ICO: Initial Coin Offering

Cosa significa ICO? Come funzionano? Partiamo col dire che ICO è un acronimo che sta per Initial coin offering.

In italiano traducibile in Offerta di moneta iniziale. Trattasi di un mezzo non regolamentato di crowdfunding (sempre per tradurre, alias raccolta fondi) nel settore finanziario. Vediamo ora tutto quanto concerne le ICO, partendo proprio dalla loro storia.

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ICO: come funzionano

Come funzionano ICO? Di solito,sono venduti dei token per raccogliere denaro; token ed loro comportamento sono regolati da algoritmi matematici.

Tuttavia, rispetto a quanto avviene per le OPA (acronimo di Offerta Pubblica di Acquisto, ogni offerta, invito a offrire o messaggio promozionale finalizzato all’acquisto di prodotti finanziari), la compravendita dei token non è soggetta alla regolamentazione dei governi e potrebbe non garantire pertanto la proprietà o altri diritti.

👍 Cos’ è?Termine che significa Initial Coin Offering, un meccanismo lanciato dalle startup per lanciare il proprio progetto tramite la distribuzione del proprio token.
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ICO storia

Perchè sono nate le ICO? Le prime ICO sono state lanciate per raccogliere fondi per nuove criptovalute. Tuttavia, ad oggi le ICO sono utilizzate per qualsiasi scopo.

La prima ICO fu lanciata nel 2013 allo scopo di lanciare la criptovaluta Mastercoin. Un anno dopo, la ICO fu utilizzata dal giovane russo Vitalik Buterin per lanciare la sua criptovaluta Ethereum. Oggi considerata vera antagonista del Bitcoin.

ICO - Initial Coin Offering

Oggi le ICO hanno raggiunto una grande popolarità e non solo per raccogliere fondi per lanciare criptomonete. Dal maggio 2017 si contano una ventina di offerte al mese, alcune con grande successo: come il caso della ICO lanciata per un nuovo browser web, Brave (un browser capace di ricompensare con micro pagamenti i produttori di contenuti), la quale ha raccolto circa 35 milioni di dollari in soli trenta secondi. Inoltre, sono almeno una ventina i siti web mediante i quali è possibile lanciare ICO.

ICO: come funzionano nei vari Paesi

Paese che vai, ICO che trovi. Ogni Paese infatti legifera in modo diverso sulle ICO. Ecco i casi principali. Da notare che le ICO sono state attenzionate dai Paesi a partire dallo scorso luglio 2017.

1. ICO come funzionano in Australia

La ASIC (autorità di vigilanza australiana) ha diramato una guida nel settembre 2017, con la quale stabilisce che la legalità di una ICO dipende caso per caso.

2. ICO come funzionano in Canada

Nel Canada, Paese facente parte ancora del G7, sta pensando solo ora ad una regolamentazione sulle ICO. Così come la isola di Oman.

3. ICO come funzionano in Cina

La Cina ha dichiarato guerra alle ICO. Il 4 settembre 2017, infatti, sette organizzazioni di normativa finanziaria cinesi hanno bandito qualunque ICO sul suolo cinese. Chiedendo altresì che si proceda alla restituzione del denaro agli investitori altrimenti si sarà “severamente puniti a norma di legge”. E si sa che in Cina la prigione è la pena meno severa…

Perchè questa stretta cinese sulle ICO? In quanto da inizio 2017 secondo un rapporto del governo di Pechino gli investitori orientali hanno collocato 385 milioni di dollari in offerte iniziali di moneta. Il governo cinese, come noto centralista (anche se ormai comunista fuori e capitalista dentro) non gradisce le criptovalute poiché possono essere uno strumento per aggirare i limiti imposti all’esportazione di capitali.

4. Come funzionano ICO in Corea del Sud

Anche la Corea del sud ha bandito le ICO dal settembre 2017, tramitelLa Financial Services Commission corena. Promettendo altresì “pene severe” per chi le viola. Ricordiamo che la Corea del sud ha un ruolo molto importante in ambito tecnologico, essendo, tra le altre cose, il paese natio di Samsung e LG. Due tra i principali colossi a livello mondiale della telefonia mobile e degli elettrodomestici.

