Minare Bitcoin, Ethereum e criptovalute emergenti conviene ancora? Ecco come stanno le cose

Minare Bitcoin conviene? Minare Ethereum conviene? Minare le criptovalute emergenti conviene? Se stai pensando di guadagnare con le criptovalute “minandole”, ovvero creandole da zero e ti stai ponendo queste domande, sei finito nell’articolo giusto dove trovare le giuste risposte.

Le criptovalute si stanno sempre più consolidando come un asset molto interessante su cui investire. Vivono però ancora di alta volatilità e quindi serve anche una certa dimestichezza ed esperienza per domarne i prezzi e sapere quando è il momento giusto per entrare ed uscire da una posizione. Le criptovalute si prestano bene al trading online, ovviamente sempre affidandosi a broker affidabili e con regolare licenza CONSOB.

La prima criptovaluta a nascere è stata il Bitcoin, nel 2009, a cui sono seguire una serie sconfinata di criptovalute. Sebbene solo una dozzina siano quelle su cui conviene investire. Il Bitcoin è nato con l’intento di rendere più democratico e decentralizzato il sistema monetario, per fare in modo che non sia più accentrato nelle mani di poche lobby e influenzato da poteri centrali come governi e banche. Sebbene il bitcoin con gli anni sia venuto meno in questi propositi, dato che il mining si sta concentrando nelle mani di un 20% di minatori. A creare il Bitcoin è stato Satoshi Nakatomo, uno pseudonimo dietro il quale si cela il nome del vero ideatore. O anche di più ideatori.

Inizialmente il Bitcoin fu alquanto snobbato, per poi prendere il volo letteralmente a partire dal 2012; facendo arricchire non poco chi inizialmente li comprò per pochi spiccioli. Oggi diventati milionari. Tuttavia, negli anni i bitcoin hanno finito per diventare roba di pochi miners, tradendo così i loro propositi iniziali. Non a caso, gli sviluppatori dissidenti sono usciti e hanno creato altre criptovalute (si parla in questo caso in gergo di Hard fork). Come Bitcoin Cash e Bitcoin Gold. Se il primo è sorto a fine ottobre e deve ancora svelarsi del tutto, il primo è già diventato una solida criptovaluta. Va però detto, in generale, che le criptovalute seguano sempre l’andamento di valore del Bitcoin.

Dai suoi limiti ed errori hanno preso spunto così altre criptovalute come Ethereum, ecosistema virtuale che emette non solo moneta, Ether, ma anche smart contracts su più disparati settori finanziari. Poi c’è Ripple, nata per facilitare gli scambi tra valute diverse e renderli più economicamente vantaggiosi. E ancora Litecoin, Monero, DASH, NEM. Giusto per citare le più rinomate. Esse si basano sul Blockchain dove vengono generati i blocchi (le transazioni) sebbene con modalità diverse caso per caso.

Ma conviene investire nel mining di queste criptovalute? Vediamolo di seguito.

Mining criptovalute cosa significa

Cosa significa mining criptovalute? Dato che, come diceva Nanni Moretti , in Palombella Rossa del 1989, “le parole sono importanti”, partiamo proprio da cosa significa mining di criptovalute. Mining letteralmente è traducibile dall’inglese proprio con minare. Vale a dire estrarre moneta come una volta facevano i minatori con il metallo oro. Solo che mentre quei poveretti si intossicavano i polmoni col carbone e lavoravano ore e ore al buio illuminati da una torcia posta sul casco o tenuta in mano (nei primi anni della rivoluzione industriale), per fare mining di criptovalute si utilizza un sistema informatico sofisticato. Per fare mining di criptovalute, i minatori utilizzano un software speciale per risolvere problemi di matematica e vengono emessi un certo numero di bitcoin in cambio. In questo modo si incentiva l’emissione di più monete da parte di più persone.

Quindi si creano criptovalute partendo “da zero” sfruttando la potenza di calcolo di uno o più computer. L’operazione di “mining” dei Bitcoin è tuttavia molto complessa e oggi sono necessari computer dedicati, e tanto tempo, per poter avere successo. Servirà tanta corrente elettrica e quindi costi molto alti. Non a caso, anche nel campo del mining le grandi aziende si stanno spostando nei Paesi dell’est Europa, dove la corrente elettrica costa molto meno. Un decentramento già visto nel settore industriale, visto che lì la manodopera costa molto meno rispetto agli altri paesi europei. Non a caso sono nate server farm proprio con lo scopo di minare Bitcoin 24 ore su 24, e che tante di esse vendano una quota di mining in cloud. La rete bitcoin e delle altre criptovalute, memorizza le transazioni all’interno della succitata blockchain. Per fare in modo che un nuovo blocco sia aggiunto all’enorme database pubblico contenente tutte le transazioni in bitcoin, è necessario che un elaboratore lo “chiuda” elaborando un particolare codice.

