Comprare azioni Dropbox: come fare

Conviene comprare azioni Dropbox? Lo vediamo in questa guida completa, cercando di capire anche dove conviene farlo.

Per quanti non lo sapessero, stiamo parlando di una società californiana (la sede si trova nella mitica San Francisco) che fornisce un servizio di file hosting omonimo. Offre servizi come il cloud storage, la sincronizzazione automatica dei file, il cloud personale ed il software client.

Un settore, quello del cloud storage in forte ascesa. Ma che rappresenta anche un mare dove navigano diversi squali di grossa taglia. Come Microsoft o Apple, tanto per citarne qualcuno. Ed altre società tecnologiche stanno cercando di entrarci, proprio per le sue potenzialità.

Ma oltre a ciò, la società americana è anche un ottima opportunità di investimento, essendo quotata in Borsa, con il codice identificativo DBX.

Sarà dunque nostra premura in questa recensione completa sulle azioni Dropbox, offrire una analisi tecnica e fondamentale per poterne scrutare le reali potenzialità. E se davvero vale la pena puntarci.

Partiremo però, come sempre, da qualche dato aziendale. Per conoscerla meglio.

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Dropbox di cosa si occupa

Dropbox Inc. è, come già detto nell’incipit, una società con Sede a San Francisco, California, che offre l’omonimo servizio di file hosting. Quindi, tra le attività principali:

  • archiviazione cloud
  • sincronizzazione di file da device diversi
  • cloud personalizzato
  • software client

La società è stata fondata nel 2007 da Drew Houston e Arash Ferdowsi, allora studenti del MIT (da dove proviene pure Bill Gates), sotto forma di startup. Riuscendo ad ottenere un finanziamento iniziale da parte di Y Combinator.

Dropbox è diventata una delle start up col valore più alto degli Usa, una valutazione di oltre 10 miliardi di dollari. Inoltre, viene ritenuta una degli investimenti migliori che Y Combinator abbia mai fatto.

Come tante società che operano nel campo dei dati sensibili, anche Dropbox non è stata immune da critiche riguardo delle possibili violazioni della sicurezza e problemi di privacy per gli utenti che usano i suoi servizi.

Dropbox non può essere utilizzato in Cina dal 2014.

Ma cosa fa nel concreto Dropbox? Tramite i suoi servizi all’avanguardia, fa sì che i file degli utenti siano riuniti in un unico server centrale sul device dell’utente.

File che possono essere condivisi ed utilizzati anche su altri device dell’utente, il quale può dire addio alle vecchie usb da portare in tasca ogni qualvolta cambia device. Oppure, al doversi auto-inviare delle email per trasferire i file.

Ovviamente, dovrà installare Dropbox su tutti i device che possiede se vuole godere di questo vantaggio.

Il servizio Dropbox è di tipo freemium. Ciò significa che si tratta di un mix tra un servizio Free (gratuit) e uno a pagamento (Premium). Va da sé che la parte di servizio gratuita è limitata ad un certo spazio e a certi servizi. Mentre pagando si potranno ottenere maggiori benefici.

Per esempio, gli utenti Basic ricevono due gigabyte di spazio di archiviazione gratuito (che già non è poco). Mentre a quelli di tipo Plus vengono forniti due terabyte di spazio di archiviazione, oltre a funzionalità aggiuntive.

Non manca poi una versione app per gli smartphone, di tutti i principali sistemi operativi.

Tra il 2013 e il 2014 aveva implementato i suoi servizi rilevando Mailbox, una app per gestire le mail molto popolare negli Usa. E aveva anche lanciato Dropbox Carousel, per creare una galleria di foto e video.

Tuttavia, l’anno seguente entrambi i servizi sono stati dismessi e accorpati nell’orbita generale di Dropbox. Quindi pur sempre garantendo entrambi ma senza la denominazione originaria.

Nello stesso anno, ha lanciato Dropbox Paper, per cercare di puntare ad un target di utenti più grandi del cliente privato: le imprese.

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Azioni Dropbox storia

Dropbox è nata da una esigenza di uno dei suoi fondatori. Un po’ come accaduto ad Airbnb, nata inizialmente per trovare un terzo coinquilino e per risparmiare sul costo del fitto.

E così, Drew Houston ha realizzato questo servizio poiché dimenticava spesso la sua USB quando era studente al MIT. E i servizi di condivisione online di file esistenti allora avevano troppe pecche e limiti

Houston ha dapprima fondato Evenflow, Inc. nel maggio 2007 per poi ottenere il finanziamento da Y Combinator.

