La Top 10 dei manager più pagati d’Italia

Qual è la Top 10 dei manager più pagati d’Italia? Chi sono i manager più pagati d’Italia? Classifiche che fanno rosicare, perché scatta in automatico il confronto con quanto guadagniamo noi, poveri mortali. A stilare la classifica dei Paperoni manageriali italiani ci pensa MF-Milano Finanza.

Come funziona la classifica MF-Milano Finanza? E’ stata pubblicata nel numero di domenica 8 aprile e mette in relazione i compensi con la redditività e la performance di borsa. Il tutto sulla base delle relazioni di remunerazione 2017 pubblicate in vista delle prossime assemblee di bilancio.

Manager più pagati d’Italia, il podio

La classifica dei manager più pagati d’Italia ha fatto presto il giro del web. Partiamo dal podio, così parliamo subito dei numeri che contano. Anche se qui, in fondo, ci accontenteremmo anche di un decimo posto.

A guidare la Top 10, grazie alla maxi liquidazione da 25 milioni di euro per le cariche di amministratore delegato e direttore generale di Tim, è Flavio Cattaneo. Con un compenso totale di 26 milioni. Il manager era entrato nel gruppo delle tlc come amministratore delegato nel marzo del 2016. I 25 milioni della buonuscita comprendono 22,9 milioni lordi «a titolo di transazione riferiti ai compensi dovuti sulla base del suo contratto con la società» e 2,1 milioni «a titolo di corrispettivo di un patto di non concorrenza della durata di un anno».

Flavio Cattaneo supera così Sergio Marchionne, che da alcuni anni guidava la classifica, grazie al suo ruolo di primo piano in Fca (alla quale ha dato un respiro nazionale) e per l’incarico di presidente di Cnh. Ricordiamo che quest’ultimo è un gruppo industriale italo-statunitense internazionale operante nel settore dei capital goods. E’ dedita alla progettazione, produzione e commercializzazione di macchine per l’agricoltura e le costruzioni, veicoli industriali e commerciali, autobus e mezzi speciali. Oltre a relativi motori e trasmissioni, e a propulsori per applicazioni marine.

Marchionne si piazza secondo con quasi 14 milioni, consolandosi con un +1,8 milioni in più rispetto al 2016 (mentre per il ruolo di presidente e ceo della Ferrari non ha compensi fissi). Come ci è arrivato a queste cifre? Grazie a Fiat-Chrysler ha guadagnato 9,6 milioni (di cui 3,5 milioni rappresentano la remunerazione fissa mentre 6,1 milioni è il compenso variabile legato ai risultati raggiunti) cui si aggiungono 4,29 milioni di euro da Cnh.

Chiude il podio Luca Bettonte, ad di Erg, colosso degli idrocarburi, che nel 2017 ha ricevuto 9,1 milioni (1,52 milioni nel 2016). Cifra che include il bonus di 3,86 milioni legato al conseguimento degli obiettivi del biennio 2015-2017 e la remunerazione non ricorrente di 3,75 milioni conseguite tramite il riassetto del gruppo portato a termine lo scorso anno mediante l’uscita dal business oil e l’ingresso nel solare.

I manager più ricchi dal quarto al settimo post

Non riesce ad entrare sul podio Marco Tronchetti Provera, storico manager di Pirelli (che peraltro presto lascerà definitivamente il suo ruolo nel colosso degli pneumatici pure finito in mani cinese) con 7,76 milioni.

Al quinto e sesto posto ci troviamo altri due manager che, come Cattaneo, rientrano nella Top 10 grazie alle rispettive buonuscite: Stefano Saccardi (ex Campari) con 7,6 milioni, e Giovanni Battista Mazzucchelli (ex Cattolica) con 7,43 milioni.

Al settimo posto ci troviamo Alberto Minali, che ha percepito 6,87 milioni in totale, che includono i compensi e la liquidazione incassati da Generali. Nonché la remunerazione per il suo nuovo ruolo di amministratore delegato di Cattolica.

I manager più ricchi d’Italia che concludono la classifica

Chiudono la Top 10 Giovanni Tamburi (Tip) con 6,31 milioni, Richard Tobin (Cnh) con 5,9 milioni e Matteo Del Fante (ad uscito da Terna) con 5,14 milioni.

Ora comprenderete perché, nell’incipit iniziale, dicevamo che vi accontentereste pure del decimo posto.

Flavio Cattaneo chi è

Chi è Flavio Cattaneo, il manager italiano più ricco? Flavio Cattaneo è nato a Rho il 27 giugno 1963. E’ un manager italiano, CEO di NTV, Nuovo Trasporto Viaggiatori, la prima compagnia privata di treni ad alta velocità in Europa. È sposato con l’attrice italiana Sabrina Ferilli.

Flavio Cattaneo carriera

Laureato in Architettura presso l’Università “Politecnico” di Milano, ha conseguito una specializzazione in finanza aziendale e management nel settore immobiliare presso la SDA Bocconi School of Management. Dal 1989 al 1998 amministratore delegato di varie aziende italiane nel settore immobiliare e immobiliare.

Dal 1998 al 2001 Flavio Cattaneo è stato direttore di numerose società energetiche, tra cui AEM SpA (ora A2A) come Vice Presidente, in cui è stato responsabile delle attività di distribuzione del gas nel Nord-Est dell’Italia come CEO di Triveneta Gas SpA e Seneca Gas SpA.