Ecco quindi che il Blockchain ha proprio lo scopo di soppiantare tutti gli intermediari presenti nel sistema monetario tradizionale (in primis le banche) e creare un flusso di informazioni che viene gestito dagli utenti stessi. Sarà quindi il proprio computer stesso, insieme a quelli di altri migliaia di utenti, a gestire il flusso monetario garantendo sicurezza e coerenza nei pagamenti. Come avviene col fire sharing (si pensi ad Emule), il sistema funziona se si hanno i dispositivi accesi. Quindi può capitare che chi abbia acquistato qualcosa su Amazon non trovi convalidato il proprio acquisto se gli altri non accendono i Pc. Ecco perché per garantire che il sistema funzioni, i Pc devono restare sempre accesi. La contropartita che si ottiene per il consumo di corrente e per il funzionamento del sistema è che l’utente ottiene in cambio una piccola quantità di criptovaluta ogni volta che un blocco di transazioni viene validato (questo avviene con il cosiddetto pool). Questo per far capire in maniera semplice quale sia lo scopo del mining e perché si viene ripagati.

Per capire come funziona il Blockchain è sufficiente capire il sistema dei blocchi. Cosa sono i blocchi? Sono strutture singole di dati, facenti parte dell’immenso database pubblico con tutte le operazioni relative alle criptovalute. Immaginatevi una catena, che al posto dei tradizionali anelli ha blocchi di dati che la tengono unita. Per “sigillare” il blocco alla catena, c’è bisogno di un computer che trovi un particolare codice numerico.

Mining criptovalute come funziona

Come funziona mining criptovalute? Innanzitutto occorre sceglierle in quanto ogni valuta digitale: ad esempio il bitcoin usa lo SHA-256 mentre il litecoin usa lo scrypt. Quindi prevedono hardware diversi per ciascuno di essi. Inizialmente, veniva usata la CPU dei computer, poi è stato scoperto che le GPU, vale a dire le schede video, eseguivano tali calcoli dieci volte in maniera più veloce. Per l’algoritmo SHA-256, quindi per i bitcoin e altre criptovalute, la nuova generazione di processori è ancora piu avanzata. Ciò in virtù del boom che ha generato il bitcoin, il quale ha fatto in modo che molti la producessero rallentando i calcoli in rete.

Ad oggi troviamo gli FPGA e ASIC, con velocità molto piu alte delle GPU, in grado di emettere 5 Bitcoin al giorno. La sicurezza della rete Bitcoin dipende proprio dal decentramento del mining in quanto la rete della prima criptovaluta decide sulle basi del consenso. Qualora esista un disaccordo se un blocco deve o meno essere incluso nella catena di blocchi, allora si decide a maggioranza tra i mining. Altro fattore importante è la potenza con cui si minano le monete, che viene misurata in Hash. Piu GigaHash si avranno e più monete si otterranno in breve tempo.

Un’altro modo per fare mining è registrarsi a siti che permettono di farlo mediante il noleggio dei loro hardware (i cosiddetti Cloud Mining). Uno dei più importanti è Eobot, una cloud mining presente dal 2013 che solo da poco ha preso davvero piede con l’aumento del bitcoin.

Mining criptovaluta quanto costa

Quanto costa fare mining delle criptovalute? A parte la questione corrente elettrica, bisogna anche attrezzarsi con gli strumenti tecnologici giusti. Acquistare un blocco di schede video AMD o NVIDIA dipende dal momento del mercato. Per fare mining in modo professionale bisognerebbe comprare almeno 4 schede video performanti come le AMD Radeon RX 580 o le NVIDIA GeForce GTX 1070, affiancate da un alimentatore anche da 1000W. Ad oggi queste schede video superano i 400 euro l’una arrivando pure a 500 euro e la spesa iniziale per un sistema che riesca a fare mining decentemente può arrivare anche a duemila euro. Le Radeon R9 nano, 390 e Fury X sono eccellenti per il mining, ma chiaramente il loro prezzo è più elevato delle altre GPU.