E così, Dropbox è stato lanciato ufficialmente alla conferenza sulle nuove tecnologia TechCrunch Disrupt l’anno seguente. Per conferirgli poi il nome attuale nell’ottobre 2009.

Dropbox ha visto crescere rapidamente i suoi utenti: ad un anno dal lancio, già vantava 3 milioni di utenti. Che sono poi diventati 50 milioni nel 2011. Quadruplicati due anni dopo.

Nel 2015 contava 400 milioni di utenti, diventati poi 500 milioni nel marzo 2016.

Molto importanti per la sua crescita sono state le successive acquisizioni:

  • Luglio 2012, TapEngage: startup che “consente a inserzionisti ed editori di collaborare alla pubblicità ottimizzata per tablet”
  • Dicembre 2012 compie una doppietta: Audiogalaxy, una startup “per memorizzare file musicali e playlist nel cloud” e Snapjoy, “per aggregare, archiviare e visualizzare tutte le loro foto digitali da fotocamere o app popolari”
  • Luglio 2013, Endorse, “startup di coupon”
  • Maggio 2014, Bubbli, tecnologia 3D
  • Gennaio 2015, CloudOn, per la modifica e la creazione di documenti
  • Luglio 2015, Clementine: servizio di comunicazione aziendale
  • Aprile 2014, Loom e Hackpad
  • Gennaio 2019, HelloSign: società di firme elettroniche

Quest’ultima, tra l’altro, è pure la più grande acquisizione da parte di Dropbox: 230 milioni di dollari.

Importanti sono anche le partnership che Dropbox ha tessuto negli anni:

  • Nel settembre 2012 con Facebook
  • Nel 2013 con Samsung
  • Nel novembre 2014 con Microsoft
  • Il 10 luglio 2018 con Salesforce

Conviene comprare azioni Dropbox?

Per poter rispondere a questa domanda, dobbiamo passare inevitabilmente per una analisi tecnica e una fondamentale.

Partendo dalla prima, non possiamo prescindere dal grafico. Che vede le azioni Dropbox in sofferenza da agosto 2019, sebbene la quotazione in Borsa sia avvenuta in tempi molto recenti: 23 marzo 2018.

Il problema è proprio la quotazione iniziale, che è stata piuttosto azzardatamente elevata: 28 dollari per azione. Il 15 giugno 2018 hanno raggiunto il loro valore massimo al momento della scrittura, ovvero 39.60 dollari. Poi il costante tracollo, toccando quota 19.38 il 21 dicembre 2018.

Poi diversi alti e bassi fino al 25 luglio 2019 quando le azioni Dropbox sono arrivate a quota 25.87 ed un nuovo tracollo, toccando anche quota 16 dollari.

Il 2020 era iniziato bene, col titolo sopra i 21 dollari, ma poi di nuovo una certa indecisione, dovuta probabilmente anche all’incertezza comportata dal Covid-19. Il titolo è in calo e nuovamente sotto quota 20 dollari.

Pertanto, non si può non ammettere la fragilità delle azioni Dropbox che non riescono a decollare definitivamente consolidando la propria posizione. Tendono piuttosto a ripetute ricadute, seppur mantenendo un supporto non inferiore ai 16 dollari.

Riguardo l’analisi fondamentale, se dalla sua la società ha come visto diverse partnership prestigiose, è anche vero che patisce la concorrenza agguerrita di altrettanti colossi.

Si pensi, come già accennato, a Google, Microsoft, Amazon, Apple. Se è partita come pioniere nel campo del cloud, negli anni si è vista affiancata da altri colossi informatici che hanno subito fiutato l’affare. Ed altri si stanno sempre più aggiungendo.

Del resto, poter ottenere dati sincronizzati su più device, in uno stile di vita continuamente connesso ad un dispositivo, è oggigiorno fondamentale per ogni azienda produttrice nel campo tecnologico.

Negli anni ha ricevuto tanti finanziamenti importanti, tra cui anche quelli dei due membri più importanti degli U2: Bono e The Edge. Il che ha consentito alla società di potersi allargare acquisendo altre società di servizi.

Vanta dalla sua anche il fatto di vantare centinaia di milioni di utenti, un bel bacino dal quale attingere. Anche perché già nella versione Free offre un discreto numero di servizi.

Dunque, parliamo di una società che si piazza a metà strada tra la potenziale crescita futura ma anche il timore che col tempo il suo valore di mercato venga corroso dalla crescente concorrenza.

Pertanto, riteniamo di adottare prudenza se si vuole investire su di essa. Con un occhio costante al settore e alla concorrenza, che potrebbe farne a meno come Microsoft. Che da tempo ormai si occupa di cloud storage, col servizio One drive.

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