Ecco i 17 Paradisi fiscali secondo l’Unione europea

Paradisi fiscali. Il nome è tutto un programma. Si tratta di quei Paesi alquanto “generosi” dal punto di vista fiscale, al punto da essere preferiti dalle società che vogliono evadere le tasse e restare nell’anonimato. Di solito si tratta di piccole isole posizionate in zone altrettanto paradisiache. Ma dal punto di vista estetico. Sabbia bianca, mare cristallino, un clima estivo quasi tutto l’anno. Ma non solo.

I Paesi dell’Unione europea cercano di mitigare il problema, poiché per loro si tratta di denaro sottratto alle proprie casse. L’Ecofin dei 28 ministri finanziari ha così reso nota una prima «lista nera» di 17 paradisi fiscali usati per l’evasione e l’elusione delle tasse. Altri 47 sono stati messi sotto osservazione in una «lista grigia», nel tentativo di far modificare il loro status di offshore. Certo, occorre anche dire che sono stati risparmiati dalla lista alcuni Paesi europei che in realtà avrebbero tutte le premesse per farne parte: Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Malta e Cipro. L’Ecofin si è altresì diviso sull’applicazione di sanzioni ai Paesi della «lista nera», consigliando ai governi Ue di applicare direttamente misure punitive.

Scelte che hanno reso tali misure meno incisive. Il vicepresidente lettone della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, non ha escluso di proporre sanzioni contro i 17 paradisi fiscali dal prossimo anno. Più ottimista il Commissario Ue francese per la Fiscalità, Pierre Moscovici, il quale ritiene la creazione di una lista nera «un passo importante in avanti». Tuttavia, ha anche ammesso che il processo non deve fermarsi qui e che «la battaglia contro i paradisi fiscali deve continuare».

Quali sono i 17 Paradisi fiscali secondo Ue

Quali sono i Paradisi fiscali? Secondo l’Ue, le 17 giurisdizioni fiscali «non collaborative» sono Bahrain, Barbados, Grenada, Guam, Corea del Sud, Macao, Isole Marshall, Mongolia, Namibia, Palau, Panama, Santa Lucia, Samoa, Samoa Americane, Trinidad e Tobago, Tunisia e Emirati Arabi Uniti. Tuttavia, alla fine ciò che rischiano sono solo conseguenze a livello d’immagine. Almeno fino a quando l’Ue non introdurrà anche delle sanzioni. Peraltro, il Regno Unito è riuscito a far tenere fuori dalla lista i propri paradisi fiscali britannici (si pensi a Isola di Man, Jersey, Guernsey, Cayman Island, Bermuda). I quali sono stati in via “benevola” inseriti nella «lista grigia» insieme a Svizzera, Liechtenstein, San Marino, Andorra, Hong Kong, Curacao, Aruba, Turchia, Qatar o Oman. D’altronde, sono in corso le trattative riguardanti la Brexit, e l’Unione europea preferisce non arrivare ad uno scontro con la Gran Bretagna. Certo, se fosse rimasta nell’area Ue le cose potevano andare diversamente.

Paradisi fiscali: Francia e Germania più esigenti

I Paesi più intransigenti su una maggiore severità contro i Paradisi fiscali sono stati Francia e Germania. In quanto le inchieste giornalistiche internazionali Paradise papers, Panama papers, Luxleaks e Offshoreleaks hanno provocato indignazione tra i contribuenti onesti davanti alle evasioni ed elusioni delle tasse su larga scala attuate da multinazionali, società, banche, politici e ricchi vari. Inchieste che hanno coinvolto anche Vip, pure italiani. Ma è concorde con loro il ministro italiano dell’Economia Pier Carlo Padoan.

Tuttavia, è da ormai un ventennio che l’Unione europea annuncia provvedimenti più severi contro i Paradisi fiscali. Ma per ora nulla di che. Perdendo così ulteriore credibilità, ormai scesa ai minimi termini. E i dati elettorali in favore dei partiti euroscettici ne sono la riprova.