Una spesa del genere, a conti fatti, sarebbe ripagata anche nel giro di un anno. Tempi poi che dipendono ovviamente da vari fattori. Se non si usano schede video come NVIDIA Geforce GTX 1060 o una AMD Radeon RX 470, è da considerarsi sconveniente. Volendo fare due conti su quali siano i costi di minare criptovalute, c’è un solo parametro importante da tenere in considerazione: i MH/s (ovvero i Megahash per second, che sarebbe l’hashrate) che corrisponde al numero di hash check che la scheda video compie in un secondo. Esistono dei siti appositi per fare i calcoli, senza che state lì a smanettare. Si pensi a Nicehash. Basta selezionare la vostra GPU e guardare il numero che è uscito nel campo DaggerHashimoto. Prendiamo come esempio questi valori:

  • NVIDIA GTX 980 ha 20MH/s
  • NVIDIA GTX 1080 ha 27MH/s
  • RADEON RX 580 ha 26MH/s

Una GTX 980 consuma quindi in media 220W, un valore davvero troppo alto per guadagnare decentemente. NiceHash calcola il costo iniziale della scheda e il suo consumo in Watt rapportato al costo della corrente in €/Kwh. In media quest’ultimo sé pari a 0,27 centesimi (dato che, offerte sul mercato alla mano, si parla tra i 0,19€/KWh e i 0,35€/Kwh). In basso vi apparirà il campo Approximate ROI che indica dopo quanto tempo inizia il vostro guadagno effettivo, sottraendo sia la spesa iniziale della scheda, sia quella della corrente ogni giorno. Vale però la pena ricordare che stiamo pur sempre parlando di un valore puramente statistico e non deve essere preso come certo. Se invece avete una NVIDIA GTX 1070, essa ha 150W di consumo medio, quindi 0,15KW che corrispondono esattamente a 0,15KWh.

In questo caso, considerato il costo di un KWh medio di 0,27 centesimi di euro, tenendo acceso il Pc H24 per un mese intero (facciamo 30 giorni) spenderemo: 0,15 (KWh) x 0,27 (€/Kwh) x24 (ore) x 30 (giorni) = 29,16 euro al mese. Facciamo altri esempi: una NVIDIA GTX 1060 6GB costa più o meno 19 euro al mese per avere 20MH/s; una NVIDIA GTX 1080 arriva a costare 35 euro con 27MH/s.

Quindi, facendo due conti approssimativi, una GPU quasi al top è davvero poco conveniente per il mining. Per tutte le altre schede i calcoli sono sempre uguali, e riguardano sempre e solo tutte le criptovalute che sfruttano algoritmi Dagger Hashimoto come L’Ether. Occhio poi ad altri fattori come:

  • i driver usati
  • il sistema operativo del Pc (un sistema operativo vecchiotto vi farà impallare tutto, meglio uno non obsoleto di più di un paio di versioni)
  • il sistema di raffreddamento (se non è efficiente rischiate di bruciare la scheda madre molto presto, specie d’estate, dato che deve restare acceso sempre. Magari si consiglia di supplire con un ventilatore tenuto fisso dietro al Pc col case aperto)
  • la memoria (più ne avete, meglio è)
  • scheda madre, altra componente di fondamentale importanza. Inutile illudersi che quella montata sul Pc sia sufficiente. Occorre comprarne una apposita. Le più famose sono le AsRock che sono autentici mostri. La più performante si chiama H110 Pro BTC+ ed è stata appena presentata a Taiwan, in occasione di Computex. 13 slot PCIe e compatibile con processori socket LGA 1151. Due slot per la RAM e sei porte USB. Ci si può accontentare di una AsRock H81 Pro BTC, o una che va usata per il gaming. Ci sono le Asrock Fatal1ty Z270 o le Asrock Z270 Killer.
  • RAM: per alcuni esperti, sono sufficienti 8 GB di RAM DDR4. Tanti invece si fermano a 4 GB e ritengono che siano pure più che sufficienti. Comunque, sembrano tutti d’accordo sul fatto che occorre investire su altro.
  • Alimentatore: Per il mining di criptomonete i migliori sono i Corsair, marca molto affidabile. Ma è il numero dei Watt che conta. Dipende da cosa bisogna alimentare. Mediamente una scheda video consuma sui 200W, dunque per sei sono già 1200W. Il processore consuma poco, massimo 100W ma ci sono i dissipatori e le ventole da conteggiare. Diciamo che un totale di 1500-1600W sono sufficienti. Meglio tenere i consumi al minimo e mettere in conto di dover tenere acceso il pc “H24”.

Ma i fattori influenti non finiscono qui. Il futuro intorno alle criptovalute è ancora incerto e cambia di giorno in giorno. Dovete valutare tutte le vostre situazioni personali e poi rapportarle alle difficoltà oggettive. E fare un bilancio finale.

