FTX crash: riepilogo | Situazione attuale degli altri Exchange

FTX ha dichiarato ufficialmente il fallimento nei giorni scorsi con un comunicato stampa in cui afferma di essere in bancarotta.

Ma come ha fatto Sam Bankman Fried a passare ,da essere uno dei personaggi più ricchi del pianeta all’uomo che ha messo in ginocchio il settore delle crypto? Cerchiamo allora in questo articolo di ripercorrere i passi che hanno portato FTX alla caduta con uno sguardo a quello che sta succedendo nelle ultime ore.

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Cosa è successo ad FTX

Tutto inizia con una inchiesta e documenti pubblicati dal noto sito CoinDesk che evidenzia come l’exchange FTX e le sua società controllante ovvero Alamed Research abbia a bilancio 14 miliardi di dollari in token di cui la maggior parte nel token FTT dell’exchange.

Un connubio strettissimo tra l’exchange (FTX) e la sua società di trading (Alameda Research) che detiene in maggioranza il token stesso della sua controllata. In pratica FTX si regge su un castello di carta, visto che non ha una riserva in dollari o in un controvalore stabile ma dipende da un token inventato da sé stesso e dal valore estremamente volatile.

La CEO di Alameda rassicura

Arriva così la prima dichiarazione del CEO di FTX, Caroline Ellison, che dichiara che FTX è solida e che nel bilancio non ci sono altri 10 miliardi che hanno in altri asset. In un primo tempo i timori di problemi finanziari e di possibili rischi di insolvenza sembrano rientrare.

Successivamente arriva il primo tweet di Binance che da un primo scossone:

Binance annuncia la vendita di FTT

il CEO di Binance, il primo Exchange al mondo, dichiara di volersi liberare progressivamente della propria esposizione in FTT, token in cui aveva investito nei primi round di finanziamenti.

Changpeng Zhao (CZ) era infatti, tramite Binance, uno dei maggiori investitori in FTX e dunque aveva tutta la capacità di influenzare l’andamento del prezzo.

Nel tweet che vedete CZ dichiara così di aver deciso di liquidare le posizioni rimanenti di FTT a causa delle recenti rivelazioni. Smentisce poi di voler causare un problema ad un concorrente in quanto quando un progetto fallisce danneggia tutto il settore. In pratica fa intuire che FTX abbia seri problemi di liquidità.

E’ partita così su Twitter una serie di botta e risposta tra CZ e Sam Bankman Fried che ha scatenato il panico tra gli investitori di FTX. E’ partita così la vendita massiccia di FTT con l’exchange FTX che ha dovuto sospendere i prelievi per tamponare l’emergenza.

Questa mossa ha scatenato il panico e la FUD su tutti i mercati crypto che hanno subito pesanti ribassi. A farne le spese sono stati anche i token in cui FTX aveva investito come Solana, ma anche Bitcoin è sceso sotto i 16.000 dollari, livelli che non si vedevano dal 2020.

Le date tra il 7 e l’8 Novembre saranno sicuramente ricordate come fra le più drammatiche per il settore delle criptovalute. Non solo FTT è passata a perdere quasi il 95% del suo valore in pochi giorni ma questo ha portato grande incertezza sui mercati oltre a gettare ombre e screditare la reputazione di un settore che era stato già colpito in passato.

Con quale fiducia potranno tornare ad investire gli utenti? O gli istituzionali? Ricordiamo che FTX era considerato uno dei migliori CEX per i perpetual oltre ad essere il secondo assoluto per volumi.

Questo riporta a galla ovviamente la necessità stringente di regolamentare un settore che è stato fortemente colpito in questo 2022. Ma torniamo ad FTX e ripercorriamo le tappe di questa vicenza.

Binance cerca l’accordo con FTX poi ci ripensa

Dopo i primi scambi di battute con Sam, il CEO di Binance CZ rilancia con un tweet:

CZ spiega la vendita di FTT e cita Luna

che spiega che la liquidazione delle posizioni in FTT deriva dalla loro politica di gestione del rischio. E poi cita Terra LUNA, la blockchain fallita l’anno scorso per spiegare che bisogna imparare da questi casi.

Le dichiarazioni non fanno altro che alimentare le voci di insolvenza di FTX che si vede costretta a disabilitare i prelievi agli utenti, mentre rimangono attivi per altri paesi come il Giappone.

Dopo le schermaglie iniziali sembra esserci uno spiraglio di salvezza con i due CEO che annunciano una “collaborazione” e l’intenzione da parte di Binance di acquisire FTX.

Binance vuole comprare FTX

come leggiamo nell’annuncio FTX chiede l’aiuto da parte di Binance a causa della carenza di liquidità in cui versa, dovuta al crollo del prezzo del suo token FTT. Binance così annuncia di voler acquisire, tramite accordo non vincolante, gli asset di FTX.

Parte così l’analisi dei registri contabili in cui emerge che FTX avrebbe un buco di bilancio enorme vicino agli 8 miliardi di dollari, mentre FTX.US (la controllata statunitense) non sembrerebbe essere insolvente.

