Carta di credito: come funziona, convenienti, rischio clonazione

L’economia sta sempre più passando da quella di tipo reale a una di tipo virtuale. Sia perché le attività commerciali stanno sempre più prediligendo i servizi ai beni materiali, sia perché le forme di pagamento mediante carte stanno prendendo sempre più terreno a quelle tradizionali in contanti. D’altronde, è lo Stato stesso a spingere verso questa soluzione, soprattutto per rendere facilmente tracciabili le transazioni dei cittadini e i loro movimenti nei conti correnti bancari. Oltre a ovviare al sempre persistente tentativo di produrre banconote e monete false. Pertanto, la carta di credito ha assunto sempre più centralità nell’economia contemporanea. E in quest’articolo vogliamo offrirvi una panoramica generale su tutto ciò che le riguarda.

carta di credito
Alcune carte di credito

Carta di credito: cos’è

La carta di credito è uno strumento di pagamento costituito da una carta di plastica dalla forma rettangolare e facilmente tascabile. Prevede un dispositivo utile per riconoscere i dati identificativi del titolare e dell’istituto bancario o finanziario che l’ha emessa e verso cui si ha un proprio conto su cui si appoggiano le transazioni con essa effettuate. Pertanto, viene rilasciata in automatico quando apriamo un conto corrente o richiediamo una carta prepagata ricaricabile (le quali si differenziano dalle prime perché i soldi vanno ricaricati di volta in volta e non è necessario un conto corrente). Fece la sua prima comparsa negli Stati Uniti nel 1950 per pagare il conto in un ristorante. Da qui il nomignolo affibbiatole in America di Diners.

Le sue dimensioni sono definite nello standard ISO/IEC 7810 ID01: 85,60 × 53,98 mm e uno spessore di 0,76 mm. Inizialmente la carta di credito prevedeva una banda magnetica; poi dal 1993, per ovviare a frodi e tentativi di cloni, è stato utilizzato un microchip, che l’ha resa a tutti gli effetti una smart card. Dotate, rispetto alla banda magnetica, di maggiore capacità di memoria. Inoltre, grazie al microprocessore interno che le rende più flessibili e adattabili per più usi, le smart card possono essere utilizzate per accedere a più servizi.

Carta di credito: come funziona

Il funzionamento di una carta di credito si basa su tre soggetti:

  • Ente emittente ( la cosiddetta issuer nella lingua originale): è l’azienda che rilascia la carta di credito, e può essere sia una banca che un qualsiasi ente finanziario autorizzato (ad esempio in Italia Poste italiane). L’azienda emittente definisce un vero e proprio contratto con il titolare della carta, ossia i propri clienti. Nel contratto sono chiarite le commissioni e le tariffe previste per le varie operazioni eseguite con la carta rilasciata.
  • Ente esercente (merchant): sarebbe l’attività commerciale che, prendendo parte ad un circuito di pagamento, fa sì che i propri clienti possano pagare tramite la carta senza così utilizzare i contanti. In genere l’adesione viene resa nota con adesivi nei pressi del bancone della cassa o all’entrata del negozio, ristorante, centro commerciale che sia. Tale adesione avviene l’intermediazione di una società di gestione terminali, la quale provvede a sua volta a fornire gli strumenti per le transazioni (i cosiddetti POS), la contabilizzazione e rendicontazione delle transazioni, la gestione delle controversie tra esercente, cliente e la banca.
  • Circuito di pagamento: trattasi della società che veicola, mediante una sua rete, tutte le richieste effettuate dal titolare e le corrispondenti autorizzazioni alle varie spese effettuate. Si occupa altresì di contabilizzazione e pareggio delle partite contabili sulle posizioni dei singoli titolari ed esercenti. I principali circuiti mondiali sono Visa, MasterCard, Diners, American Express, JCB e China Union Pay (CUP).

Le transazioni effettuate mediante la carta di credito vengono dunque pagate in maniera successiva all’acquisto. Sulla carta sono riportati, sul fronte, le generalità del titolare, il numero della carta e la sua scadenza. Sul suo retro invece, la firma del titolare e il codice di sicurezza CVC o CVV (quest’ultima utilizzata dalla American Express). Pertanto, al momento del pagamento tramite carta è la banca che l’ha emessa ad anticipare l’importo, che sarò poi successivamente addebitato sul conto del cliente. Di qui, diventa importante, prima di effettuare un acquisto vedere bene quale sia il proprio saldo disponibile. Da non confondere col saldo contabile, che è invece l’importo che non considera le ultimissime operazioni.

