Leva finanziaria, cos’è e come usare per moltiplicare propri guadagni

Cos’è Leva finanziaria? Come funziona Leva finanziaria? Come usare Leva finanziaria? Come usare Leva finanziaria per moltiplicare guadagni? Lo vediamo in questo articolo. La Leva finanziaria è uno strumento che nel trading online è molto utile per moltiplicare i propri profitti. Ma è anche una arma a doppio taglio in quanto può anche moltiplicare le perdite. Quindi, va usato con parsimonia e deve essere conosciuto per bene. Dunque, vediamo cos’è e come funziona la Leva finanziaria. Nonché i Broker che offrono la Leva finanziaria migliore.

Attualmente la soluzione migliore per fare trading online è quella di sfruttare le piattaforme regolamentate. Ad esempio una ottima è quella del broker Scalable Capital. Si tratta di un broker autorizzato con servizi innovativi e commissioni basse.

Per saperne di più sui servizi di Scalable Capital clicca qui per visitare il sito ufficiale.

Leva finanziaria cos’è

Cos’è la Leva finanziaria? Con questo strumento finanziario, un trader può decidere di acquistare o vendere attività finanziarie per un ammontare superiore al capitale posseduto. Il suo scopo è quello di ottenere un rendimento potenziale maggiore rispetto a quanto guadagnerebbe da un investimento diretto nel sottostante. Ma ciò significa anche essere esposto a rischi maggiori.

I rapporti di leva più utilizzati sono i seguenti:

  • 1:5
  • 1:10
  • 1:20
  • 1:50
  • 1:100
  • 1:200
  • 1:400

Quindi, come è facile intuire, se utilizziamo una leva 1:5, significa che per ogni euro in realtà muoveremo cinque euro. Mentre se utilizziamo una leva 1:200, per ogni euro muoveremo ben €200. La leva finanziaria viene offerta dal broker presso cui vi siate registrati (per trading forex o trading CFD). A seconda del broker, possono variare le leve finanziarie disponibili.

Il trader neofita si starà chiedendo: se con solo €1 posso muovere addirittura €200 da dove spuntano gli altri €199? Lo scopriremo nei prossimi paragrafi.

Leva finanziaria, cos’è margine

Cos’è il margine nella Leva finanziaria? E’ il fulcro di tutto il meccanismo sottostante alla Leva finanziaria. E ci fornirà una risposta alla domanda di cui sopra. Per utilizzare la leva finanziaria, il vostro broker vi richiederà una piccola percentuale dell’investimento totale da depositare come “garanzia”. Questa cifra varia a seconda dei soldi che andrete ad investire, così come a seconda della leva che utilizzerete.

Ed è proprio questa cifra ad essere chiamata margine e deve essere pagata al broker quando si vuole aprire una posizione sfruttando la leva finanziaria.

La formula per calcolare la percentuale richiesta dal broker per il margine è:

Margine in % = 100/rapporto di leva

Quindi, se vogliamo usare una leva 1:100 e muovere un capitale pari a €50.000, dovremmo pagare al broker il margine pari al 1% del capitale totale (i €50.000 ottenuti tramite la leva finanziaria). Ovvero, avremmo bisogno di €500 per poter aprire la nostra posizione di €50.000.

Leva finanziaria come funziona nel trading

Come funziona la Leva finanziaria? Partiamo col dire che è una delle principali funzioni del trading tramite i CFD, acronimo di Contract for difference. Quando decidiamo di investire in un prodotto a leva, il provider ci chiederà di versare solo una piccola parte del valore totale della vostra posizione. Sarà poi lo stesso provider a mettere la parte restante del capitale.

Il nostro profitto o di contro la nostra perdita si basa però sull’intero valore della nostra posizione. Ciò implica che la somma che guadagneremo o perderemo potrebbe sembrare molto elevata in rapporto alla somma investita. Potrebbe addirittura superare il nostro esborso iniziale.

