La notizia principale della giornata di ieri è stata quella dell’arrivo sul mercato di DeepSeek, un nuovo modello di intelligenza artificiale sviluppato in Cina in grado di competere con colossi come ChatGPT.
Ma perché questa notizia ha sconvolto i mercati?
La presentazione delle capacità di DeepSeek ha sorpreso la comunità tech, incluso Sam Altman di OpenAI, generando un effetto domino che ha influenzato le valutazioni di Nvidia e dei token legati all’intelligenza artificiale.
Si è scatenato quindi un pesante sell off sui mercati con titoli come Nvidia e quelli legati ai semiconduttori che hanno perso più del 15% in una sola giornata. Come conseguenza anche il NASDAQ ed altri indici azionari hanno perso quasi il 3% trascinando giù tutti i mercati.
Bitcoin e le crypto non hanno fatto altro che seguire a ruota, arrivando a perdere anche il 7-8% in sole 24 ore.
Tra le crypto più colpite sicuramente quelle legate all’intelligenza artificiale come FET, Virtual Procol, Render Network e Near che hanno perso anche più del 10-15% in media.
Molti token legati agli AI Agents sono poi letteralmente crollati.
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Sommario
DeepSeek: cos’è ?
DeepSeek è una startup cinese attiva nel campo dell’intelligenza artificiale, che ha fatto il suo ingresso sul mercato all’inizio del 2025 con il lancio di modelli di AI.
In poco tempo è arrivata ad essere una delle app più scaricate dagli store, più di ChatGPT ed è per questo che molti si sono accorti di questa società.
Fondata nel 2021 da High-Flyer, una società di trading quantitativo, DeepSeek si è distinta per la sua capacità di sviluppare modelli di linguaggio avanzati con una frazione delle risorse computazionali utilizzate dai competitor occidentali.
Il modello di punta dell’azienda, di cui è parlato tanto in questi giorni, si chiama DeepSeek-R1, un LLM che è stato addestrato utilizzando solo 6 milioni di dollari, contro i miliardi di dollari di investimenti fatti da colossi come OpenAI e Anthropic. Nonostante questo divario di risorse, DeepSeek-R1 è riuscito a eguagliare e in alcuni casi superare le prestazioni di sistemi come Claude e GPT-4.
Questo straordinario rapporto costi/benefici è stato ottenuto grazie a:
- riduzione dell’utilizzo della memoria del 75%
- Architettura multi-token, che elabora frasi intere e non singole parole, velocizzando l’elaborazione
- Utilizzo di modelli più piccoli ed efficienti
Qui vedete la tabella con i benchmark pubblicati sul sito di DeepSeek:
Sono dei risultati sicuramente interessanti, ma pubblicati da un sito non indipendente e che fanno riferimento anche ad un confronto con modelli precedenti.
OpenAI ha infatti rilasciato il modello o1 e quindi il confronto, al limite, andrebbe fatto tra il modello R1 di DeepSeek e Chat GPTo1.
Lo stesso Sam Altman di OpenAI ha risposto in modo molto elegante sul suo profilo X:
affermando che il modello R1 di DeepSeek è impressionante sopratutto per il rapporto qualità prezzo. Tuttavia OpenAI si sta impegnando per fornire dei modelli avanzati e pubblicheranno presto novità.
Quindi la competizione è appena iniziata.
Perché DeepSeek ha scombussolato il mercato dell’AI
DeepSeek ha sconvolto il mercato non per aver creato il “miglior” modello di AI, ma per aver dimostrato che è possibile ottenere prestazioni paragonabili ai competitor con una frazione delle risorse impiegate.
Il modello avrebbe raggiunto livelli simili a ChatGPT spendendo solo 6 milioni di dollari, contro i miliardi investiti da colossi come OpenAI e Anthropic col suo Claude.
Questa drastica riduzione dei costi è stata ottenuta sfruttando tecniche innovative, come il training a 8 bit e l’architettura multi-token.
DeepSeek ha di fatto riscritto le regole del gioco, mettendo in discussione l’approccio delle big tech statunitensi.
Di fatto DeepSeek è stata “obbligata” ad utilizzare dei chip non di ultima generazione, risorse limitate e dunque ha dovuto estrarre il meglio dai suoi ingegneri che hanno dovuto trovare soluzioni alternative.
