Dollaro-Yen, il peso dell’azionario e le previsioni future

Il Dollaro fa registrare un recupero dopo le forti perdite subite alla vigilia, specie in rapporto alla valuta giapponese, lo yen. Dopo che nei giorni scorsi aveva fatto registrare un trend rialzista grazie all’assist giunto dal balzo dei rendimenti dei Treasuries, il Dollaro ha fatto registrare un timido rialzo nei confronti della moneta del Sol Levante. Peraltro, lo Yen che ieri è stato preso d’assalto dagli investitori che cercano beni rifugio, complice la sua consistente volatilità.

Dollaro-Yen, il peso dei tassi Treasury

A conferma di quanto esista una stretta correlazione tra il dollaro e i tassi dei Treasury, Vassili Serebriakov, che è lo strategist del mercato valutario nella sede di New York di Credit Agricole, in una intervista alla agenzia Reuters, ha affermato che il rintracciamento della valuta americana sia causato pure dalla frenata dei rendimenti dei titoli americani con quelli a 10 anni che sono scesi al 2,926% alla viglia. Dopo che erano balzati al 2,957% nella giornata di mercoledì. Ora, a spingere al rialzo il dollaro è il ritorno del rischio sui mercati, che comunque è poco convincente.

Dopo una perdita maggiore a -1%, il rapporto di cambio USD-JPY ha fatto registrare un lieve rialzo, viaggiando intorno a JPY 106,850 circa. Trattasi in ogni caso di un livello che mette al riparo il dollaro dal minimo registrato nell’ultimo anno e mezzo. Testato nei confronti della valuta giapponese a JPY 105,545 venerdì 16 febbraio. Quel giorno, il forte aumento dei tassi dei Treasuries ha incrementato la volatilità sull’azionario, portando gli investitori a preferire quindi la valuta giapponese. Il tutto, malgrado la relazione positiva che esiste tra il trend dei tassi e quello del dollaro.

Alla Cnbc, Masafumi Yamamoto, che invece è il responsabile strategist del forex presso Mizuho Securities, a Tokyo, ha spiegato che “fino a quando il dollaro tornerà a salire di nuovo verso la soglia di JPY 108, occorre che l’azionario globale sappia resistere pure nel caso in cui i tassi dei Treasuries decennali finissero per arrivare alla soglia del 3%.

In data 23 febbraio 2018, il Dollar Index – il quale rispecchia il trend del dollaro rispetto alle 6 principali valute al mondo – viaggia intorno a quota 89,86. Il giorno precedente, è giunto a un picco massimo di 90,235, dopo il minimo in 3 anni a 88,253 giunto alla fine della scorsa settimana.

Importanti sono state anche le dichiarazioni rilasciate dal direttore degli investimenti di Nippon Life Insurance, Hiroshi Ozekila, che rappresenta la compagnia di assicurazione giapponese considerata la più influente. In una intervista a Reuters ha affermato che ritiene che il dollaro si indebolirà ancora rispetto allo Yen, ma che comunque la società che rappresenta riuscirà lo stesso ad acquistare il dollaro quando sarà stata superata la soglia JPY 105.

Secondo Ozeki, il dollaro si “sta sempre più avvicinando a livelli in linea con quello che è il suo fair value in termini di parità di potere di acquisto”.

Sterlina-Dollaro, 2018 con un rialzo dello Yen maggiore

Per quanto concerne il rapporto sterlina-dollaro, l’attenzione ora va sugli analisti della banca di investimenti numero uno al mondo che intendono rivedere al rialzo l’outlook sul rapporto di cambio. Gli analisti ammettono di ritenere che la sterlina terminerà il 2018 con un rialzo dello Yen maggiore di quanto abbiano anticipato in precedenza, sia nei confronti del Dollaro che dell’Euro. Grazie a 3 fattori:

  • crescita economica migliore delle aspettative
  • Bank of England più falco
  • continua debolezza del dollaro

Il rapporto sterlina-dollaro è atteso a $1,42 entro la fine di marzo, e fino a $1,45 entro la fine dell’anno. Ciò significa che c’è un upgrade considerevole rispetto alle precedenti stime, di $1,30 e $1,34. Il rapporto sterlina-euro è atteso a quota 1,1360 per la fine di marzo, in linea con il precedente outlook di JP Morgan, e poi in calo a 1,1235 entro la fine del 2018. Il target è dunque inferiore rispetto ai valori del rapporto di cambio attorno a 1,1330, ma rappresenta ancora un upgrade considerevole al cospetto delle precedenti previsioni. Le quali vedevano un cambio di 1,0869 entro la fine del 2018.

Stime Euro, il peso delle elezioni italiane

Per quanto concerne l’euro, le ultime notizie del fronte macroeconomico non sono proprio positive. Viene posta particolare attenzione al dato sull’inflazione dell’Eurozona, attestatasi a gennaio all’1,3%. Comunque rispettando le attese, ma sempre in flessione rispetto all’1,4% di dicembre. A ciò va poi aggiunta la raccomandazione in queste ore da parte di Peter Chatwell, responsabile della strategia sui tassi dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) per Mizuho. Egli infatti dice che tra le opzioni disponibili per proteggersi dal rischio delle elezioni politiche italiane, è consigliabile shortare l’euro con un target fino a 1,18 dollari.