Azioni Tesla colano a picco dopo crollo consegne primo trimestre 2019

Sembra non esserci più pace per il titolo Tesla, che al momento della scrittura sta lasciando sul terreno quasi 9 punti percentuali, passando di mano in area 266 dollari. Il crollo verticale delle azioni del più famoso produttore di auto elettriche di lusso al mondo è stato causato dalla brusca frenata delle consegne nel corso del primo trimestre 2019.

Nei primi tre mesi dell’anno, il gruppo guidato da elon musk ha infatti venduto 63.000 unità, il 31% in meno rispetto ai 90.966 modelli consegnati nel primo trimestre 2018. Gli analisti avevano pronosticato un rallentamento delle vendite, ma in minor misura, stimando consegne pari a 73.500 unità. Il management dell’azienda statunitense ha fatto sapere che il calo delle vendite è stato principalmente dovuto alla riduzione degli incentivi fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici negli stati uniti, nonché alle difficoltà riscontrate nel consegnare il model 3 al di fuori dei confini usa, riscontrando problemi logistici verso europa e cina.

Nonostante la netta battuta d’arresto dei numeri nel corso del trimestre gennaio-marzo, i vertici del gruppo hanno confermato il target di immatricolazioni per l’intero 2019, che prevede la consegna di 360.000-400.000 autovetture, mentre fino a qualche mese fa si parlava anche di 500.000 veicoli, che avrebbe significato, sfornare quasi 11.000 veicoli a settimana. La produzione, invece, negli ultimi mesi non è riuscita a sostenere nemmeno le 7.000 unità a settimana.

Gli analisti fanno notare che la versione più economica dei veicoli tesla, venduta per 35.000 dollari, genera delle perdite, mentre le vendite dei modelli più lussuosi, che hanno più elevati margini, come model s e model x stentano a decollare.

Il consensus medio sul titolo tesla, tuttavia, è ancora parzialmente positivo, con 13 gli analisti che ne raccomandano l’acquisto sui 35 censiti da bloomberg. Il target medio delle azioni si assesta a 315 dollari.

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Andamento azioni Tesla sul breve-medio periodo


A livello tecnico, gettando un rapido sguardo al grafico con time-frame giornaliero, in alto, si nota come le quotazioni abbiano trovato un forte ostacolo nella media mobile a 50 giorni (la linea di colore verde sul grafico). Il mancato break-out della forte resistenza di breve-medio periodo, in concomitanza ai deboli risultati trimestrali indicati tra le righe del precedente paragrafo, è stato un mix micidiale di elementi negativi, che hanno spinto il titolo a cedere il 10% nell’intraday, toccando un minimo a 260,59 dollari. Le quotazioni sono inoltre scese al di sotto delle medie mobili veloci, a 10 e 25 giorni (rispettivamente la linea di colore azzurro e la linea rossa sul grafico), lanciando un segnale ribassista di brevissimo. Perso il minimo segnalato in precedenza, ovvero sotto area 260 dollari, le quotazioni potrebbero ritoccare i minimi dello scorso ottobre sotto area 250 dollari.

Tuttavia, anche in caso di scenario ribassista non si escludono possibili pull-back sugli ex sostegni di brevissimo, ovvero sull’ema 10 e 25 giorni, che nell’ordine transitano in area 279 e 282 dollari. Il quadro di breve-medio periodo potrebbe invece volgere nuovamente in positivo in caso ritorno oltre l’ema a 50 giorni, che al momento transita in area 291-292 dollari.