Da qui un inevitabile crollo dei mercati. Se c’è qualcuno che non ha bisogno di tutti questi chip per produrre modelli così evoluti, allora è evidente che chi li produce (es: Nvidia) è sopravvalutata nella sua quotazione. Per questi motivi tutte le aziende che producono semiconduttori sono crollare in borsa anche del 15% in un sola giornata.
Qui vedete il grafico di Nvidia molto eloquente:
con vendite massicce supportate anche da volumi consistenti.
L’impatto di DeepSeek sul mercato azionario
Dal punto di vista delle azioni, i titoli maggiormente penalizzati sono stati quelli delle aziende fortemente legale allo sviluppo di sistemi AI, come Nvidia, Microsoft, Meta e Google.
Nvidia ha subito un crollo di oltre il 15% in una sola giornata, “bruciando” circa 600 miliardi di capitalizzazione. Sapete come la pensiamo sulla markecap, nessuna azienda sarebbe in grado di sopravvivere ad una perdita di 600 miliardi di dollari “reali”. Ma è comunque questo il dato di riferimento che da una parziale idea di quello che è successo.
Anche il settore delle criptovalute AI è stato duramente colpito. In sole 24 ore la capitalizzazione di mercato delle crypto AI è scesa di oltre il 10%, con token come RENDER e VIRTUAL che hanno perso il 13% del loro valore.
Questi tracolli evidenziano le crescenti preoccupazioni degli investitori circa la sostenibilità dei modelli di business di molte aziende tech. Il timore è che molti progetti in corso possano rivelarsi sovrastimati e non sostenibili dal punto di vista finanziario.
DeepSeek ha quindi innescato un terremoto sui mercati, mettendo in discussione le logiche alla base degli enormi investimenti nel settore AI degli ultimi anni. Il nuovo paradigma introdotto dalla startup cinese sta costringendo gli operatori a rivedere le loro strategie.
La risposta di Bitcoin: una trappola per gli investitori?
Bitcoin ha dimostrato resilienza durante questa fase di turbolenza. La relativa stabilità di BTC durante il sell-off del settore AI suggerisce una maturazione del suo profilo di rischio.
Mentre il settore delle crypto AI registrava perdite significative, Bitcoin ha mostrato una notevole resilienza, riuscendo a ritornare sopra il supporto chiave dei 100.000$.
Come vedete nel grafico di TradingView di BTC/USDT:
Bitcoin ha dimostrato una certa forza, con una candela che dimostra come la domanda ha reagito quasi subito al mini “crollo” causato dal panico sui mercati tradizionali.
La vera sfida per gli investitori è capire se questa stabilità rappresenti un’effettiva forza o nasconda una trappola. La concentrazione dei holder e la dipendenza dai flussi ETF potrebbero creare vulnerabilità nel momento in cui questi flussi dovessero rallentare.
Questo movimento di prezzo così repentino, innescato dalle forti liquidazioni (circa 800 milioni di long liquidati), può essere inquadrato come una evidente manipolazione di mercato. Una “trappola” che ha portato molti a pensare ad una inversione di trend, che non è confermata dai grafici. Siamo ancora in un pieno bull market.
Insomma, la correlazione col Nasdaq e con i titoli tech è ancora molto forte.
Ne abbiamo parlato anche nella nostra newsletter Crypto Summary settimanale su substack, e in un video che ti riportiamo qui sotto:
Conclusioni
Cosa ci dobbiamo aspettare ora? Da un lato, un approccio drasticamente più efficiente nello sviluppo dell’AI potrebbe rendere questa tecnologia molto più accessibile a livello globale, oltre che ridurne l’impronta energetica. Inoltre, potrebbe spezzare il duopolio USA-Cina nel settore.
Dall’altro, è probabile che le multinazionali statunitensi reagiranno investendo massicciamente. Già OpenAI ha annunciato potenziamenti della propria infrastruttura computazionale. Inoltre la Cina potrebbe faticare a mantenere il vantaggio tecnologico nel lungo termine.
Una possibile “terza via” è rappresentata dallo sviluppo di AI decentralizzata su blockchain. Ci sono già progetti molto promettenti, come Bittensor per citarne uno.
In ogni caso, la competizione globale nel settore AI è destinata a farsi ancora più agguerrita dopo l’ingresso di DeepSeek.
Disclaimer: le previsioni degli analisti non devono essere considerate come un consiglo finanziario, ognuno deve fare le proprie valutazioni in tema di investimenti.
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