5. Come funzionano ICO negli Emirati Arabi Uniti

Gli Emirati Arabi Uniti si sono occupati di ICO solo da ottobre 2017. in questo meselLo Abu Dhabi Global Market ha istituito una guida ufficiale

6. Come funzionano ICO in Francia

Anche la Francia si è occupata di ICO da ottobre 2017, con la Autorite des marches financiers (AMF) che sta lavorando ad una normativa governativa per l’uso della tecnologia blockchain nelle transazioni di capitali

7. Come funzionano ICO in Hong Kong

La Securities and Futures Commission ha stabilito nel settembre 2017 che i “token”(le monete) possono costituire titoli ai fini dell’Ordinanza sui “Titoli e Futures”. Dunque le ICO sono previste dalla legge.

8. Come funzionano ICO in Nuova Zelanda

Nell’ottobre 2017, la Financial Markets Authority (FMA) ha rilasciato delle linee guida riguardo le ICO.

9. Come funzionano ICO negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, lo scorso luglio 2017, la U.S. Securities and Exchange Commission (SEC, la nostra CONSOB) ha dichiarato che potrebbe avere l’autorità di applicare la legge sulla sicurezza federale sulle ICO. Stabilendo però che non tutti i token di blockchain possano essere considerate “securities”, pertanto occorrerà procedere caso per caso. Questa scelta, secondo gli esperti, potrebbe incoraggiare investitori “mainstream” ad investire in ICO. Mentre per ora negli Usa sono state alquanto snobbate.

La Sec considera sospetti casi di mancanza di informazioni aggiornate, accurate e adeguate sull’azienda. O problemi relativi all’accuratezza delle informazioni che si possono reperire pubblicamente. O, ancora, casi di insider trading o di manipolazione del mercato. Quindi, in parole povere, casi lesivi della trasparenza in favore degli investitori. Ad oggi la Sec ha già sospeso le Ico di First Bitcoin Capital Corporation, Ciao Group, Strategic Global e Sunshine Capital.

10. Come funzionano ICO in Svizzera

La Svizzera ha cambiato atteggiamento riguardo le ICO. Sebbene inizialmente il Paese elvetico aveva una giurisdizione amichevole nei confronti delle ICO, la Swiss Financial Market Supervisory Authority ha annunciato nel settembre 2017 una indagine su una serie di non specificate ICO. Per capire se esse rientrano nella norma svizzera e sono con essa in contrasto.

Dalla lista manca l’Italia. Ma si sa, noi ci arriviamo sempre dopo. Probabilmente aspettiamo una direttiva europea anche su questa materia. C’è comunque da dire che le ICO in Italia sono ancora poco conosciute. A conferma della nostra proverbiale lentezza nel guardare i nuovi orizzonti. Sebbene le ICO possano essere anche utilizzati per scopi reconditi. Come vedremo di seguito.

ICO truffa?

Le ICO sono una truffa? Una domanda più che lecita, sollecitata dalla loro stessa natura. Come le IPO (offerta pubblica iniziale spesso azionaria), quando le azioni di una società quotata al pubblico vengono offerte per la prima volta al pubblico in generale, un ICO come detto comporta la distribuzione di coin o token tra le parti interessate. Tuttavia la ICO si differenzia da una IPO, poiché essa non implica l’esistenza di un prodotto che funzioni e che sia valutabile dal pubblico.

Siamo infatti di fronte ad un semplice documento bianco che in inglese viene chiamato White Paper (non a caso), condito da tante parole e promesse senza alcuna garanzia che saranno mantenute da chi l’ha lanciata. Ecco quindi che la ICO può diventare una truffa bella e buona. Basta sponsorizzarla col solito video fatto di attori che dicono che è una grande opportunità, o la solita foto di qualcuno che maneggia soldi, macchine e donne. E anche i progetti che partono in buona fede rischiano di essere solo fumo negli occhi e una perdita di denaro investiti.

La storia ci ha già restituito il caso di alcuni progetti importanti, finanziati attraverso una ICO, che hanno conseguito risultati negativi in termini di perdita dell’interno investimento iniziale effettuato e in termini di profitto assente. Casi di truffe e schemi Ponzi abbondano purtroppo anche per quanto riguarda le ICO Criptovalute. Per schema Ponzi ricordiamo si intende una truffa di tipo piramidale, dove chi è al vertice (ovvero chi la organizza) attrae persone millantando che conseguiranno ingenti profitti se aderiranno al suo progetto. Ma in realtà il vero guadagno non si ottiene da vendite di beni e servizi, bensì dalla semplice capacità di attirare nuove persone nella rete. I quali metteranno altro denaro che andrà direttamente nelle tasche di chi vi fa parte. E così via. Ma prima o poi la piramide crolla, proprio come un castello fatto di carte. O di sabbia.

