Fca cede Magneti Marelli a Calsonic: motivo e rischio per dipendenti

Ormai ci stiamo facendo l’abitudine. Pezzi del nostro Made in Italy che finiscono in mani straniere. Francesi, russi, tedeschi, cinesi, americani, arabi. Sono soprattutto loro a cannibalizzare da anni la nostra economia in affanno. Di tanto in tanto, però, al banchetto si siedono anche altri imprenditori provenienti da altre parti del Mondo. Come il Giappone. E come successo alla Magneti Marelli.

La società di componentistica del gruppo Fiat-Chrysler passa al 100% sotto il controllo della nipponica Calsonic Kansey per circa 6,2 miliardi di euro, un valore di poco superiore a sei volte il margine operativo lordo.

Calsonic è sorta lo scorso anno da uno spin-off della casa automobilistica Nissan ed è ora di proprietà del fondo Usa Kkr.

E’ la prima operazione che avviene nell’era Manley, il successore di Sergio Marchionne alla guida del gruppo Fca. Inizialmente, si era anche parlato di una separazione societaria di Magneti Marelli da Fca. Si sarebbero dovute distribuire le azioni Magneti Marelli agli azionisti Fca, convertendo Exor, la holding di famiglia Agnelli, in azionista diretta della società. Si era anche parlato di una quotazione in Borsa nei primi mesi del 2019.

Ancora, si era anche avanzata l’ipotesi che fosse interessata a Magneti Marelli anche l’italiana Brembo, ma solo per alcuni parti. Tuttavia, non si è mai aperta una trattativa concreta con Alberto Bombassei, patron del gruppo.

Insomma, solo voci senza fondamento, che però già avvisavano che qualcosa intorno a Magneti Marelli si stesse muovendo.

Pochissimi costruttori hanno al loro interno una società di componentistica che produce tra le altre cose quadri di bordo (dove è un’eccellenza a livello mondiale), sistemi di illuminazione, sistemi di controllo motori benzina e diesel, ammortizzatori e sistemi di controllo dinamico dei veicoli. Magneti Marelli era per Fca tutto ciò, ma i tempi cambiano.

Diversi analisti, infatti, concordano ormai sulla necessità per i costruttori di concentrarsi sul cuore delle proprie attività cedendo le società di componentistica. Un mercato ancora molto frammentato che necessiterà di un consolidamento su scala globale insieme a quello dei produttori di veicoli.

La cessione di Magneti Marelli potrebbe servire a dare una spinta a Fiat-Chrysler per investire su nuovi modelli futuristici. Come l’elettrico e le vetture a guida autonoma, dove Fca collabora già con Bmw e Intel.

FCA in Borsa

Cessione Magneti Marelli quali rischi

I sindacati metalmeccanici, Fiom-Cgil in testa, si erano detti nei giorni scorsi preoccupati la cessione di Magneti Marelli, chiedendo l’avvio di un tavolo al ministro dello Sviluppo guidato da Luigi Di Maio.

Tuttavia, il dossier sembra enunciare la conservazione dei livelli occupazionali in Italia e la tutela del marchio proprio come pre-condizione. Magneti Marelli in Italia ha circa 10 mila dipendenti in 20 stabilimenti, molti contigui agli impianti Fiat-Chrysler. Ha il suo quartier generale a Corbetta, provincia di Milano, e sedi anche in provincia di Udine, Torino, Bologna, Bari.

Proprio riguardo quest’ultima, sono poco più di 1400 i dipendenti della Magneti Marelli in Puglia e Basilicata divisi tra i due stabilimenti di Bari (mille dipendenti) e Melfi e Tito, a Potenza (400 unità) che si occupano della produzione di componentistica per auto, sistemi di iniezione e oltre tutto leader nella progettazione e produzione di motori «green», elettrico e ibrido con contratti di fornitura per Chrysler, Porsche e Wolkswagen.

Nell’area industriale di Bari la notizia della vendita da parte di Fca alla giapponese Cansolic Kansel per 6,2 miliardi è accolta con titubanza. Se la Fiom Cgil è molto scettica e preoccupata, parlano di grande opportunità Uilm, Ugl e Fim-Cisl.

Per quanto concerne Bari, queste sono gli umori raccolti dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Saverio Gramegna, segretario generale della Fiom Cgil: «Ci troviamo di fronte all’ennesima vendita di un pezzo del patrimonio industriale italiano. Negli ultimi anni Fca ha reso sempre più evidente il fatto che il proprio destino industriale non incrocia più quello dei lavoratori e delle lavoratrici italiane».

Gianfranco Michetti segretario generale della FimCisl è più ottimista: «Consideriamo la vendita positiva, assicurano che non ci saranno ripercussioni negative nè sui lavoratori nè sui siti italiani».

