Comprare azioni BMW: come fare, prezzo e se conviene

Come comprare azioni BMW? Conviene comprare azioni BMW?

BMW è una nota casa automobilistica tedesca, sinonimo di lusso e solidità aziendale e meccanica. Ma è anche una grande opportunità di guadagno, mediante il trading online sulle sue azioni. Essendo una azienda quotata in Borsa.

Come buona prassi vuole, prima di investire su un asset occorre conoscerlo bene. Sapere quale sia la sua storia, il suo andamento in Borsa negli ultimi anni, quale siano le sue prospettive future.

In un continuum temporale che ci darà il quadro definitivo e ci schiarirà le idee.

Infine, vedremo anche quali sono i migliori Broker per comprare azioni BMW.

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BMW storia

BMW è un marchio che nasce a Monaco il 21 luglio 1917, quando il Mondo era ancora infiammato dalla Prima guerra mondiale. Detta anche Grande guerra

Azioni BMW

Non a caso, l’azienda tedesca nasce come produttrice di velivoli per uso bellico. E di fatti, anche il suo marchio era ed è ancora, una elica stilizzata.

BMW diventa ben presto, praticamente giusto a un anno dalla nascita, una Società per azioni, con Capitale sociale corrispondente a 12 milioni di marchi. E c’è un importante impronta italiana: un terzo del capitale è posseduto da Camillo Castiglioni. Un triestino, imprenditore, banchiere e finanziere. Considerato tra i più ricchi dell’Europa centrale in quel periodo.

Si trasferì tra Austria e Baviera, prendendo il nome di “Hugo Stinnes austriaco” (a sua volta imprenditore tedesco nel campo dell’edilizia, acciaio ed elettricità). Occupandosi di aviazione. Ma era anche un mecenate di opere d’arte.

Dopo il Trattato di Versailles, che impose severe condizioni alla Germania (le stesse che spinsero alla nascita del Nazismo, essendo ritenute ingiuste ed eccessivamente punitive nei confronti dei teutonici), la BMW iniziò a diversificare la propria attività. Uscendo dalla produzione bellica essendo finita la guerra.

Fu il primo presidente, l’ingegnere e architetto Franz Josef Popp, a indirizzare BMW nel settore nautico e motociclistico. Le prime auto furono la Austin Seven e poi le 320 e 326.

Ma dopo poco più di un ventennio, arrivò un’altra e ancora più devastante Guerra mondiale. La seconda. Peraltro innescata dalla Germania stessa che invase la Polonia.

Per la BMW si profilò un nuovo impiegò esclusivo nel settore bellico. Mentre con la fine della guerra, il paese ne uscì devastato e diviso in Est e Ovest. Con l’importante fabbrica di Eisenach che fu attribuita alla comunista Germania Est.

Furono comunque lanciati dei modelli, come la BMW 507, ma non ebbero successo.

La svolta ha una data: il 9 dicembre 1959, conche il magnate tedesco Herbert Quandt, già socio dell’impresa, che divenne azionista di riferimento. Ed il primo modello ad avere successo fu la BMW 750, di una gamma comunque inferiore.

Negli anni ‘60, la BMW spicca finalmente il volo, con vari modelli, anche grazie al rilevamento della Glas di Dingolfing.

Nei due decenni successivi, l’azienda consolida la propria posizione, diventando un colosso mondiale. Arriva anche un successo nella F1, con Nelson Piquet. E varie soddisfazioni nelle competizioni Turismo.

Particolarmente importanti diventano le vetture appartenenti alle Serie 5 e 3, oltre alla BMW Motorsport. Mentre nel 1994 arriva l’acquisto del Rover Group, ceduto poi nel 2000 tranne il marchio Mini e la mitica Rolls Royce.

Negli anni ‘90, l’azienda diventa anche una multinazionale, nel solco della Globalizzazione incalzante. Con vari stabilimenti soprattutto in Asia e Medioriente. Ma anche negli Usa, Messico e Sud Africa.

Il Nuovo Millennio si apre con il lancio della quarta generazione della Serie 7, che scontentò molti per il suo design di rottura. Spingendo addirittura ad avviare una petizione.

Nel 2002 ci fu anche un avvicendamento nel ruolo di Ceo, con Milberg che lasciò per motivi di salute, restando comunque nel CDA. E fu sostituito da Helmut Panke.

Nel 2004 venne lanciata la prima vera BMW di segmento C, e nello stesso anno arrivano le sperimentazioni con la tecnologia a fuel-cell, nella nuova Hydrogen 7.

Nel 2006 iniziò la collaborazione tra BMW e PSA, mentre Panke lasciò l’incarico, sostituito da Norbert Reithofer.

La crisi del 2008 ha investito anche il colosso tedesco, costretto negli anni a venire da una razionalizzazione nella produzione. Su tutti, si ricorda la nascita di motori di tipo modulare. Sostitutivi dei motori a benzina e a gasolio prodotti.

