Dividendi 2018, le cedole di giugno e come funzionano

Quali saranno i dividendi di giugno 2018? Dato che diverse società quotate a Piazza Affari nei prossimi giorni staccheranno la cedola ai loro azionisti, è d’uopo fare un riassunto di quelli che saranno i dividendi del mese di giugno.

Partiamo dalle cedole già staccate. Lunedì 11 giugno, IGD Immobiliare, che ha un prezzo di chiusura delle contrattazioni della scorsa ottava di 7,171 euro, riconoscerà 50 centesimi di euro per ogni azione in portafoglio. Il rendimento per gli azionisti sarà del 6,97%, con il pagamento fissato per mercoledì 13 giugno. Sempre lunedì anche Cofide ha staccatp la cedola di 0,014 euro. La remunerazione per i soci è del 2,88% rispetto ai 0,4865 euro di venerdì 8 giugno.

Più ghiotto il piatto previsto per lunedì 18 giugno giugno, con effettivo pagamento previsto il 20 di giugno. Ci troviamo Acea, Autogrill, Digitouch, Exor, Fervi, FNM e Hera. Gli azionisti dell’azienda municipale romana otterranno 0,63 euro per ogni azione, corrispondente a un dividend yield del 4,71% sui 13,36 euro di valore di chiusura di ieri. Meno cospicua la cedola di Autogrill, con un ritorno dell’1,75% grazie a una cedola da 0,19 euro ad azione.

Per il resto, Digitouch pagherà 0,04 euro ad azione (2,76%), Fervi 0,15 euro (1%), FNM 0,02 euro (3,3%), Hera 0,095 euro (3,64%). Exor, invece, distribuirà un dividendo di 0,35 euro ad azione, corrispondente a un ritorno dello 0,59% rispetto ai 58,90 euro di prezzo di chiusura di ieri.

Chiuderanno il mese di giugno ACSM-AGAM. L’utility staccherà la cedola da 0,05 euro ad azione lunedì 25 giugno, con un rendimento per gli azionisti del 2,05% calcolato sui 2,44 euro con cui è stata archiviata la passata ottava di Borsa.

Dividendi 2018, 21 maggio è stato il giorno top

Possiamo però dire che il giorno top è stato Lunedì 21 maggio, quando 65 società del Mercato Telematico Azionario (Mta) hanno staccato la loro cedola con pagamento previsto due giorni seguenti: il 23 maggio.

Ancora prima, aveva fatto parlare di sé il 23 aprile, quando aziende del calibro di Ferrari, Cnh e Finecobank hanno staccato cedole per 2 miliardi di euro. Altra data precedente interessante è stata il 28 maggio, con altri 17 gruppi pronti a distribuire.

Sommando le 4 date: 23 aprile, 21 maggio, 28 maggio e 18 giugno, stando alle cifre di Websim.it fornite al Corriere della Sera, saranno erogati agli investitori ben 17 miliardi di euro.

Dividendi 2018 come incassare

Come incassare i dividendi 2018? Occorre sapere che il diritto a incassare il dividendo matura solo nel caso in cui si possiede l’azione nel giorno in cui il titolo stacca la cedola. Una data proposta all’assemblea dei soci – al pari della somma del dividendo – dal consiglio di amministrazione della società nel momento in cui i conti dell’intero esercizio sono approvati dal board. Che a sua volta gli azionisti devono confermare.

Inoltre, qualora si vendesse il titolo nel giorno stesso dello stacco del dividendo, si ha diritto a incassare la somma. Dato che nello stesso giorno il titolo quoterà già ex dividendo e l’operazione risulta neutrale. Qualora invece si venda l’azione il giorno precedente lo stacco della cedola, non si avrà diritto ad alcuna cedola. Stesso discorso nel caso in cui si compra l’azione lo stesso giorno dello stacco.

Dividendi 2018, un esempio

Facciamo un esempio di dividendi 2018. Mettiamo il caso in cui un titolo stacchi il suo dividendo lunedì 21 maggio 2018 e che la cedola sia pari a 0,2 euro per azione. Il titolo in questione ha chiuso la seduta precedente (ferma a venerdì 18 maggio) con una quotazione di 20 euro (con un rendimento da dividendo, ossia il dividend yield, dell’1%). All’apertura della seduta il lunedì, le contrattazioni del titolo che ha staccato la cedola partiranno da un prezzo di 19,8 euro. Cifra che corrisponde alla differenza tra il prezzo della chiusura precedente e il dividendo staccato.