Ecco i 17 Paradisi fiscali visti da vicino

Vediamo meglio chi sono i 17 Paradisi fiscali, dal punto di vista politico e geografico:

Bahrain

Il Bahrein o Bahrain, ufficialmente Regno del Bahrein è un piccolo Stato situato su un arcipelago di 33 isole vicino alle coste occidentali del Golfo Persico. La capitale è Manama, mentre la lingua ufficiale è l’arabo. In precedenza era un emirato, per poi diventare un regno nel 2002, con una monarchia costituzionale. Al vertice c’è la famiglia reale Āl Khalīfa , con l’attuale Re ʿĪsā Āl Khalīfa. Al governo c’è un altro Al Khalifa: Khalīfa b. Salmān Āl Khalīfa. Tutto in famiglia quindi.

Il Bahrain è esteso per 750 km² con 1 343 000 abitanti (stime ferme al 2014). Sebbene oltre 235mila siano stranieri (e forse per le sue agevolazioni fiscali). Confina ad ovest con Arabia Saudita e a sud con Qatar (essendo un’isola, parliamo delle sue acque territoriali). L’isola più importante è l’omonima Bahrein, che insieme alle isole Sitra e Muharraq forma il nucleo più importante dell’arcipelago. Rinomate sono pure le piccole isole di Nabih Saleh, il penitenziario di Jidda, Umm al-Nasan. A sud-est si estende l’arcipelago Hawar.

Oltre che per essere un Paradiso fiscale, il Bahrein è noto anche per il suo petrolio e per le sue perle, oltre che per alcune strutture avveniristiche come il Bahrain World Trade Center e il Bahrain Financial Harbour. Infine, qui si tiene una tappa del mondiale di Formula Uno: il Gran Premio di Formula che si svolge al Bahrain International Circuit.

Barbados

Famosa per aver dato i natali alla Popstar Rihanna, l’isola Barbados è un’isola-nazione indipendente, facente parte delle Piccole Antille, situata sul confine tra il mar dei Caraibi e l’oceano Atlantico. Si estende per 430 km². Fa ancora parte del Commonwealth, di fatto il capo di stato risulta essere ancora la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, mentre il capo di governo (qui definito Governatore Generale) è Philip Greaves. Capitale è Bridgetown.

Barbados risulta essere il 50mo paese più ricco del mondo in termini di PIL (Prodotto interno lordo) pro capite, grazie alla sua ben sviluppata economia mista. Fino agli anni ‘70, l’economia di Barbados è stata fortemente legata alla canna da zucchero e alle attività connesse, poi fino agli anni ‘80 si è diversificata in settori come quello manifatturiero e del turismo. Dagli anni ‘90 Barbados ha riconosciuto un boom dell’edilizia, con lo sviluppo e la riqualificazione di alberghi, complessi di uffici e case. Importante poi la privatizzazione di fette di stato e agevolazioni fiscali per stimolare gli investimenti stranieri.

Grenada

Grenada è una isola del mar dei Caraibi sudorientale, comprensivo pure delle Grenadine meridionali. E’ il secondo più piccolo stato indipendente del continente americano (dopo Saint Kitts e Nevis). Geograficamente si colloca a nord di Trinidad e Tobago e a sud di Saint Vincent e Grenadine. La capitale è St. George’s e si estende per 344 Kmq. Come la precedente, anche Grenada è una monarchia costituzionale facente parte il Commonwealth britannico. Con la Regina Elisabetta II Capo di Stato e Cécile La Grenade Governatore generale.