Inoltre da diversi anni il colosso tedesco sta puntando sulla elettrificazione del proprio parco auto. Nell’ottica dell’ambientalismo che sta investendo anche l’industria automobilistica.

Nel 2017, il gruppo BMW vantava la vendita a livello internazionale di oltre 2 milioni e mezzo di automobili (sotto il marchio BMW, Mini e Rolls-Royce) e oltre 185mila motoveicoli a due ruote (marchio BMW).

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BMW e l’importanza della famiglia Quandt

La storia gloriosa di questo gruppo, ha comunque un nome. Anzi, un cognome. Quello dei Quandt, famiglia che dagli anni ‘50 regge le sorti del gruppo, possedendo la maggioranza azionaria.

Dopo la morte di Herbert Quandt, gli subentrò la moglie Johanna Bruhn Quandt, deceduta nel 2015. E ad ella, i figli Stefan Quandt e Susanne Quandt Klatte.

BMW cosa significa

Cosa significa BMW? Come intuibile, si tratta di un acronimo, stante per Bayerische Motoren Werke. Che in italiano significa Fabbrica Bavarese di Motori.

Azioni BMW quotazione in tempo reale

Nel grafico che segue, potete vedere quale sia l’andamento delle azioni BMW.

Al momento della scrittura, il titolo BMW segna un prezzo di 56,73 EUR, in rialzo di un +0,78%.

Il titolo ha risentito pesantemente, come tutto il settore delle auto, della crisi innescata dalla Pandemia da Coronavirus Covid-19.

Sebbene già provenisse da un lento ribasso, dato che ha chiuso il 2019 con un valore di 73 EUR, perdendo poi il supporto di 63 EUR verso fine febbraio. Crollando poi ad inizio marzo a 37 EUR.

Il titolo comunque si sta riprendendo gradualmente, poggiando su un supporto sempre più alto e toccando una resistenza sui 60 EUR ad inizio giugno.

Conviene investire sulle azioni BMW?

Dato che stiamo scrivendo in piena fase successiva alla Pandemia Covid-19, ci troviamo un titolo che sta cercando di risollevarsi. Un po’ come tutto il comparto auto.

Se guardiamo agli ultimi 5 anni, comunque, il titolo viaggia sotto i 95 EUR ormai da fine 2015. vedendo tra alti e bassi il proprio valore scendere. Da ottobre 2018, poi, è iniziato un calo importante, con una resistenza di 85 EUR conseguita a fine settembre diventata un miraggio. L’esplosione a livello mondiale del Covid-19 ha fatto il resto.

Del resto, stiamo parlando di una multinazionale che, se originaria di un Paese che ha retto l’urto (ossia la Germania, sebbene non siano mai mancati dubbi sul conteggio dei morti e sul numero di tamponi effettuati), ha comunque importanti rapporti col mondo asiatico. In primis proprio con la Cina.

Tuttavia, una lenta ripresa già è partita e il marchio è comunque solido e riconosciuto in tutto il Mondo. Tanto che non stentiamo a credere in un veloce recupero.

BMW ha deciso di concentrare la propria produzione su vetture di segmento alto, Mini e Rolls-Royce. Inoltre, sta puntando sempre più su vetture ibride ed elettriche. Considerate ormai il futuro necessario ed inevitabile.

Non disdegna poi la nuova esigenza delle auto smart connesse. Stringendo accordi per questo con Intel e Fiat Chrysler Automobiles. Per soddisfare la crescente domanda di assistenza alla guida e guida autonoma.

Dopo la crisi del 2008, BMW ha anche lanciato un tipo di produzione condivisa e modulare. In modo da adattare la propria catena di montaggio alle esigenze del mercato. In nome di una necessaria razionalizzazione della produzione.

Infine, il gruppo tedesco ha chiuso il 2019 con un fatturato di quasi 100 miliardi di euro ed impiega circa 130.000 addetti.

Come investire su azioni BMW

Il modo migliore per investire in azioni BMW è farlo tramite Broker con regolare licenza. Così da mettervi a riparo dalle truffe. Occhio poi alle condizioni economiche che prevede, come commissioni e spread.

Diffidate invece da piattaforme che vi promettono guadagni facili senza alcuna conoscenza in materia, in quanto si tratta solamente di truffe.

Ancora, meglio evitare anche il trading online tramite le Banche, in quanto impongono di aprire un conto corrente presso di loro se non se ne possiede già uno. Inoltre, prevedono commissioni alte e pochi asset per poter diversificare il proprio portafoglio titolo.

Infine, le banche danno anche una minore libertà di movimento e di scelta.

Nei paragrafi che seguono, vediamo quali sono i Broker migliori su cui investire.

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Poi troviamo il Social trading, una sorta di Social network per i trader. E il Copyfounds, dei pacchetti contenenti asset divisi per categorie.

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