Quale scheda video CPU comprare per mining criptovalute

Siete proprio decisi a minare criptovalute? Allora vi serve qualche consiglio più preciso sulle schede video da acquistare. Gli esperti consigliano gli AMD Ryzen 5 1400 o un Intel i5 6400. In ogni caso bisogna pensare all’abbinamento perfetto, tra CPU, alimentatore e scheda madre. Un i5 6400 da 2,7 GHz può tranquillamente arrivare a 4,6 GHz, se raffreddato con dissipatori e ventole adeguate. Se si ha un budget elevato, meglio comprarsi un AMD Ryzen 7, che sia un 1700, un 1700X o un 1800X. Per gli Ethereum la CPU praticamente non serve: o meglio, è relegata a semplice gestore delle operazioni delle scheda video. Naturalmente una CPU potente da sola non basta: il Pc è come una auto.

Mining criptovalute guadagni

Quanto si guadagna facendo mining criptovalute? Ok, dopo aver visto, seppur in maniera approssimativa, i costi, vi starete chiedendo: quanto si guadagna minando criptovalute? Tenendo presente la spesa in corrente, con una scheda video GTX 1070 si può guadagnare sui 15 euro al mese; con una GTX 1060 13 euro al mese circa e con una Radeon RX 480 17 euro al mese. Delusi? Per un calcolo più preciso inserendo i vari parametri potete andare qui.

Minare Bitcoin conviene?

Spiegato in breve cosa significa mining e come funziona, arriviamo alla domanda fatidica: conviene minare bitcoin? Forse vi deluderemo, ma nella maggior parte dei casi la risposta a questa domanda è “no”. Minare Bitcoin, infatti, non conviene più. Per tre fattori principali:

  1. Ci vuole tanto tempo da dedicarvi
  2. Gli hardware costano molto, intorno al migliaio di euro per avere qualcosa di mediamente potente. Altrimenti dovremo affidarci ai dispositivi USB più economici ma meno potenti
  3. Costo corrente elettrica. Punto già detto e che spinge le grandi società a scappare, anche per questo settore, nei Paesi economicamente più convenienti. Il mining impone che il calcolatore stia sempre connesso alla rete e ciò comporta dei costi non indifferenti nel medio e lungo periodo. Un opzione potrebbero essere i pannelli solari. Ma va da sé che occorre vivere in paesi baciati dal sole per molte ore del giorno (quindi escludere quelli nordici) e occorrono diversi pannelli solari. Ma almeno, il loro costo di investimento iniziale, sarà poi ammortizzato.

Mining Ether conviene

Conviene minare Ethereum? Questa criptovaluta è considerata seconda solo a bitcoin. E ad idearla è stato un giovane russo, Vitalik Buterin, il quale, realizzando la moneta Ether e il sistema Ethereum, ha cercato di porre rimedio laddove il Bitcoin ha fallito i propri propositi. Ma va anche oltre: oltre a minare Ether, come anticipato prima, il sistema Ethereum permette di eseguire programmi chiamati “smart contracts”. Vale a dire produce varie tipologie di contratto e tante altre operazioni. Si pensi alle transazioni finanziarie, i sistemi elettorali, la registrazione di nomi di domini, la gestione di piattaforme di crowdfunding, la proprietà intellettuale, le assicurazioni, real estate, e così via (abbiamo parlato approfonditamente di Ethereum e del suo giovane inventore qui).

Dal 2013, anno di sua creazione, al 2016, Ethereum ha raggiunto un valore di 7 miliardi di dollari. Non solo. I più grandi colossi internazionali hanno mostrato il loro interesse verso questo nuovo sistema. Alla luce di tutto ciò, conviene minare Ethereum?

Diciamo che, salvo i casi in cui “il pericolo sia il vostro mestiere” e avete una grossa somma da spendere in schede video, è sconsigliabile fare mining di Ether. Del resto, i prezzi delle GPU sono alle stelle e la difficoltà nel fare mining è aumentata. Inoltre, come avviene in tutti i campi, più su mercato si butta a capofitto la gente, meno esso sarà lucrativo in quanto sarà saturo. Va da sé che se il valore di 1 Ether dovesse salire a duemila dollari, il discorso cambia completamente perché la spesa verrebbe ripagata in meno tempo. Altra situazione che renderebbe il mining di Ether conveniente sarebbe quella in cui avete già una scheda video buona, vale a dire che secondo i vari software di calcolo visti prima ha un buon hashrate (cioè almeno 20MH/s) allora potrete lasciare il vostro PC a fare mining, magari anche solo durante la notte, al fine di racimolare qualche centesimo di Ether. Una sorta di porcellino virtuale che un domani potrebbe darvi buone soddisfazioni.