Purtroppo Binance, dopo pochissimo, ritira l’offerta di acquisizione di FTX. Come vedete in questo tweet:

Salta accordo tra Binance ed FTX

annunciano di rinunciare all’acquisizione in quanto contraria alle proprie policy interne oltre al fatto che c’è una indagine in corso da parte delle agenzie governative statunitensi.

Dopo il ritiro di Binance il mercato reagisce in modo violento col crollo di FTX e di tutto il settore compreso Bitcooin che fa un nuovo bottom arrivando quasi ai 15 mila dollari per poi risalire sopra i 16.500 $.

La conseguenza, oltre che per gli investitori, è sopratutto per i retail che rischiano di perdere tutti i loro fondi. Si vociferava di un possibile accordo con Justin Sun, il Ceo di Tron Network ma poi non si è concretizzato nulla per ora.

FTX dichiara bancarotta

E arriviamo al 11 Novembre. Come vedete in questo tweet l’Exchange FTX dichiara bancarotta con un comunicato:

FTX dichiara bancarotta

che decreta la fine di FTX per come la conosciamo.

Questo Exchange è stato per anni una presenza importante nel settore delle criptovalute. Ha lanciato una piattaforma di derivati e perpetual che poteva essere senz’altro definita come la migliore del mercato. Nessuno poteva aspettarsi un tale epilogo.

FTX era considerato un grande player tanto da aver avviato anche sponsorizzazioni nello sport e in tanti altri settori. Era tra le altre cose uno dei pochissimi ad aver ottenuto licenze come quella di Cysec o adesione alle normative MIFID 2 che poi sono state ovviamente sospese.

Dopo il fallimento di FTX molti Exchange hanno pubblicato vari report per certificare le loro riserve e prendere distanze da Alameda e da FTX stessa. Insomma i competitor di FTX come Binance e gli altri dichiarano che i loro conti sono a posto e auspicano un intervento dei regolatori, spingendo anche su maggiore trasparenza come quella della Proof of Reserve.

Lo stesso CZ in un tweet specifica che:

CZ chiede più trasparenza sulle riserve

tutti gli Exchange dovrebbero verificare le loro riserve ed evitare di fare riserva frazionaria. Binance inizierà a breve ad implementare la Proof of Reserve per aumentare ancora di più la trasparenza.

I progetti coinvolti: Solana a rischio?

Il crollo dell’ecosistema di Terra Luna ha evidenziato la fragilità di un sistema basato su giochi finanziari strani come prestiti non collateralizzati, riserve frazionarie e protocolli insolventi.

Subito dopo abbiamo assistito al fallimento di Celsius, una delle più note piattaforme di lending seguito dal fallimento di Three Arrows Capital, uno dei più grandi fondi di gestione che aveva investito nelle crypto.

Anche il crack di FTX sta portando delle conseguenze all’intero settore. Uno dei primi progetti ad essere colpito è stato quello di Solana. Il prezzo del token SOL è infatti crollato di più del 50%, ma anche altre coin hanno avuto risultati altalenanti con Bitcoin ed Ethereum scesi del 20%. Anche la capitalizzazione di SOL è diminuita.

Ovviamente la bankrun di FTX non ha niente a che vedere con i fondamentali di Solana che è reduce dalle novità del Solana Breakpoint, la conferenza in cui hanno annunciato i nuovi progetti. Alameda ed FTX erano tra i più grandi investitori di Solana e dunque hanno venduto grandi quantitativi di token per cercare di racimolare più liquidità possibile.

Il fondatore di Solana Yakovenko ha dichiarato che Solana Labs non è esposta su FTX ma ovviamente l’attenzione rimane alta. Successivamente Solana Labs come vedete in questo tweet:

Solana Foundation: report su FTT

ha pubblicato un rapporto per spiegare la situazione ed evidenziare su quali asset di FTX sono esposti. La pagina viene aggiornata per tenere informati gli utenti sulle evoluzioni.

Subito dopo l’attenzione si è spostata sulle stablecoin come Tether (USDT) che ha perso per qualche istante il peg col dollaro così come le altre USDC e BUSD. Ancora una volta questi progetti hanno ribadito di non avere alcuna esposizione in FTX o Alameda e di non aver concesso prestiti.

Gli altri Exchange: da Crypto.com a Gemini

Nei giorni successivi gli analisti hanno cercato di capire a quali progetti si poteva espandere il crypto contagio. E naturalmente l’attenzione maggiore è stata concentrata sugli altri Exchange.

Crypto.com: voci su possibile insolvenza

Uno dei progetti su ci ci sono state voci di possibili problemi è Crypto.com, un exchange molto in vista a causa delle sue sponsorizzazioni miliardarie come quelle della Formula 1 o dello stadio dei LA lakers nell’NBA.

Anche Crypto.com ha sede fuori dagli Stati Uniti ed è uno dei dieci exchange principali in quanto a volumi. E’ iniziata così la corsa al prelievo su Crypto.com che ha dovuto gestire un enorme deflusso di capitali dalla sua piattaforma.

