Money management: cos’è e come funziona nel trading online

Forse qualche volta vi siete imbattuti nel termine “money management”. Che può risultare strano specie a chi mastica poco o per niente l’inglese. In realtà, la traduzione non è poi così complessa. Money Management significa letteralmente “gestione del denaro” e indica quel processo con il quale si gestisce correttamente la finanza e tutto ciò che ne è attinente. Quindi investimenti, bilanci, tasse e servizi bancari. Per raggiungere questo scopo, il Money Management mette a punto una serie di tecniche al fine massimizzare il profitto e minimizzare le perdite. Regole applicabili ai vari tipi di investimenti e sono utili per gestire al meglio il proprio denaro.

Ciò quindi significa che il Money management non si riferisce solo alla macro economia, ma anche alle esigenze dei piccoli risparmiatori. Vediamo meglio di seguito cos’è il Money management, come funziona e le altre info utili.

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Cos’è il Money Management

Data nell’incipit una definizione, diciamo che questa tecnica o insieme di tecniche si divide in 2 grandi famiglie:

  • Risk management: fattore di analisi dei rischi a cui è sottoposto il capitale investito, sulla base della posizione che ha sul mercato
  • Position sizing: il fattore che determina il capitale da investire per ogni singola posizione e la ripartizione sui vari asset

La gestione del rischio sui cui punta il Money management si riferisce alla percentuale o la quota di capitale che chi decide di investire mette a rischio. Tale gestione dei rischi corsi dal capitale, non finisce solo per proteggere le proprie risorse ma anche per rendere più veloci le scelte che l’investitore è chiamato a fare.

La necessità di una simile strategia di gestione deriva dalla necessità di ridurre tutte quelle spese alle quali risparmiatori, investitori, imprese ed istituzioni devono far fronte e che non aggiungono di certo un valore significativo al loro standard di vita. Ma anche al loro portafoglio investimenti sul lungo termine e al titolo degli asset da loro posseduti. Pertanto, è definibile come un insieme di strategie che vogliono ridurre il più possibile il verificarsi di scelte sbagliate che possono inficiare il patrimonio di chi investe.

L’importanza del money management è stata sottolineata anche dal magnate dell’alta finanza, Warren Buffett, nel corso di uno dei suoi documentari sull’economia. A certificarne dunque la sua importanza per un investitore.

Principi alla base del Money Management

Ogni investitore, ovviamente, persegue delle finalità diverse, e, pertanto, metterà a punto delle tecniche diverse per raggiungere il suo scopo. Tuttavia, esistono dei punti fondamentali imprescindibili per mettere a punto il Money Management, che elenchiamo di seguito:

  • il capitale investito deve essere adeguato allo strumento finanziario su cui si è deciso di investire
  • non fare l’errore di investire oltre il 2-3 percento del proprio portafoglio su un’unica azione
  • meglio fare ricorso sempre alla tecnica dello stop-loss (la tecnica finanziaria con la quale si pone una limitazione già decisa prima alla perdita massima che si è disposti ad accettare nel peggiore degli scenari) così da limitare le perdite
  • perseguire anche il drawdowon, ossia l’individuazione del rischio massimo per il portafoglio
  • approfondire il mercato sul quale si è deciso di investire
  • considerare ogni operazione come a sé stante e non rapportarla alle precedenti
  • se si sta generando profitti, meglio chiudere una parte delle posizioni aperte.

Da questo elenco si evince come il Money Management sia una tecnica basata sulla prudenza finanziaria. Dettata da mosse strategiche che limitano il sopravvento di scelte euforiche e istintive in favore del realismo e della razionalità.

Questa strategia di gestione del denaro fornisce anche alcune preziose dritte per scegliere o meno un investimento. Ecco i consigli più importanti:

  • selezionare l’alternativa economica più vantaggiosa
  • dare la priorità al fine di incrementare le spese sul fronte dei profitti
  • individuare prima i benefici attesi per ogni spesa che si desidera, utilizzando come punto di riferimento il livello più/meno/uguale degli standard di vita del sistema.

Questi consigli servono ad ottimizzare gli investimenti e moltiplicare i profitti. Mentre al contempo riducono al minimo le possibilità di riscontrare delle perdite.