L’esborso iniziale è definito margine o requisito di deposito. Il nostro provider lo richiederà per coprire, in tutto o in parte, le perdite in cui potreste potenzialmente incorrere.

Il margine è solitamente una piccola parte del costo totale dei beni, e il suo esatto valore dipende da vari fattori: un mercato più liquido e meno volatile richiede un margine inferiore (es. 5%) rispetto a un mercato volatile. Alcuni prodotti richiedono margini fissi a contratto, mentre in altri casi il margine è calcolato in percentuale sul valore della posizione.

Facciamo un esempio pratico. Mettiamo il caso di avere 100 € a disposizione, mentre le aspettative di guadagno o perdita siano pari al 30%. Nel caso in cui le cose vadano bene, avremo 130 €, altrimenti, avremo 70 €.

Se invece oltre ai nostri 100 €, decidessimo di investire anche altri 900 € che ci sono stati prestati, in tal caso l’investimento sarebbe diverso poiché utilizziamo una leva finanziaria di 10 a 1. Vale a dire 1000 € avendo un capitale iniziale unicamente di 100. Se la nostra previsione sarà azzeccata, allora il titolo salirà del 30% e quindi riceveremo 1300 €. Dovremo restituire i 900 ottenuti in prestito (anche se dobbiamo mettere in conto anche gli interessi), con un guadagno di 300 € su un capitale iniziale di 100. Avremo quindi ottenuto un profitto del 300% tramite un titolo che invece ne avrebbe reso il 30%.

Quindi, da questi esempi pratici, si dimostra come la leva finanziaria consenta di incrementare i nostri possibili ricavi.

Vediamo invece il caso di un investimento in derivati. Mettiamo il caso di aver comprato un derivato che, tra un mese, darà il diritto di comprare 100 grammi di oro a un prezzo fissato oggi di 5mila €. Potremmo comprare fisicamente l’oro con un esborso di 5mila € e tenerlo aspettando che il prezzo salga per poi rivendermelo. Se decidessimo invece di usare i derivati, non dovremmo avere 5mila €, ma solo il capitale necessario per comprare il derivato. Poniamo il caso che una banca venda per 100 € il derivato che ci consenta di acquistare tra un mese gli stessi 100 grammi di oro a 5mila €. Se tra un mese l’oro varrà 5.500, lo possiamo comprare e rivendere immediatamente, realizzando un guadagno di 500 €. Sottraendo i 100 € del prezzo del derivato, avremo realizzato con 100 € un profitto di 400 €. Vale a dire del 400%.

Mettiamo il caso che non avremo utilizzato i derivati e la leva finanziaria: i 500 euro li avremo guadagnati solo investendo i 5mila euro, realizzando un profitto del 10%.

Facciamo un altro esempio. Un margine del 10% significa che per soli $ 100 possiamo ottenere la stessa esposizione di un investimento da $ 1000. La leva è quindi pari a 10 volte il valore o 10:1.

Mettiamo il caso che vogliamo comprare 1000 azioni della XYZ Inc. Al prezzo corrente di $ 1, l’operazione ci verrebbe a fare $ 1000. Se il prezzo si alza di 20c per azione, potremo chiudere la nostra posizione a 1000 azioni x $ 1,20 pari a $ 1200 e realizzare $ 200 (ossia il 20%) di profitto.

Se invece usassimo la leva finanziaria, dovremo versare un margine (ossia una percentuale dell’intera somma di $ 1000) in cambio di un’esposizione totale.

Cosa significa ciò? Mettiamo caso che il requisito di margine iniziale sia 10%. Pagheremo 10% x $ 1 x 1000 azioni = $ 100. E se il prezzo dell’azione dovesse salire da $ 1 a $ 1,20 realizzeremo lo stesso profitto ($ 200) garantito da una transazione azionaria tradizionale.

Avremo quindi conseguito lo stesso profitto in entrambi i casi. Ma con una differenza: usando la leva avremo sborsato solo un deposito di $ 100 anziché l’intera somma di $ 1000. Il nostro rendimento è stato del 100% anziché il solo 20% che avremo realizzato comprando direttamente i titoli.

