Bitcoin in picchiata, ma occhio a EOS e Cardano

C’è chi già parla di bolla in corso, di crollo delle criptovalute. A suonare ancora una volta le trombe apocalittiche per le criptovalute è Barclays, che forse andrebbe ascoltata. Parliamo infatti di una banca internazionale britannica presente in oltre cinquanta Paesi con oltre 129.400 dipendenti. Ha diversi primati: ha introdotto il primo ATM a Londra nel 1975 e le prime carte revolving. Nel 1966 ha lanciato la prima carta di credito nel Regno Unito. Infine, nel settembre 2008, ha acquisito la prestigiosa Lehman Brothers, ormai al collasso dopo lo scandalo dei sub-prime.

A detta di Barclays, la grande bolla delle criptovalute è già scoppiata. Infatti, da metà dicembre, le criptovalute hanno perso più del 65% del loro valore. Con il Bitcoin che oscilla da giorni tra i 6 e i 7 dollari. La bolla in realtà non è esplosa, ma si sta sicuramente sfiatando da tempo.

Ad inizio 2018, il Bitcoin era sceso tra i 12mila e i 14mila dollari. Soprattutto dopo le minacce di strette severe da parte del governo della Corea del sud nei confronti delle criptovalute. Dato che stiamo parlando del terzo mercato al Mondo. Ma ora che il governo sudcoreano è passato ai fatti, chiudendo o ispezionando vari Exchange, il crollo è più evidente. Inoltre, altre istituzioni internazionali minacciano leggi più severe.

Ma oltre a Barclays, anche Bank of America Merrill Lynch vede i Bitcoin come le prime vittime della politica restrittiva della Fed.

Le ragioni assunte da Barclays riguardano il fatto che le criptovalute siano una forma di asset prive di valore intrinseco e di una promessa di cash flow. Inoltre, aggiunge la banca britannica, la principale domanda per le criptovalute arriva da quei Paesi dove c’è poca fiducia nei mercati e basse opportunità di investimento.

Per Barclays ormai la bolla è scoppiata e non ci sono le condizioni per cui si ricrei. Ormai il piccolo dei prezzi è stato già raggiunto.

In effetti le criptovalute sono crollate rispetto ad inizio 2018. Le quotazioni di Ripple e Bitcoin cash sono diminuite di oltre il 70% nel 2018 con il Bitcoin che è sceso del 48 per cento, il Litecoin del 47 per cento e l’Ethereum del 44 per cento.

Bitcoin, JP Morgan accusata di truffa

Continua il rapporto di odio/amore tra JP Morgan e il Bitcoin. Prima l’istituto prestigioso per bocca del suo CEO Jamie Dimon l’ha definito una truffa. Arrivando a minacciare i dipendenti che vorrebbero acquistarla. E ciò comportò una flessione nei prezzi della prima criptovaluta. Poi dopo qualche giorno, la stessa JP Morgan è entrata sul mercato e ha iniziato ad acquistare Bitcoin tramite XBT, un Exchange Traded Note quotato sulla Borsa di Stoccolma. Anzi, JP Morgan Securities risultò pure essere tra i principali acquirenti di ETN ed è stato seguito a ruota dai colleghi di Morgan Stanley per un totale di 3 milioni di euro in Bitcoin.

Ora però ritorna la guerra tra le due parti. JP Morgan è stata accusata di aver imposto tassi di interesse e tariffe da capogiro a tutti quei clienti che hanno comprato criptovalute (non soltanto Bitcoin) tramite carta di credito.

A sollevare il caso ci ha pensato Brady Tucker, un cliente americano di JP Morgan che ha accusato l’istituto di aver cambiato rotta sulle criptovalute senza avvisare delle possibili conseguenze di ciò.

A partire dal mese di gennaio, infatti, la banca statunitense ha iniziato a considerare gli acquisti Bitcoin e delle altre criptovalute come operazioni di cash advance, gergo con cui si indicano i prelievi con carte di credito e/o di debito tradizionalmente soggetti a tariffe.

Secondo Tucker, JP Morgan avrebbe addebitato interessi del 30% l’anno oltre che commissioni addizionali.