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Come funziona il Money management

Altri elementi fondanti del money management sono la definizione di un budget di spesa e un’analisi dei profitti. Nel trading, inoltre, è importante che la gestione del rischio venga integrata con i propri modelli e pattern di trading. Altri passi importanti sono la definizione delle attese, la previsione dell’eventuale profitto o della perdita, la media dei soldi che l’investitore mette in conto di fruttare o invece di perdere.

Il Money management si basa scientificamente su due formule: quella di Kelly e quella di Larry Williams. Esse tornano utili per determinare quella che in linguaggio anglosassone viene identificata come position size ottimale. Vale a dire il nostro posizionamento. Decideremo così la quota del capitale che vogliamo investire su ogni singolo asset. Vediamo meglio da vicino entrambe le teorie:

Teoria di Kelly

La formula di Kelly è nata inizialmente con lo scopo di far guadagnare il più possibile i giocatori d’azzardo dalle scommesse sul lungo periodo. La formula è stata poi adottata in ambito finanziario. D’altronde, con le dovute differenze, il mondo del trading è molto simile a quello delle scommesse. Non a caso, il gergo tra i due mondi spesso si confonde.

La formula della Teoria di Kelly è:

F=W-(1-W)/R

Le lettere indicano rispettivamente:

  • F: la singola operazione;
    W: probabilità che ogni azione vada a buon fine;
    R: valore medio che scaturisce dalla differenza tra le azioni chiuse in positivo e quelle chiuse in negativo.

La formula alla base della Teoria di Kelly può anche essere semplificata con questa sottrazione:

La probabilità di successo del sistema di Trading moltiplicato la Media delle vincite

Meno

La Possibilità di insuccesso del sistema di Trading moltiplicato per la Media delle perdite.

Facciamo un esempio pratico: mettiamo che un determinato sistema di trading abbia il 60% di possibilità di andarci a perdere e solo il 40% di possibilità di guadagnare. Grazie al money management, invece, il trader può avere una possibilità di vittoria molto più elevata rispetto alle perdite medie.

Supponiamo che il trader ritenga che la media di guadagno sia di 400 Euro e le perdite di circa 100 Euro ad ogni operazione. In base alla Teoria di Kelly avremo questa aspettativa: (0.4 x 400) – (0.6 x 100) = 160€ – 60€. Vale a dire cento euro di utile netto medio di profitto per il trader. Alle quali però occorre sottrarre le eventuali commissioni intascate dai broker.

La Teoria di Larry Williams

Questa teoria si basa su una formula che è una evoluzione della precedente. Tramite essa sarà possibile calcolare le azioni per la posizione da adottare sul mercato, rapportate con il rischio che possano andare all’opposto rispetto a quanto avevamo messo in preventivo. La formula alla base della teoria di Larry Williams è dunque questa:

F = (Capitale x Rischio%) / massimo drawdown

Anche nella fattispecie la F indica una singola operazione, mentre il drawdown indica la quantità di soldi che l’investitore è disposto a perdere. C’è però da dire che questa formula è già meno attendibile della precedente proprio perchè basata su parametri strettamente personali e non oggettivi. In virtù di ciò il trader dovrà tenerlo presente, ma non considerarlo certo del tutto attendibile.

Money management, altri aspetti da tener presenti

Altre sono le nozioni che un trader dovrebbe conoscere per minimizzare le proprie perdite. Come Quantità e Qualità del profitto. La prima è facilmente individuabile, essendo espressa dall’ammontare guadagnato. La seconda può essere individuata nel mondo in cui ho perseguito un guadagno. Questi sono i valori che determinano la qualità di un guadagno:

  • Equity line (la rappresentazione grafica dei guadagni scaturiti da un determinato trading system)
  • Position sizing (quanto investiamo in un trade rispetto al portafoglio totale)
  • Drawdown (già visto in precedenza)
  • Underwater (un’opzione viene definita “underwater” quando il suo prezzo di strike è superiore al prezzo di mercato del bene sottostante)
  • Win ratio (utilizzato per calcolare il rapporto rischio / ricompensa. Non è molto utile da solo perché non tiene conto del valore monetario vinto o perso in ogni commercio)
  • Profit factor (è un indice della qualità del trading, che valuta con un numero il rapporto tra i rischi assunti ed i risultati).

Questi parametri sono fondamentali per analizzare la sostenibilità reale di un modello di trading, e pertanto se possa essere replicata. Se è vero che il Come si è guadagnato diventa importante tanto quanto il Quanto si è guadagnato, bisogna però considerare anche un altro quanto: vale a dire quanto investire.