L’Euro non ferma la sua corsa: le 10 monete su cui vale di più

Amata o odiata. La moneta unica europea, denominata Euro, non conosce mezze misure. In tutti i sensi. C’è chi la ritiene un grande passo economico, poiché rappresenta la moneta unica di 19 Paesi, e chi una sciagura in quanto avrebbe comportato uno svuotamento del potere d’acquisto. Sicuramente qualche errore di calcolo è stato fatto, e qualche stortura non manca. L’Euro dopo qualche tentennamento durato per anni, sta correndo da un po’, apprezzandosi su diverse valute importanti.

Rinomati sono ormai gli apprezzamenti dell’Euro nei confronti del Dollaro e della Sterlina. Con i dati aggiornati al 26 gennaio 2018 che parlano di una performance di un +16,4 sul Dollaro e di un +3,1% sulla Sterlina nell’ultimo anno. Ma sono altre 8 le monete su cui l’Euro continua ad apprezzarsi. Come vedremo, si va dal Sum uzbeko (+191%) fino all’Arabia Saudita (+16,5%) passando per Angola (+43,2%), Argentina (+42,4%) e Iran (+32,3%). Ma scendiamo nei dettagli.

Euro continua l’apprezzamento sul Dollaro

Il cambio Euro-Dollaro è dato a 1,22 nel momento in cui vi scriviamo, il 2 febbraio 2018. Buona parte degli economisti ritiene probabile che la valuta continuerà a rafforzarsi nel 2018.

E, al contempo, continuerà la ripresa economica dei Paesi che fanno parte dell’Eurozona. I fattori che determineranno questa crescita saranno 3:

  • Variazioni sul collocamento dei capitali di investimento
  • la crescita economica nell’Eurozona
  • la fine del programma di quantitative easing della BCE, con i tassi di interesse di mercato dovrebbero essere in grado di muoversi al rialzo e la BCE potrà aumentare il tasso di interesse ufficiale.

Riguardo invece il Dollaro, le previsioni per il 2018 lo vedono in forte indebolimento. Ciò dovuto al forte calo dei flussi di investimenti dagli Stati Uniti verso il resto del mondo. A dire ciò anche importanti pareri come quelli di Deutsche Bank, ING Direct e Morgan Stanley. Gli investitori si sono ampiamente dedicati ad attività finanziarie negli Stati Uniti che sono aumentate in modo esponenziale. Specie i titoli azionari. Ma dato che le valutazioni diventano sempre più alte, il numero di compratori disposti a pagare i prezzi tenderanno a diminuire.

Un altro fattore sarà poi l’aumento della crescita mondiale che rinforzerà la propensione degli investitori per le attività dei mercati emergenti e ciò attirerà capitali dagli Stati Uniti nel resto del mondo. Il che dovuto anche alla drastica politica fiscale messa in campo da Trump. Che ha avuto già qualche effetto positivo, con alcuni colossi che hanno aumentato lo stipendio ai propri dipendenti, mentre la Fiat aprirà una nuova sede oltreoceano con 2500 dipendenti.

Pure le materie prime sono in crescita, con il petrolio salito sopra 68 dollari al barile, mentre in molti casi i metalli hanno raggiunto nuovi massimi annuali.

Tuttavia, c’è anche chi ritiene che il dollaro recupererà nel corso di quest’anno, in quanto ci sarà un aumento dei flussi di rientro dei capitali delle società statunitensi, stimato in 3.500 miliardi. Sempre in gran parte per la politica fiscale del Tycoon americano alla Casa bianca.

Anche l’Italia avrà un suo ruolo, dato che ci saranno le elezioni politiche, con il Commissario europeo Pierre Moscovici che si è pronunciato in merito, malgrado il suo ruolo imparziale. Auspicando una continuità con l’attuale governo avendo affermato che «C’è una convergenza di vedute molto chiara con Gentiloni e Padoan». Del resto, con la legge elettorale che ci ritroviamo, è facile credere che alla fine ci sarà un Governo Pd-Forza Italia con altri partitini centristi. Così da quietare le Borse e l’Ue per altri 5 anni.

Secondo i calcoli probabilistici di LongForecast dovrebbe essere costantemente rialzista, fino ad arrivare ad un cambio 1,4 a dicembre. Fatto sta che il cambio Euro-Dollaro è quello che suscita maggiore interesse tra gli investitori, dato che queste 2 valute rappresentano quasi il 30% di tutti quelli che avvengono sul Forex.