Leva finanziaria rischi

Quali sono i rischi di utilizzare la Leva finanziaria? Il fatto che questo strumento moltiplichi anche le perdite. In che modo? Ritorniamo all’esempio precedente: nel caso in cui decidessimo di investire 100 € in nostro possesso più un’ulteriore somma di 900 € presi in prestito, se il titolo si deprezzasse del 30% rimarremmo con soli 700 €. Dovendo quindi restituire i 900 € presi in prestito più gli interessi. Sommando ciò ai 100 € del nostro investimento iniziale, avremmo una perdita di oltre 300 € su un capitale iniziale di 100 €. La percentuale della nostra perdita sarà quindi del 300%, con una diminuzione del valore del titolo del 30%.

Attenzione poi ad un altro rischio: le diverse leve finanziarie si possono cumulare. In tal modo si realizzeranno operazioni di speculazione utilizzando una “leva finanziaria al quadrato”. Quindi immaginate un po’ la perdita incassata.

Leva finanziaria vantaggi

Quali sono i vantaggi di utilizzare la leva finanziaria? Potremo sfruttare al meglio il nostro capitale e forse investire in una serie di beni diversi anziché limitarci a uno o due soltanto. Operando tramite leverage, però, rinunceremo altresì a tutti i vantaggi derivanti dall’effettivo possesso (in caso di azioni) o consegna (nel caso di futures). Potrebbe anche esserci richiesto di versare un margine addizionale per coprire le perdite, qualora il mercato si dovesse muovere in direzione opposta rispetto alla nostra posizione.

Possiamo comunque dire che il vantaggio principale di questo strumento è che permette al trader di preservare più liquidità nel proprio portafoglio, dato che dovrà vincolare solo una piccola parte del valore dei beni cui saremo interessati.

Leva finanziaria svantaggi

Quali sono gli svantaggi di utilizzare la leva finanziaria? Come abbiamo detto, come moltiplica i profitti, il leverage moltiplica pure le perdite. Le quali possono perfino superare il deposito iniziale nel caso in cui il mercato si muova nettamente a vostro sfavore.

Si può ovviare a ciò monitorando le proprie posizioni aperte, applicando lo stop loss, il copy trading e altri ordini di mercato in modo tale da prevenire perdite di grande entità. Ancora, prima di passare alla realtà, meglio fare pratica con la Leva finanziaria tramite Conto demo offerto dai migliori Broker. Così non correremo il rischio di perdere soldi reali facendo pratica. Tuttavia, il Conto demo va utilizzato con tutta l’emotività del caso, senza prendere sottogamba il trading virtuale. Altrimenti non impareremo nulla e ce ne renderemo conto sulla nostra pelle (e sul nostro conto) quando passeremo alla realtà.

I Broker consigliati per fare pratica con la Leva finanziaria tramite Conto demo sono:

BROKER
CARATTERISTICHEVANTAGGI
Forex, azioni, criptovaluteEbook / Trading automatico
Demo gratuitaGruppo Whatsapp / Numerosi asset
Corso trading gratisSocial trading
Strumenti professionaliDemo
I CFD sono strumenti complessi e presentano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. Il 74-89 % dei conti degli investitori al dettaglio subisce perdite monetarie in seguito a negoziazione in CFD. Valuti se comprende il funzionamento dei CFD e se può permettersi di correre questo alto rischio di perdere il Suo denaro.

Chi usa Leva finanziaria

Chi adopera la Leva finanziaria? Ovviamente gli investitoti e i trader, con lo scopo prima descritto di mantenere maggiore liquidità nel proprio portafoglio da dedicare ad altri investimenti, distribuendo maggiormente il capitale rispetto a quanto avrebbero fatto acquistando fisicamente i beni.