Ciò significa che chi acquista il titolo nel giorno stesso dello stacco del dividendo non ha diritto a ricevere il dividendo, altrimenti l’operazione non sarebbe più neutrale. Nel giorno di pagamento, infine, l’azionista riceve materialmente i soldi. In genere, la cedola viene liquidata 2 giorni dopo la data di scadenza. Quindi, nel nostro caso il 23 maggio.

Dividendi 2018, cosa sono e come funzionano

Cosa sono i dividendi? Si tratta di quella parte di profitti che un’azienda versa ai propri azionisti, in segno di riconoscenza per la fiducia riposta. In ogni periodo di tempo prestabilito, le aziende decidono di versare una percentuale che può variare dal 2 al 5% del valore del titolo azionario, per poi versarla agli azionisti.

Per conoscere le date di stacco dei dividendi, e l’ammontare dell’azione, basta andare sul sito dell’azienda oppure direttamente sui siti finanziari specializzati, oppure aspettare che i dividendi arrivino sul proprio conto.

In genere, però, le aziende che distribuiscono i dividendi agli investitori, sono viste meno certe di una crescita futura e un aumento dei capitali provenienti dai profitti reinvestiti dell’azienda, rispetto ai pagamenti dei dividendi (che sono al 100% profitti sicuri che entrano nel conto dell’investitore). Pertanto, gli investitori finiscono per dare maggiore peso ad 1 euro proveniente dal dividendo, più che 1 euro di guadagno sul capitale dell’azienda. Pur trattandosi sempre di 1 euro.

In moltissimi paesi, del resto, le entrate dai dividendi sono infatti tassate molto più favorevolmente rispetto ai semplici profitti. Gli investitori che quindi vogliono pagare poche tasse, dovranno cercare un titolo azionario che distribuisce ottimi dividendi, in modo da poter sfruttare nel migliore dei modi i dividendi.

Quindi, per capire se conviene o no acquistare azioni di una azienda, bisogna capire se essa ha una lunga storia di dividendi staccati con regolarità alle spalle. Oppure se essa ha ridotto se non eliminato sistematicamente nel tempo i propri dividendi. Ovviamente, meglio la prima che la seconda.

Il prezzo del dividendo potrebbe essere quotato in dollari per ogni azione (Dividends per share, Dividendi per azione) oppure in percentuale in base al prezzo di mercato corrente.

Ci sono diversi metodi utilizzati da una azienda per distribuire i dividendi:

  • Attraverso una politica stabile dei dividendi: Anche se gli utili aziendali cambiano continuamente, la politica stabile dei dividendi si concentra sul mantenimento di una distribuzione dei dividendi appunto molto stabile
  • Obiettivo in base al rapporto di versamento: una politica stabile dei dividendi potrebbe stabilire un rapporto di lungo periodo dividendi/utili. L’obiettivo è quello di pagare una percentuale indicata dei guadagni, ma la quota del dividendo è data da un importo nominale in dollari che si adatta all’obiettivo in base all’andamento dei guadagni
  • Payout costante: Una società paga una determinata percentuale dei suoi guadagni ogni anno tramite dividendi, e la quantità di tali dividendi varia direttamente con i guadagni
  • Modello residuo dei dividendi: in questo caso i dividendi sono basati sui guadagni, meno i fondi che l’azienda mantiene per finanziare la quota azionaria del suo bilancio di capitale, successivamente gli utili residui sono poi versati agli azionisti

Quando una società non distribuisce dividendi?

Ci sono anche casi in cui una società non distribuisca dividendi. Si pensi al caso delle start-up e le altre imprese con una forte crescita attesa, come quelle nei settori della tecnologia o delle biotecnologie. Queste realtà difficilmente offrono dividendi dato che tutti i loro profitti vengono reinvestiti per contribuire a sostenere una crescita superiore alla media e per soddisfare le esigenze di espansione.

