Internet uccide i giornali? Dipende: come Le Monde ha quadruplicato utile

Si dice sempre che Internet abbia ucciso i giornali tradizionali. Quelli cartacei. I quali hanno visto drammaticamente crollare il numero di copie cartacee vendute, mentre dal digitale gli introiti che arrivano sembrano insufficienti per coprire i costi editoriali.

Un’altra mazzata è stata la riduzione dei fondi per l’editoria, partita dal Governo Berlusconi. Un taglio giusto, in quanto è ingiusto che giornali che non vendono neppure una copia, debbano beneficiare di fondi pubblici per sopravvivere. Alias, i soldi di noi contribuenti. Molti giornali sono legati a questo o quel partito, e campano solo di sovvenzioni pubbliche. A questo punto, però, perché non si salvano anche le tante fabbriche che chiudono per fallimento?

Il Governo Berlusconi aveva stabilito tagli drastici pari a 69,8 mln per il 2012, 58,06 mln per il 2013 e 46,14 per il 2014. Poi però, il sopraggiunto Governo Monti, che essendo tecnico reggeva solo grazie al beneplacito bipartisan dei partiti, ridusse il taglio portandolo a 50,27 milioni nel 2012, 41,80 milioni nel 2013 e 33,22 milioni nel 2014.

Poi non so i vari governi successivi cosa abbiano combinato, ma da quello che so i fondi ci sono ancora.

Ma c’è anche chi ha reso il digitale un’ottima chance per migliorare le proprie performance. Pur trattandosi di un giornale storico come il francese Le Monde. Ecco come ha fatto.

Le Monde come sfrutta il digitale

Con un restyiling della politica digitale, lo storico giornale conservatore francese ha aumentato il suo numero di abbonati virtuali del 18%, mentre la diffusione cartacea segna un +1,3%, e il totale delle copie vendute ha sfiorato quota 260 mila. Ciò significa che il digitale sta spingendo anche il tradizionale formato cartaceo.

Ottime notizie anche per il bilancio di Le Monde. Esso si è chiuso con un margine operativo di 11,6 milioni di euro, e un utile netto di 10 milioni. Praticamente quadruplicato rispetto al 2017, nonostante una contrazione del giro d’affari dai 321,2 ai 305,1 milioni (che fa segnare un -5%).

Ma questo successo si esalta ancora di più se si confronta il dato con quello del 2010. Quando, a fronte delle quasi 172mila copie vendute da Le Monde, solo poco più di 20mila arrivavano dall’edizione digitale. Invece, a fine anno scorso il rapporto numerico si è rovesciato. In pratica, le copie digitali hanno superato quelle cartacee, ormai stabili a quota 100 mila dopo anni di continuo declino.

Le Monde sta sfruttando a pieno anche i Social. In primis Youtube, il cui canale ha ormai superato i 500mila iscritti. La pagina Facebook ha invece superato i 4 milioni e 300mila iscritti. Su Snapchat, invece, c’è una versione dedicata ai giovani: Snapchat Discover.

E ancora i Periodici: Télérama, Courrier Internationale, La Vie e Monde Diplomatique. I quali contribuiscono nel loro totale al 42% del fatturato.

Le Monde, però, non vuole fermarsi qui. L’obiettivo del 2019 è quello di superare la soglia delle 310 mila copie (+20%), con un tasso di crescita confermato dal risultato del primo trimestre.

Peraltro, proprio quest’anno il quotidiano festeggia verso la fine i suoi 75 anni di vita, con il trasferimento nella nuova sede di 23.500 metri quadri progettata dallo studio Snohetta accanto alla Gare d’Austerlitz.

Le Monde storia

Le Monde è un quotidiano francese fondato da Hubert Beuve-Méry su richiesta di Charles de Gaulle (come presidente del governo provvisorio della Repubblica francese) il 19 Dicembre 1944, poco dopo la Liberazione di Parigi, e pubblicato ininterrottamente dalla sua prima edizione.