Alla fine degli anni ‘90, il governo ha messo in atto una serie di riforme fiscali che hanno portato ad una crescita annua del 5-6%. Ma a preoccupare oggi è il pesante deficit pubblico e il peggioramento del saldo della bilancia commerciale. Resta molto importante l’agricoltura. Grenada viene chiamata The Spice Isle, per essere produttrice di una grande varietà di spezie (come cannella, chiodi di garofano e zenzero). Importante è anche la noce moscata (si colloca al secondo posto mondiale dopo Indonesia), tanto da finire pure sulla bandiera ufficiale. Contribuisce al 20% della produzione mondiale.

A Grenada vige anche la cosiddetta Mafia Grenadina, il cui esponente più famoso fu Mark Holly, ucciso nel 1986 a Miami da agenti di polizia che lo sorpresero mentre spacciava cocaina. Tale organizzazione ce l’ha soprattutto contro gli americani, con violenze e omicidi contro polizia americana, civili e spacciatori statunistensi.

Guam

Guam è un’isola nell’oceano Pacifico occidentale, la più grande e meridionale dell’arcipelago delle Marianne. Gode dello status di territorio non incliso degli Stati Uniti d’America. La sua popolazione deriva dai chamorro, che hanno vissuto qui circa 3500 anni fa. La capitale è Hagåtña, prima Agaña (o San Ignacio de Agaña). Guam è nella lista delle Nazioni Unite dei territori non autonomi. Si estende per 541 Kmq. L’attuale governatore è Eddie Calvo.

L’economia di Guam è legata soprattutto al turismo, soprattutto da parte dei giapponesi (che costituiscono il 90%), e dalla presenza di installazioni militari statunitensi. Guam gode di ampi trasferimenti dall’erario del Tesoro degli USA, pur non versando tasse. Altri settori importanti sono la raffinazione del petrolio, la riparazione delle navi e il comparto delle installazioni militari. Non male anche la presenza di agricoltura e pesca, tessili, cemento e plastica.

La disoccupazione è però alquanto alta, del 14% e l’amministrazione risulta in passivo da anni.

Corea del Sud

La Corea del Sud, o Repubblica di Corea è uno Stato dell’Asia orientale che occupa la metà meridionale della penisola coreana. Fu infatti divisa con la Corea del Nord, a conclusione della Guerra di Corea del 1953. La divisione, oltre che fisica è anche ideologica. La Corea del Nord abbracciò infatti l’ideologia comunista e ancora oggi viene foraggiata dalla Cina. Mentre la Corea del Sud abbracciò il capitalismo e l’occidentalizzazione, appoggiata dagli Usa.

Confina a nord con la Corea del Nord, a ovest con il mar Giallo (e poi la Cina), a sud con lo stretto di Corea e a est con il mar del Giappone. Capitale è Seul, con oltre venti milioni di abitanti (su 50 totali). Pur essendo morfologicamente prevalentemente montuosa. Si piazza al 20mo posto tra i Paesi più densamente popolati. Arrivando terza togliendo i micro-Stati (dopo Bangladesh e Taiwan).

Dopo essere stata una Repubblica presidenziale con elezione indiretta del Presidente, la Corea del Sud è una Repubblica semi-presidenziale. Mentre al 2012 è risultata essere la quarta economia più grande d’Asia e quindicesima nel mondo. Si piazza settima per Indice di educazione di sviluppo umano (ONU, 2008). Fa inoltre parte dei 30 Paesi OCSE e del G20. La Corea del sud è famosa per essere sede di colossi della tecnologia quali Samsung e Lg (diventati tra i primi produttori di smartphone ed elettrodomestici). Ma anche di diverse case automobilistiche che si sono fatte strada anche in Europa, come Daewoo, Hyundai e Kia.

Macao

Macao una delle regioni amministrative speciali della Cina insieme a Hong Kong. Confina con Hong Kong a est, con la provincia di Guangdong a nord e a ovest, mentre a sud è di fronte al mar Cinese Meridionale. I settori economici più rilevanti sono gioco d’azzardo e turismo, ma pure le attività produttive. E’ stata l’ultima colonia europea in Asia, resa indipendente dal Portogallo nel 1999. Per i portoghesi fu strategica come porto commerciale affacciato verso l’Impero cinese.