«Che la Magneti Marelli fosse in vendita lo si sapeva già – aggiunge Riccardo Falcetta, segretario generale della Uilm – sembra un’ottima operazione ma è prematuro parlarne perché bisognerà entrare nel merito della vendita per capire cosa potrà significare a lungo termine. In questo nuovo scenario bisognerà capire come si colloca lo stabilimento di Bari, considerato che rappresenta uno degli stabilimenti del settore tra i più performanti d’Italia».

Stessi umori nella vicina Basilicata. Fim-Cisl: «Avevamo sempre espresso la nostra preferenza verso ipotesi di spin-off dentro il perimetro Exor. Nel caso di vendita – dice il sindacato – era per noi indispensabile optare per soluzioni che garantissero una valorizzazione del patrimonio industriale e occupazionale in una prospettiva positiva per il futuro. Questa operazione va nella direzione che auspicavamo».

Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Spera, segretario generale della Ugl Basilicata: «Così – dice – si punta a creare un’azienda leader indipendente della componentistica automotive».

Giudizio diametralmente opposto quello della Fiom-Cgil di Basilicata: «Non sono chiari gli obiettivi di tale operazione e le ricadute in termini occupazionali. Riteniamo necessario – sottolinea Giorgia Calamita, della Fiom di Basilicata – che ci sia un intervento della Regione che possa istituire un tavolo sindacale per un confronto vero sul piano occupazionale, industriale e del futuro della ricerca e dello sviluppo dell’auto».

Di fatto, nasce un colosso che raggiunge gli oltre 16 miliardi di vendite congiunte, superando la della francese Valeo. Diventando di fatto il decimo gruppo al mondo per ricavi al pari della cinese Huayu Automotive Systems.

Perchè Fca ha ceduto Magneti Marelli

Presumibilmente, Fiat Chrysler ha intenzione di fare cassa per avere i fondi necessari al fine di dare esecuzione ad un piano industriale ambizioso che, lanciato il primo giugno 2018 e siglato come ultimo atto da Sergio Marchionne, punta sulla tecnologia con focus su elettrificazione e guida assistita. Oltre che su un’espansione della gamma, soprattutto Jeep, senza precedenti.

Per infilare un ibrido plug-in tra i “duomi” dell’autotelaio della Jeep Renegade e della 500X, Fca ha dovuto mettere in cantiere nuovi motori a 3 cilindri, puntando su un’architettura modulare che ha dato vita alle unità GSE / Firefly ed è stato uno dei grandi sforzi dell’era Marchionne. Il modulo elettrico necessario all’elettrificazione di Renegade arriverà da Bosch e avrà una batteria da 11,4 kW, con un costo complessivo di circa 7/8 mila euro.

Malgrado l’elettrificazione sia tra gli obiettivi di Fca, la cessione di Magneti Marelli rientra nella strategia di governare i fornitori anziché avere al suo interno una società che crea componenti tecnologici. Non a caso, i tedeschi fanno cosi e costruiscono le auto più tecnologiche del mondo. Il gruppo Volkswagen si è concentrato, spendendo miliardi sulle piattaforme modulari (MQB, MLB e MBE per le elettriche) e sui powertrain. E così anche Daimler e Bmw, ma anche i francesi di Psa.

Il mercato offre tanti specialisti del settore: Bosch, Continental/ Schaeffler, ZF, BorgWarner, Harman (rilevata lo scorso anno dal gruppo Samsung), Panasonic, LG Chem. Ormai la strategia è questa: meglio recarsi da questi produttori esterni che averli in casa.

Le case automobilistiche hanno diviso la filiera in due: OEM (Case) e componentisti. I car maker agiscono da system integrator, vestono e assemblano auto con soluzioni ideate dai grandi supplier dell’automotive utilizzando componenti che sono una sostanziale commodity. In molti casi, inoltre, i car maker hanno un ruolo attivo nel senso che fanno pressione tecnologica sui fornitori che a loro volta realizzano quello di cui hanno bisogno e qui si spazia dai cruscotti digitali agli specchietti virtuali, dai fari led ai sistemi Adas per la guida autonomizzata.

Ecco perché parlavamo di gestione dei fornitori. Sono le case automobilistiche stesse che guidano il processo di sviluppo, i fornitori lo realizzano. Oggi poi c’è anche la digitalizzazione dell’automobile, che ha portato all’ingresso di nuovi attori che producono chip. Si pensi a Nvidia o a Google.

E non è un caso che i colossi della tecnologia si stanno avvicinando sempre più al mercato delle auto. Emblematico è il caso di Samsung, che voleva Magneti Marelli ma poi ha rilevato l’americana Harman per 8 miliardi, ben di più dei 6,2, quanto pagati da Calsonic Kansei per l’azienda italiana. Harman è un colosso (26mila dipendenti e 7 miliardi di fatturato) dell’infotainment, uno dei grandi player della tecnologia audio, vanta brand i peso (harman/kardon, Infinity, Mark Levinson, Jbl solo per citarne alcuni).