La leva finanziaria può essere utilizzata per il trading su azioni, forex, commodities, indici, bond, ETP, criptovalute e così via. In particolare, nel mercato valutario del Forex si opera con una leva particolarmente elevata, dove alcuni broker arrivano ad offrire una leva di 400:1 e superiore. E qui torniamo al discorso dei rischi altissimi di ciò.

Ma non solo i trader usano la leva finanziaria. Lo fanno anche le banche (come vedremo successivamente) e le aziende utilizzano per investire in beni dai quali ricavare un rendimento relativamente elevato. Una strategia aziendale molto diffusa consiste nell’usare il debito per finanziare le attività. Questo perché le aziende ritengono di poter ricavare da questi investimenti una somma superiore al costo degli interessi che devono pagare sul loro debito.

Nei prossimi paragrafi vederemo però come calcolare la leva finanziaria per uso aziendale.

Leva finanziaria: migliori Broker

Quali sono i Broker che offrono la migliore Leva finanziaria? Ci sentiamo di suggerire questi tre:

Leva finanziaria su Plus500

Plus500 è uno dei primi broker ad aver aperto i battenti online. Come eToro, anche questo Broker è regolamentato da tutti i principali organi di vigilanza sui mercati finanziari. La leva finanziaria offerta da Plus500 per il trading CFD è di 1:30 secondo le nuove normative ESMA.

-> Clicca qui per saperne di più su Plus500.

82% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore. Valuti se può permettersi di correre questo alto rischio di perdere il proprio denaro

Markets.com

Markets.com è un ottimo broker che opera nei mercati finanziari da molti anni ormai e si tratta ovviamente di un broker con regolare licenza. Offre oltre 1900 asset su cui fare trading. La leva finanziaria offerta dal broker Markets.com è :

  • Coppie di valute: Leva massima 1:300
  • Titoli azionari: Leva massima 1:20
  • Indici azionari: Leva massima 1:150
  • Materie prime: Leva massima 1:200
  • ETF: Leva massima 1:100

-> Clicca qui per saperne di più su Markets.

La leva finanziaria nel sistema creditizio

La leva finanziaria può avere anche un effetto domino su un intero sistema creditizio. Dato che il sistema finanziario pera complessivamente con una leva molto elevata e gli istituti finanziari si prestano soldi a vicenda per moltiplicare i possibili profitti, la perdita di un singolo investitore può comportare un effetto domino che contagerà sull’intero mercato finanziario.

Le banche operano con un grado più o meno elevato di leva finanziaria. E non sempre le cose vanno come le hanno calcolate. Se una banca con un capitale di 100 € e una Leva finanziaria di 20, gestisce attività per 2.000 € subisce una perdita dell’1% delle attività, significa che tale perdita concreta è del 20% del capitale proprio.

Il mercato per il trasferimento del rischio di credito ha visto trasformare il modello di banca tradizionale. Se prima veniva denominata “originate-and-hold”, dal gergo britannico «crea e detieni». ovvero la banca che ha erogato il prestito lo mantiene in bilancio fino alla scadenza, ora è diventata “originate-to-distribute”. Ovvero «crea e distribuisci»: la banca seleziona i debitori, ma poi trasferisce ad altri il prestito, recuperando così la liquidità e il capitale regolamentare prima impegnati (la cosiddetta cartolarizzazione) o il puro rischio di credito (i cosiddetti derivati creditizi). Con benefici solo sui requisiti patrimoniali.

La conseguenza di tutto ciò è che si verifica un incremento della leva finanziaria. Ma questo passaggio da un tipo di Banca all’altra ha contribuito all’arrivo dei cosiddetti mutui subprime. Quelli responsabili, per intenderci della grande crisi finanziaria che dal 2008 ha travolto il mondo, fino ad innescare una recessione di cui solo ora vediamo la fine.