Malgrado l’ampia autonomia di cui godrà secondo accordi almeno fino al 2040, la Cina è comunque responsabile per la difesa del territorio e degli affari esteri. Macao mantiene la propria autonomia per quanto concerne il sistema giuridico, la propria forza di polizia, il sistema monetario, la politica doganale e la politica d’immigrazione.

Secondo il World Factbook Macao vanta la seconda più alta aspettativa di vita tra tutti i Paesi del mondo. E’ inoltre una delle poche regioni asiatiche con un alto indice di sviluppo umano.

Isole Marshall

Le Isole Marshall sono una isola sita in Oceania che si estende per 181,42 km², vanta 50.840 abitanti (calcoli fermi al 1999) e ha come capitale Majuro. E’ una repubblica presidenziale composta dagli arcipelaghi Ratak e Ralik, situati fra gli Stati Federati di Micronesia a ovest e Kiribati a est.

Qui si parlano 4 lingue: le ufficiali marshallese e inglese, oltre a tedesco e giapponese. La presenza di madrelingua tedeschi la si deve al fatto che le isole Marshall dal 1884 al 1919 furono una colonia della Germania Imperiale, parte della Nuova Guinea Tedesca.

Oltre al fatto di essere un Paradiso fiscale, la sua economia si basa soprattutto su turismo, artigianato locale e pesca. Il periodo migliore per visitarle va da giugno ad ottobre, periodo in cui le piogge sono scarse ed è possibile effettuare escursioni. Ogni atollo è dotato di strutture alberghiere. Sebbene buona parte del turismo si concentri soprattutto nella capitale. Importante anche la pesca. Infine un’altra fonte di reddito consistente sono gli insediamenti militari americani, che impiegano circa 1200 addetti tra camerieri, cuochi, giardinieri e operai.

Mongolia

La Mongolia è uno Stato dell’Asia orientale, confinante a Nord con la Russia e a Sud con la Cina. E’ tra i pochi paesi al mondo senza sbocco sul mare. La capitale è Ulan Bator, dove risiede circa il 38% della popolazione. Il sistema politico è una repubblica semipresidenziale a presidente debole. Oltre che per essere un Paradiso fiscale, l’economia della Mongolia si basa soprattutto sullo sfruttamento delle ingenti risorse naturali come il petrolio, il carbone minerale e il rame; nonché molibdeno, tungsteno e fosfato. Nel Paese si insidiano circa 30mila piccolo-medie imprese, mentre nelle aree extraurbane le attività economiche principali sono pastorizia e agricoltura.

Il Paese risente da anni di un forte indebitamento con la Russia, risalente all’Unione sovietica. Risolto in parte nel 2004 con un pagamento di 250 milioni di dollari ricevuti proprio dalla Russia come risarcimento del dominio sovietico. Un terzo della popolazione vive in povertà. Figura di spicco fu Gengis Khan, che realizzò l’Impero mongolo, il più grande per estensione mai esistito (comprendeva buona parte dell’Asia centrale, Cina, Russia, Persia, Medio Oriente e parte dell’Europa orientale). Comprendeva di fatto 33 milioni di km², con una popolazione stimata intorno ai 100 milioni di persone. Durò oltre un secolo: dal 1206 al 1368.

Namibia

Namibia è uno Stato dell’Africa meridionale, capitale Windhoek. Confina a nord con l’Angola e lo Zambia, a est col Botswana e a sud col Sudafrica. Mentre a ovest si affaccia sull’Oceano Atlantico. Vanta 2031000 abitanti e si estende per 825418 kmq. Collocandosi di fatto al secondo posto (dopo la Mongolia) fra le nazioni sovrane al mondo con la minore densità di popolazione (2,5 abitanti per Kmq). Ciò dovuto soprattutto al fatto che gran parte del territorio del paese è costituito dalle distese aride del deserto del Namib e del Kalahari. Il suo nome deriva proprio dal primo.