Euro e Sterlina verso consolidamento

Le ottime performance però riguardano anche un’altra moneta d’eccellenza: la Sterlina. Nel momento in cui scriviamo, il cambio è di 0,87. Entrambe le valute si sono rafforzate molto da inizio anno, sebbene la moneta unica europea abbia perso quota da un po’, mentre il pound ha ottenuto forti guadagni. Da settembre 2017 il cross EUR/GBP vive una fase laterale senza mai riuscire a intraprendere un trend rialzista o ribassista. Nell’ultimo periodo l’andamento di EUR/GBP è stato abbastanza caotico dal momento che entrambe le valute hanno ottenuto forti guadagni, come visto in particolar modo contro il dollaro. Verso cui il cambio con la sterlina è addirittura dato a 1,40.

Secondo Ewald Nowotny, presidente della Banca Centrale dell’Austria e membro del consiglio direttivo della BCE, la forza dell’euro ha bisogno di essere osservata con attenzione, dato che il suo rialzo troppo forte desta qualche preoccupazione. Mentre Vítor Constâncio, vice presidente della BCE si dice preoccupato a proposito dei movimenti improvvisi che non riflettono i cambi nei fondamentali. La Gran Bretagna non sta vivendo un grande periodo istituzionale. Dopo la vittoria della Brexit di un anno e mezzo fa, ora ci si mettono pure gli scandali nel parlamento britannico e la bufera intorno alla Premier Theresa May. In passato la Sterlina ha sempre avuto una stabilità dovuta proprio a quella delle sue istituzioni. Che però dalle dimissioni di Tony Blair di 10 anni fa sembra essere persa. E mitigata in parte dalla solida e immortale figura della Regina.

Euro corre sulla valuta uzbeca

Non farà scalpore come Dollaro e Sterlina, ma al primo posto in termini di apprezzamento si posiziona la Sum, moneta dell’Uzbekistan. Nei confronti della quale la moneta unica europea si è apprezzata nell’ultimo anno del 191,1%. In molti non sanno neppure dove si trovi. E’ uno stato dell’Asia centrale, ex membro dell’Urss. Confina a nord e a ovest con il Kazakistan, a est con il Kirghizistan e il Tagikistan, a sud con l’Afghanistan e il Turkmenistan. Assieme al Liechtenstein è (se non si considera il mar Caspio un mare vero e proprio) l’unico paese al mondo doppiamente senza sbocchi sul mare. Ciò significa che non solo non ha sbocco sul mare, ma confina con stati anch’essi tutti senza sbocco sul mare.

Il governo ha investito in nuove infrastrutture, attirando investimenti esteri su larga scala, soprattutto nel settore tessile e automobilistico, e si sta impegnando a rendere il paese indipendente per quanto riguarda elettricità, cibo, petrolio e gas. I principali prodotti di esportazione sono naturalmente il cotone grezzo (più del 40% del valore di tutta la produzione agricola) il filo, i tessuti e l’abbigliamento di cotone, oltre ai metalli non ferrosi. Tuttavia, le sue esportazioni sono fortemente legate ai paesi ex sovietici, per ben 4/5 della propria bilancia commerciale totale.

Apprezzamento verso il Kwanza quasi raddoppiato

Al secondo posto per apprezzamento sull’Euro troviamo il Kwanza, moneta dell’Angola. L’Angola è uno Stato dell’Africa meridionale, che confina a nord con la Repubblica Democratica del Congo, a est con lo Zambia, a sud con la Namibia e a ovest si affaccia sull’oceano Atlantico. Fa parte del paese anche l’exclave di Cabinda.

A livello economico, molto importante è diventata la partnership con la Cina. Quest’ultima punta allo sfruttamento delle sue risorse energetiche, inviando operai in grandi quantità. Mentre da parte sua l’Angola ha beneficiato della costruzione di infrastrutture e ricevuto ingenti quantità di denaro. La Cina vuole anche realizzare una ferrovia transcontinentale che collegherà i giacimenti angolani con le coste africane dell’Oceano Indiano. Questi investimenti hanno consentito una grande crescita economica, con la realizzazione di centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro, mentre la povertà si è ridotta drasticamente negli ultimi 15 anni. La capitale Luanda è stata trasformata dal punto di vista urbanistico.

