Certificates a leva finanziaria: cosa sono, come funzionano e quali rischi

Cosa sono i certificates a leva finanziaria? Come funzionano i certificates a leva finanziaria? Queste domande se le stanno ponendo sempre più italiani. Infatti, i certificates sono uno strumento finanziario che sta diventando sempre più popolare nel nostro Paese, talvolta ridefiniti anche in una traduzione del tutto italiana: certificati. Stando a quanto dice l’Associazione italiana certificati e prodotti di investimento (Acepi), lo scorso anno i certificates hanno fatto registrare una crescita del 9% rispetto all’anno precedente, con ben 7,67 miliardi di euro collocati.

Alla luce di ciò, si comprenderà come conoscere cosa sono i certificates e come funzionano i certificates, diventa molto importante e consente di non restare indietro su questa materia. Lo scopo di questo articolo è appunto questo.

Attualmente la soluzione migliore per fare trading online è quella di sfruttare le piattaforme regolamentate. Ad esempio una ottima è quella del broker Scalable Capital. Si tratta di un broker autorizzato con servizi innovativi e commissioni basse.

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Certificates cosa sono

Cosa sono i certificates? Partiamo dalla domanda più semplice. I certificates, in sostanza, emulano l’andamento dell’asset sottostante. Si tratta di strumenti finanziari derivati cartolarizzati e possono essere negoziati sul mercato SeDeX, acronimo di Securitised Derivatives Exchange. Che corrisponde al mercato di Borsa Italiana dei certificates e covered warrant. Ricordiamo che quest’ultimo rappresenta uno strumento finanziario quotato in Borsa che conferisce la facoltà di sottoscrivere l’acquisto (Call covered warrant, opzione Call) o la vendita (Put covered warrant, opzione put) di una certa attività finanziaria sottostante ad un prezzo e ad una scadenza stabilita.

I certificates sono una valida alternativa all’investimento diretto del sottostante, come del resto i CFD. Acronimo di Contract for difference, sono contratti che emulano anch’essi perfettamente il sottostante, quindi permettono di speculare su un asset senza possederlo direttamente.

Un asset rappresentato da un certificates può essere un indice di borsa, un titolo azionario, una materia prima, una coppia di valute e così via. Ad emetterli sono le banche, mentre gli investitori possono essere rappresentati tanto da istituzioni che da privati. Pertanto, ogni attore economico può sottoscriverli.

Il livello di barriera, detto knock-out per i certificates turbo, è posto sulla stessa linea dello strike. Ciò significa che è impossibile guadagnare qualora il sottostante dovesse perdere di valore. Qualora la perdita dovesse essere pari al capitale investito, il certificato si azzera e si annulla.

Per prevenire questo si può inserire uno stop loss, che ricordiamo essere un ordine dato dall’emittente per far scadere in maniera anticipata il certificato nel caso in cui dovesse raggiungere una soglia di perdita, in modo da salvare una parte del capitale investito.

Certificates a leva cosa sono

I certificates soggetti a leva finanziaria consentono di guadagnare e perdere in modo molto più elevato rispetto alle altre tipologie di certificati proprio tramite la leva. La leva finanziaria è uno strumento utilizzato anche nel trading per moltiplicare il proprio ricavo anche oltre le proprie reali capacità finanziarie. Se la Leva finanziaria è fissata a 1:100, un investimento di 100 euro corrisponderà a 10mila euro e gli eventuali guadagni saranno commisurati a quest’ultima cifra. La leva finanziaria dei certificati può essere fissa o dinamica. In quest’ultimo caso varia nel tempo. Altro nome che viene dato ai certificates a leva finanziaria è Certificates Turbo.

Certificates a leva finanziaria come funzionano

Come funzionano i certificates a leva finanziaria? Replicano l’andamento del sottostante per tutta la loro durata con la stesso valore di leva. L’investitore può così optare se posizionarsi long, puntando quindi ad una performance positiva del sottostante; o short, se invece si ritiene che esso abbia un trend negativo. I certificates durano circa 4-5 anni, ed esiste la probabilità di perdere il capitale investito nel caso in cui l’asset sottostante avesse un andamento opposto a quello da noi auspicato.