Queste le parole di Brady Tucker: “Chase ha silenziosamente schiaffeggiato i suoi clienti con tariffe di cash advance e con tassi di interesse più alti del normale. Inoltre li ha lasciati senza possibilità di fare ricorso”,

Tucker asserisce di aver adoperato carte di credito per acquistare Bitcoin e altre criptovalute, in quanto transazioni con conti bancari avrebbero impiegato molto più tempo. Se JP Morgan avesse messo a corrente i suoi clienti dei cambiamenti delle tariffe, nessuno avrebbe più utilizzato le suddette carte per effettuare acquisti.

Nel caso specifico, la banca ha chiesto a Tucker di pagare 143 dollari di commissioni e 20,61 dollari di interessi per gli acquisti di Bitcoin e altre criptovalute effettuati tra gennaio e febbraio.

Ora, Tucker sta chiedendo a JP Morgan il risarcimento delle somme ingiustamente versate, alle quali spera di affiancare anche un altro milione di dollari di danni.

Svizzera, tesoro anche del Bitcoin

Svizzera, da Paradiso fiscale a Paradiso delle criptovalute? Se per anni la Patria della cioccolata e dell’orologio era rinomata per le sue condizioni bancarie alquanto benevole con i ricchi, presto potrebbe diventare un Helldorado anche per le criptovalute.

Infatti, se in principio è stato il municipio-cantone di Zurigo a permettere il pagamento in bitcoin di alcuni servizi pubblici (tuttavia, per un massimo di 200 franchi), ora il provvedimento sembra essere destinato ad altri cantoni.

La Svizzera ha, infatti, regolamentato le Ico (Initial coin offering, sistema col quale si finanziano progetti digitali. In primis le criptovalute), l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha pubblicato una guida pratica sul tema. Con i Cantoni svizzeri che stanno promuovendo l’utilizzo delle criptovalute, anche come mezzo di pagamento e non solo come asset su cui speculare.

Se a nord, l’epicentro delle criptovalute è Zurigo, a sud della Svizzera possiamo dire che sia Chiasso. Città che fa parte del cantone italiano, che ha introdotto da gennaio 2018 il pagamento delle imposte comunali tramite bitcoin fino ad una soglia di 250 franchi. Ancora, è sorta pure l’associazione Cryptopolis al fine di diffondere la cultura della blockchain.

Inoltre, si punta forte anche all’Italia. In particolare, alla regione confinante Lombardia. Ciò in quanto significherebbe avvalersi di ben 6 milioni di potenziali consumatori nelraggio di soli 50 km.

A Milano, peraltro, qualcosa già si muove. Di recente, è nato il primo FinTech District Italiano che potrà avere un ruolo importante nel ridisegnare i confini del settore finanziario.

La Svizzera va dunque in controtendenza rispetto a quanto hanno fatto Russia o Cina. Le quali, come noto, hanno perfino bandito le criptovalute da ottobre 2018. Mentre la Corea del sud ha varato leggi per imporre strette sugli Exchange di monete digitali. Ma anche gli Usa e l’Ue pensano ad una regolamentazione e limitazione.

La Svizzera, si sa, ha da secoli il fiuto per gli affari finanziari e molto probabilmente, non vuole lasciarsi sfuggire le potenzialità delle criptovalute.

Certo, al momento le speranze con le quali si è cavalcata la “big wave” della blockchain non hanno ancora trovato un pieno riscontro e molti degli istituti finanziari che avevano avviato sperimentazioni su questa nuova tecnologia hanno rallentato o bloccato le loro iniziative rinviandole a tempi più maturi. Tuttavia, è indubbio che le criptovalute sono il futuro. Dunque è normale che la legge debba mettersi al passo, così come le norme sulla sicurezza.

La Svizzera, intanto, ci crede. Al punto che Johann Schneider-Ammann, Ministro dell’Economia svizzero, ha già definito il Paese elvetico una cripto-nazione.

Occhio a Cardano

Se per il Bitcoin da tempo si suona il deprofundis, ma nei fatti è ancora saldamente prima in termini di volume capitalizzazione e di prezzi, fa invece molto bene parlare di sé la criptovaluta Cardano. Secondo Brian Kelly, il vero investimento è proprio la Blockchain. La vera rivoluzione delle criptovalute, utilizzabile per più scopi. Su tutti i contratti intelligenti.