Quando si è capito che FTX non aveva la liquidità necessaria per restituire i fondi ai client, naturalmente è cresciuta la preoccupazione dei clienti di tutte le piattaforme Cefi compresa Crypto.com per un possibile contagio.

A peggiorare la situazione e le speculazioni su un possibile default di Crypto.com sono state alcune rivelazioni su un trasferimento di 400 milioni di dollari da parte di Cronos ad Gate.io, uno degli exchange rivali. Il CEO di Crypto.com, Kris Marszalek, ha riconosciuto l’errore.

Anche il token CRO ha così subito uno scossone col prezzo del token che è diminuito di quasi il 40% in una sola settimana.

Come vediamo in questo tweet:

CEO di Crypto.com rassicura gli utenti

Kris Marszalek ha rassicurato gli utenti sulla solidità della società affermando che c’è stata una coda enorme di prelievi che però è stata smaltita nell’arco di 24 ore tornando ad una situazione “normale”. Insomma per ora l’Exchange ha retto anche se la preoccupazione degli utenti non è diminuita, sopratutto perché alcuni analisti hanno invitato i retail a prelevare i loro fondi per sicurezza.

Genesis e Gemini sospendono i prestiti

Poche ore fa arrivano due annunci che riguardano Genesis Global Capital e Gemini.

Genesis Global Capital ha sospeso infatti, anche se in modo temporaneo, l’erogazione di nuovi prestiti anche in seguito al fallimento di FTX. Genesis ha dichiarato di aver sofferto anche dopo il crack del fondo Three Arrows Capital. La società, infatti, aveva concesso ingenti prestiti al fondo 3AC, che non sono stati rimborsati.

Nessun problema per quando riguarda il trading, ma si tratta di un’azione legata esclusivamente al settore dei prestiti. Non è comunque una notizia positiva.

Genesis avrebbe, infatti, circa 175 milioni di dollari bloccati su FTX e dunque ha fatto un’operazione per iniettare liquidità.

La società si occupa di diversi servizi dedicati principalmente agli istituzionali e fornisce anche un sistema di custodia. Per il momento nessun problema anche se potrebbe soffrire di problemi di liquidità nel breve periodo.

Subito dopo arrivano problemi anche per Gemini che ha dichiarato di aver sospeso il suo programma di Earn in quanto non sarà in grado di rispettare gli accordi previsti dal programma. Genesis Global Capital è infatti partner per quanto riguarda il programma Earn di Gemini.

Come leggiamo in questo tweet:

Gemini sospende i prelievi

Gemini dichiara che sono consapevoli che Genesis ha sospeso i prelievi e non riuscirà a soddisfare le richieste entro 5 giorni lavorativi. E’ stata una settimana difficile per tutto il settore ma prendono atto che non possono rispettare i termini dell’accordo e sperano che Genesis risolverà la situazione.

C’è quindi il rischio di altri contagi che probabilmente potranno coinvolgere altre società collegate con questi servizi.

Cosa ci insegna la vicenda di FTX: dobbiamo preoccuparci?

Il fallimento di FTX rappresenta un evento preoccupante e sconvolgente per tutto il settore. Ci sono delle domande a cui non riusciamo a dare risposta:

  • Può un soggetto prelevare i fondi dei clienti e fare strane operazioni di trading mettendo a rischio risparmi?
  • I fondi dei clienti si un soggetto regolamentato Mifid non dovrebbero essere garantiti?
  • Perchè non regolamentare seriamente le piattaforme che offrono derivati e prestiti?

E’ evidente che arriverà inevitabilmente una regolamentazione molto più stringente per tutti gli exchange e sarà più difficile ottenere le licenze.

E pensare che Sam Bankman Fried era visto come un paladino delle crypto in grado di salvare peogetti come BlockFi e Voyager. Un uomo che evidentemente ha perso il controllo lanciandosi in operazioni pericolose dal punto di vista finanziario.

Il fallimento di FTX non riguarda i fondamentali delle criptovalute o una tecnologia specifica, ma inevitabilmente danneggerà altri progetti con un contagio che speriamo non coinvolga altri colossi.

Inoltre aumenterà la consapevolezza degli utenti che saranno molto più attenti alle questioni di sicurezza, come quelle legate alla custodia delle criptovalute.

Il crollo di FTX non è solo il crollo di un Exchange, è il crollo della fiducia da parte degli utenti in un intero settore che rischia di essere pesantemente regolamentato, allontanando la mass adoption che ha sempre cercato di raggiungere, senza riuscirci.

Conclusioni

Continueremo ad occuparci di tutti gli aggiornamenti sulla vicenda FTX e di eventuali problemi che potrebbe nascere da un possibile contagio ad altri progetti. Ci auguriamo che non ci siano altre conseguenza per un settore troppo colpito durante quest’anno.

Naturalmente le previsioni degli analisti non devono essere considerate come un consiglo finanziario, ognuno deve fare le proprie valutazioni in tema di investimenti.

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