La leva finanziaria dinamica non è sempre uguale per tutta la vita del certificato. E rispetto ai certificates normali troviamo anche la presenza degli stop loss, vale a dire la possibilità di poter chiudere in modo automatico il certificato nel caso in cui l’asset sottostante dovesse trovare in un determinato valore, ovviamente in perdita. Ci troviamo dunque di fronte ad una protezione del capitale investito.

Certificates termini utili

Ecco alcuni termini utili quando si parla di certificates:

  • Turbo long: in caso di opzione long
  • Turbo short: in caso di opzione short
  • Sottostante: prodotto finanziario legato al certificate. Si può trattare di un indice azionario, di una materia prima, di un tasso di cambio, di un tasso di interesse e così via.
  • Strike: valore di partenza del certificato
  • Stop loss: valore che se raggiunto chiuderebbe automaticamente il certificato, salvando così il capitale dell’investitore da perdite.
  • Scadenza: data naturale in cui il certificate cessa di essere attivo.
  • Funding: costo di finanziamento dell’operazione fino alla scadenza, scaturente dalla differenza tra lo stesso prezzo di esercizio tout court e lo stesso strike price, attualizzato al tasso d’interesse (Euribor o Libor per sottostanti in dollari) più vicino alla scadenza maggiorato di uno spread.
  • effetto leva: indica quante volte il rendimento potenziale di uno strumento derivato è superiore a quello del sottostante. Si determina dividendo il sottostante del certificato per il prezzo e moltiplicandolo per la parità. Un certificato con leva 25 , consentirà pertanto di avere una variazione positiva o negativa del 25% per ogni 1% di variazione del sottostante.
  • parità o multiplo: numero che identifica la quantità di sottostante controllata con un certificato, o in alternativa quanti certificati occorrono per controllare un’unità di sottostante. Il multiplo è indispensabile per calcolare il prezzo del certificato.
  • valuta: sono espressi in euro. Pertanto nella formazione del prezzo non occorre considerare il tasso di cambio. Viceversa, nei certificati con sottostante non europeo, occorre dividere il risultante prezzo per lo spot della valuta di riferimento. Si pensi al Dow Jones, Nasdaq100, S&P500 americani o al Nikkei giapponese.
  • Negoziazione: è possibile negoziare i certificati tramite qualunque broker operante in Italia, accedendo al segmento Sedex, dalle ore 09:00 alle ore 17:25, dal lunedì al venerdì. Per i certificati prossimi alla scadenza è bene sapere che la negoziazione è consentita fino a 5 giorni prima dell’effettiva scadenza del prodotto.
  • Commissioni di negoziazione: applicate dal broker con cui si effettua l’operazione di acquisto o di vendita. L’emittente non applica alcun costo al di fuori dello spread.
  • L’esercizio a scadenza: qualora non si sia raggiunto il livello di stop loss, il certificato viene rimborsato a scadenza in modo automatico. Il possessore infatti non dovrà comunicare nulla e riceverà l’accredito sul proprio conto corrente per un importo pari alla differenza tra prezzo del sottostante a scadenza e strike moltiplicato per il multiplo per i turbo long, e differenza tra strike price e prezzo a scadenza moltiplicato per il multiplo per gli short. Il prezzo di rimborso in genere viene rilevato alla chiusura del giorno di valutazione, ma è sempre meglio consultare il sito dell’emittente per accertarsene.
  • Tassazione: pari al 26% sul capital gain. Gli oneri e le minusvalenze sono compensabili.
  • Dividendi: acquistando questo strumento non si ha diritto ad eventuali dividendi distribuiti. L’ammontare dei dividendi che il sottostante distribuirà durante il periodo di vita del certificato, concorrerà a formare ail prezzo del certificato stesso.

Certificates a leva finanziaria esempio

Ecco un esempio di certificates a leva finanziaria:

Un investitore sottoscrive un certificato a leva finanziaria che replica l’andamento del prezzo dell’oro. Quindi l’oro è il suo sottostante. La leva è fissa, stabilita a 1:10 mentre la durata è di 4 anni. I soldi investiti sono mille dollari e la leva finanziaria li fanno salire a diecimila dollari.

Il prezzo dell’oro al momento dell’emissione (quello che in gergo viene chiamato strike) è di 1.300 dollari ad oncia. L’investitore ritiene che il prezzo dopo 4 anni possa ancora salire, pertanto sottoscrive un certificato turbo long. Lo stop loss è fissato a 1.200 dollari ad oncia.