La criptovaluta più rinomata per questo scopo è Ethereum, ma non è l’unica. Troviamo infatti ad esempio anche Cardano. Secondo Kelly: “Il 2018 sarà l’anno delle infrastrutture e anche l’anno dei concorrenti dell’Ethereum”.

Soffermandosi poi su Cardano, prosegue: “È relativamente nuova e su di esso è possibile eseguire contratti intelligenti. Con essa si può fare la blockchain 3.0″.

Oggi la valuta ha un valore di $ 0,15, è in aumento del 2,72% e al momento della scrittura ha una capitalizzazione di mercato di $ 4,012,421,582. Questo è il risultato di un inizio irregolare nel mese di aprile e naturalmente un inizio molto irregolare fino al 2018.

Al culmine, Cardano ha quasi raggiunto $ 1,30 a gennaio. Potrebbe risuccedere? Secondo Smartereum, Cardano ha fatto registrare un rendimento di oltre il 1500%, inoltre Smartereum ritiene che la previsione di quest’anno la vede verso quota $ 2,50. Mentre per il 2019, prevede un aumento del prezzo di 6 volte. Nell’arco di dieci anni, invece, secondo Smartereum potrebbe raggiungere quota $ 10.

Queste cifre potrebbero suggerire che Cardano è davvero il futuro, ma la sua prospettiva lo rende un po’ lenta. Vale la pena aspettare dieci anni perché la valuta raggiunga quell’obiettivo di $ 10? Inoltre, dobbiamo considerare che dal momento che Cardano non è blue-chip e quindi non è venduta in grandi quantità, il suo volume è in grado di rimbalzare un po’, il che significa che da un investimento a breve termine non ci si può davvero aspettare molto in termini di ritorno economico.

A questo punto Cardano potrebbe essere un ottimo investimento “long”. Osservando la roadmap di Cardano online, possiamo vedere esattamente come il team prevede di raggiungere entrambi gli obiettivi da $ 2,50 e $ 10. La loro prossima grande mossa comporterà il lancio di un IELE Testnet, che dovrebbe aver luogo questo mese. Al momento però, non ci sono ancora dettagli ufficiali su questo nella loro roadmap. Cosa succederà? Il team sembra focalizzato sul miglioramento delle prestazioni e sulla scalabilità.

D’altronde prima e dopo aver investito nelle criptovalute non bisogna solo monitorare costantemente i prezzi sugli exchange, ma è bene pure tenere sotto controllo la tabella di marcia collegata al progetto. Per quanto concerne Cardano, il sito che consigliamo di monitorare è Cardanoroadmap.com.

In data 11 aprile, Cardano è giunta in settima posizione dopo aver scavalcato Stellar, mettendo a segno un rialzo pari al 10 per cento.

Cardano cos’è e come funziona

Insomma, Cardano farà parlare di sé, ma in un futuro non certo immediato. Ma cos’è Cardano? Cardano è un sistema completo di blockchain, creato e disegnato da zero all’interno di Haskell, un linguaggio di programmazione pratico. È un’innovativa blockchain dell’era spaziale che forma un’economia incontaminata e localizzata, in modo che la finanza possa essere democratizzata nei mercati in crescita in tutto il mondo.

A differenza di altre piattaforme digitali come Binance (BNB), Augur (REP), Bitconnect (BTC) e molte altre, la piattaforma è progettata per evitare errori mantenendo la privacy e la sicurezza del cliente attraverso un design stratificato inventivo. Questa piattaforma è stata descritta versatile e scalabile; e anche sviluppata con gli standard di programmazione del software industriale più avanzati e precisi.

Le caratteristiche di questa piattaforma sono sotto il modello di governance democratica, che consente al progetto di continuare ad evolversi. I suoi creatori affermano che si tratta di un sistema di tesoreria visionario che si finanzia in modo sostenibile.