Mining Bitcoin quanto si guadagna

Quanto si guadagna con il mining bitcoin? Volendo fare che abbiamo a disposizione un computer di buon livello e facciamo mining per 3 giorni consecutivi (72 ore), avremo un guadagno di 0,00004 Bitcoin. Vale a dire pochi centesimi di euro. Pochini non trovate? Si può fare di meglio sfruttando calcolatori molto più potenti e per più giorni. Ma potremmo arrivare a qualche euro. E’ facile intuire quanto il mining bitcoin è roba da grandi aziende che lavorano su larga scala e scappando laddove la corrente elettrica costa poco.

Siti per mining bitcoin gratis

Quali sono i siti per minare Bitcoin gratuitamente? Tutti vorrebbero minare bitcoin gratis, ma è alquanto una chimera. Tuttavia, ci sono alcuni siti web che propongono il mining gratis dei bitcoin. Naturalmente per gratis significa impiegare delle risorse proprie ed acquistare un certo hash rate (la potenza di mining) da un servizio di cloud mining. O in alternativa usare la CPU del proprio computer (ma occorre mettere chiaramente in conto che tale processo sia molto lento). Vediamo dunque quali sono i siti per fare mining di bitcoin gratis:

  • Eobot è un servizio di mining di criptovalute molto interessante che consente di minarle sfruttando la piattaforma interna e senza alcun costo iniziale
  • MinerGate: trattasi di un software che bisogna scaricare ed installare sul proprio computer. Consente di fare mining non solo su bitcoin ma anche sul altre monete digitali
  • BitzFree: permette di cominciare il mining pure in maniera gratis, con 20gh/s di potenza e consente altresì, con vari bonus, di incrementare gradualmente la potenza di mining anche senza pagare.
  • Free Bitcoin: questo servizio consente, oltre di ottenere dei Bitcoin in maniera gratuita (è un faucet), anche di usufruire di un servizio, ancora in beta, di mining dei Bitcoin che sfrutta la potenza del computer dove ci si trova. Consente quindi il mining gratis di bitcoin con PC e Mac, ma occorre fare attenzione giacché il computer potrebbe rallentare pesantemente

Mining criptovalute in Italia è legale?

E’ legale minare criptovalute in Italia? Certo. Nessun governo tra i tanti susseguitisi in questi anni ha pensato a delle norme stringenti sulle criptovalute (ammesso che sappiano che esistano). Anche se il digitale comincia ad essere attenzionato da un po’ (si pensi alla caccia alle Fake news, con tentativi tra le righe di bloccare la libera circolazione di news; o alla web tax contro i colossi dell’e-commerce; o ancora alla tassa su Airbnb e simili). Il vero problema che potrebbe sorgere è dal punto di vista fiscale, dato che ogni forma di guadagno in Italia viene tassata. Qui dovreste chiedere ad un commercialista.

Tuttavia, per le ragioni suddette, il mining di criptovalute in Italia potrebbe essere davvero sconveniente. Soprattutto per la questione costi corrente elettrica, i quali, benché il mercato si sia liberalizzato da tempo, restano ancora proibitivi per un calcolatore che deve restare acceso praticamente sempre. Quindi, più che chiedersi se è legale minare criptovalute in Italia, occorre prima domandarsi se conviene.

Alternative a Mining per guadagnare con criptovalute

Se arrivati a questo punto il mining di criptovalute proprio non vi ha convinto, allora potreste provare con strade alternative. Come le seguenti:

Trading di criptovalute

Le criptovalute offrono grandi occasioni di guadagno tramite trading. Occorre però scegliere broker che abbiano regolare licenza CONSOB (massima autorità di vigilanza sui mercati finanziari) e CySEC (massima autorità a livello europeo), escludendo quindi quelle piattaforme truffaldine che millantano facili guadagni con fantomatici sistemi computerizzati. Ma che alla fine vi faranno perdere pure i soldi che in buona fede avete immesso inizialmente (in genere chiedono tutti 250 euro).

I broker devono poi offrire tutta una serie di servizi indispensabili ai trader come: un conto demo per fare pratica agli inizi senza rischiare propri capitali reali; formazione continua tramite ebook, webinar in diretta streaming, video in differita sempre disponibili, convegni annuali nelle principali città italiane; news continue tramite alert via mail o sms; grafici chiari che mostrino l’andamento del mercato; assistenza clienti in italiano comoda da raggiungere (mail, telefono, chat interna al sito);  spread convenienti; Leva finanziaria che moltiplichi i propri guadagni, ma che va usata con attenzione perché può anche moltiplicare le perdite;

Alcuni Broker rinomati che prevedono tutte queste caratteristiche sono:

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Compravendita tramite wallet

Un altro metodo alternativo per investire in criptovalute è comprarli e gestirli in portafogli virtuali (i cosiddetti wallet). Uno consigliabile è CoinBase, il quale tra le altre cose regala pure 10 euro gratis in Bitcoin quando ci si iscrive.