Non a caso, le imprese consolidate tendono ad emettere dividendi regolari piuttosto che reinvestirli. Il che arricchisce gli azionisti. I settori dove in genere proliferano i dividendi sono:

  • materiali base
  • petrolio e gas
  • banche e settore finanziario
  • sanità e beni farmaceutici
  • utilities
  • società immobiliari che godono dell’esenzione dall’imposta sulle società

Dividendi tasse quali sono

Quali sono le tasse sui dividendi? Ecco le due fattispecie previste dal Fisco:

1. Tassazione dividendi per partecipazioni non qualificate:

Nel caso di persona fisica che è residente fiscalmente in Italia che è in possesso di azioni con partecipazione non qualificata di un’azienda italiana, la ritenuta sarà secca del 26% sull’intero importo dei dividendi. Per le società estere la tassazione è sempre del 26%.

2. Tassazione dividendi per partecipazioni qualificate:

Le partecipazioni qualificate sono quelle dove si ha una percentuale di voto pari al 2% (quindi non hanno niente a che vedere con il trading CFD), nel caso di partecipazioni qualificate dunque gli utili saranno tassati nella misura del 49,72%.

A titolo di esempio, se fate trading con i CFD dovrete dichiarare le plusvalenze nella dichiarazione dei redditi, insieme agli altri redditi che verranno tassati al 26%, e dovranno essere caricati nella sezione V del quadro RM. Salvo il caso in cui un sostituto d’imposta residente in Italia non abbia effettuato una ritenuta a titolo definitivo su tali redditi.

Piazza Affari cos’è

Cos’è Piazza Affari? Borsa Italiana S.p.A., con sede a Milano, è l’unica borsa in Italia. Gestisce e organizza il mercato interno, regolando le procedure di ammissione e quotazione delle società e degli intermediari e supervisionando le disclosures per le società quotate.

A seguito della privatizzazione degli scambi nel 1997, la Società è stata costituita ed è entrata in vigore dal 2 gennaio 1998. È ora una filiale del London Stock Exchange Group plc dal 23 giugno 2007. Nel 2015 la capitalizzazione complessiva per la società quotata su Borsa Italiana è stata di 567,2 miliardi di euro, pari al 34,8% del PIL italiano. Borsa Italiana è anche conosciuta in modo informale come Piazza Affari (“Business Square”), dopo la piazza della città di Milano dove si trova la sua sede (l’edificio di Palazzo Mezzanotte).

Borsa Italiana è presieduta da Andrea Sironi mentre Raffaele Jerusalmi è amministratore delegato. I due, inoltre, sono membri del Consiglio di amministrazione del Gruppo London Stock Exchange. La corretta negoziazione in Borsa Italiana è controllata dall’agenzia statale del Ministero del Tesoro: la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CO.N. SO.B.) con sede a Roma.

Dividendi 2018 come si calcolano

Come si calcolano i dividendi? E’ molto semplice: basta moltiplicare il dividendo proposto da quella società per il numero di azioni possedute.

Tutti i possessori delle azioni in quella determinata data riceveranno la cedola promessa.

Per quanto tempo bisogna tenere un titolo per ottenere cedola

Non occorre trattenere nel cassetto un titolo un intero anno per raccogliere i profitti che la società ha fatto. Basti pensare che basta anche solo acquistarlo il pomeriggio precedente del giorno prefissato per lo stacco del dividendo.

Inoltre, non occorre neppure prefissare una data da rispettare per la vendita del titolo ex cedola (dopo lo stacco del dividendo). Lo si può rivendere la mattinata stessa del giorno di stacco del dividendo!

Dividendi quanto si guadagna

Quanto si guadagna con i dividendi? Non bisogna credere che basti comprare un titolo il giorno prima e rivenderlo il giorno del dividendo per ottenere un guadagno sicuro. Il titolo senza dividendo vale meno di un titolo che deve staccare un dividendo.

Se siamo short di un titolo, il dividendo ci verrà addebitato. Infatti per andare short di un titolo dobbiamo farcelo prestare. In pratica, dovremo restituire tutto al proprietario del titolo una volta che la posizione viene chiusa.

Pertanto, al momento dello stacco del dividendo, sarà addebitata la cedola a colui che è short e accreditata a colui che è long e che ha prestato l’azione. D’altra parte, nel momento in cui paghiamo il dividendo, avremo una posizione in profitto per via della discesa del titolo.

