Auto a guida autonoma: come investire e se conviene

Cosa sono le auto a guida autonoma? Come investire su una auto a guida autonoma? Conviene investire su una auto a guida autonoma? Come funzionano le auto a guida autonoma?

Certo, non siamo ancora di fronte alle auto che volano, come quelle viste in celebri film quali Blade Runner o Ritorno al futuro. Ma siamo certi che arriveranno presto anche quelle. Qualche esperimento in tal senso già è in corso da tempo.

Esistono già da qualche anno, invece, le auto a guida autonoma. Quelle che, come dice il nome stesso, si guidano autonomamente senza che il guidatore debba metterci mani e piedi. Certo, hanno ancora bisogno di accorgimenti, visto che non sono pochi i casi di incidenti (pure mortali). Inoltre, in paesi come il nostro, dove l’osservanza del codice della strada è un optional, andrebbero facilmente in tilt.

Le auto a guida autonoma, oltre che un vezzo da mostrare agli amici il sabato sera, sono però anche un interessante investimento futuristico. Vediamo in che modo è possibile guadagnare tramite le auto a guida autonoma e se conviene.

Auto a guida autonoma cosa sono

Cosa sono le auto a guida autonoma? Si tratta di veicoli capaci di percepire l’ambiente circostante autonomamente e al contempo muoversi con un input umano minimo o nullo. Un’auto a guida autonoma, nota anche come auto robotica o auto senza conducente, combina una varietà di sensori per percepire l’ambiente circostante: quali radar, Lidar, sonar, GPS, odometria e unità di misura inerziale.

I sistemi di controllo avanzati interpretano le informazioni sensoriali per identificare percorsi di navigazione appropriati, oltre a ostacoli e segnaletica pertinente.

La guida autonoma è già una concreta realtà nei camion a lunga distanza, considerati all’avanguardia nell’adozione e nell’implementazione della tecnologia.

Auto a guida autonoma storia

I primi esperimenti in tal senso sono iniziati negli anni ‘20, con un maggior impegno a partire dagli anni ‘50.

La prima auto semi-automatica fu sviluppata nel 1977 dal giapponese Tsukuba Mechanical Engineering Laboratory, che richiedeva strade appositamente contrassegnate che erano interpretate da due telecamere sul veicolo e un computer analogico. Il veicolo ha raggiunto velocità fino a 30 chilometri all’ora con il supporto di un binario sopraelevato.

Tuttavia, le prime auto veramente autonome sono apparse negli anni ’80, con Navlab della Carnegie Mellon University e ALV, progetti finanziati dalla DARPA a partire dal 1984, e Mercedes-Benz e Bundeswehr University Munich EUREKA Prometheus Project nel 1987.

Nel 1985, l’ALV aveva dimostrato una velocità di auto-guida su strade a due corsie di 31 chilometri all’ora con l’eliminazione degli ostacoli aggiunta nel 1986 e la guida fuoristrada nelle condizioni diurne e notturne entro il 1987.

Un importante traguardo è stato raggiunto nel 1995, con NavLab 5 della CMU che ha completato la prima unità autonoma coast-to-coast degli Stati Uniti. Delle 2.849 miglia tra Pittsburgh, PA e San Diego, CA, 2.797 miglia erano autonome (98,2%), completate con una velocità media di 63,8 miglia all’ora (102,3 km / h).

Gli Stati Uniti hanno stanziato 650 milioni di dollari nel 1991 per la ricerca sul National Highway Highway System , che ha dimostrato la guida automatizzata attraverso una combinazione di automazione, integrata nell’autostrada con tecnologia automatizzata nei veicoli e reti di cooperazione tra i veicoli e con l’infrastruttura autostradale.

Il programma si è concluso con una dimostrazione di successo nel 1997, ma senza una chiara direzione o finanziamenti per attuare il sistema su una scala più ampia.

Parzialmente finanziato dal National Automated Highway System e DARPA, la Carnegie Mellon University Navlab ha percorso 4.584 chilometri (2.848 mi) in America nel 1995, 4.501 chilometri o il 98% di esso in modo autonomo. Il successo record di Navlab è rimasto ineguagliato per due decenni fino al 2015, quando Delphi lo ha migliorato pilotando un’Audi, potenziata con la tecnologia Delphi, oltre 5.472 chilometri (3.400 mi) attraverso 15 stati, rimanendo in modalità self-driving il 99% delle volte.

Nel 2015, gli Stati Uniti del Nevada, della Florida, della California, della Virginia e del Michigan, insieme a Washington, hanno permesso di testare auto automatiche su strade pubbliche.

L’Audi A8 è stata dichiarata la prima vettura di serie a raggiungere la guida automatica di livello 3 e Audi sarebbe stata la prima azienda a utilizzare scanner laser oltre a telecamere e sensori a ultrasuoni per il proprio sistema. Nel dicembre 2018, Waymo è stato il primo a commercializzare un servizio di taxi completamente autonomo negli Stati Uniti.

Auto a guida autonoma, cosa dice legge in Italia

Cosa dice la legge in Italia rispetto alle auto a guida autonoma? Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha autorizzato nel maggio 2019, con un decreto ministeriale, per la prima volta la sperimentazione delle auto a guida autonoma.

I primi veicoli a essere testati saranno quelli di VisLab, un’azienda con sede a Parma controllata dalla società di progettazione di semiconduttori Ambarella. Peraltro l’unica risultante ad aver fatto domanda per dare il via ai test su strada.