I governi nazionali sono in affanno nel tutelare i risparmiatori da queste truffe. La Cina per ora le ha del tutto bandite, mentre la SEC americana valuta caso per caso. In Europa non ci sono ancora leggi nazionali, men che meno direttive europee. Nel prossimo paragrafo riportiamo alcuni casi di ICO di criptovalute risultate fallimentari.

Su Token Market, una delle piazze di quotazione più note, sono registrati 329 progetti di criptovalute che hanno concluso o hanno in corso una Ico. Peccato però che, se è vero che lanciare una propria moneta è così facile, è anche vero che tanti progetti non stanno in piedi. O, peggio, hanno come unico scopo quello di truffare i finanziatori.

Casi di ICO criptovalute fallimentari

Ecco un elenco di esempi di ICO su criptovalute risultate poi un fallimento:

ICO Tezos

Partiamo dal caso della criptovaluta Tezos (XTZ), un progetto che inizialmente sembrava promettente con una ICO record che ha raccolto oltre 232 milioni di dollari. Tuttavia, ora è oggetto di una class action – vale a dire di un’azione collettiva – da parte di tutti gli investitori americani unitisi per denunciare la truffa alle autorità. Qualora la Securities and Exchange Commission (SEC) stabilisse che questa ICO fosse in realtà una vendita di titoli non registrata, allora tutti gli investitori potrebbero avere il diritto a ricevere i loro investimenti indietro. C’è poi da dire che la doppia controversia tra Kathleen e Arthur Breitman da un lato e Johann Gevers dall’altro (dirigenti e fondatori della società), ha già influenzato in maniera negativa il prezzo del Coin Tezos. Non solo. Il caso negativo della criptovaluta Coin Tezos potrebbe mettere a rischio la credibilità e la reputazione delle stesse ICO. Visto che si è trattato della più grande offerta di moneta iniziale della storia.

Ricordiamo che XTZ è attualmente scambiato a circa 1,73 dollari, valae a dire a circa il 36% in meno rispetto al suo valore massimo osservato a metà ottobre 2017. Quasi un tracollo insomma.

ICO Gnosis

La ICO della criptomoneta Gnosi (GNO) è stata lanciata il 24 aprile 2017. Pensata e presentata inizialmente come piattaforma basata su Ethereum per le previsioni online e l’aggregazione dei dati, ha ben presto attirato l’attenzione degli specialisti di criptomonete e del pubblico in generale. Speranzosi di farci qualche buon affare. Tuttavia, il buon rendimento di GNO è durato solo due mesi, ovvero fino alla fine di giugno 2017. Dopodiché ha iniziato a subire un deprezzamento. A partire dall’8 novembre 2017, la moneta viene scambiata a circa 65 dollari, appena al di sopra del livello ICO. Ciò significa che se questo trend negativo proseguirà, chi ha investito in Gnosis finirà per perdere anziché lucrare.

Resta poi ancora senza spiegazione il fatto che molti coin siano ancora posseduti dai membri fondatori.

ICO Tenx

Altro caso di ICO finita male è quella della criptovaluta TenX (PAY). E pensare che il progetto aveva una idea molto interessante, per risolvere una volta per tutte una questione che ancora oggi rende le criptovalute ancora poco popolari: come spenderle nella economia reale.

Proprio come accaduto a Gnosis, il progetto ha visto dapprima un rapido aumento di prezzo, per poi subire un deprezzamento. Basta solo dire che dopo un picco nel quale PAY ha raggiunto i 6,21 dollari per unità, ora vale 1,98 dollari per unità. Secondo gli esperti, forse uno dei motivi principali di questo tracollo è dovuto al fatto che ad oggi TenX non disponga ancora di una licenza bancaria. Malgrado il fatto che offra ai propri utenti di pagare i servizi, utilizzando una carta di credito.