Dopo i 4 anni, abbiamo 3 possibilità:

  1. il prezzo dell’oro aumenta sino a 1.400 dollari adoncia, in crescita rispetto allo strike del 7,69%. In tal caso, chi ha investito, oltre a recuperare il capitale investito ottiene una maggiorazione di 769 dollari, dato che è il 7,69% di 10.000 dollari.
  2. il prezzo dell’oro è sceso a 1.250 dollari l’oncia con una perfomance negativa del 3.85%. La perdita dell’investitore sarà pari a 385 dollari e, alla luce del capitale iniziale di mille dollari, riceverà solo 615 dollari.
  3. il prezzo dell’oro scende fino a 1.200 dollari, pertanto scende in campo lo stop loss e il certificato decade. La performance negativa è del 7,70%, quindi la perdita dell’investitore sarà pari a 770 dollari e quindi avremo indietro dalla banca solo 230 dollari, che corrispondono ai mille iniziali meno 770 di perdita.

Certificates a leva finanziaria conviene investire?

Conviene investire sui certificates a leva finanziaria? Dipende. Il loro successo, accennato ad inizio articolo, deriva dal fatto che, contestualmente, sia nettamente calato l’interesse verso le obbligazioni. Di fatto, essi si presentano come uno strumento finanziario simile all’obbligazionario, pur avendo un rendimento (e anche un rischio) maggiore.

Pertanto, alla domanda se questo tipo di strumento finanziario conviene, possiamo rispondere che dipende dalla propensione al rischio dell’investitore, dato che la cifra si amplifica in modo considerevole.

Certificates turbo vantaggi e svantaggi

Quali sono i vantaggi dei certificates turbo? Quali sono gli svantaggi dei certificates turbo? Vediamoli di seguito:

a) Vantaggio certificates a leva finanziaria

Possibilità di avere un grande guadagno investendo una piccola somma. Ciò significa che un investitore molto bravo potrebbe diventare ricco incanalando una serie di successi partendo da un piccolo portafoglio.

b) Svantaggio certificates a leva finanziaria

Lo svantaggio è l’opposto, dato che sono moltiplicate anche le perdite, esse potrebbero essere pesanti e potrebbero coprire anche l’intera cifra investita se non si dovesse far uso di uno stop loss.

Mini Future Certificate cosa sono e come funzionano

Cosa sono i Mini Future Certificate? Come funzionano i Mini Future certificate? Essi sono prodotti che consentono di posizionarsi al rialzo (Mini Future Long) o al ribasso (Mini Future Short) su indici, azioni, valute e materie prime. Sono anch’essi dotati di un effetto Leva che consente di ampliare i movimenti del sottostante sia al rialzo che al ribasso. Dati i diversi livelli di leva finanziaria disponibili su ogni singolo sottostante, la loro durata di due o tre anni, nonché l’assenza del compounding effect, i Mini Future Certficate sono ideali anche per incrementare le strategie di copertura del portafoglio.

Leva finanziaria cos’è e come funziona

Cos’è la Leva finanziaria? Come funziona la Leva finanziaria? Molto utile in questa sede diventa anche chiarire cosa sia la Leva finanziaria e come funziona. Le operazioni a leva si definiscono così in quanto intendono “la possibilità di utilizzare un capitale inferiore (una frazione, una parte) rispetto a quello necessario per acquisire il possesso di un sottostante. In questo modo l’investitore ha la chance di ottenere una performance moltiplicata per le variazioni del prezzo del sottostante.

Ciò comporta la moltiplicazione della performance rispetto ad un sottostante mediante un meccanismo che prevede 2 modalità:

  • leva offerta dalla SIM direttamente sul sottostante
  • prodotti finanziari nativamente leveraged

Nel primo caso, tutte le banche o le piattaforme per il trading on line (definite anche Broker), offrono meccanismi di leva su prodotti definiti “standard” o CFD.

La leva finanziaria consente quindi di operare con controvalori virtuali più elevati usando una parte della liquidità necessaria per l’operazione, arrivando anche ad ottenere performance leveraged pari ad un massimo del 1000%. Ovviamente, questo strumento non è gratis, ma richiede un interesse per il prestito finanziario implicitamente erogato. Ed applica altresì condizioni automatiche di chiusura della posizione per perdita elevate.