In poche parole, è l’alter ego di Ethereum. Come Ethereum, Cardano è definito come un progetto blockchain, che consentirà ulteriormente l’esecuzione di contratti intelligenti, abilitati dalla criptovaluta. Questo progetto blockchain è diverso da Ethereum e anche altri blockchain di contratto intelligenti. Ecco perché:

  1. In primo luogo, questo progetto si autodefinisce come il primo progetto blockchain costruito su una ricerca accademica peer-reviewed. Nel processo, i creatori non hanno solo pubblicato un white paper sul progetto, ma altri cinque articoli scientifici sottoposti a peer review sulla tecnologia di base della blockchain. Questi sono tutti disponibili al pubblico.
  2. Cardano è un progetto decentralizzato di criptovaluta e blockchain, che è open source.
  3. Il progetto è coinvolto nella creazione di una piattaforma abilitata da contratti intelligenti, che offre funzionalità all’avanguardia anziché solo un protocollo che è stato sviluppato in precedenza.
  4. Cardano è la prima innovativa blockchain nata da un approccio orientato ai risultati e una filosofia scientifica.
  5. Il team di grandi programmatori vanta una selezione di sviluppatori e ricercatori esperti di livello internazionale.

Come funziona Cardano? Assolutamente non come altre monete tipo MaidSafeCoin (Maid), NEM (XEM), OmiseGo (OMG). Cardano è stata progettata con Ouroboros, una componente tecnologico che distingue Cardano dalla concorrenza.

Ouroboros è l’algoritmo di mining proof-of-stake che aiuta a escludere il requisito della crittografia dispendiosa a livello energetico, che potrebbe aver contribuito a creare la blockchain di Ethereum. Ha bisogno di tanta elettricità quanto un piccolo paese. Diversamente da questo sistema, Ouroboros è sviluppato su una ricerca accademica sottoposta a peer review e la caratteristica di questo sistema è che è persino sicuro senza il consumo eccessivo di elettricità. Questo progetto è stato progettato principalmente per supportare contratti intelligenti e altre funzionalità blockchain.

Tuttavia, è ancora nel processo di sviluppo iniziale e l’unica parte attiva è il token ADA. Cardano è stato inizialmente lanciato come ICO, tuttavia, ora è possibile trovare il progetto su Binance e Bittrex. Cardano offre anche un servizio di portafoglio denominato Daedalus Wallet.

ADA, il toker di Cardano

Quanto al token ADA, quest’ultimo è un progetto molto ambizioso, che ha il potenziale per fornire una forte concorrenza ai mercati Bitcoin. I creatori sono impegnati nella creazione di una valuta digitale di terza generazione, che potranno semplificare all’interno dell’ecosistema per un funzionamento reciproco. Cardano mira a infondere intra-trading e guardando i loro sforzi e l’innovazione, questo sogno non sembra essere troppo lontano.

I creatori hanno una filosofia unica e sono impegnati a idearlo accademicamente. Come acquistare e vendere ADA? Puoi acquistare, vendere e scambiare ADA attraverso gli Exchange online di criptovaluta.

ADA è considerato uno degli altcoin robusti negli attuali mercati crittografici e sono previsti ulteriori Exchange con i futuri partner. I creatori hanno grandi progetti in cantiere. Stanno progettando di rendere disponibile ADA presso gli ATM criptati in Giappone. Per ora se ne contano 5, ma il team di sviluppo conta di creare fino a 25 sportelli automatici entro un anno dall’introduzione ufficiale di ADA. Gli Exchange in cui è possibile acquistare ADA sono: Bittrex, Binance, Upbit, Coinnest.

Ultimamente c’è stata molta pubblicità intorno ad ADA. ADA è entrata a far parte di Bittrex solo di recente, con grande clamore. Dopo il lancio di ADA, il mondo ha visto un volume significativo in borsa, che ha persino superato i 10.000 BTC in diversi fusi orari. I prezzi però hanno iniziato a diminuire dopo i pochi giorni iniziali, ma molti utenti continuano a descrivere ADA come un potenziale altcoin da tenere d’occhio.

Queste sono le stesse persone che hanno anche detto che Cardano ha il potenziale per essere il futuro della tecnologia blockchain, che sarebbe quindi più di una semplice criptovaluta. Il giorno in cui ADA è stata introdotta sul mercato, si è posizionata ai primi posti delle 15 criptovalute di tutto il mondo, in termini di capitalizzazione di mercato.