Esistono poi carte di credito di tipo miste, che permettono pagamenti di tipo rateizzato e non in una soluzione sola. L’importante è che il cliente non superi la somma prestabilita definita Fido. In tal caso, può revocare la rateazione e chiedere la restituzione della somma entro alcune settimane, applicando, oltre agli interessi, anche una commissione di massimo scoperto per la somma eccedente il fido.

La carta di credito può essere utilizzata altresì per prelevare contanti presso gli sportelli automatici ATM.

Carta di credito: cos’è il codice PIN

Fondamentale per poter utilizzare una carta di credito è il cosiddetto codice PIN (acronimo personal identification number), costituito in genere da 4 o 5 cifre, che deve restare segreto e conosciuto solo dal titolare della carta (si consiglia sempre di scriverlo su un pezzo di carta da custodire gelosamente). Il PIN è quello che utilizziamo anche per i nostri telefoni quando li accendiamo, per renderli inutilizzabili in caso di furto o smarrimento. Tale codice ci viene richiesto quando preleviamo contante agli sportelli oppure effettuiamo pagamenti ai POS.

come funziona una carta di credito
Pagare con una carta di credito

Carta di credito: le principali in circolazione

Esistono tre tipologie di carte di credito:

  1. Carta di credito “a saldo” (charge): la più diffusa nel nostro Paese, rilasciata al cliente quando apre un conto corrente. Permette il dilazionamento di un acquisto per un massimo di quarantacinque, senza oneri in più per il titolare. Pertanto, l’importo di un acquisto viene addebitato sul conto il mese successivo. La dizione “pagamento E/C” significa pagamento “estratto conto”.
  2. Carta di credito rateale o rotativo (revolving): consente di rateizzare il pagamento della merce acquistata. Ovviamente, come per tutte le rateizzazioni (salvo particolari promozioni), occorre anche aggiungere gli interessi che renderanno ancora più elevato il costo totale finale dell’operazione. Come detto in precedenza, il titolare deve stare attento a non superare il fido, altrimenti andrà in conto a commissioni ulteriori per lo scoperto sopraggiunto.
  3. Carta di credito “co-branded”: meno diffusa dei precedenti, prevede la collaborazione con una terza azienda che si impegna a promuoverne la distribuzione presso la propria clientela, offrendo sempre a tale scopo servizi aggiuntivi volti proprio alla fidelizzazione dei possessori di questo tipo di carta. E’ quindi come se la promuovesse e ne spingerebbe la diffusione.

A questi tre principali tipi di carte, occorre aggiungere le cosiddette carte privative, o fidelity card. Sono emesse da una struttura creditizia a utilizzo esclusivo di una azienda industriale, o da una società commerciale esclusivamente per i suoi clienti. Lo scopo è quello di fidelizzare il suo utilizzo tra i clienti.

Quanto alle principali carte di credito, le più diffuse sono quelle di Bancoposta, Intesa san paolo, Fineco, Agos, Bnl, Ing direct, Compass, Chebanca! Molto diffuse per le tariffe convenienti che offrono ai loro titolari. Poi ci sono quelle ad uso esclusivo dei dipendenti o dei clienti delle aziende che le emettono, come la carta di credito Alitalia, carta di credito Paypal, carta di credito Amazon e carta di credito Auchan.

Carta di credito: cosa fare in caso di smarrimento o clonazione

I rischi principali nel possedere una carta di credito sono lo smarrimento o la sua clonazione. Nel primo caso, occorre subito denunciare lo smarrimento e contattare il proprio istituto creditizio per bloccarne la funzionalità. Il secondo caso può verificarsi allorquando effettuiamo un acquisto sul web sui vari siti ecommerce, oppure tramite POS in qualche esercizio commerciale in combutta con malintenzionati, o ancora all’atto di prelevare contanti presso uno sportello ATM. In questi ultimi casi viene inserita una macchinetta nella fessura in cui viene introdotta la carta per permetterne la clonazione dei codici.

Il consiglio è quello di attivare un sistema di alert che avvisi ad ogni transazione effettuata, così da rendersi conto se c’è qualcosa di strano. Molte Banche hanno comunque un sistema di sicurezza molto efficiente, telefonando il cliente in caso si avvertano movimenti strani.

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