Fiscalità Trading: quale regime conviene scegliere se il Broker è estero?

L’esercizio della Professione di Trader porta a prendere in debita considerazione l’annosa questione della pianificazione fiscale e del regime di tassazione che le rendite finanziarie maturate sul Forex e sul mercato del Trading online comportano in sede di dichiarazione dei redditi.

Con il successo, la crescita del Forex e la diffusione della professione di Trader, l’Agenzia delle Entrate ha iniziato da qualche anno a tenere sotto la “lente” i redditi maturati e il capital gain derivante dall’attività di trading.

Vediamo in dettaglio in questa guida quale regime di tassazione conviene scegliere se il trader si registra e negozia assets su una Piattaforma di Trading offerta da un Broker straniero, la cui società è residente fiscalmente in uno Stato estero, con regime di tassazione diverso da quello italiano.

Ma, prima di tutto occorre inquadrare il fenomeno trading nel più ampio contesto generale.

Guadagni derivanti dal Trading e Forex: un quadro generale

Sempre più giovani sono attratti dal Forex e dal mercato del Trading online e, ogni giorno, sono tantissimi gli investitori che decidono di impostare una strategia di compravendita di assets (indici, materie prime, valute, criptomonete, etc.).

Il trading attrae e gli introiti e le rendite finanziarie maturate sono costantemente in crescita, per questo occorre affidarsi ad un buon Commercialista di fiducia che assolva da Consulente e pianificatore fiscale nei confronti del Trader.

Occorre ricordare che l’attività di trading comporta minori tasse rispetto ad altre attività e professioni, la tassazione “colpisce” solo ed esclusivamente le plusvalenze generate dall’attività di negoziazione, mentre sono escluse le minusvalenze, non soggette all’imposizione fiscale.

Gli adempimenti burocratici e fiscali sono notevolmente inferiori se non si svolge l’attività di trader professionalmente e in maniera continuativa ma, solo occasionalmente come rendita extra reddito.

Altrimenti, se si esercita la professione di Trader continuativamente al pari di una qualsiasi altra professione e si introitano rendite finanziarie, è necessario aprire la Partita IVA, versare i contributi all’INPS e premio assicurativo all’INAIL.

Quindi, è bene affidarsi sempre ad un Consulente Fiscale e Commercialista che ti segua nella contabilità e nella dichiarazione dei redditi.

Trading online: Tassazione sulle plusvalenze maturate

Un trader professionista che maturi rendite ed introiti in un anno di attività 12.000 euro, deve dichiarare al Fisco di aver maturato questo reddito (da lavoro) e deve pagare le tasse sulla plusvalenza.

In caso contrario, se si registra una minusvalenza di qualsiasi entità, nulla dovrà essere versato alle Casse erariali.

Di che entità è l’aliquota che viene applicata all’imponibile? Dal 1° luglio 2014, la normativa fiscale ha fissato l’aliquota di tassazione al 26%, in luogo della previgente fissata al 20%.

Tale aliquota è fissa, ciò significa che se hai realizzato una plusvalenza di 3.000 euro pagherai 780 euro di imposta, mentre se la plusvalenza è 100.000 euro si dovrà versare al Fisco ben 26.000 euro.

In sostanza, l’imposta sostitutiva pari al 26% può essere pagata in due modi, a seconda dei regimi fiscali scelti: il regime amministrato oppure quello dichiarativo.

Tassazione Trader: Regime amministrato

Nel regime amministrato è il Broker che si occupa della posizione fiscale del trader: lo stesso si occupa di calcolare e liquidare le relative imposte e versare la ritenuta. Questo regime è ideale per chi espleta l’attività di Trader sporadicamente, ovvero occasionalmente o, talvolta anche in maniera continuativa.

In questo ultimo caso se si è titolari di Partita Iva, sicuramente il trader si affida ad un buon Commercialista per seguirlo in materia di contabilità, fiscalità e previdenza.

Ad esempio, se si apre una posizione di trading e la si chiude incassando un guadagno di 2000, su questo capital gain il Broker ci preleva dal conto 520 euro (ovvero il 26% di 2000 euro).

In pratica, è il Broker che calcola e liquida le imposte, versandole alle Casse erariali.

Tassazione Trader: Regime dichiarativo

Nel regime dichiarativo invece è il trader stesso che, assistito dal proprio Commercialista di fiducia, si occupa di regolarizzare la posizione fiscale.

In questo caso, il Commercialista per conto del Trader cliente procede con il calcolo e la liquidazione delle imposte dovute.

Ogni Broker ad inizio anno invia al titolare del conto trading un documento ufficiale che riepiloga l’importo finale di tutte le posizioni chiuse durante l’anno precedente.

Questo documento con dettaglio delle plusvalenze maturate ed introitate durante l’anno assolve ad un ruolo ancora più importante nel caso in cui il Broker sia straniero e abbia una sede legale in un paese estero con un regime fiscale diverso da quello italiano.

Infatti, nel caso in cui si operi con Broker stranieri, il Trader deve optare per il regime dichiarativo: il Commercialista del trader si occupa di calcolare le relative imposte sulle plusvalenze riportate sul documento inoltrato dal Broker ad inizio anno fiscale.

Ad esempio, se nel documento inviato si è realizzata una plusvalenza di 6.000 euro, il Commercialista dovrà calcolare l’imposta dovuta e quindi versarla, oltre a dichiarare i 6.000 euro di plusvalenza nella dichiarazione dei redditi.