Questo tipo di leva è il più semplice e sicuro, in quanto avendo margini per evitare la chiusura automatica della posizione, l’apprezzamento del sottostante in qualunque momento produrrà un equivalente apprezzamento della propria posizione, moltiplicata per il leverage leva definito o aperto sulla posizione.

Nel secondo tipo rientrano veri e propri prodotti finanziari derivati da un sottostante. Essi saranno emessi e gestiti da un emittente in genere differente dall’asset sottostante e specializzati in prodotti “derivati”. L’obbiettivo primario di questi strumenti è quello di offrire il meccanismo della leva a chi investe, vale a dire un meccanismo finanziario che consenta all’investitore, mediante certificato, di controllare un determinato sottostante investendo solo una parte del suo capitale necessario per acquisirne il possesso.

Ciò consentirà di partecipare ad eventuali guadagni e di conseguenza anche a perdite in percentuale più elevate rispetto alle variazioni del sottostante.

Prodotti derivati a Leva fissa cosa sono e come funzionano

Cosa sono i prodotti derivati a Leva fissa? Come funzionano i prodotti derivati a Leva fissa? Essi si distinguo per una moltiplicazione delle performance del sottostante a cui fanno riferimento. Il moltiplicatore della leva, può essere revisionato ogni trimestre. E deve essere compreso tra 1,50 e 2,50.

La leva è sempre riferita alle performance quotidiana del sottostante. Per tali prodotti l’informazione finanziaria è molto importante per capire obblighi del Market Maker (termine con cui ci si riferisce in gergo all’emittente del sottostante) in termini di spread, variazione dei prezzi, scadenze, stop loss e così via.

Una caratteristica comune è data dal fatto che per un ritorno del sottostante al prezzo origine, un prodotto a leva non ritorna al valore precedente. Ciò in quanto, come detto, la “performance a leva” viene calcolata sulla prestazione quotidiana.

Ad esempio, un certificato Bull a leva 4 farà 4 volte performance del sottostante, mentre uno bear a leva 4 farà -4 volte le performance del sottostante.

Tali prodotti finanziari hanno riscosso un grande successo ed oggi se ne fa un largo uso nel trading online, e purtroppo spesso anche poco corretto. Esistono da molti anni prodotti che replicano in modo inverso la performance del sottostante e che possono avere o meno la leva. Pure questi prodotti rientrano in queste valutazioni, solo per il fatto che il meccanismo di prezzo dipende da una performance giornaliera.

Ciò non vale invece per i prodotti cosiddetti strike (ossia a leva non fissa), dato che i prezzi sono calcolati rispetto alla differenza da una certa quota (lo strike appunto). Tali prodotti presentano degli svantaggi che li rendono del tutto inappropriati per alcuni scenari operativi, specie per quanto riguarda gli scenari a leva (bull o bear) rispetto a quelli semplicemente “bear” (leva 1). vale a dire che replicano solo l’inverso della performance del sottostante senza applicare altri meccanismi di moltiplicazione.

Per una mera logica matematica, possiamo dire che per compensare una performance che è stata negativa, dobbiamo ottenere una performance positiva superiore a quella precedente. Quindi, per esempio, se un prodotto finanziario x perde il 30% (ad esempio vale 1000 e quindi arriva a quota 700), per recuperare tale perdita (quindi ritornare a 1000) dovrà ottenere una performance del 42% minima.

Quindi, più alta sarà la perdita, più alta risulterà essere la differenza di performance fra ribasso e rialzo. Volendo schematizzare avremo la seguente situazione:

  • per un -20% si dovrà avere una performance del 25%,
  • per un -30% è necessario un +42%,
  • per un -50% è richiesto un +100%
  • per un -90% e richiesto un +900%

La performance richiesta per recuperare la perdita, sarà calcolata su un valore che sarà più basso di quello di partenza (70 nell’esempio di prima rispetto ai 100 di origine) e quindi maggiore sarà la perdita, più basso sarà il numero da cui occorre partire per raggiungere il prezzo obiettivo.