ICO Bancor

Stando a quanto riportato dal sito ufficiale della criptovaluta Bancor (BNT), essa si presenta come una rete di liquidità decentrata che permette di convertire i token Ethereum in qualsiasi altro token nella rete. Avvalendosi di un semplice wallet (portafoglio digitale). La ICO è partita il 12 giugno del 2017, mentre dieci giorni dopo si è iscritta alla borsa di Coinmarketcap.

Anche in questo caso parliamo di flop: il prezzo del token è sceso del 54%, passando così da 4.49 dollari a 2.06 dollari.

ICO Basic attention

Questo progetto è sorto con l’intento di migliorare l’efficienza della pubblicità digitale. Il Basic Attention (BAT) ha un team altamente professionale e un prodotto funzionante. Peccato però che manchi di un prezzo che si muova verso l’alto e di un valore intrinseco convincente. Basic Attrention è stata lanciata il 31 maggio 2017 e si è apprezzata 2 volte in soli 5 giorni. Successivamente però, la crescita di valore della moneta è stata alquanto deludente.

La moneta è crollata a 0.07 centesimi, praticamente 2 volte meno rispetto al prezzo iniziale. Ora è ancora negoziata a 0,16 dollari, dimostrando zero crescita in un arco temporale di un semestre.

La lista potrebbe essere ancora più lunga, se ci aggiungiamo criptovalute come Tether, EOS, Civic e molte altre. Non a caso, diversa è la storia della Open Trading Network Foundation, non partita come una ICO. La Open Trading Network ha deciso di affidarsi a risorse interne per finanziare e sviluppare il proprio progetto, e non tramite una ICO.

Criptovalute su cui affidarsi

Perché le ICO falliscono? Perché evidentemente chi le lancia lo fa solo per la bramosia di ottenere lauti profitti, senza poi magari avere un progetto solido alle spalle. E così, come lui, altri desiderosi di arricchirsi si buttano a capofitto sul progetto. Ma alla fine restando con un pugno di mosche in mano.

Le criptovalute si stanno imponendo come asset molto interessante su cui investire, soprattutto perché vantano una alta volatilità. La quale consente di ottenere lauti guadagni certo, ma anche forti illusioni trovandosi con un pugno di mosche in mano alla fine.

Ad oggi migliaia le criptovalute in circolazione. Ma a parte quelle sorte con l’intento di lucrare e fallendo miseramente dopo un po’ (come gli esempi visti in precedenza) o quelle che cercano di clonare le criptomonete più popolari e di successo, solo una dozzina sono quelle che si salvano realmente.

A parte il Bitcoin, prima criptovaluta sorta nel 2009, importanti sono: Ethereum (che oltre ad essere una moneta digitale offre anche la possibilità di stipulare smart contract); Ripple (che offre un comodo e vantaggioso sistema di cambi valutari); Solana; Luna (esplosa con la Defi nel 2021), Polygon.

ICO come si lancia

Come funziona il lancio di una ICO? Come detto, le ICO servono per raccogliere capitale per avviare una start up, ma non solo. Il loro principale utilizzo ad oggi è comunque per lanciare criptovalute. Spesso sono gli stessi investitori a diventare utilizzatori e clienti del servizio offerto dall’azienda che effettua la ICO.

Ciò comporta che siano gli investitori investitori iniziali a comprare monete a un prezzo inferiore. Sebbene il loro valore venga determinato dalla domanda-offerta una volta presenti sul mercato. Occorre avere una ottima idea e avvalersi del supporto di persone esperte in materia.

Investire in ICO conviene?

Una domanda lecita, alla quale per ora ci sentiamo di rispondere di No. In quanto, come detto, la ICO è letteralmente una White Paper, che non dà alcuna garanzia. E’ un salto nel vuoto. Una cambiale in bianco. Poi per carità, esistono anche ottimi affari.

Come orientarsi nel mondo tentatore delle ICO? Innanzitutto, occorre rendersi conto che i progetti collegati alla blockchain sono irrealistici e frutto dell’improvvisazione o della sopravvalutazione delle capacità da parte di non tecnici.

Quindi non tutti i progetti sono buoni, anzi, una minima percentuale. Poi occorre capire il modello di revenue. Troppo spesso si commette l’errore di credere che il token sia un gettone per usare il servizio. Invece, in realtà, il gettone riflette il valore del servizio. Quindi bisogna avere un diritto sul profitto o su un bene scarso della piattaforma. Infine, ammesso e non concesso che il progetto sia andato a buon fine e stia rendendo, come viene garantito che i profitti siano pagati ed elargiti ai possessori di token? Per questo caso, si potrebbero stipulare smart contract, che danno dei diritti in più.