I potenziali investitori di criptovaluta hanno trovato dunque una nuova speranza. Finora, Ethereum ha avuto un ruolo da protagonista nel mondo blockchain, ma ora abbiamo un nuovo giocatore. ADA è entrata nel mercato come un re, come un forte e potente altcoin. Per quanto concerne la sua ICO, i primi 10.000 utenti che hanno partecipato a questo progetto, ora hanno il privilegio di scaricare il servizio Carded’s Daedalus Wallet.

La loro ICO ha raccolto 62 milioni di dollari, che hanno portato al commercio di circa 30 miliardi di token ADA. Inoltre, 45 milioni in più di token ADA verranno presi in considerazione per la prossima diffusione.

Ricapitolando, queste sono le caratteristiche di Cardano:

  1. Questa piattaforma è orgogliosa del suo Block Explorer che consente agli utenti di controllare le cronologie delle loro transazioni.
  2. Quando si effettua una transazione con ADA, viene registrata pubblicamente attraverso la sua blockchain proprietaria.
  3. Ciò consente agli utenti di controllare la data e il tempo impiegato dalla transazione e anche controllare l’importo inviato.
  4. Questa è una piattaforma blockchain completamente affidabile creata con un approccio metodico unico e scientifico.
  5. Gli utenti si aspettano sempre più risultati dal progetto poiché questa è la prima piattaforma blockchain ad evolversi tramite una filosofia scientifica.

Non solo Cardano, anche EOS molto interessante

Mentre redigiamo l’articolo, in data 11 aprile 2018, nella classifica consueta redatta dal portale Coinmarketcap, che prende in esame il valore della capitalizzazione azionaria di ogni singola criptovaluta, fa parlare di sé la criptovaluta EOS, che ha superato Litecoin. Una criptovaluta, quest’ultima, che iniziò benissimo quando partì, nel 2013, per poi mantenersi stazionaria a ridosso del podio.

Litecoin occupava il quinto posto della classifica da circa due mesi, da quando cioè aveva scavalcato Cardano. A stupire è la percentuale di rialzo fatta segnare da EOS in sole 24 ore, di poco inferiore al 30 per cento.

Rispetto a Bitcoin, che nell’ultimo mese ha perso oltre il 50 per cento del proprio valore, così come la maggior parte delle altre criptovalute presenti costantemente nella top 10 di coinmarketcap.com, EOS è andato sempre in controtendenza in queste ultime settimane.

A gennaio il suo valore si attestava intorno ai 10 dollari, oggi invece è quotato a 8,20 dollari. Insomma, anche questa criptovaluta ha perso, ma sicuramente molto di meno in confronto alle altre.

Un nome su tutte: Ethereum. Considerata la rivale principale di Bitcoin e molto importante per la sua Blockchain, soprattutto per gli smart contract. Come abbiamo visto, però, rischia di perdere anche questo primato in favore di Cardano. La criptovaluta lanciata da Vitalik Buterin nel 2014, è infatti passata da 1.200 dollari a poco più di 400 dollari, quindi il 66 per cento in meno rispetto a inizio marzo.

Ma tornando ad EOS, ha scavalcato in quinta posizione Litecoin, avendo una capitalizzazione azionaria superiore ai 6 miliardi di dollari. Certo, il quarto posto è ancora lontano, visto che è occupato da Bitcoin Cash con i suoi 11 miliardi di market cap. Ricordiamo che Bitcoin Cash è una Hard Fork del Bitcoin, lanciata il primo agosto 2017.

Tuttavia, il sorpasso di EOS ai danni di Bitcoin Cash è più che possibile. Peraltro al ribasso, come un po’ tutte, da un paio di mesi.

EOS cos’è e come funziona

Come fatto per l’altra criptovaluta del momento, Cardano, giusto passare al setaccio anche EOS. EOS è una tecnologia blockchain di Ethereum, creata da Dan Larrimer. L’ICO di questo progetto iniziò il 26 giugno 2017 alle 13:00 UTC.