Oltre a quanto detto fino ad ora, dobbiamo aggiungere:

  • la variabile della leva, cioè applicare un moltiplicatore alle valutazioni fatte sopra
  • la variabile “tempo”

Quest’ultimo fattore comporta scenari estremamente complessi da prevedere e da gestire. Insomma, per far tornare il sottostante al suo valore originale, il prodotto finanziario definito su base “performance giornaliera” (che abbia leva o meno) non ritorna a valere quanto valeva prima. Oltretutto, lo scarto dal prezzo origine dipende dall’andamento delle singole osservazioni.

Prodotti derivati a Leva variabile cosa sono e come funzionano

Cosa sono i prodotti derivati a Leva variabile? Come funzionano Prodotti derivati a Leva variabile? Fino ad oggi sono stati usati per applicare strategie multi-day sul mercato senza ricorrere ai Derivati; in quanto, per un ritorno del sottostante ai prezzi precedenti, il valore del certificato ritorna al valore precedente.

Non si tratta di prodotti a leva fissa, ma hanno un livello di riferimento da cui si calcola il valore del prodotto e quindi la leva. Quindi, prende a riferimento un livello numerico di un sottostante che può essere un indice, un’azione, una commodity o altro.

Esso è detto strike e il prodotto finanziario corrispondente del valore del sottostante vale 0. Pertanto, risulterà che:

  • in caso di minlong, il prodotto si apprezza al crescere del sottostante
  • in caso di un minishort, cresce al decrescere del sottostante

Il fattore di parità individua il fattore di scala con il quale si calcola il prezzo dello strumento a partire dal livello di strike del sottostante.

La leva variabile è tanto più alta quanto il sottostante è molto vicino allo strike. Il problema principale di questi prodotti è che ad un certo valore del sottostante è fissato lo stop del certificato. Che rappresenta quel valore oltre cui il prodotto si estingue, e in virtù di ciò non può essere più negoziato. In tale caso può essere previsto un rimborso del valore residuo in base a specifiche condizioni di applicazione. Esse variano in funzione della tipologia di certificato.

Certificates cash collect cosa sono e come funzionano

Cosa sono i certificati cash collect? Come funzionano i certificates cash collect? Si differenziano da quelli a leva in quanto sono una tipologia di certificati che consentono all’investitore di avere un guadagno anche se alla scadenza del certificato il sottostante fosse in perdita.

Per considerarsi positivo, il certificato cash collect non deve infatti scendere sotto un determinato livello, chiamato livello di barriera, che viene stabilito alla sottoscrizione del certificato.

Questo strumento finanziario rappresenta un certificato che dà la possibilità di avere un guadagno pure nel caso in cui l’indice azionario a cui è collegato dovesse registrare una perdita contenuta. E’ possibile conseguire il rimborso anche prima della data di scadenza fissata. Infatti vengono fissate anche delle date di osservazione, dove oltre al pagamento della cedola, è possibile chiudere l’operazione e recuperare la somma investita qualora il sottostante si venisse a trovare al di sopra del limite di barriera prefissato.

Ecco alcuni termini utili riguardo i certificates cash collect:

  • Sottostante: indice azionario collegato il cash collect certificate
  • Strike: valore iniziale del sottostante
  • Cedola: importo che l’investitore guadagna grazie al certificato a ogni data di osservazione e scadenza del certificato
  • Limite di barriera: valore in percentuale dello strike. Viene fissato all’inizio dell’emissione del cash collect certificate per stabilire il limite massimo di perdita, sopra il quale il certificato è da considerarsi ancora positivo, sotto il quale è da considerarsi in perdita
  • Data di osservazione: la data in cui viene pagata la cedola o si può chiudere l’operazione, ricevendo anche l’importo investito qualora si trovasse al di sopra del limite di barriera.

Certificates cash collect vantaggi e svantaggi

Quali sono i vantaggi di utilizzare i certificates cash collect? Quali sono gli svantaggi di utilizzare i certificates cash collect? Vediamoli di seguito:

a) Vantaggi certificati cash collect

  • rischio ridotto in quanto collegato al mercato azionario, ma si avrebbe ugualmente una perdita solo se questa fosse di grande entità.
  • si può uscire dall’operazione prima della scadenza del prodotto, contrariamente a quanto avviene ad esempio con le obbligazioni

b) Svantaggi certificati cash collect

possibilità di perdere una quota del capitale investito in quanto il certificato è collegato ad un indice azionario