L’inflazione dei prezzi immobiliari ha comportato l’emissione dei cosiddetti prestiti cartolarizzati e lo sviluppo esponenziale del relativo mercato. Le banche da parte loro hanno conseguito grossi profitti ed hanno visto incrementare la leva finanziaria. Tuttavia, un sistema siffatto drogato, non poteva andare molto avanti. Di fatto, molti istituti di credito si sono ritrovati senza capitale sufficiente per assorbire le perdite conseguenti all’inversione di tendenza del mercato immobiliare. E così sono diventate di fatto aziende fallite.

Ma il vero dato negativo è che la crisi non ha infettato solo le banche, ma ha finito per coinvolgere le altre istituzioni finanziarie. Si pensi al caso dell’emissione dei cosiddetti “credit default swaps” (che altro non sono che strumenti derivati utilizzati per coprirsi dal rischio di default del soggetto debitore). Alcune compagnie di assicurazione erano così esposte sul mercato immobiliare che quando esso ha finito irrimediabilmente per crollare e il valore dei mutui è in concomitanza sceso, esse hanno cominciato ad incassare perdite senza avere capitale sufficiente per assorbire le perdite conseguenti all’emissione di quegli strumenti.

Come fare allora per non fallire in tali situazioni? Si può ricorrere ad aumenti di capitale, alla riduzione dell’importo dei prestiti alle imprese alla dismissione di altre attività liquide. Ma ciò ha comportato anche un congelamento del credito e un crollo del mercato azionario. Il razionamento del credito ha finito per colpire gli investimenti; mentre il calo del mercato azionario (in concomitanza con il calo dei prezzi delle abitazioni) ha finito per ridurre il valore della ricchezza delle famiglie e quindi dei consumi.

La leva finanziaria quindi è dannosa? Non possiamo dire ciò, in quanto il leverage diventa indispensabile per far crescere l’economia. Tuttavia, il suo abuso può avere effetti devastanti di cui sopra. Specie in un mondo economico-finanziario altamente globalizzato e interdipendente come quello in cui viviamo. Ed è in questi casi che finanza ed economia reale vanno ad allontanarsi. E a soffrirne è anche la seconda. Si pensi al crollo dei consumi che si è verificato in questi anni.

Leva finanziaria in economia aziendale

La leva finanziaria viene anche utilizzata nell’economia aziendale come indicatore per misurare l’indebitamento di un’azienda. Infatti viene anche definita rapporto di indebitamento. Le imprese utilizzano il ricorso al debito (vale a dire si rivolgono a banche o finanziatori per reperire capitali) per finanziarsi per 2 motivi:

  • per il suo costo, in genere inferiore a quello del capitale di rischio: soprattutto ciò vale per i debiti a lungo termine.
  • per il vantaggio fiscale che esso genera: infatti gli interessi passivi, detti anche oneri finanziari, possono essere utilizzati nella redazione del bilancio d’esercizio al fine di ridurre l’utile ante-imposte. Consentendo così un abbattimento delle stesse, aumentando di contro però pure il valore dell’impresa.

Più il rapporto di indebitamento aumenta, più l’impresa e la sua attività economica sarà considerata rischiosa. Più aumenta il rischio più aumenta la remunerazione attesa da parte dei finanziatori. Ciò significa altresì un aumento degli oneri finanziari che l’impresa dovrà sobbarcarsi per reperire altri finanziamenti. A livello economico un incremento dell’indice di leverage si traduce quindi in un aumento degli oneri finanziari. Comportato tanto dal maggiore tasso di interesse richiesto per i finanziamenti ricevuti quanto dagli oneri finanziari calcolati su una base più ampia. E ciò può arrivare a comportare il fallimento dell’azienda.