Faucet (rubinetti)

Un metodo poco conosciuto è quello dei faucet, i rubinetti di bitcoin. Cosa sono i faucet? Sono siti web che praticamente pagano in bitcoin dopo aver svolto dei lavoretti facili. Ci sono faucet che pagano, ad esempio, 100 satoshi ogni ora, scliccando un pulsante ogni certo numero di minuti (ad esempio 20, o 60 minuti). E qui viene in mente la puntata dei Simpson, nella quale Homer per non andare più a lavorare diventa obeso e mette un pupazzetto al suo posto a premere il pulsante (con conseguenze però irrimediabilmente disastrose). O il film con Lino Banfi, Vieni avanti cretino, nella mitica scena con il Dottor Thomas. Altri faucet consentono, invece, di guadagnare Bitcoin gratuitamente solo svolgendo dei giochi. Insomma, un po’ come da ragazzini ci guadagniamo qualche soldo andando a fare la spesa agli anziani, ci rechiamo a pagare qualche bolletta alla posta, mettiamo apposto il giardino, ci dedichiamo alla pittura di una staccionata e così via. Oggi ci pagano in bitcoin, i tempi cambiano.

E cosa ci guadagnano i faucet nel farci fare questi lavoretti dietro pagamento in bitcoin? Tali siti rubinetti incassano denaro in pubblicità presente sul loro sito web. Solitamente questi siti sono ricchi di pubblicità, e grazie a questo, possono permettersi di pagare un po’ di satoshi. Quali sono ad oggi i migliori Faucet? Ecco i seguenti.

Free Bitcoin

Questo sito consente di guadagnare da circa 70-100 satoshi, fino a circa 0,1 Bitcoin. Per guadagnare tramite Free Bitcoin occorre girare una sorta di slot machine virtuale con valori da 0 a 10.000. I blocchi di vittoria sono:

  • 0 – 9885
  • 9886 – 9985
  • 9986 – 9993
  • 9994 – 9997
  • 9998 – 9999
  • 10000

E possibile fare un “roll” ogni 60 minuti. Tra una ora e l’altra è possibile giocare ad un gioco per raddoppiare le possibilità di vittoria: il cosiddetto “hi-low” con possibilità di giocare al minimo 1 satoshi, al massimo un importo pari al saldo del proprio account. Free Bitcoin viene considerato dai nerd uno dei migliori faucet Bitcoin in circolazione, giacché giacché consente pure di partecipare ad una lotteria e di depositare i Bitcoin guadagnati (minimo però 30mila satoshi) in un conto di deposito in Bitcoin. Tramite il quale si beneficia anche di un certo tasso di interesse nel tempo (proprio come i normali depositi offerti dalle banche). Ad esempio, depositando 1 Bitcoin è possibile guadagnare un interesse giornaliero di circa 0.0001 Bitcoin, 0.003 al mese e 0.04 all’anno.

Claim BTC

Con questo Faucet Bitcoin è possibile guadagnare gratis questa moneta digitale. Sarà sufficiente inserire il proprio indirizzo Bitcoin (possiamo ricavarne uno da Coinbase) e richiedere fino a 22 satoshi ogni 20 minuti.

Nella fattispecie, il faucet consente solo di guadagnare Bitcoin in maniera gratuita ogni 20 minuti o di raddoppiarli in un gioco hi-low. Anche Claim BTC è molto apprezzato dagli utenti.

Need Satoshi

Need Satoshi (il nome è alquanto chiaro ed esplicito) consente invece di guadagnare 200 satoshi ogni 5 minuti. Non sarà il rubinetto più generoso sicuramente, ma la cosa buona è che il pagamento viene fatto su FaucetHub.io. Pertanto, si possono accumulare i pagamenti ricevuti da più faucet e arrivare prima alla somma minima di prelievo.