Stesso dicasi per il Peso argentino

Stesso discorso della moneta angolana spetta a quella argentina. Che ha fatto registrare un apprezzamento pari a +42,4. Dopo la crisi economica del 2001, l’economia ha recuperato i precedenti livelli di benessere. I suoi circa 40 milioni di abitanti godono di un indice di sviluppo umano, reddito pro-capite, livello di crescita economica e qualità della vita che pone la nazione come una delle più sviluppate dell’America Latina. Ma l’alta inflazione, seconda solo a quella del Venezuela, nel 2014 è stata stimata essere del 24% su base annuale, con stime che arrivano anche al 40% per il 2015. Portando di nuovo il paese sull’orlo della bancarotta. Il nuovo Millennio, insomma, non si è aperto nel migliore dei modi.

Il Rial iraniano apprezzato di un terzo

Sul Rial iraniano l’Euro si è apprezzato di un +32,3%. L’Iran è un Paese da sempre in contraddizione, sospeso tra modernità e antichità. Se da un lato evidenzia importanti ammodernamenti, dall’altro resta ancora ancorato a certe usante legate alla tradizione e alla religione. Conobbe una discreta rivoluzione industriale negli anni ‘60, alla quale però non fece seguito un miglioramento delle infrastrutture. Nel 1979 la monarchia degli Scià di Persia fu defenestrata in favore della rivoluzione dello Ayatollah Khomeini. I rapporti con gli Usa si mantengono da allora sempre tesi, soprattutto per la volontà da parte dell’Iran di non rinunciare all’atomica. Inoltre, il Paese viene da anni accusato dagli Usa di una certa connivenza col terrorismo islamico.

Buono l’apprezzamento anche sulla petrolvaluta dell’Arabia saudita

Da registrare anche l’apprezzamento dell’Euro sulla valuta dell’Arabia Saudita: il Riyal. Sulla quale la valuta si è apprezzata del 16,5%. Rispetto all’Iran, benché preservi ancora una Monarchia assoluta, l’Arabia Saudita ha sfruttato appieno il possedimento del petrolio per ammodernare il Paese. Ma anche qui non manca una certa contraddizione tra modernità e reminiscenze col passato. Ottimi sono i rapporti con gli Usa, malgrado anche qui non manchi una certa ambiguità col terrorismo islamico. Del resto, i terroristi autori dell’11 settembre, venivano proprio da lì. Eppure, il muslim ban voluto da Trump ma bocciato dalla Corte suprema, non ha riguardato i sauditi. Nel 2018, per la prima volta l’Arabia Saudita introduce le tasse: una IVA al 5%. Segno che forse anche lì le cose cominciano a cambiare. Non a caso, le ingerenze nei confronti del piccolo stato confinante, il Qatar, ad alcuni analisti ha fatto ritenere che fosse in ottica finanziaria di una maggiore influenza su questa area. Dove non manca l’oro nero.

Emirati Arabi ed in Qatar un +16,4%

L’Euro ha fatto segnare una importante trend rialzista anche nei confronti delle valute di altri due Stati mediorientali: Emirati Arabi Uniti ed il Qatar. Rispettivamente, nei confronti di Dirham e Rial. Verso le quali l’Euro ha fatto registrare un +16,4%. Il primo si chiama così essendo costituito da sette emirati: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn. Prima del 1971, erano noti come gli Stati della tregua (Trucial States), con riferimento a una tregua imposta nel XIX secolo dai britannici ad alcuni sceicchi arabi che non contrastavano, e anzi foraggiavano, attività piratesche miranti a colpire il naviglio transitante nel tratto di mare di loro competenza. Questo Paese non versa in buone acque: le banche locali hanno recentemente dichiarato il taglio dei prestiti. Ciò ha colpito il mercato immobiliare a Dubai. Le imprese locali hanno avviato campagne di marketing molto convenienti per tentare di sbarazzarsi degli appartamenti.

Lo Stato del Qàtar, invece, è un emirato del Vicino Oriente. Situato in una piccola penisola della ben più grande penisola Arabica, confina a sud con l’Arabia Saudita ed è per il resto circondato dal golfo Persico. Da anni si accusa, come detto, il Qatar di finanziare il terrorismo islamico. La svolta però è arrivata con la prima visita del Presidente americano Donald Trump nel principale paese arabo alleato degli Stati Uniti: l’Arabia Saudita. Il Presidente repubblicano ha dato il proprio totale appoggio ad Arabia Saudita ed Egitto al fine di realizzare quella Santa Alleanza sunnita contro l’Iran e il terrorismo. Il Qatar oltre che essere molto ricco di gas e in misura relativamente minore di petrolio, vanta pure importanti partecipazioni azionarie in molte società occidentali, tra cui anche il Credit Suisse.

