sono sempre dietro l’angolo. Meglio affidarsi ad intermediari esperti capaci di aiutarci al meglio nella valutazione del platino in termini di purezza.

Si potrebbe anche optare per preziosi in platino. Come gioielli vintage o oggetti antichi magari risalenti ad epoche precolombiane. Ma anche in questo caso dobbiamo farci aiutare da un esperto, come un numismatico. Inoltre, bisognerà anche trovare i mercati giusti dove rivenderli.

Acquistare azioni di società che si occupano di platino

Ultima opzione, infine, la possibilità di acquistare azioni delle aziende che si occupano di platino, in primis quelle preposte alla sua estrazione. Ciò è possibile mediante il fondo indicizzato First Trust, che ha un ISE Global Platinum Index Fund (PLTM).

Va da sé che il valore dei titoli azionari di queste ultime è strettamente legato al prezzo del platino, alias, alla richiesta del mercato. Tre sono i colossi nell’estrazione del platino:

  • Stillwater Mining Company (SWC);
  • Anglo Platinum (AGPPY);
  • Impala Platinum (JSE: IPA).

Il consiglio è quello di informarsi bene sulla “salute” finanziaria delle società estrattive, sulla loro storia e ovviamente, affidarsi a un broker forex affidabile e che offra quanti più servizi possibili per il trading online.

Conviene investire sul platino?

Dopo averne visto natura e tipi di investimento, la domanda sorge spontanea: conviene investire sul platino? Come sappiamo, nel termine investimento è già insito il fatto che ci sia un rischio. L’handicap del platino, almeno se lo rapportiamo ad altri metalli preziosi come oro e argento, è che è meno “popolare” tra gli investitori ed è sempre complicato capire quante scorte ci siano nel Mondo. Per una questione di mera speculazione sulle informazioni. Qualche tempo fa il prezzo per un’oncia arrivò sui 1.700 dollari. Ma sono casi eccezionali. Di sicuro, la sua altissima richiesta in svariati settori, lo rende ancora un metallo molto richiesto e ancora affidabile.