Amazon consente mining di XCH, ma arriva anche monito di BoE

Amazon entra sempre più nel mondo delle criptovalute. Infatti, la criptovaluta Chia (XCH) lanciata di recente può ora essere estratta sulla piattaforma di cloud computing Amazon Web Services (AWS).

La configurazione del sistema richiede giusto cinque minuti. AWS ha comunque fornito un breve tutorial su come integrare l’architettura, generare indirizzi di wallet e avviare il “farming”, l’equivalente chia del mining.

Chia Network, una piattaforma blockchain e transazioni intelligenti, ha pubblicato un white paper a febbraio annunciando il suo obiettivo di rendere più facile il mining per le persone, consentendo loro di impegnare lo spazio inutilizzato sul disco rigido per supportare la sua rete decentralizzata.

Il sistema è orientato a soppiantare il modello proof-of-work ad alta intensità energetica (utilizzato da bitcoin) con il proof-of-space-time, in base al quale i partecipanti alla rete mostrano di aver memorizzato i dati per un periodo di tempo.

Creata dal fondatore di BitTorrent Bram Cohen, Chia ha lanciato lunedì la sua piattaforma per condurre transazioni e fare trading. Secondo quanto riferito, ciò ha provocato una carenza di dischi rigidi in Cina poiché le persone si sono affrettate ad acquistare l’attrezzatura per creare la criptovaluta.

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Chia cos’è e come funziona

Chia è nata con l’obiettivo di ridurre gli ingenti danni ambientali provocati dal mining delle monete digitali. In che modo? Sostituendo il sistema “proof of work” del Bitcoin – che Ethereum ha in serbo di superare già nel suo prossimo aggiornamento – con un nuovo sistema “proof of space and time”.

Come funziona Chia? Ogni criptovaluta adotta propri metodi per verificare le transazioni che avvengono sulla propria blockchain. Di solito, il procedimento più usato è quello di verificare in modo collettivo la potenza dei computer dei miners, con questi ultimi che sono ricompensati per il loro contributo al progetto.

Chia invece si distingue per il fatto di affidarsi allo spazio di memoria vuoto degli hard drive dei miners. Tale processo si chiama farming.

Quest’ultimo si propone come alternativa green allo status quo imposto dal Bitcoin. Anche se pure esso sia alimentato elettricamente.

Del resto, lo stesso CEO di Blockchain Technologies Corp., Nick Spanos, ha affermato che parlare di sistema eco-friendly “è relativo”. Proprio perché i pc per il mining hanno comunque bisogno di potenza, e risorse naturali vengono impiegate per assemblare gli hard drive.

Un po’ come accade per produrre le auto elettriche, il nuovo simbolo della lotta al petrolio e all’inquinamento. Ma, soprattutto in fase di produzione, inquinano e non poco. E comunque funzionano a corrente, che pure inquina.

Tuttavia, è opinione diffusa tra gli addetti ai lavori che il processo di mining del network Chia incida in modo meno marcata sull’ambiente rispetto al sistema “proof of work” del Bitcoin.

La regina delle criptovalute, secondo un recente studio della Banca centrale olandese, è responsabile del rilascio di 300kg di anidride carbonica per ogni transazione.

Basti pensare che per arrivare allo stesso livello di inquinamento, le carte di credito necessitano di una mole di transazioni pari a 750mila unità.

Dunque, sebbene non sia totalmente green, Chia Coin resta comunque una valida alternativa per allentare la morsa delle crypto sull’ambiente.

Secondo il fondatore, Bram Cohen potrebbe essere presto disponibile per alcuni Exchange come Coinbase.

Bank of England avverte sulle criptovalute

Intanto, Bank of England (BoE), per bocca del suo Governatore Andrew Bailey, avverte sulle criptovalute: “”non hanno valore intrinseco” e le persone che investono in esse dovrebbero essere pronte a perdere tutti i loro soldi.”

Inoltre, Bailey ha aggiunto: “Non hanno alcun valore intrinseco. Ciò non significa che le persone non diano valore a loro, perché possono avere un valore estrinseco. Ma non hanno alcun valore intrinseco.” E poi ci va già duro: “Acquistali solo se sei pronto a perdere tutti i tuoi soldi.”

Qualcosa di simile aveva già detto la Financial Conduct Authority (FCA), organo di controllo sui mercati finanziari del Regno Unito: “Investire in criptovalute, o investimenti e prestiti ad essi collegati, generalmente comporta l’assunzione di rischi molto elevati con il denaro degli investitori. Se i consumatori investono in questi tipi di prodotti, dovrebbero essere pronti a perdere tutti i loro soldi”.

Le parole di Bailey, ex amministratore delegato proprio di FCA, non sorprendono più di tanto. E’ stato a lungo scettico nei confronti delle criptovalute. Usò le stesse parole già nel 2017.
Bitcoin è cresciuto di oltre il 90% finora quest’anno, grazie in parte al crescente interesse da parte degli investitori istituzionali e degli acquirenti aziendali come Tesla.

L’azienda di auto elettriche ha acquistato bitcoin per un valore di $ 1,5 miliardi all’inizio di quest’anno e da allora il valore delle sue partecipazioni è salito a quasi $ 2,5 miliardi.
I sostenitori del bitcoin lo vedono come una riserva di valore simile all’oro a causa della sua scarsa offerta: solo 21 milioni di bitcoin possono mai essere coniati. Sostenendo che la criptovaluta può fungere da copertura contro l’inflazione poiché le banche centrali di tutto il mondo stampano denaro per alleviare gli effetti del coronavirus.

Tuttavia, gli scettici vedono il bitcoin come una bolla di mercato in attesa di scoppiare. Michael Hartnett, chief investment strategist presso Bank of America Securities, ha affermato che il rally di bitcoin sembra la “madre di tutte le bolle”, mentre Stephen Isaacs di Alvine Capital ritiene che non ci siano “fondamentali con questo prodotto, punto.

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