BCE shock: eliminate Bitcoin! E’ scontro con il mondo crypto

La Banca Centrale Europea (BCE) continua con il suo attacco frontale a Bitcoin e alle criptovalute. Proprio ieri, infatti, in un paper ha espresso forti critiche e preoccupazioni nei confronti di Bitcoin e delle criptovalute.

Alcuni economisti e consulenti della BCE sono arrivati persino a proporre di vietarne l’utilizzo e gli scambi.

Cerchiamo di capire cosa sta succedendo.

BCE shock: eliminare Bitcoin

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Le accuse della BCE: Bitcoin minaccia la stabilità sociale

Il 12 ottobre 2024, la BCE ha pubblicato un documento intitolato “Le conseguenze distributive di Bitcoin”, in cui si afferma che la continua crescita del valore di Bitcoin potrebbe portare a una significativa redistribuzione della ricchezza dai nuovi investitori verso i primi adottanti. Gli economisti della BCE sostengono che questo fenomeno potrebbe causare tensioni sociali e mettere a rischio la stabilità economica.

Qui trovate il paper completo con un estratto qui sotto:

Paper distribuzione Bitcoin (ECB)

Nel documento, gli economisti della BCE muovono pesanti critiche a Bitcoin, accusandolo di alimentare pericolose disuguaglianze sociali.

La tesi è che la criptovaluta premierà soprattutto i primi utilizzatori, gli early adopter che l’hanno acquistata a basso prezzo, a scapito di chi entra sul mercato in un momento successivo.

E qui c’è il problema di fondo. Negli investimenti è proprio questo il rischio che si corre. Gli investitori lungimiranti che hanno investito in azioni di aziende che poi sono esplose hanno tutto il “diritto” di veder ricompensato il proprio investimento.

E’ così da decenni. Quindi dovremmo penalizzare anche chi ha comprato le azioni di Tesla o di Google ai minimi?

Secondo la BCE, questa dinamica distributiva finirebbe per accrescere la ricchezza dei primi a detrimento dei nuovi investitori, minando la coesione sociale. Per questo secondo la BCE andrebbero introdotte misure di controllo sui prezzi di Bitcoin o addirittura il divieto del suo utilizzo.

Si tratta di accuse molto gravi, che dipingono le criptovalute come una minaccia per la stabilità della società. Accuse che però non tengono conto di come funzionano i normali mercati finanziari, dove vige la logica di comprare a basso prezzo per rivendere più alto.

La risposta del mondo crypto: accuse infondate

Le accuse mosse dalla BCE nei confronti di Bitcoin hanno suscitato dure reazioni da parte degli esperti del settore crypto. In molti hanno definito tali critiche infondate e ideologiche.

È stato fatto notare come in qualsiasi mercato finanziario viga la logica di acquistare a basso prezzo per poi rivendere a prezzi più elevati generando profitto. Non c’è nulla di illecito o immorale in questa dinamica.

Inoltre, viene ricordato come la crescita di valore di Bitcoin sia una conseguenza delle politiche monetarie espansive delle banche centrali, che hanno portato a una massiccia svalutazione delle monete tradizionali. Euro e dollaro sono in continua flessione, e questo non è certo colpa di Bitcoin.

L’affermazione che Bitcoin non ha valore intrinseco, inoltre, ignora il suo ruolo come riserva di valore decentralizzata e resistente alla censura.

Pertanto le proposte di vietare le criptovalute appaiono più una minaccia alla libertà finanziaria dei cittadini che una tutela del bene pubblico. Il mondo crypto respinge con forza queste accuse, giudicandole pretestuose.

Criptovalute e autorità: un dialogo necessario

Più che a divieti e proibizioni, la situazione richiederebbe l’apertura di un serio dialogo tra autorità e mondo delle criptovalute.

Le valute digitali sono ormai una realtà consolidata, che può convivere con il sistema finanziario tradizionale a patto di una regolamentazione equilibrata e non vessatoria.

Pensiamo all’ultima proposta folle di tassare le crypto in Italia al 42%. Non è così che si aiuta il settore a crescere in modo sano.

È interesse comune evitare pericolose bolle speculative così come l’utilizzo delle criptovalute per scopi illegali. Allo stesso tempo però è essenziale preservare la libertà finanziaria dei cittadini.

Vietare Bitcoin equivarrebbe a danneggiare gli investitori senza risolvere i problemi. Serve piuttosto un confronto costruttivo, che porti a una legislazione ragionevole, a tutela di consumatori e mercati.

Le autorità non possono ignorare l’esistenza e la diffusione delle criptovalute. Devono accettarne la sfida per gestirne responsabilmente l’uso e lo sviluppo.

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Gli investimenti in criptovalute sono rischiosi e altamente volatili. Possono essere applicate imposte sui profitti.

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Domenico Sacchi
Digital marketing specialist | Blockchain enthusiast | Mi occupo di temi legati alla finanza personale, investimenti e trading sulle criptovalute.