Dan Larrimer ha creato due progetti di grande successo: Bitshares e Steem. EOS si caratterizza per la capacità di fare le cose in parallelo, per le transazioni più veloci e più scalabili. Si fonda su un insieme di regole su cui tutti sono d’accordo, questi sono collegati ad ogni blocco estratto. Ed ancora, le parole chiavi di EOS sono auto-sufficienza ed evoluzione: il modello attuale consente un’inflazione del 5%, questa verrà utilizzata per sviluppare ulteriormente la rete. EOS è simile a un sistema operativo decentralizzato, in pratica questo significa che gli sviluppatori possono creare applicazioni su EOS. Possedere monete EOS è un reclamo sulle risorse del server. Uno sviluppatore deve avere monete EOS per utilizzare la blockchain EOS. Gli sviluppatori non spenderanno le monete per utilizzare le risorse del server, è sufficiente che dimostrino di conservarle.

Questo sistema operativo sarà ospitato su server (data center) che, in cambio, saranno anche produttori di blocchi. I premi di blocco in EOS sono l’incentivo per questi server ad ospitare le applicazioni EOS. Le applicazioni in esecuzione su questo sistema operativo decentralizzato saranno in grado di comunicare tra loro, ci saranno anche misure per le applicazioni “firewall”. Le applicazioni utilizzano funzioni molto comuni come l’utente / password, interfacce utente, gestione backend (database).

Ciò significa che le applicazioni possono condividere framework o librerie che rendono lo sviluppo più veloce, più sicuro e meno tecnico. Ad esempio, le applicazioni avranno il proprio database sicuro e lo spazio per i file su EOS. EOS consentirà agli sviluppatori di creare applicazioni blockchain con cui gli utenti finali potranno facilmente interagire.

Etherum lascia molto a desiderare nel rendere l’interazione con la propria blockchain un processo user-friendly. Etherum richiede agli utenti di pagare per ogni transazione. EOS non lo farà. Ciò consentirà il successo.

I token ERC20 possono essere creati su EOS, questo significa che ICO possono essere ospitate su questa blockchain.

EOS è una piattaforma blockchain per lo sviluppo di applicazioni decentralizzate (dapps), simile a Ethereum. Semplifica lo sviluppo di dapp, fornendo un insieme di servizi e funzioni del sistema operativo che possono essere utilizzati da terzi. L’idea alla base di EOS è quella di riunire le migliori caratteristiche e le promesse delle varie tecnologie smart contract esistenti (ad es. Bitcoin, supporto informatico di Ethereum) in una piattaforma di chiarificazione semplice da usare e massicciamente scalabile per l’utente di tutti i giorni, al fine di potenziare l’imminente economia basata sulla blockchain.

Come funziona EOS? La visione di EOS è quella di costruire una piattaforma blockchain dapp, che possa scalare in modo sicuro e uniforme migliaia di transazioni al secondo, fornendo al contempo un’esperienza accessibile agli sviluppatori di app, agli imprenditori e agli utenti. Mirano a fornire e completare il sistema operativo per le applicazioni decentralizzate focalizzate sul web fornendo servizi come autenticazione utente, cloud storage e server hosting.

La rete EOS è una piattaforma pronta per le app che consente agli sviluppatori di attingere un sistema di autenticazione completo. Gli account utente, completi di diversi livelli di autorizzazione e i propri dati utente localmente protetti, vengono forniti come funzionalità della rete. Gli ultimi aggiornamenti EOS hanno permesso l’accesso al database condiviso tra gli account e la possibilità di archiviare i dati dell’utente su un computer locale dalla blockchain.

Anche la restituzione degli account rubati è integrata nel sistema, con vari metodi per dimostrare la propria identità e ripristinare l’accesso a un account compromesso. I sistemi CloudServer hosting e cloud storage fanno parte del sistema EOS, il che significa che gli sviluppatori di applicazioni possono creare e distribuire applicazioni e interfacce web con hosting, cloud storage e larghezza di banda di download fornita dal sistema EOS. Questo apre gli sviluppatori fino a portare le loro idee in realtà libere dalle esigenze di archiviazione e larghezza di banda.