Le chance di vincere sono:

  • 10 (25.5%)
  • 15 (30.6%)
  • 20 (30.6%)
  • 60 (10.2%)
  • 80 (2.5%)
  • 100 (1%)
  • 120 (0.5%)
  • 150 (0.7%)
  • 200 (0.2%)

Instant BTC

Questo faucet permette di guadagnare fino a 1.500 satoshi in un sol colpo. Basta richiedere satoshi una volta ogni 100 minuti. Il guadagno quindi è molto lento e non certo tra i migliori trovabili in rete. In compenso però, Instant BTC controbilancia ciò con la possibilità di vincere uno dei premi più attraenti che si possano trovare sul mercato.

Mining criptovalute emergenti

Mettendo da parte le più note Bitcoin ed Ethereum, occupiamoci in questo paragrafo di altre criptovalute emergenti. Diciamo quelle che si piazzano tra il terzo e il quinto posto.

Conviene minare Ripple (XRP)?

Sul podio ci troviamo Ripple, terza moneta virtuale per capitalizzazione ed anche una delle poche a consentire lo scambio dei propri token senza applicare una fee. Vanta una organizzazione considerata tra le più professionali ed affidabili. E’ vero, Ripple ha subito delle forti oscillazioni in passato che hanno portato il valore sui 10k satoshi per poi tornare ad essere scambiato su un valore compreso tra gli 800 ed i 1000 satoshi. Ma ora sta di nuovo impennando. Per qualcuno, la sfida ad Ethereum come anti-Bitcoin è ancora aperta. Come funziona Ripple? Ha una rete aperta di tipo Open Source. Ciò significa che gli sviluppatori hanno la possibilità di intervenire di volta in volta sul sistema, attenendosi ovviamente di volta in volta alle sue regole di utilizzo e di emissione. Ripple rappresenta al contempo sia la rete dove funziona che la criptovaluta stessa. Le transazioni sul sistema non sono rintracciabili, a differenza dei bitcoin che prevedono dei registri di transazioni, chiamati ledger. I quali consentono a tutti di controllare gli scambi.

Ripple ha una funzione peculiare: dà la possibilità di scambiare denaro e trasferirlo senza continuità di forma. Ciò vale a dire che possiamo trasferire euro per un pagamento in dollari, col destinatario che in effetti riceverà proprio questa valuta. Il suo ecosistema si basa sulla fiducia messa in pratica mediante i crediti IOU (trattasi di valute reali). Ciò che viene inviato all’interno del network, sono dei crediti poi “convertiti” nei “gateway Ripple”. Pertanto, le transazioni (definibili anche debiti) devono avvenire tra utenti che hanno stretto tra loro un legame di fiducia.

Ripple mostra pertanto uno straordinario potenziale per trasferire denaro a chiunque, ovunque nel mondo. Funziona solo con le banche ma in maniera più economica e meno regolamentata. Rendendo sistemi come SWIFT e Western Union e Moneygram, di fatto obsoleti.

Ed allora: conviene minare Ripple? A parità di condizioni soggettive e oggettive favorevoli, si può dire di sì essendo un sistema consolidato e riconosciuto.

Conviene minare Litecoin (LTC)?

Il Litecoin è nato nel 2013, e si presentava potenzialmente come il vero rivale del Bitcoin. Purtroppo però negli anni a seguire ha perso quella spinta iniziale. Ciò non solo per colpa degli sviluppatori che si sono un po’ cullati sugli allori, ma anche perché sono sorte altre criptovalute. Che hanno così “distratto” la domanda altrove. Così, dopo una corsa iniziale che ha visto il suo valore arrivare a 25 dollari, ora viene quotata attorno ai 4 dollari. Comunque, il Litecoin è ancora la moneta virtuale più utilizzata, dopo il Bitcoin, da buona parte dei siti internet che accettano pagamenti con valuta virtuale. L’organizzazione è solida e la professionalità degli sviluppatori che supportano il LTC non si discute. Inoltre, occorre dire che il prezzo attuale potrebbe costituire un ottimo entry point in attesa di alzamenti futuri. Le premesse ci sono tutte.

Come funziona Litecoin? Nel maggio 2017, Litecoin è diventata la prima delle prime 5 criptovalute per volume di scambi ad adottare il sistema “Segregated Witness”, e, al contempo si è verificata la prima transazione “Lightning Network” con questo sistema, da Zurigo a San Francisco in meno di un secondo. Questo sistema ha raddoppiato la capacità di generare blocchi. Come le principali criptovalute, anche i Litecoin possono essere conservati in wallet. Tuttavia, possedere per lungo tempo Litecoin nei wallet non è consigliabile, sia perché sono sempre esposti ad attacchi hacker, sia perché il loro prezzo può crollare. Pertanto, rischiate di fare la fine dei tulipani olandesi di 5 secoli fa.