Le Monde è uno dei giornali francesi di primato, contando anche Libération e Le Figaro e la principale pubblicazione del Gruppo Le Monde. Ha registrato una diffusione media di 323.039 copie per numero nel 2009, di cui circa 40.000 vendute all’estero. Ha un proprio sito web dal 19 dicembre 1995 ed è spesso l’unico giornale francese facilmente reperibile in paesi non francofoni. Non deve essere confuso con la pubblicazione mensile Le Monde diplomatique, di cui Le Monde detiene il 51% della proprietà, ma che è redattore indipendente.

La parte giornalistica del giornale ha una forma collegiale di organizzazione, in cui la maggior parte dei giornalisti non è solo di ruolo, ma anche degli interlocutori finanziari nell’impresa, e partecipa alle elezioni dei quadri superiori e degli alti dirigenti. Negli anni ’90 e ‘000, il gruppo La Vie-Le Monde si è ampliato sotto la direzione di Jean-Marie Colombani con una serie di acquisizioni.

Tuttavia, la sua redditività non è stata sufficiente a coprire i grandi carichi di debito che ha assunto per finanziare questa espansione, e ha cercato nuovi investitori nel 2010 per mantenere la società fuori dalla bancarotta. Nel giugno 2010, gli investitori Matthieu Pigasse, Pierre Bergé e Xavier Niel hanno acquisito una partecipazione di controllo nel giornale.

In contrasto con altri giornali mondiali come il New York Times, Le Monde era tradizionalmente focalizzato sull’offrire analisi e opinioni, piuttosto che essere un giornale di cronaca. Quindi, è stato considerato meno importante per il giornale offrire la massima copertura delle notizie che offrire un’interpretazione ponderata degli eventi attuali.

Ad esempio, nel decimo anniversario del naufragio del Rainbow Warrior, il giornale ha coinvolto direttamente François Mitterrand, che all’epoca era il presidente francese, nell’operazione. Negli ultimi anni il giornale ha stabilito una maggiore distinzione tra fatti e opinioni.

Le Monde e le accuse de passato

Secondo gli investigatori dell’archivio Mitrokhin, Le Monde (nome in codice KGB VESTNIK, “messenger”) è stato il principale espediente del KGB per diffondere la disinformazione anti-americana e filo-sovietica ai media francesi. L’archivio ha identificato due giornalisti senior di Le Monde e diversi contributori che sono stati utilizzati nelle operazioni (si veda anche l’articolo sulle operazioni di influenza russe in Francia).

Michel Legris, ex giornalista del giornale, ha scritto Le Monde tel qu’il est (Le Monde così com’è) nel 1976. Secondo lui, il diario minimizzava le atrocità commesse dai cambogiani Khmer Rossi. Nel loro libro del 2003 intitolato Le vis cachée du Monde (Il volto nascosto di “Le Monde”), gli autori Pierre Péan e Philippe Cohen hanno affermato che Colombani e l’allora editore Edwy Plenel avevano mostrato, tra le altre cose, pregiudizi partigiani e si erano impegnati in rapporti finanziari che compromettevano l’indipendenza del giornale.

Ha anche accusato il giornale di aver pericolosamente danneggiato l’autorità dello stato francese dopo aver rivelato vari scandali politici (in particolare scandali di corruzione che circondano Jacques Chirac, l’affare “irlandese di Vincennes” e l’affondamento di una barca di Greenpeace, il Rainbow Warrior, del francese intelligenza sotto il presidente François Mitterrand). Questo libro rimane controverso, ma ha attirato molta attenzione e copertura mediatica in Francia e in tutto il mondo al momento della sua pubblicazione. A seguito di una causa, gli autori e l’editore hanno concordato nel 2004 di non procedere a nessuna ristampa.

Le Monde è stato dichiarato colpevole di diffamazione per aver dichiarato che la squadra di calcio spagnola FC Barcelona era collegata a un medico coinvolto nell’uso di steroidi. Il tribunale spagnolo ha multato il giornale per circa $ 450.000.

Nell’aprile 2016, a un giornalista di Le Monde è stato negato il visto per visitare l’Algeria come parte del convoglio della stampa del primo ministro francese in Algeria. Le Monde aveva precedentemente pubblicato nomi di funzionari algerini direttamente coinvolti nello scandalo di corruzione di Panama.