Ha ottenuto solo nel 1990 l’indipendenza dal Sudafrica, risultando così essere uno degli Stati più giovani del Mondo. Dal 1884 al 1919 col nome di Deutsch-Südwestafrika, fu invece colonia dell’Impero tedesco. Per poi diventare parte dell’Impero britannico tramite l’Unione sudafricana fino al 1961. Da quell’anno, con l’indipendenza del Sudafrica dalla Gran Bretagna Namibia passa sotto la sua amministrazione.

L’economia della Namibia è per questo fortemente collegata al Sudafrica. Infatti, la principale attività economica è l’estrazione di minerali, che contribuisce per circa il 20% del PIL nazionale. E’ inoltre quarta per estrazione di minerali non combustibili, e quinta per la produzione di uranio. Importanti poi sono le estrazioni di diamanti, piombo, ferro, zinco, argento e tungsteno. Ciò nonostante, l’estrazione mineraria occupa solo al 3% della popolazione. Infatti, oltre la metà dei namibiani si dedicano all’agricoltura e all’allevamento di sussistenza. Ma riesce ad esportare solo la lana.

Palau

La Repubblica di Palau è una isola situata nell’oceano Pacifico, a circa 500 km a est delle Filippine. Ha ottenuto l’indipendenza dagli Usa solo nel 1994. Riguardo l’economia, le attività principali sono il turismo, l’agricoltura di sussistenza e la pesca. Il governo rappresenta il principale datore di lavoro nel paese, che dipende a sua volta fortemente dagli aiuti statunitensi. Il turismo viene spinto dall’espansione del traffico aereo nel Pacifico, la crescente ricchezza di vari paesi dell’Asia orientale, e l’arrivo di investimenti stranieri grazie alle sue agevolazioni fiscali.

Esporta olio di cocco, copra, dolci, pesce, artigianato ed oggetti di metallo

Panama

Panama, ufficialmente Repubblica di Panama, è uno Stato dell’America centrale. Confina a nord con il Mar delle Antille, a est con la Colombia, a sud con l’Oceano Pacifico e a ovest e nordovest con la Costa Rica. E’ esteso 75517 km² con una popolazione di 3.661.868 abitanti (al 2013). La capitale è Panama, con quasi 900mila abitanti. E’ una repubblica presidenziale. Si parlano diverse lingue: la lingua ufficiale è lo spagnolo; mentre nelle province di Bocas del Toro e di Colón si parla anche il wari wari (che sarebbe un mix tra inglese e spagnolo, molto diffuso tra i paesi Caraibici). A Emberá-Wounaan, Kuna Yala e Ngöbe-Buglé si parla invece l’indigeno.

Il tasso di disoccupazione è pari al 2,1%, risultando così il più basso dell’America Centrale. Buona parte dei disoccupati sono gli Indios che vivono nelle riserve. Il 27% della popolazione del paese vive invece in povertà. L’economia di Panama è basata sul terziario, fortemente influenzata dal settore bancario, dal commercio e dal turismo, complice la sua posizione geografica. Ma è senza dubbio famosa per essere un Paradiso fiscale. Il sistema fiscale di Panama è infatti di tipo territoriale, quindi i titolari di società panamensi che operano esclusivamente fuori dallo stato non sono tenuti a pagare imposte o tenere contabilità, e solo se la società ha rapporti economici con persone o enti di Panama, lo Stato applica le imposte sul guadagno percepito da Panama. Non a caso, risulta essere dopo Hong Kong la seconda meta al mondo per numero di aperture di società offshore anonime.

Nell’aprile 2016 Panama è protagonista di una fuga di informazioni confidenziali provenienti dagli archivi informatici dello studio Mossack Fonseca, il più grande studio legale del mondo operante nel Paese. Sono coinvolte numerose società offshore ubicate nel Paese ma anche diversi Vip di disparati settori (non mancano italiani).