Dal 1999 al 2003 è stato Presidente e Amministratore Delegato di Fiera Milano SpA, il principale gruppo fieristico in Italia, di cui ha curato la quotazione nel 2001. Prima dell’IPO, ha seguito lo spin off tra le attività istituzionali della fondazione e il le attività di mercato a carico della SpA, che si sono espanse a livello internazionale con un incremento della presenza internazionale in oltre 30 paesi. Dal 2003 al 2005 è stato nominato Direttore Generale della Rai. Era il più giovane amministratore delegato di RAI S.p.A, l’emittente del servizio pubblico italiano.

L’anno successivo, sotto la sua guida, la società ha guadagnato il più alto reddito di sempre. Cattaneo è stato anche, dal 2007 al 2011, presidente della filiale brasiliana TERNA Partecipaçoes, un operatore di rete elettrica privata. Durante tale periodo, la Controllata è stata quotata alla Borsa di BOVESPA ed è diventata il primo operatore di rete privata in Brasile. Dal 2005 al 2014, CEO della società di infrastrutture Terna SpA, il gestore italiano della rete di trasmissione elettrica e il principale operatore di rete indipendente in Europa.

Durante la sua gestione, ha sviluppato una strategia di espansione internazionale in Sud America e nei Balcani, raddoppiando il valore del prezzo delle azioni, riconosciuto a livello internazionale come il miglior titolo di utilità in Europa per Total Shareholder Return (Edison Electric International Award Washington DC, dal 2007 al 2009 e dal 2010 al 2012.

È stato anche membro del consiglio di amministrazione di diverse società:

  • Generali Assicurazioni (amministratore indipendente, da dicembre 2014 ad aprile 2016)
  • Domus Italia (Presidente, da marzo 2015 a maggio 2016)
  • Cementir Holding SpA (consigliere indipendente e membro del Comitato per le nomine e la remunerazione e il Comitato controllo e rischi, da gennaio 2008 ad aprile 2015.

Da febbraio 2015 a marzo 2016 Flavio Cattaneo è stato amministratore delegato di NTV SpA il primo operatore ferroviario italiano nel mercato ferroviario ad alta velocità (oltre il 90% delle vendite effettuate tramite CRM sito web). Mentre CEO, NTV ha raggiunto un reddito netto positivo per la prima volta dall’inizio. Dal dicembre 2014 ricopre ancora la carica di amministratore nel Consiglio di amministrazione. Da marzo 2016 a luglio 2017 ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato di Telecom Italia, in sostituzione del dimissionario Marco Patuano.

Nel ruolo di CEO, ha migliorato la crescita e l’efficienza: completato il grande e straordinario turnaround del business attraverso una grande riorganizzazione dei processi interni, piani di efficienza su costi non core e piani di ricavi. Ha portato l’azienda ad aumentare i propri clienti e ricavi a livelli non raggiunti negli ultimi 10 anni, a incrementare gli investimenti chiave, riportando la società al vertice del segmento mobile (download) e coprendo circa il 70% del paese con fibra. Prima della sua nomina a CEO, era già nel Consiglio di amministrazione come amministratore indipendente (da aprile 2014), dove è stato anche membro del Comitato per le nomine e la remunerazione (fino a marzo 2015).

Le sue responsabilità sono legate alla gestione generale della Società e del Gruppo, essendo incaricato di concepire e attuare piani strategici, finanziari e industriali. Ha anche responsabilità organizzative, incaricato della gestione e dello sviluppo degli affari italiani e sudamericani.

Durante il suo ufficio lo sviluppo del piano industriale 2016-2018 include la crescita e l’efficienza migliorata del gruppo. I risultati di questo piano sono stati visibili nel secondo e nel terzo trimestre del 2016, quando Telecom Italia ha registrato risultati nel mercato domestico che non erano stati eguagliati dal 2007: 1,4% dei rendimenti consolidati, 8,5% di Ebitda del Gruppo, 1% dei ricavi della business unit nazionale e un rendimento complessivo di 1 miliardo (rispetto ai 367 milioni guadagnati nello stesso periodo del 2015).

Ha ricevuto vari riconoscimenti nazionali e internazionali: nel 2010 nominato miglior manager italiano nel settore energetico; nel 2011, Man of the Year dal quotidiano Staffetta Quotidiana; nel 2016 Manager of the Year in seguito alla rivista di Milano-Finanza, che evidenzia il miglioramento del Gruppo Telecom Italia da un punto di vista industriale; Lombard Elite per aver migliorato la competitività dell’Italia.

E ‘stato membro della Giunta dell’associazione industriale Confindustria e Vice Presidente degli Industriali del Comune di Roma. A dicembre 2016 è stato nominato “Manager dell’anno”, a seguito della rivista di Milano-Finanza , che ha evidenziato il miglioramento che ha apportato al Gruppo Telecom Italia da un punto di vista industriale, promuovendo un aumento dei ricavi sia telefonici che mobili nei primi nove mesi dell’anno.

Flavio Cattaneo critiche

Flavio Cattaneo ha guadagnato un bonus di 25 milioni di euro lavorando come amministratore delegato presso la società Telecom Italia; questo è stato affermato da alcuni analisti dell’economia di mercato come un bonus ingiusto, a causa dell’alto indebitamento della società. Infatti, Telecom Italia patisce un debito di 26 miliardi di euro.

In realtà, la politica delle liquidazioni ai manager è stata sempre molto criticata, in quanto erogate da società in forte crisi ed indebitamento. Si pensi a Ferrovie dello Stato, Alitalia, Poste e così via. Pertanto, i bonus di liquidazione ai manager a fronte del rischio tagli del personale, sono stati sempre visti come ingiusti.