Cosa significa tutto ciò? Che l’indebitamento risulta conveniente fino a quando il rendimento atteso dall’investimento dei capitali raccolti è maggiore del costo dei capitali stessi. Come fa un’azienda ad evitare tutto questo? Proprio attraverso il calcolo dell’Indice della leva finanziaria, che sarà dato da questa formula:

Leva = Capitale proprio + Capitale di terzi / Capitale proprio

ovvero

Totale attività (impieghi) / Capitale proprio

Ecco i possibili risultati che tale formula può dare:

  • Risultato pari a 1: l’azienda non ha fatto ricorso a capitale di terzi (ciò significa che non ha debiti)
  • Risultato compreso tra 1 e 2: il capitale proprio è maggiore del capitale di terzi
  • Risultato superiore a 2: l capitale di terzi è maggiore del capitale proprio

Certo, non siamo di fronte a risultati che rispecchiano la verità in maniera assoluta. Si deve sempre ragionare per approssimazione. Pertanto, possiamo dire che se il rapporto assume valori compresi fra 1 e 2 l’impresa è in uno stato di corretto equilibrio nell’ambito delle fonti di finanziamento. Se invece il calcolo dell’indice della Leva finanziaria dà il valori superiori a 2 l’impresa è da considerarsi sottocapitalizzata. Ovvero non ha proprio insufficiente. Pertanto, deve sottoporsi a ricapitalizzazione. Come riesce a fare ciò? Sottoponendosi ad un aumento del capitale di rischio, quindi emettere azioni.

Leva finanziaria nella Finanza aziendale

Invece, nella ragioneria e nella finanza aziendale, il termine leva finanziaria è utilizzato con riferimento a un dato investimento o attività. E rispecchia il rapporto tra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto di un’impresa.

L’indice di leverage può risultare utile in questo ambito per prendere in prestito dei capitali confidando nella propria capacità di investirli, ottenendo un rendimento maggiore del tasso di interesse richiesto dal prestatore. Risulta quindi molto utile negli investimenti azionari in prodotti derivati (futures) o i leveraged buyout. Il che consiste nel manovrare una determinata quantità di strumenti finanziari utilizzando un investimento di capitale minimo.

La leva finanziaria viene fortemente utilizzata negli hedge fund. In quanto tali soggetti economici usano valori elevatissimi della leva finanziaria, finanche maggiori di mille. Ciò significa che l’indebitamento finanziario netto di un hedge fund è sovente 1000 volte maggiore rispetto al suo patrimonio netto.

In economia finanziaria, l’indice di leverage fa parte del teorema di Modigliani-Miller per il calcolo del ROE, nella quale può svolgere un effetto positivo, negativo o nullo.

ROE = (ROI + (ROI – ROD) ct/cn) Rn/RN

Ecco la legenda della formula:

  • ROE: acronimo di return on equity, esprime l’indice di redditività del capitale proprio
  • ROI: acronimo di return on invested capital o RONA (return on net assets), esprime l’indice di redditività del capitale investito o indice di redditività delle attività nette (attività nette= attività-passività operative). In entrambi i casi = capitale netto+capitale di terzi.
  • ROD o. rd il costo del debito ovvero interessi pagati sul capitale di terzi
  • Rn è il reddito netto
  • RN è il reddito ordinario o reddito prima della gestione straordinaria e delle imposte

Il rapporto tra questi ultimi 2 valori, esprime l’incidenza della gestione straordinaria e delle imposte sul reddito.

Se il ROI è il rendimento degli investimenti effettuati, il ROD o rd il costo percentuale medio del capitale finanziato a titolo di prestito, T il tasso medio d’imposizione fiscale, possiamo avere 3 possibili casi:

1. ROI – rD > 0

il rendimento degli investimenti effettuati è maggiore del costo percentuale medio del capitale finanziato a titolo di prestito. In questo caso il Leverage fa un effetto moltiplicatore positivo nei confronti del ROE

2. ROI – rD = 0

abbiamo una eguaglianza tra il rendimento degli investimenti effettuati e il costo percentuale medio del capitale finanziato. In tal caso la leva finanziaria ha effetto nullo. E’ come se si moltiplicasse per zero.

3. ROI – rD = <0

in questo caso, il rendimento degli investimenti effettuati è minore del costo percentuale medio del capitale finanziato a titolo di prestito. La leva finanziaria, pertanto, in questo caso diventa un moltiplicatore negativo rispetto al ROE.