Santa Lucia

Santa Lucia è una isola rientrante nel Commonwealth britannico, situata in America Centrale, tra il Mar dei Caraibi orientale e l’Oceano Atlantico. Si trova nelle Piccole Antille, a nord di Saint Vincent e Grenadine e a sud della Martinica. Ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito il 22 febbraio 1979, ma fa parte del Commonwealth, tant’è che il Capo di Stato è il sovrano britannico. Vale a dire la regina Elisabetta II.

Particolarmente florida era l’esportazione di banane, che oggi patisce la crescente concorrenza dei paesi circostanti. Ciò ha spinto il Paese a diventare un Paradiso fiscale e attrarre capitale estero tramite offshore banking. Nonché puntare sul turismo. In crescita anche il settore industriale.

Samoa

Le Samoa sono una isola dell’Oceania, composto da un gruppo di isole dell’oceano Pacifico meridionale, facente parte dell’omonimo arcipelago. Le isole occupano 2944 km², con 214mila abitanti circa. La capitale è Apia. L’economia si basa per 2/3 sull’agricoltura, con il 90% di quanto raccolto destinato all’esportazione. Tra i prodotti esportati ci sono la crema di cocco e l’olio di cocco, la copra (sarebbe la polpa essiccata di cocco) e il succo di noni (famoso per le sue proprietà terapeutiche). Fino al 1993 il taro copriva metà delle esportazioni. Poi un fungo ne ha decimato il raccolto.

Non male anche il turismo, con la presenza di numerosi alberghi e villaggi turistici sull’isola.

Samoa Americane

Le Samoa Americane sono un arcipelago del Pacifico meridionale, a sud-est dello Stato di Samoa. Sono un territorio non incorporato degli Stati Uniti d’America. Rientrano nella lista delle Nazioni Unite dei territori non autonomi. Il territorio si estende per 200,21 kmq con 54.517 abitanti.

Oltre per essere un Paradiso fiscale, questo Stato è noto in quanto qui si può ancora acquistare la New Coke, variante della Coca Cola uscita di produzione nel 2002 (messa in commercio nel 1985). ancora, le Samoa americane è l’ultimo posto abitato al mondo in cui avviene ogni giorno il cambio di data, pertanto il capodanno arriva sempre per ultimo rispetto a tutti gli altri Paesi del mondo. Infine, la sua nazionale detiene il primato del più grande scarto di reti subite in un solo incontro: contro l’Australia, l’11 aprile 2001, perse per 31 a 0. Ad oggi è ancora un Guinness dei primati, non proprio lusinghiero.

Trinidad e Tobago

Trinidad e Tobago è una isola dell’America centrale caraibica, di 5.128 kmq di estensione e 1.222.363 abitanti censiti nel 2015. La capitale è Port of Spain. Fa parte dell’arcipelago delle Piccole Antille, confina a nord col Mar dei Caraibi, a est dall’Oceano Atlantico, mentre a sud il Canale di Colombo la separa dal Venezuela e a ovest si affaccia sul golfo di Paria.

Repubblica parlamentare dal 1962. Se in passato l’economia si basava soprattutto sulla coltivazione della canna da zucchero e su altre colture per l’esportazione, la scoperta di giacimenti di petrolio ha determinato un esodo dalle campagne e il contributo del settore agricolo al PIL è modestissimo (0,7%). Importante è anche l’esportazione di metanolo, ammoniaca, ferro e acciaio. La disoccupazione è invece molto alta, pari al 16%.

