Firma olografa: significato e come funziona

Detta anche firma grafometrica viene apposta a mano dal sottoscrittore su una tavoletta elettronica

Spesso sentiamo parlare di firma olografa, detta anche grafometrica. Come la firma tradizionale, viene anch’essa vergata a mano dal sottoscrittore. Tuttavia, si distingue dalla prima poiché viene apposita su una tavoletta elettronica tramite una speciale penna anch’essa elettronica.

Il sistema prevede sia un hardware che un software i quali prevedono diversi parametri biometrici, capaci di renderla così unica e non producibile da altri. Di seguito scopriamone di più sulla firma olografa.

Firma olografa: come funziona

firma olografa
Strumenti per la firma olografa

Tali parametri, oltre ovviamente alla forma del segno grafico, anche pressione, velocità, accelerazione e ritmo con cui si firma. E

ssi vengono campionati più volte al secondo, proprio per avere una rappresentazione completa e complessa della firma.

Autenticandola in tutto e per tutto. Per alcuni casi particolari, è previsto un ulteriore parametro invisibile: i “tratti in volo” effettuati dalla penna.

Vale a dire quei movimenti che la penna elettronica fa passando da una lettera all’altra del nome e cognome.

La particolarità è dunque il fatto che tale parametro rivela ulteriori caratteristiche senza che vi sia il bisogno di toccare la superficie della tavoletta, e dunque senza aver tracciato alcun tratto sulla stessa.

Firma olografa: come viene apposta sul documento

Una volta che tutti i parametri vengono registrati, bisogna collegarli al documento che si sta firmando. Proprio per dimostrare la volontà del sottoscrittore a firmarlo.

Tale associazione avviene tramite l’utilizzo e la fusione delle rispettive impronte del documento e della sottoscrizione, sia in chiaro che a seguito dell’apposizione di una chiave di cifratura. Come avviene ciò? Una volta che viene raccolto il dato biometrico, esso viene immediatamente criptato tramite una tecnica crittografica definita “asimmetrica”. La prima impronta la otteniamo mediante il calcolo fra il documento ed il dato biometrico criptato.

La seconda si calcola proprio sulla precedente e sul dato biometrico in chiaro (che viene mantenuto disponibile). Fatto ciò, i dati del dato biometrico vengono distrutti e sovrascritti, così che siano irrecuperabili. Così si può effettuare una verifica leggera di integrità, analizzando con semplicità se il documento in questione sia ancora come era all’inizio o invece alterato dopo che sia stato sottoscritto; ma anche una verifica approfondita, che però deve essere esplicitamente richiesta adoperando come controprova anche la seconda impronta.

Ciò significa che occorrerà accedere ai ai dati biometrici non criptati ed esaminarli con l’ausilio di un professionista, ovvero proprio un grafologo.

Firma olografica: ci sono rischi per la privacy?

firma digitale
Una tipica firma olografa

Possiamo dire dunque che la firma olografa è una firma “biometrica”, collegata a tratti biometrici molto precisi e del tutto personali del firmatario.

La firma grafometrica utilizza dati biometrici “comportamentali”, ossia tiene conto a tutti gli effetti dei modi di firmare di chi sta scrivendo. Certo, come per tutte le tecnologie, anche qui si pongono problemi relativi alla privacy.

Si pensi al caso estremo delle nostre carte di credito, dove in ballo ci sono i nostri soldi in banca. Se una carta viene clonata, sappiamo che una volta accortici del danno possiamo chiederne l’annullamento e chiederne una ex novo.

Tuttavia, in presenza di un dato biometrico, il danno è quasi irreparabile. Qualora si tratti di una firma olografa i dati sono protetti giacché criptati mediante complessi algoritmi di crittografia asimmetrica, con l’utilizzo di coppie di chiavi con una consegnata a una residente sugli apparati di firma, ed un’altra – per effettuare le operazioni di messa in chiaro – che viene conservata da terzi estranei ai processi di firma. Vale a dire l’Autorità di Certificazione, Enti, o anche Notai. I quali si stanno sempre più specializzando in questo campo.

Firma olografa: quali sono i vantaggi

Esplicati i naturali dubbi relativi alla sicurezza di questo tipo di firma elettronica, veniamo ai vantaggi che questa tecnologia comporta. Tramite questa firma si può diffondere più rapidamente la digitalizzazione anche della burocrazia pubblica, riducendo il cosiddetto “digital divide” tra chi ha accesso al mondo digitale e chi invece è ancora fermo a carta e penna.

Non a caso, la Commissione Informatica del Consiglio Nazionale del Notariato sta cercando di far sì che tale firma sia la più sicura e autentica possibile. In questo modo si può affiancare anche nel settore notarile la firma olografa alla già presente firma digitale.

Firma olografa: i rischi

tavoletta elettronica per firma olografa
Una tipica tavoletta elettronica per firme olografe

Come per tutte le nuove tecnologie, anche la firma olografa lascia spazio a dubbi e perplessità al di là della privacy.

E dunque di natura più tecnica. Dato che il digitale ci fa perdere il contatto con il mondo materiale, essendo anch’esso tutto sommato legato al mondo virtuale, difficilmente potremmo avere in una siffatta realtà analogica l’assoluta certezza di quello che davvero si sta firmando.

Infatti, quando firmiamo in modo olografico, non abbiamo in mano materialmente il documento in questione. Cosa che invece non avviene se qualche furbetto ci rifila un documento con scritto ben altro, o, peggio ancora, un foglio di carta carbone per impossessarsi della nostra firma.

Per risolvere questi problemi è dunque necessario che la firma olografa sia sorretta da opportuni standard e garanzie, per far sì che si consenta agli utenti di capire se stanno affidando i loro dati biometrici ad apparati “a norma”. Per raggiungere questo scopo è stata anche fondata un’associazione, la Aifag, che include operatori legati a questo settore nuovo, sia dalla parte della domanda sia di quella dell’offerta.

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