Piazza Affari storia

Qual è la storia di Piazza Affari? La Borsa del commercio di Milano è stata fondata da Eugène de Beauharnais, viceré del Regno d’Italia, attraverso i decreti del 16 gennaio e del 6 febbraio 1808. Funzionò sotto la proprietà pubblica fino al 1998, quando fu privatizzato. Fino al 1997 in Italia gestivano anche altre borse di minori dimensioni con sede in diverse città d’Italia come Torino, Trieste, Venezia, Genova, Firenze, Bologna, Roma, Napoli e Palermo.

Nel 1991 furono approvate le borse elettroniche e nel 1994 fu abolito il mercato con grida (A, B, C). A Milano c’erano anche i tassi di cambio delle valute e il fixing delle materie prime. Il 1 ° ottobre 2007, Borsa Italiana è stata fusa con la Borsa di Londra in un’acquisizione totale di azioni, entrando così a far parte del Gruppo di London Stock Exchange. A marzo 2016, il London Stock Exchange Group ha annunciato l’accordo per unire un accordo di stock con Deutsche Borse

Piazza Affari attività

Quali sono le attività di Piazza Affari? Borsa Italiana agisce come una società di gestione del mercato che opera con autonomia e flessibilità. Organizza e gestisce il mercato azionario nazionale insieme a broker italiani e internazionali attraverso un sistema di trading completamente elettronico. Tra i suoi compiti principali, Borsa Italiana controlla le società quotate, definendo le regole per l’ammissione e la quotazione e supervisionando le attività di transazione.

Piazza Affari orari

Quali sono gli orari di Piazza Affari? Questa Borsa prevede sessioni pre-mercato dalle 08:00 alle 09:00, sessioni di negoziazione normali dalle 09:00 alle 17:30 e sessioni post-mercato dalle 18:00 alle 20:30. In tutti i giorni della settimana tranne il sabato e la domenica e festività dichiarate in anticipo dall’ Exchange milanese.

Piazza Affari composizione

I principali mercati di negoziazione di Borsa Italiana sono:

  • MTA, il principale mercato azionario, dedicato alle società di medie e grandi dimensioni. Comprende due segmenti: STAR, per le medie imprese, e MTA International, su cui sono scambiate le azioni di emittenti non italiani già quotati su altri mercati europei
  • AIM Italia, che raccoglie titoli per crescita medio-piccola
  • MIV (Market For Investment Vehicles), sul quale investitori retail e professionali operano su veicoli di investimento che hanno una visione strategica definita

Borsa Italiana include anche mercati per derivati (IDEM), ETF (ETFPlus ) e obbligazioni (MOT).

Piazza Affari indici

I principali indici di Borsa Italiana sono:

  • TSE Italia All Share
  • FTSE MIB, un indice ponderato per capitalizzazione di 40 delle più grandi società scelte per rappresentare 10 settori economici, creato nel 2009 FTSE Italia Mid Cap
  • FTSE Italia Small Cap

Derivati 2018, l’alternativa dei CFD

Un modo ottimale per guadagnare tramite le azioni quotate in Borsa è acquistare una azione tramite CFD. Acronimo di Contract for difference. Se quando sono emersi, negli anni ‘90, avevano come principale vantaggio quello di far risparmiare su alcune imposte e commissioni, ancora oggi mantengono questo vantaggio fiscale se acquistati sui migliori Broker.

Tuttavia, il vantaggio di acquistare un’azione tramite CFD rispetto al metodo tradizionale, sta nella possibilità di guadagnare con il trading sia quando il valore dell’asset aumenta che quando diminuisce. Naturalmente se la previsione effettuata sia stata corretta.

Mettiamo il caso di aver acquistato direttamente un titolo Unicredit: dovremo seguire con apprensione le quotazioni in tempo reale del titolo sperando che il prezzo aumenti. Se invece usiamo i CFD per fare trading sul titolo Unicredit, possiamo guadagnare anche nel caso in cui il valore del titolo scenda. Se ovviamente abbiamo previsto questo movimento ribassista.

Ma cos’è un CFD? Un contratto per differenza (CFD) è una forma popolare di trading su derivati. Il trading di CFD consente di speculare sui prezzi in aumento o in calo dei mercati finanziari (o strumenti) globali in rapida evoluzione come azioni, indici, materie prime, valute e titoli del tesoro.

Alcuni dei vantaggi del trading di CFD sono che puoi fare trading a margine e puoi andare short (vendere) se pensi che i prezzi scenderanno o andare lungo (comprare) se pensi che i prezzi saliranno.