Lo sviluppatore avrà accesso alle analisi di utilizzo per l’archiviazione e la larghezza di banda direttamente da EOS e sarà in grado di impostare i limiti per applicazioni specifiche a qualsiasi livello scelgano . Questi servizi sono pagati puntando token EOS. Più blockchain comuni (tipo Bitcoin ed Ethereum) usano il cosiddetto “consenso su stato”, il che significa che in qualsiasi momento tutti i computer della rete possono verificare lo stato attuale dell’intera blockchain in ordine, per prevenire le frodi e confermare le transazioni.

La blockchain in questi casi è un grafico dello stato del sistema, e quando ogni nuovo blocco viene aggiunto alla blockchain, i nodi sulla rete prendono ciascuna transazione dal blocco e aggiornano lo stato di ciascun indirizzo associato a tali transazioni. Quando si usa consenso sugli eventi, l’attenzione si concentra sulle transazioni (o semplicemente sui messaggi) rispetto allo stato. Invece di verificare lo stato della rete in un dato momento, i nodi verificano la serie di eventi verificatisi fino a quel momento per tenere traccia dello stato della rete.

Il risultato è un sistema che richiede più tempo per riconfermare completamente la cronologia delle transazioni al riavvio, ma può gestire un throughput delle transazioni molto più elevato durante l’esecuzione. Ciò significa in inglese semplice che la rete EOS può scalare fino a un milione di messaggi o transazioni per secondo fuori dalla porta su una singola macchina, con ridimensionamento teoricamente infinito possibile in parallelo tra più macchine.

Un’applicazione costruita sulla piattaforma EOS non richiede micro pagamenti da parte degli utenti finali per inviare messaggi ed eseguire attività sulla blockchain. Ciò è lasciato ai singoli sviluppatori di app per determinare come verranno pagate le commissioni sulle transazioni (che sono estremamente basse), il che significa che le aziende sono libere di proporre le proprie strategie di monetizzazione e offrire gratuitamente o meno servizi agli utenti.

Il sistema EOS fornisce un modello di governance basato su produttori di blocchi che possono votare su quali transazioni sono confermate, se un’applicazione sta funzionando correttamente e sulle modifiche al codice sorgente delle singole applicazioni, nonché al sistema EOS stesso. Ciò significa che la community può attivamente aggiornare, downgrade e correggere bug nel sistema in modo democratico e sicuro.

Il sistema EOS riduce la latenza e massimizza le prestazioni strutturando ogni blocco (prodotto ogni 3 secondi attualmente e testato a 0,5 secondi) ancora più finemente in “cicli”, che vengono eseguiti sequenzialmente. I cicli sono a loro volta strutturati in “thread” che corrono in parallelo all’interno di cicli. Ciò consente di inviare e rispondere a messaggi e transazioni all’interno di singoli blocchi e tra blocchi, portando il limite teorico inferiore al tempo di risposta fino al semplice messaggio in tempo di trasmissione sulla rete.

Ultimo fattore interessante: i token EOS

La vendita di token EOS funziona come nessun’altra vendita di token vista finora. La vendita di token avviene per un anno intero, a partire dal 26 giugno 2017, con 350 periodi di distribuzione. Alla fine di ogni periodo, il numero totale di token EOS designati per quel periodo sarà distribuito ai contributori in base alla quantità di ETH che hanno contribuito diviso per il contributo totale.

In questo momento, i token EOS sono elencati nella maggior parte dei principali Echange. E quindi il prezzo è determinato dal mercato. Questo apre la vendita a chiunque sia interessato e dà tutto il tempo per guardare lo sviluppo e il progresso del team EOS prima di scegliere di contribuire. Il risultato finale è stato una delle vendite di token con il finanziamento più alto visto fino ad oggi e un sacco di crescita per il token nel frattempo.

Il token EOS non svolge ancora una precisa funzione e tornerà utile solo quando gli sviluppatori inizieranno a sviluppare applicazioni sulla piattaforma EOS. E quindi richiederanno token EOS per generare i propri token specifici dell’applicazione, con l’accettazione di ciascuna applicazione sulla piattaforma EOS subordinata al voto dei possessori di token EOS.

Insomma, come per Cardano, anche qui si parla di un progetto in divenire e un investimento long. Ma il trend sembra essere già iniziato.