Il Qatar viene accusato di essere il principale artefice dell’espansione dello jihadismo islamico. Viene infatti accusato di aver foraggiato le primavere arabe nel Nord Africa (ospita non a caso il capo religioso dei Fratelli musulmani), di finanziare l’Isis e di trasmettere la sua propaganda (come faceva prima con Al Qaeda) tramite l’emittente televisiva Al Jazeera.

Ottimo apprezzamento nei confronti della Rupia indonesiana

Ottimo anche l’apprezzamento che l’Euro sta facendo registrare nell’ultimo anno nei confronti della Rupia indonesiana. Con un +16,2%. L’azienda di consulenze internazionali PwC ha stilato un documento relativo alla crescita presunta entro il 2050 delle 32 più importanti economie mondiali. Stima basata sul PI, ponderato secondo il PPP, acronimo di Purchasing Power Parity. Orbene, secondo queste stime, l’Indonesia nel 2050 sarà uno dei maggiori player internazionali: un balzo in avanti impressionante.

Anche qui, come alcuni Paesi mediorientali prima descritti, troviamo però forti contraddizioni. L’Indonesia infatti possiede vaste aree disabitate e selvagge, che sostengono una delle maggiori biodiversità del pianeta, e isole densamente popolate (la sola Giava conta 114 milioni di abitanti). Inoltre, grandi sono le risorse naturali, in parte non ancora sviluppate. Ma la povertà, all’inizio del secolo XXI, è ancora una realtà per vastissime fasce della popolazione. L’Indonesia fu il paese più colpito dalla crisi finanziaria asiatica del 1997-1998. Nei confronti del dollaro statunitense, la rupia indonesiana si deprezzò infatti fortemente passando da circa 2 000 rupie per un dollaro a 18 000 Rupie per un dollaro e l’economia in recessione si ridusse del 13,7%. Ma nell’ultimo decennio è stata protagonista di una costante crescita.

Sul Real brasiliano un +15,2

Rispetto al Real brasiliano, invece, l’Euro nell’ultimo anno ha fatto registrare un apprezzamento del 15,2%. L’economia brasiliana è la più grande in America Latina e la settima al mondo sia per dimensioni del Pil nominale sia per potere d’acquisto (PPP). Eppure, ingiustamente, viene ancora tenuta fuori dal G7. Ormai rappresentato da Paesi che rappresentano un mondo economico che non c’è più. Il Brasile è una delle economie a più rapida crescita economica e le riforme economiche hanno dato un nuovo riconoscimento a livello internazionale al paese, sia in ambito regionale sia mondiale. Non mancano comunque tiratine d’orecchi per quanto riguarda la questione ambientalista, con forti emissioni di Co2 e il devastamento della foresta amazzonica. L’altra faccia della medaglia del progresso.

Altri apprezzamenti importanti

Ecco altri apprezzamenti rilevanti che l’Euro sta facendo registrare nell’ultimo anno:

  • Nuova Zelanda Dollaro 14,9
  • Kuwait Dinaro 14,6
  • Kazakhstan Tenge 13,9
  • Turchia Lira 13,5
  • Giappone Yen 11,1
  • Canada Dollaro 9,6
  • Svizzera Franco 9,0
  • India Rupia 8,6
  • Australia Dollaro 8,5
  • Russia Rublo 7,8
  • Cina Yuan 7,5
  • Norvegia Corona 7,3
  • Singapore Dollaro 6,7
  • Corea Won 5,7
  • Israele Shekel 4,1
  • Svezia Corona 3,8
  • Azerbaigian Manat 3,8
  • Sudafrica Rand 3,5
  • Tailandia Baht 3,4

Comunque, su scala globale, secondo il cambio effettivo calcolato dalla stessa Bce considerando il peso dei diversi partner commerciali, l’euro ha guadagnato soltanto, si fa per dire, il 6,6% negli ultimi due mesi. Quindi l’apprezzamento più rilevante resta quello nei confronti del Dollaro.