Con il trading di CFD, non si compra o non si vende l’attività sottostante (ad esempio un titolo, una coppia di valute Forex o una merce). Compra o vendi un numero di unità per uno strumento particolare a seconda che pensi che i prezzi aumenteranno o diminuiranno. I CFD possono comprendere azioni, buoni del tesoro, coppie di valute, materie prime e indici azionari.

Per ogni punto con cui il prezzo dello strumento si sposta a tuo favore, ottieni multipli del numero di unità CFD che hai acquistato o venduto. Per ogni punto in cui il prezzo si muove contro di te, otterrai invece una perdita.

I CFD sono un prodotto con leva finanziaria, il che significa che è sufficiente depositare una piccola percentuale del valore totale della transazione per aprire una posizione. Questo è chiamato ‘trading on margin’ (o requisito di margine). Mentre il trading sul margine ti consente di ingrandire i tuoi guadagni, le tue perdite saranno anche ingigantite poiché sono basate sul valore completo della posizione CFD, il che significa che potresti perdere più di qualsiasi capitale depositato. Infatti la Leva finanziaria viene definita in gergo “arma a doppio taglio”.

CFD costi

Quali sono i costi da affrontare con i CFD? I seguenti

  • Spread: quando si fa trading con CFD è necessario pagare lo spread, che è la differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita. Si entra in una transazione di compravendita utilizzando il prezzo di acquisto quotato e si esce utilizzando il prezzo di vendita. Più ridotto è lo spread, meno il prezzo deve essere spostato a tuo favore prima di iniziare a realizzare un profitto. Nel caso contrario in cui il prezzo si muove contro di te, invece una perdita.
  • Costi di mantenimento: alla fine di ogni giorno di negoziazione (alle 17:00 ora di New York), qualsiasi posizione aperta nel tuo account può essere soggetta a un addebito chiamato “costo di mantenimento”. Il costo di partecipazione può essere positivo o negativo a seconda della direzione della posizione e della percentuale di partecipazione applicabile. Commissioni sui dati di mercato: per scambiare o visualizzare i nostri dati sui prezzi per i CFD su azioni, è necessario attivare un abbonamento di dati di mercato pertinente per il quale verrà applicata una commissione da parte del Broker.
  • Commissione (applicabile solo per le azioni): devi anche pagare una commissione separata quando scambi i CFD su azioni

CFD alternativa ai dividendi 2018, l’importanza di fare pratica con un Conto demo

Se vogliamo provare con i CFD anziché le cedole, è consigliabile fare pratica con un Conto demo. Il quale si chiama così in quanto è fatto di denaro virtuale, proprio per consentire ai trader neofiti di fare pratica senza mettere a rischio i propri soldi reali. O ai trader più esperti di provare nuove strategie di trading senza mettere a repentaglio il proprio conto reale. Ciò consentirà di comprendere il trading CFD senza mettere a repentaglio i propri soldi reali, in quanto il Conto demo è fatto appunto di soldi virtuali. Il conto demo va però utilizzato in maniera seria, come si stesse avendo a che fare con soldi reali.

Altrimenti, se lo prendiamo alla leggera, in quanto siamo consapevoli che si tratta di denaro finto, quando poi passeremo ad un conto reale rischieremo di subire ingenti perdite.

Ogni Broker offre un suo tipo di Conto demo, che si differirà soprattutto per il tempo e il denaro che mette a disposizione del trader. Se è limitato o illimitato. Incrociano queste 2 caratteristiche, potremo avere 4 tipi di Conto demo:

  • Tempo di utilizzo limitato ma denaro a disposizione illimitato
  • Tempo di utilizzo illimitato ma denaro a disposizione limitato
  • Tempo e denaro illimitati
  • Tempo e denaro limitati

Ancora, ci sono Broker che consentono di utilizzare il Conto demo solo previo versamento di denaro reale. E Broker che invece chiedono solo una registrazione senza versare denaro sul conto reale.

Come in tutte le cose, anche nel trading CFD la pratica va abbinata alla teoria. E’ infatti anche importante formarsi al meglio, leggendo qualche buon libro e assistendo a delle lezioni.