Come fare mining Litecoin? Esistono dei portali appositi, di seguito ne consigliamo 2:

a) Hashflare

Hashflare mette a disposizione uno spazio cloud sul quale iniziare a minare Litecoin, permettendo di scegliere tra 5 pacchetti di prezzo differenti. Offre una grande mole dettagliata di statistiche, non prevedendo dei limiti di tempo massimi di utilizzo del sito. Le criptovalute potranno essere ritirare subito, senza pagare tasse o commissioni.

b) EOBOT

Con Eobot è possibile minare qualsiasi criptovaluta. A differenza della precedente, questa piattaforma non prevede pacchetti standardizzati e preconfigurati come Hashflare, ma permette di “costruire” il proprio pacchetto ideale, in base alle potenza di calcolo che si desidera e alla tipologia di criptovaluta con cui si vuole minare. Può essere considerato il servizio più completo in circolazione nel momento in cui vi scriviamo. Sia per la varietà dell’offerta, sia per la possibilità di personalizzare la piattaforma in base alle proprie esigenze personali.

Quindi, conviene minare Litecoin? Tutto sommato sì, perché se è vero che il valore si è stabilizzato ormai da tempo, ha ottime potenzialità future per tornare a crescere.

Conviene minare Monero (XMR)?

Monero si piazza attualmente al quinto posto, dietro le criptovalute fino ad ora descritte ed anticipando DASH e NEM. Tuttavia, può essere considerata la criptovaluta del momento visto che è passata da una valutazione di circa 1 dollaro ad inizio Giugno 2016 a 7,5 dollari a fine Novembre 2016. Ad Oggi il prezzo si aggira intorno ai 20 dollari. A cosa si deve questa popolarità? Per il fatto di essere la moneta digitale che garantisce più delle altre l’anonimato. Questa caratteristica le ha accattivato il favore dei più larghi marketplace presenti nel DEEP WEB, dove vengono processati milioni di transazioni in completo anonimato ogni mese e dove il fatto di essere irrintracciabile è una caratteristica di primaria importanza.,

Ma a parte ciò, gli sviluppatori di Monero hanno proclamato lo sviluppo di payb.ee, un gateway per i pagamenti che consentirebbe la conversione istantanea tra Monero, Bitcoin e valute Fiat. Se questo progetto andrà in porto, significherà che Monero sarà utilizzata da parte di molti commercianti, ed arriverebbero anche i fondi di investimento che farebbero salire il prezzo a livelli molto più alti di quelli attuali. Tuttavia, occorre tener presente che i Monero si esauriranno presto. La sua curva di emissione è molto veloce rispetto alla più nota Bitcoin. Sono previsti 18.4 milioni di Monero da emettere in circa 8 anni. Quindi dovrebbe esaurirsi entro il 2022, dato che è stato creato nel 2014. E si sa, quando un bene va verso l’esaurimento, tende a deprezzarsi. Nel caso di Monero, più ci si avvicina alla sua fine, più le commissioni sulle transazioni diminuiranno, mentre di contro quelle relative alle transazioni totali aumenteranno.

Come funziona Monero? Tutto parte dall’algoritmo di firma ad anelli, che ha aggiunto un’ulteriore sicurezza in più, facendo sì di che l’ammontare di una transazione non sia visibile ad una persona terza rispetto alle due parti che hanno effettuato la transazione. Le transazioni RingCT sono quindi abilitate di default. Monero è una criptomoneta del tutto decentralizzata e sicura grazie allo schema “Proof of Work”, con un algoritmo di mining il quale riesce ad essere eseguito in miliardi di dispositivi. La criptovaluta Monero utilizza il CryptoNight Proof of Work (PoW), che è stato sviluppato al fine di essere utilizzato sui normali Pc e dispositivi mobili. Quindi minare Monero è più facile che con altre monete digitali.

In conclusione: conviene minare Monero? Allo stato attuale sì, anche se il suo picco deve ancora essere raggiunto. Ma ricordate che tra qualche anno sarà solo un ricordo.

Quali criptovalute conviene minare

Bella domanda. Diciamo che in linea di massima la situazione è questa: nel momento in cui vi scriviamo, gli Ethereum sono quelli che sembrano diano i maggiori guadagni tra le criptovalute. Un ottimo margine di guadagno lo abbiamo pure con i Litecoin. I Bitcoin invece non convengono. Si andrà quasi sicuramente in perdita o se si è fortunati in pareggio. Ottime potenzialità ce l’hanno Ripple e Monero. Comunque, per un confronto più preciso tra le criptovalute, inserendo i vari parametri, utilizzate il succitato CryptoCompare.