Tunisia

La Tunisia, collocata in NordAfrica, è bagnata dal mar Mediterraneo e confinante con l’Algeria ad ovest e la Libia a sud e a est. La lingua italiana, insieme a quella francese, è molto diffusa ed utilizzata anche nella pubblica amministrazione, nell’istruzione superiore e nel commercio. Diventata indipendente dalla Francia il 1956, è una repubblica semipresidenziale, La Tunisia si colloca all’81º posto nel mondo come potenza mondiale. Negli anni ‘90 l’economia è cresciuta in media del 5% tanto che il paese ha oggi un sistema economico diversificato che va dall’agricoltura, al settore industriale (minerario, fatturiero, e dei prodotti chimici) fino al turismo che rappresenta il 7% del Pil. Le prime due attività coprono rispettivamente il 16 e il 28,5 percento del Pil.

Per quanto concerne il turismo, molto visitati sono Hammamet (dove scelse di morire l’ex Presidente del consiglio Bettino Craxi, sentitosi perseguitato dalla giustizia italiana), Monastir, Nabeul, Sousse (Susa), il deserto del Sahara a sud e i siti archeologici come Cartagine, El Jem, Boulla Reggia o Dougga.

Nonostante una buona modernizzazione economica e il fatto che sia un Paradiso fiscale, la Tunisia patisce comunque ancora una forte emigrazione con l’Italia seconda destinazione. Del resto, il paese nordafricano dista solo 71 km da Pantelleria e 110 dalla Sicilia.

Emirati Arabi Uniti

Emirati Arabi Uniti sono uno Stato nel sud-est della Penisola araba, situato nell’Asia sud-occidentale. E’ composto da 7 emirati: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujaira, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn. La denominazione fino al 1971 era di Stati della tregua (Trucial States), con riferimento ad una tregua imposta nel 1800 dai britannici ad alcuni sceicchi arabi che anziché contrastare, foraggiavano attività piratesche miranti. Così da incentivarli a colpire i navigli transitanti nel tratto di mare di loro competenza e mitigare la pirateria. Confina con l’Oman a sud-est, con l’Arabia Saudita a sud-Ovest ed è bagnata dal Golfo Persico a nord.

Gli Emirati Arabi Uniti godono di una economia aperta, con il decimo reddito pro-capite del mondo. Molto importanti per l’economia nazionale restano le esportazioni di petrolio e di gas naturale. Non a caso oltre l’85% dell’economia degli Emirati Arabi Uniti si basa sulle esportazioni di risorse naturali. L’industria metallurgica (specie l’alluminio e l’acciaio), con il settore tessile, sono capaci di produrre una quantità molto significativa del PIL. Tanto che, causa il calo concomitante del petrolio, entro i prossimi 40-60 anni, supereranno le entrate derivanti da oro nero e gas naturale.

Anche l’edilizia gioca un ruolo importante. Sono infatti presenti molte strutture avveniristiche. Si pensi al Burj Dubai, il cui nome è stato cambiato nel 2011 in Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo. O al Dubai World Central International Airport, che, è l’aeroporto più costoso mai costruito, e le tre Palm Islands, le isole artificiali più grandi al mondo. Altri progetti riguardano il Dubai Mall, il centro commerciale più grande del mondo, e un arcipelago artificiale chiamato The World. Particolarmente interessante è il progetto Dubailand, che dovrebbe essere due volte le dimensioni di Disney World, e la Dubai Sports City, che non solo fornirà la “casa” per le squadre sportive locali, ma può far parte della futura offerta olimpica degli Emirati Arabi Uniti.

L’Italia ha cambiato più volte posizione nei confronti degli Emirati arabi uniti. Nel 1999 impose limitazioni commerciali alle imprese che intendevano operare con quei paesi che ne facevano parte. Invece nel 2001, col cambio di governo (a 4 governi di centrosinistra in 5 anni successe un governo di centrodestra), gli Emirati Arabi uniti furono sottratti dalla Lista nera, con le società operanti nei settori petrolifero e petrolchimico e le banche estere ritenute regolarmente assoggettate a imposta. Ora invece si accoda all’Eurofin come detto nell’incipit.