E’ necessario poi porsi queste domande:

  • Il team di sviluppatori dietro il progetto ha un’applicazione chiara?
  • Il team ha già sviluppato qualcosa di simile?
  • Ha un track record di risultati brillanti?
  • Quali tipi di diritti danno i token?
  • Come saranno utilizzati i soldi che vengono raccolti?

Non è invece utile credere che avere token dia diritto a partecipare agli utili futuri, senza alcuna utilità funzionale. In questo caso si tratterebbe di emettere security che semplicemente aggirano la normativa vigente.

Alternative a ICO: OTN

Quali sono le alternative a ICO? Una valida alternativa alle ICO è la piattaforma OTN, stante per Open Trading Network. Il cui prezzo è incrementato moltissimo dal giorno della sua entrata a mercato. Per Open Trading Network ci si riferisce alla piattaforma che consente di unire tutte le reti blockchain e tutti i trader del mercato delle criptovalute. I token OTN in circolazione sono un totale di 100 milioni, dello standard ERC20 di Ethereum. OTN è una borsa exchange che fornisce operazioni cross-exchange, sicure e affidabili, offrendo pure la compravendita di tutte le criptovalute ed asset presenti in borsa.

Il finanziamento privato e autonomo di OTN è in fase di completamento, ma le cifre parlano chiaro. Il prezzo di OTN è in forte crescita e a breve rappresenterà un altercoin di successo. Ad oggi il prezzo dell’OTN è cresciuto da pochi centesimi di dollari a ottobre 2017 a oltre 40,00 dollari il 13 novembre 2017, registrando un incremento superiore al 1500%. Il vantaggio di acquistare token OTN in questo modo ad oggi è ancora gratis.

Blockchain ICO cosa sono e come funzionano

Cosa sono le Blockchain ICO e perché sono importanti per lo sviluppo della succitata criptomoneta Ethereum? Abbiamo detto come questo sistema sia stato lanciato proprio grazie ad una ICO. Tramite essa sono stati venduti token in cambio di Ether con cui finanziare il progetto stesso. Gli Ether sono appunto la moneta digitale del sistema ideato dal giovane russo (appena 19enne) Vitalik Buterin.

E così la blockchain di Ethereum sta diventando sempre più la piattaforma leader per questo tipo di finanziamento poiché è molto semplice usare la piattaforma per questo fine. Si tratta di una sorta di kickstarter decentralizzata. Questo approccio consente a tutte le persone di partecipare a nuovi progetti e condividere i propri successi. L’esempio di Ethereum dimostra che le ICO non sono qualcosa di sbagliato o di sicuro una truffa. Possono dar vita a progetti molto interessanti e funzionanti. Ethereum ha raccolto 18,4 milioni di dollari. E oggi un Ether viaggia a tremila volte il suo valore iniziale. Ciò avviene quando il progetto iniziale è solido e chi lo lancia ci ha creduto davvero senza avere come “stella polare” del proprio viaggio il dover fare soldi. Infatti, Buterin ha voluto che Ethereum fosse un progetto no-profit, al pari di Mozilla, società che ha lanciato il browser Firefox. Che si differenzia invece da Google che ha un approccio pro-money.

ICO: le domande frequenti

Cosa sono le ICO?

Termine che significa Initial Coin Offering, un meccanismo lanciato dalle startup per lanciare il proprio progetto tramite la distribuzione del proprio token.

Quando vennero lanciate le ICO?

Le prime ICO vennero lanciate alcuni anni fa per finanziare il lancio di progetti legati alle criptovalute. Dopo Ethereum ci sono stati molti casi e truffe che di fatto ne hanno limitato l’utilizzo in molti paesi.

Qual’è stata la più grande ICO truffa?

In passato ce ne sono state molte come ad esempio il noto caso di One Coin.

ICO Riepilogo

Conclusioni

Le ICO sono una modalità per raccogliere fondi ma spesso sono state oggetto di truffa negli anni passati. Prima di investire in un progetto assicuratevi di :

  • Leggere bene il white paper
  • Studiare da chi è composto il team seguendoli sui social e sui vari canali
  • Verificare se il progetto può avere una concreta utilità e non solo per fini speculativi

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