Con questo acquisto, Samsung scommette su guida autonoma/assistita, cruscotti digitali e sistemi vocali (il famoso MBUX di Mercedes è sviluppato con Harman).

Magneti Marelli chi è

Magneti Marelli S.p.A. sviluppa e produce componenti high-tech per l’industria automobilistica.

Magneti Marelli ha sede a Corbetta, in Italia e comprende 86 stabilimenti produttivi, 12 centri di ricerca e sviluppo e 26 centri applicativi in 19 paesi, con 43.000 dipendenti e un fatturato di 7,9 miliardi di euro nel 2016. Era una filiale di Fiat (ora FCA Italia) dal 1967 al 2018. Il 22 ottobre 2018 FCA annunciava che Magneti Marelli veniva acquistato dalla società automobilistica giapponese Calsonic Kansei per $ 7,2 miliardi in un accordo che avrebbe creato uno dei ricambi auto più grandi del mondo fornitori.

Le filiali e i marchi della società comprendono AL-Automotive Lighting, Carello, Cromodora, Cofap, Ergom Automotive, Jaeger, Mako Elektrik, Paraflu, Securvia, Seima, Siem SpA, Solex, Veglia Borletti, Vitaloni, Weber.

Magneti Marelli storia

Fondata nel 1919 – come Fabbrica Italiana Magneti Marelli (FIMM), una joint-venture tra Fiat ed Ercole Marelli (1891-1993), una società italiana di produzione elettrica – Magneti Marelli inizialmente produceva magnetos per l’industria automobilistica e aeronautica, con il suo primo stabilimento a Sesto San Giovanni vicino a Milano. E’ stata ceduta ai giapponesi della Calsonic Kansey.

Magneti Marelli attività

Magneti Marelli attualmente si occupa di sistemi intelligenti per la sicurezza attiva e passiva dei veicoli e dei sistemi di trasmissione. Le linee di business comprendono sistemi di illuminazione per autoveicoli, sistemi di controllo del corpo, sistemi di controllo powertrain, gruppi di strumenti elettronici, sistemi telematici e computer, sistemi e componenti di sospensione, sistemi di scarico e motorsport, in cui Magneti Marelli sviluppa sistemi elettronici specifici per la Formula 1. Moto Grand Prix e il Campionato del mondo Rally.

Magneti Marelli ha lavorato con Ford Motor Company e Microsoft Auto per sviluppare un computer in-dash (carputer) per la divisione di camion da lavoro di Ford introdotto nel 2008 – con un built-in da 6,5 pollici , schermo tattile ad alta risoluzione e Bluetooth, connettività USB, navigazione GPS, riconoscimento vocale, nonché applicazioni generali per ufficio, ad es. elaborazione testi, contatti e calendario.

Calsonic Kansey chi è

Calsonic Kansei Kabushiki-gaisha è una società automobilistica giapponese con 58 centri di produzione distribuiti negli Stati Uniti, Polonia, Corea del Sud, Messico, Romania, Tailandia, Regno Unito, Sudafrica, India, Spagna, Cina, Francia e Malesia. è il risultato di una fusione tra Calsonic, specializzata in condizionatori d’aria e scambiatori di calore, e il produttore di calibri Kansei nel 1999.

Nissan ha aumentato la propria partecipazione nella società dal 27,6% al 41,7% nel gennaio 2005. Nel novembre 2016, Nissan ha confermato l’intenzione di vendere la sua partecipazione alla società di private equity Kohlberg Kravis Roberts, che ha successivamente ottenuto il resto della società anche a febbraio 2017.

Calsonic è principalmente associato al team Impul di Kazuyoshi Hoshino in Giappone, sponsorizzandoli dal 1987. Calsonic è stata annunciata come una partnership pluriennale con la squadra di Formula Uno McLaren il 9 marzo 2016. Calsonic è anche fornitore ufficiale di raffreddamento per radiatori per Scuderia Toro Rosso dal 2007.

Calsonic Kansey produzione

Ecco le componenti per auto prodotte da Calsonic:

  • Quadri strumentali
  • Unità di condizionamento
  • Cluster di strumenti
  • Interruttori integrati
  • Elettronica per il corpo
  • Moduli di controllo del corpo
  • Sistemi di posizione di guida automatica
  • Sistemi di controllo dell’airbag
  • Sistemi di rilevamento accattivanti
  • Accesso senza chiave
  • Integratori di componenti per macchine umane
  • Elettronica per componenti elettronici
  • Unità HVAC
  • Condensatori
  • Compressori
  • Compressori a cilindrata variabile
  • Compressori rotativi
  • Convertitori di collettori di scarico
  • Silenziatori
  • Dispositivi di controllo delle emissioni
  • RadiatoriCondensatori
  • Supporti per motori
  • Raffreddatori ad aria interna
  • Oli refrigeratori
  • Evaporatori