Tra i libri maggiormente consigliati troviamo:

  1. Currency Forecasting: A Guide to Fundamental and Technical Models of Exchange Rate Determination, di Michael R. Rosenberg
  2. Forex Strategies: Best Forex Strategies for High Profits and Reduced Risk, di Matthew Maybury
  3. The Little Book of Currency Trading: How to Make Big Profits in the World of Forex, di Kathy Lien.
  4. “Trading in the Zone: Master the Market with Confidence, Discipline and a Winning Attitude” di Mark Douglas.

Tutti e 4 sono disponibili su Amazon, anche se quest’ultimo e quello di Rosenborg sono un po’ costosi. Ma potreste optare per la versione Kindle.

Oltre ai libri, importante è anche formarsi col materiale che gli stessi Broker, almeno quelli più rinomati, mettono a disposizione degli utenti. Ossia eBook scaricabili, corsi on demand, webinar. E ancora incontri dal vivo con relatori esperti del settore. La formazione mediante Broker è preferibile rispetto a quella di enti di formazione, molto spesso più interessati a guadagnare denaro che formare i propri discenti. Del resto, un Broker ha tutto l’interesse a formare al meglio i propri utenti registrati, in quanto, tramite spread e commissioni, finisce per guadagnarci anche esso.

CFD in alternativa ai dividendi 2018, scegliere Broker con regolare licenza

Come scegliere Broker con regolare licenza? Per fare trading tramite CFD occorre scegliere un Broker che abbia regolare licenza da parte della CONSOB prima citata. La CONSOB è stata istituita con la legge 7 giugno 1974, n. 216, è un’autorità amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica e piena autonomia la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori, all’efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano.

La funzione di vigilanza si svolge di concerto con la Banca di Italia, per quanto riguarda l’attività degli istituti di credito italiani o di diritto estero operante nel nostro Paese. Il suo operato si inserisce nella più ampia cornice del Sistema europeo di vigilanza finanziaria, attivo dal 2011.

Prima le sue attività erano espletate dal Ministero del Tesoro, il quale però, essendo una istituzione politica, non era per forza di cose indipendente. Quindi si decise di istituire questo organismo.

La CONSOB non è però ovviamente l’unico organismo di cui tener conto. Infatti, il più importante a livello europeo è la CySEC, con sede a Cipro. La CySEC – acronimo di Cyprus Securities and Exchange Commission – è amministrata da un Consiglio di cinque membri, composto dal Presidente e dal Vicepresidente, che forniscono i loro servizi su base occupazionale completa ed esclusiva e da tre membri non esecutivi aggiuntivi. Tutte le persone che costituiscono il Consiglio della CySEC sono nominate dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro delle finanze. Il loro incarico dura cinque anni. Rinnovabile per altri cinque anni.

Attualmente a capo della CySEC c’è una donna, dal 2011:

Demetra Kalogerou. La signora Kalogerou è anche membro del comitato di supervisione pubblica composto da cinque membri, creato per la supervisione di revisori contabili e società di revisione.

La CYSEC ha assunto un ruolo cardine in quanto a Cipro hanno praticamente sede molti dei migliori Broker più affidabili.

Oltre alla licenza, la formazione e il Conto demo, altri aspetti da tener presente sono:

  • Commissioni e spread bassi
  • Assistenza clienti in italiano, facilmente raggiungibile e responsive
  • App funzionale per fare trading CFD da smartphone e tablet
  • Segnali di trading che suggeriscano le posizioni da prendere

Quali sono i Broker migliori, dunque, per fare trading con i CFD azioni? A nostro avviso i seguenti:

BROKER
CARATTERISTICHE
VANTAGGI
ISCRIZIONE
Broker consigliato
Valutazione
commissioni basse
Copy trading e conto demo
Smart Portfolio

76% di utenti perdono denaro con questo provider facendo trading di CFD.

Forex, azioni, criptovaluteEbook / Trading automatico
Corso trading gratisSocial trading
Demo gratuitaGruppo Whatsapp / Numerosi asset
Strumenti professionaliDemo
Deposito minimoConti Zero spread!
Valutazione
broker premiato
demo gratuita
Migliori spread del mercato
I CFD sono strumenti complessi e presentano un rischio significativo di perdere denaro rapidamente a causa della leva finanziaria. Il 74-89 % dei conti degli investitori al dettaglio subisce perdite monetarie in seguito a negoziazione in CFD. Valuti se comprende il funzionamento dei CFD e se può permettersi di correre questo alto rischio di perdere il Suo denaro.