La sperimentazione avverrà in alcune zone di Parma e di Torino, ma implica che all’interno dell’auto autonoma ci sia sempre un conducente che ne vegli i movimenti. Per ora, questa tipologia di auto non è prevista nel nostro codice della strada. Ma questi primi esperimenti sono un importante, quanto inevitabile, primo passo in avanti.

Com’è la situazione negli altri Paesi? Negli Stati Uniti, 33 stati hanno promulgato una legislazione per consentire test di auto-guida limitati, ma solo pochi stati e città consentono alle IA di avere il controllo sulle strade pubbliche. L’eccezione a questa regola è Phoenix, in Arizona, dove Waymo ha testato auto senza guida con autista di sicurezza nelle strade della città.

Le città negli Stati Uniti dove è più probabile individuare macchine senza conducente includono Mountain View e San Francisco, California; Phoenix, Atlanta, Pittsburgh, Miami, Austin, Detroit e New York City.

L’Europa, sede di numerosi grandi produttori di automobili, ha molti paesi ricettivi che consentono di eseguire test senza conducente limitati. La Germania ha recentemente dato il consenso a Volkswagen per iniziare a testare auto a parcheggio all’aeroporto di Amburgo.

Da parte sua, Volvo sta testando auto e autobus senza conducente a Stoccolma, in Svezia.

Nei Paesi Bassi, Amber Mobility prevede di lanciare un servizio simile a Zipcar di auto senza conducente elettrico in diverse città olandesi a metà del 2018. Amber Mobility utilizzerà la BMW i3 per il suo servizio di auto senza conducente.

Nel Regno Unito, il governo ha recentemente avviato l’iniziativa Autodrive per spingere l’innovazione autonoma. Ma, allo stesso tempo, sta conducendo anche una revisione di tre anni delle implicazioni di sicurezza della tecnologia e non ha ancora approvato test su strade pubbliche.

L’Australia, al contrario, ha avviato alcuni test pubblici, ma alcuni rapporti dicono che il paese è in ritardo. In Asia, paesi come Cina, Giappone e Singapore hanno permesso alle aziende di iniziare a testare i taxi con guida automatica, ma sempre con un umano al volante.

La rivale di Uber, Didi Chuxing, è una delle società che guida la spinta della Cina per la tecnologia auto-guida.

Auto a guida autonoma come investire e guadagnare

Come investire e guadagnare sulle auto a guida autonoma? Come visto, a parte qualche esperimento qua e là, le auto a guida autonoma non sono ancora una realtà concreta. E probabilmente sarà così ancora per qualche anno. Certo, Usa e alcuni paesi asiatici sono molto più avanti del vecchio continente su questo argomento. Ma anche lì non è ancora una realtà definitiva.

L’unico modo per guadagnare ed investire sulle auto a guida autonoma rimane quello di investire sulle società che se ne occupano. In quanto, ogni nuovo passo avanti può portare ad un balzo del titolo in Borsa.

La società che sembra più avanti sull’argomento non può che essere la visionaria Tesla di Elon Musk. Sebbene la società sia finita nell’occhio del ciclone in quanto il conducente di una Model X è deceduto il 23 marzo 2018 in seguito allo schianto del proprio veicolo contro una barriera sulla strada statale US 101 in California, a Mountain View.

La famiglia di Walter Huang ha citato in giudizio la multinazionale, ritenendo che sia stato il veicolo a causare l’incidente. Accadimenti come questo possono provocare ribassi dei titoli.

Un’altra società che sta investendo molto nelle auto a guida autonoma è Uber. Sebbene anche qui il progetto ha subito un forte rallentamento in seguito ad un incidente mortale. Sempre lo scorso anno, a Tempe, in Arizona, una donna è morta dopo essere stata investita da un SUV di Uber in modalità autonoma. La vittima stava attraversando la strada fuori dalle strisce pedonali.

Molti gli incidenti che hanno caratterizzato i test di Google, altra società che sta investendo in questo settore. Per fortuna nessuno mortale, almeno per ora.

Non può non essere della partita Apple, con la sua Apple Car. Inoltre, quasi tutti i marchi automobilistici più noti al Mondo stanno investendo in questa tecnologia: Ford, GM, Toyota, Honda, Volkswagen, Nissan, Volvo, BMW e altri. Tutti in collaborazione con le società americane Nvidia e Intel.

Infine, anche la Regina dell’e-commerce, Amazon, ha deciso di investire in questo settore puntando sulla start-up Aurora. Aurora è stata fondata nel 2016 da Chris Urmson (uno dei creatori del progetto di guida autonoma di Google, poi diventato Waymo), da Sterling Anderson (ex capo degli ingegneri dell’Autopilot di Tesla) e da Drew Bagnell (professore di robotica e cofondatore della unità guida autonoma di Uber). E già vanta i finanziamenti di Hyundai, Volkswagen e la startup cinese Byton.

Il modo migliore per investire in società che si occupano di auto a guida autonoma sono i Contract for difference (CFD). Attivabili mediante Broker rinomati come:

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Conviene investire in Auto a guida autonoma?

Essendo un settore ancora lontano dall’essere una realtà definitiva – a ormai un secolo esatto di esperimenti – può comunque essere un interessante modo per investire. Tuttavia, da considerarsi un modo strategico per differenziare il proprio portafoglio titoli.

Si tratta di un settore intriso di insidie, esperimenti falliti, possibili incidenti anche mortali. Il tutto può riflettersi sul titolo della società che fa capo all’auto incriminata. Certo, poi ci sono le notizie che fanno salire il prezzo di un titolo, come un esperimento andato a buon fine, una nuova scoperta, una nuova collaborazione. E’ la tecnologia, bellezza.